La Conferenza di Chianciano. Un grande successo di Iraq Libero- Comitati per la resistenza del popolo iracheno. Stralcio dal Bollettino 28 marzo 2007

Un successo politico. La conferenza internazionale di Chianciano è stata un grande successo politico. Per due anni ci siamo battuti per poterla effettuare. Alla fine l’abbiamo realizzata nel migliore dei modi. Odiamo il trionfalismo e chi ci segue lo sa, ma in questo caso dobbiamo esprimere davvero una grande soddisfazione. Alla conferenza hanno partecipato 18 relatori provenienti dal Medio Oriente. Questo risultato è stato raggiunto sia per la vittoria sul fronte dei visti, frutto di una lunga battaglia politica, sia per il grande interesse che la conferenza ha suscitato tra le forze della resistenza in Iraq, Palestina, Libano, Afghanistan. A Chianciano sono intervenute tutte le componenti della resistenza irachena ed in particolare le correnti baathiste, islamiche, nazionaliste arabe e comuniste; le forze del movimento di liberazione palestinese, da quelle storiche ad Hamas; esponenti della Resistenza afghana. I rappresentanti di queste forze hanno lasciato l’Italia con la consapevolezza di aver fatto un passo avanti, di essersi conquistati non solo il diritto di parola ma anche un sostegno ed una solidarietà più ampia. Ma l’interesse internazionale è andato oltre ed a Chianciano sono arrivate delegazioni da una ventina di paesi. Il convegno ha visto una partecipazione costante di oltre 300 persone, un dato positivo se si tiene conto della natura dell’incontro e del boicottaggio della sinistra politicamente corretta e dell’area del movimentismo senza costrutto. Un dato significativo anche perché vero e verificabile, cosa assai rara in un paese dove ormai il numero dei partecipanti alle manifestazioni viene spesso moltiplicato per 10.

Un successo organizzativo. Un altro elemento positivo che dobbiamo segnalare è stata la riuscita organizzativa della conferenza che, anche grazie ai compagni impegnati nell’organizzazione, si è svolta nella massima serenità. Una serenità, quella della due giorni del 24- 25 marzo, che ha consentito di dare ai lavori un ritmo intenso e partecipato con grande attenzione. Questo risultato non era del tutto scontato visto il clima di paura che qualcuno aveva cercato di creare. Intendiamoci, nulla di paragonabile all’incredibile campagna mediatica che ci era stata scatenata contro nel 2005, ma – giusto per fare un esempio- è bene che si sappia che a 10 giorni dall’evento siamo stati costretti a cambiare la sala della conferenza a causa delle pressioni subite dal proprietario di quella inizialmente prevista.

Dobbiamo poi segnalare un altro dato: quello dell’autofinanziamento del convegno. In molti ci hanno chiesto come si sarebbe finanziata la conferenza. Questa domanda ci è stata spesso rivolta da giornalisti interessati ma anche da persone oneste. E’ chiaro che è ormai passata l’idea che la politica si può fare solo stando o con i partiti istituzionali (e le loro appendici collaterali) o con i potentati economici. Purtroppo questa idea è tutt’altro che infondata. A maggior ragione siamo ben lieti di avere mostrato che si possono percorrere strade alternative, fondate sulla sottoscrizione volontaria. Una strada che ha avuto successo /…/

Un fatto nuovo. La conferenza non piaceva a molti. Non piaceva alle forze della destra filoamericana, ben felici di averla impedita su ordine di Washington due anni fa ed oggi imbarazzate dal suo svolgimento. Non piaceva alle forze di governo, impegnate a garantire la continuità atlantica della politica italiana, vero pilastro dei ’12 punti’ su cui si è costruito l’asfittico rilancio del governo Prodi. Non piaceva al pacifismo ipocrita che non sa scegliere tra oppressi ed oppressori. Non piaceva neppure a settori del movimento contro la guerra che, pur riconoscendo ormai il ruolo delle resistenze, vorrebbero però gestirlo in un’ottica eurocentrica che esclude di fatto l’ascolto, il confronto, la collaborazione e l’alleanza con queste /…/

