La morte dal cielo (Ricevuto da V., settembre 2001)

L’11 settembre abbiamo visto in diretta televisiva le immagini agghiaccianti di due aerei che si schiantavano contro le Torri gemelle di New York, il simbolo dell’immenso potere economico degli Stati uniti d’America. Uno spettacolo terribile, spaventoso, vissuto con costernazione ed emozione da milioni e milioni di spettatori inchiodati dinanzi agli schermi televisivi di tutto il mondo. Mai come prima si è avuta la visualizzazione di quanto terrificante possa essere la morte che viene dal cielo, sotto forma di aerei che la sete di dominio degli uomini ha mutato da mezzi di trasporto in veicoli di morte e di genocidio; mai come prima si era vissuta la tragedia vedendo migliaia di persone morire così, senza scampo. Mai, perché sui bombardieri anglo - americani le cineprese e le telecamere riprendono gli effetti delle bombe e dei missili dall’alto: si vedono le esplosioni, ma non la gente che muore. Quella no, quella mai.

Gli Stati uniti che piangono i morti dell’11 settembre, sono i primi a pianificare la morte che viene dal cielo, non per scopi militari ma politici e psicologici. Sulla seconda guerra mondiale sono stati scritti milioni di volumi, girati milioni di documentari, ma non uno ci ha fatto vedere cosa volesse dire un bombardamento aereo alleato sulle città europee e giapponesi. Migliaia di bombardieri in volo, quasi sempre di notte, intenti a sganciare bombe di ogni tipo, pesanti tonnellate, miste fra quelle dotate di esplosivo ad alto potenziale e quelle al fosforo perché il ferro si coniugasse con il fuoco e le vittime non avessero scampo. Non importano, in questo caso, le cause di una guerra. Oggi, mentre tutti piangono, sinceramente o meno i morti americani, è giusto ricordare che quella morte orribile che abbiamo visto sui nostri teleschermi è stata barbaramente inflitta a milioni di persone innocenti dagli Stati uniti e dalla sua alleata Gran Bretagna. Innocenti, perché si trattava di donne, bambini, vecchi, invalidi, anziani inidonei ad andare al fronte, italiani, tedeschi, giapponesi: ma per loro non ci fu pietà. Gli Stati uniti e la Gran Bretagna dovevano vincere ad ogni costo, ed ogni mezzo era buono anche se militarmente inconcludente; anche se il suo fine era solo psicologico. I bombardamenti sulle città avevano, difatti, il solo scopo di demoralizzare i soldati al fronte, ponendoli dinanzi alla morte dei loro congiunti massacrati, inermi e senza colpa, nelle loro case dal ferro e dal fuoco che giungeva dal cielo. Non hanno risparmiato un solo giorno di guerra, gli anglo - americani. Ma hanno dato al mondo la prova di una ferocia ineguagliata nella storia e di un cinismo che non si era mai visto prima. Hanno vinto e tutto hanno cancellato. Ma non possono cancellare dalla memoria storica e dalla coscienza dei popoli i nomi di Berlino, Amburgo, Colonia, Dresda, Norimberga, Milano, Napoli, Catania, Tokyo.

Neanche hanno potuto far dimenticare quelli di Hiroshima e Nagasaki. Perfino gli storici americani, oggi, convengono che la decisione di sganciare la morte atomica sul Giappone non fu dettata da esigenze militari. Con il Giappone, impegnato dal mese di luglio a chiedere la resa, privo di flotta, sprovvisto di mezzi di difesa aerea, la favola di doverne obbligare il governo ad arrendersi per risparmiare la vita dei soldati americani nel corso di uno sbarco sul territorio metropolitano nipponico, si è inaridita, spenta come una fiamma velenosa alimentata dalla necessità della propaganda di guerra. La verità, spaventosa nella sua semplicità, è che il presidente americano Henry Truman ed i suoi consiglieri decisero di dare al mondo intero, ed in particolare alla Russia, un monito ed un avvertimento: abbiamo la bomba atomica e la volontà di usarla. Inviarono, per questa ragione cinica e rivoltante, un bombardiere solo sul cielo di Hiroshima, perché erano cieli disarmati e non servivano più apparati bellici per poterli conquistare. Un bombardiere solo e, in una manciata di secondi, 75mila persone scomparvero nel nulla, mentre per altre decine di migliaia si spalancava il calvario della morte lenta per radiazioni. Non bastò al democratico governo americano. Un secondo bombardiere americano si presentò sul cielo di Nagasaki e altre decine di migliaia di persone scomparvero nel nulla. Non le riprese nessuna cinepresa. Nessuna televisione potrà trasmetterci il ricordo visivo degli ultimi istanti delle loro vite sacrificate sull’altare dell’imperialismo americano, falciate in nome del potere americano…