STRAGI E STRATEGIE AUTORITARIE

 

Luigi Cipriani, Intervista su Vincenzo Vinciguerra al giornalista Paolo Cucchiarelli (Ansa) 1 settembre 1992.

" Su tutta la vicenda delle stragi, Rosa dei venti eccetera, Vinciguerra dà l'interpretazione che ha sempre dato la sinistra rivoluzionaria, ora la conferma ci viene dall'interno dell'altro fronte"

 

Domanda. Parlami di Vinciguerra. Perché attacca Casson?

Risposta. Vinciguerra dice di essersi autodenunciato perché voleva che si arrivasse a chi tirava i fili. La critica forte che fa a Casson è di non avere scoperto niente di utile in questo senso, perché troppo rispettoso degli apparati, del ministero degli interni e dei servizi: fermandosi al livello basso dei carabinieri, non è arrivato a niente.

Vinciguerra analizza l'apparato struttura per struttura. I carabinieri: possibile -lui si chiede- che il generale Ferrara, capo di stato maggiore dei carabinieri sia rimasto fuori, mentre nell'inchiesta viene scaricato tutto sul generale Mingarelli della Pastrengo? Secondo Vinciguerra i carabinieri, nella strage di Peteano, hanno svolto due operazioni: una di copertura, una di depistaggio. Di copertura, perché in quegli anni la politica del governo era usare i neri per colpire i rossi. Di depistaggio: quando hanno saputo, qualche giorno dopo, che l'attentatore era lui hanno usato il Nasco di Aurisina tentando di accreditare un collegamento che non c'era: perché col Nasco di Aurisina han fatto saltare Gladio.

Domanda. Questo perché?

Risposta. Perché era una concorrenza e loro non vogliono concorrenti sul loro terreno, che è quello di principale puntello del regime. L'Arma è la vera struttura portante del regime che ha sorretto in tutti questi anni le operazioni di depistaggio, le coperture: l'esistenza di Gladio era un elemento che sfuggiva al loro controllo. Col ritrovamento del Nasco di Aurisina, il collegamento che i carabinieri cercano di fare fra questo e Peteano, Serravalle decide di smantellare la struttura e le armi vengono messe nelle caserme dei carabinieri. Questa è l'interpretazione che lui dà, dicendo che si tratta di un falso.

Ministero degli interni-polizia di stato. E' arrivato un ordine di Vicari: disinteressarsi di Peteano. Sono state fatte sparire le prove, le lettere anonime che descrivevano assai bene l'attentatore.

Servizi segreti-Miceli-Sid: a loro volta hanno lavorato per il depistaggio e per la sparizione delle prove. Vinciguerra dice: io accusai Miceli dando elementi, ma lui non venne mai coinvolto. Tutto il vertice del servizio era coinvolto nel depistaggio.

Guardia di finanza: l'ufficio "I" aveva come informatore un fascista che a sua volta, dopo l'attentato, va a raccontare che gli attentatori erano lui e Cicuttini, nomi e cognomi.

In sostanza lui dice: io ho confessato, mi sono preso l'ergastolo perché volevo che i depistatori fossero puniti e perché in tutte le stragi è stato usato lo stesso meccanismo; e ora, mi trovo con l'ergastolo sul groppone e un giudice che non fa niente per uscire dal livello locale e andare in su. Gli ho dato nomi, elementi, fatti e lui non fa niente..

Domanda. La storia di Rumor?

Risposta. Racconta un episodio che io non avevo presente. Nel 71 vanno da lui due fascisti e gli chiedono di far fuori Rumor che era presidente del Consiglio all'epoca della strage di piazza Fontana e doveva, in quella veste, essere interrogato al processo. Guarda, gli dicono, non ti devi preoccupare perché la scorta non si opporrà. Lui era quasi convinto poi gli è venuto il sospetto che, dopo l'assassinio, la scorta potesse far fuori lui; e non ha accettato.

Ma quel che è davvero interessante è che, su tutta la vicenda delle stragi, Rosa dei venti eccetera, lui dà l'interpretazione che ha sempre dato la sinistra rivoluzionaria, e la conferma ora ci viene dall'interno dell'altro fronte.

(continua sub L'affare Moro col titolo Francesco Varone)

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