Il silenzio assordante della stampa. Qualcuno leggendo queste note proverà forse una certa sorpresa. La conferenza di Chianciano è stata infatti oscurata dai mezzi di informazione. E si sa cosa significhi in società come la nostra. Tuttavia in questo caso lo scandalo della disinformazione di regime è talmente enorme – perché enorme è lo scarto tra un evento di portata mondiale ed il suo assoluto oscuramento mediatico- che non vogliamo qui lamentarcene, ma piuttosto riflettere sul suo significato /…/ Dobbiamo chiedercelo anche perché a Chianciano erano presenti le maggiori agenzie di stampa oltre ad alcune testate giornalistiche e televisive. Anche questa presenza non ha prodotto alcun ritorno informativo. A noi pare che tutto ciò abbia un’unica spiegazione: siccome avrebbero dovuto parlare di una grande riuscita della conferenza hanno preferito non parlarne per niente. A questo siamo arrivati, su questo sarebbe bene ragionare per capire dove sta andando la ‘democrazia’ italiana nei tempi del centrosinistra. Nello scandalo generale del silenziamento c’è un altro scandalo non meno grande, quello dell’assenza di ogni informazione su quotidiani come ‘il Manifesto’ e ‘Liberazione’ i cui lettori hanno saputo della conferenza solo grazie alla pubblicazione delle manchette a pagamento.

La discussione con e tra le Resistenze. Nella preparazione della conferenza abbiamo spesso parlato di Resistenze. Se il fenomeno della resistenza al progetto di dominio americano concepito con la ‘Guerra infinita’ è infatti unico, diverse sono le sue espressioni ed articolazioni nelle varie realtà nazionali.

Di fronte a questa evidenza avevamo due strade. La prima era quella di far finta di niente, approcciandoci alle Resistenze in maniera generica e superficiale; la seconda – che abbiamo scelto- era quella dell’invito alle forze maggiori e più rappresentative, coinvolgendo le aree politiche e culturali più significative e decisive nell’avanzamento di un necessario processo di unità che possa sfociare nella costruzione di un vero fronte antimperialista internazionale. Ovviamente questa scelta implicava anche il confronto tra posizioni diverse.

Come era facile prevedere un rilievo particolare ha assunto la valutazione dell’attuale politica iraniana in Medio Oriente. Una politica vista con il massimo favore da Hezbollah e dalle altre forze della resistenza nazionale libanese, così come da Hamas,; valutata invece in termini nettamente negativi dalla resistenza irachena che deve confrontarsi militarmente con un governo (e con gli squadroni della morte ad esso collegati) assai vicino a Teheran.

Jabbar al Kubaysi, portavoce del Fronte nazionale patriottico islamico, ha così sintetizzato la questione: “Saremo con l’Iran se verrà aggredito dagli Usa, ma oggi è l’Iran che deve rovesciare la propria politica in Iraq smettendo di sostenere l’occupazione statunitense”. Il tema è stato ripreso nelle conclusioni di Moreno Pasquinelli, che ha argomentato la necessità di stare con l’Iran nella prospettiva dell’aggressione, mantenendo però una forte critica nei confronti dell’attuale geopolitica iraniana che tanti danni sta provocando sul fronte iracheno.

Un passo avanti. Un passo avanti è stato fatto. Per la prima volta è stato possibile un confronto internazionale ad altissimo livello su questi temi, con questi protagonisti /…/ Se l’obiettivo del Fronte antimperialista internazionale richiede certamente un lungo lavoro politico, quel che è emerso da Chianciano è la necessità di proseguire su questa strada, unica risposta all’altezza della sfida lanciata dall’imperialismo con la ‘Guerra infinita’ .

Per quanto riguarda l’Italia il successo della conferenza indica la necessità di un’aggregazione più ampia e più forte degli antimperialisti. In un contesto generale molto difficile, il lavoro di questi anni ha dato dei frutti importanti che ora costituiscono la base di un possibile passo in avanti. Di tutto questo discuteremo nelle prossime settimane con chi ha lavorato con noi in questi mesi.

Sarà presto disponibile il doppio CD con le immagini e tutte le relazioni e gli interventi della conferenza tradotti in italiano. Il costo sarà di 10 euro. E’ possibile richiederlo fin da ora scrivendo a: iraq.libero@alice.it