L'AFFARE MORO

Francesco Varone (Stralcio da: Intervista su Vincenzo Vinciguerra, pubb.sopra sub Stragi e strategie autoritarie)

Domanda. Sei sempre convinto della 'pista malavitosa' nell'affare Moro?

Risposta. Sì, c'è un elemento nuovo (registrazione incomprensibile ndr) nelle dichiarazioni di Vinciguerra. Quando era detenuto nel carcere di Volterra, tale Varone detto "Rocco il calabrese" gli raccontò che andò da lui Cazora a chiedere l'aiuto della malavita per trovare la prigione di Moro, e lui gli diede una serie di riferimenti. Venne messo in contatto prima con Leone, allora presidente della Repubblica che lui conosceva perché era stato suo avvocato difensore in un processo per mafia; poi con Cazora che lo portò fuori dal carcere per incontrarsi con un suo fratello- un mafioso di rango superiore- per avere l'autorizzazione ad agire e a girare le carceri. Infine vanno a Pomezia a casa di Coppola.

Domanda. Frank Coppola "tre dita"?

Risposta. Sì. Dopo che lui aveva cominciato a lavorare per la criminalità romana -la banda della Magliana- la mafia interviene e, a casa di Coppola, gli dicono: se vuoi ti diamo un po' di soldi ma lascia perdere, sappi che Moro deve morire. Lui conferma tutto questo, le cose che sono uscite per altre vie dai pentiti di mafia i quali dicono tutti la stessa cosa, di essersi interessati e di avere avuto uno stop..

Domanda. Insomma, Moro doveva morire.

Risposta. Certo. Doveva morire.

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