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Luigi Cipriani, Depositi Gladio e bomba di Bologna

Relazione alla Commissione stragi e comunicato stampa.1989

"Da quali depositi clandestini derivavano i materiali bellici rinvenuti sul Garda? chi ne aveva autorizzato il deposito? come mai i fascisti ne erano venuti a conoscenza? perché Musumeci e Belmonte conoscevano la composizione della bomba di Bologna? da quali depositi i due agenti del Sismi hanno prelevato gli esplosivi utilizzati per il depistaggio?"

Nei primi mesi del 1986 il Genio militare rinvenne in località Porto san Nicolò di Riva del Garda una grande quantità di ordigni bellici riassumibili dai verbali di consegna della locale stazione dei carabinieri nelle seguenti quantità e tipologie:

  • n.74 bombe a mano tipo Germanico e Breda;
  • n. 450 bombe da mortaio cal. 81;
  • n. 53 proiettili da bombarda cal. 160;
  • n. 287 proiettili di artiglieria di vario calibro;
  • n. 20 tubi esplosivi;
  • n. 2 mine S.35 Germaniche;
  • n. 46 spolette;
  • n. 10 detonatori;
  • n. 10 kg di cartucce varie;
  • n. 9 ogive per granata.

Durante il processo per la strage di Bologna venne avanzata l'ipotesi che questo materiale (dal quale poteva essere estratto l'esplosivo) fosse stato utilizzato dal gruppo fascista di Ordine nuovo facente capo nel Veneto a Fachini. I periti nominati dal tribunale dissero che le zone esplorate non erano le sole del lago di Garda i cui fondali erano stati usati come discariche e come depositi clandestini di materiali esplodenti.

I periti affermarono che attraverso un processo di colaggio anche artigianale dell'esplosivo scaricato dagli ordigni, si sarebbe ottenuta una miscela di T4 e Tnt, simile a quella di impiego militare denominata Compaund B. La bomba esplosa a Bologna il 2 agosto 1980 risultò essere composta da circa 25 kg di gelatinato commerciale i cui costituenti principali erano: nitroglicerina, nitroglicol, nitrato ammonico, solfato di bario, Tnt, T4. I periti aggiunsero che la presenza di T4, normalmente non utilizzato negli esplosivi di tipo commerciale per la sua difficile reperibilità ed elevato costo, portava a concludere che la bomba di Bologna fosse composta da una miscela di esplosivo commerciale e di Compaund B ricavato dallo smunizionamento.

L'ultima perizia fatta eseguire dal tribunale di Bologna nell'aprile del 1990 affermava che la bomba era composta da 18 Kg. di gelatinato per usi civili e da 5 Kg. di Compaund B. Risultò inoltre che l'esplosivo contenuto nella valigia depositata il 13 gennaio 1981 sul treno Taranto-Milano dagli agenti del Sismi Musumeci, iscritto alla P2 e Belmonte, nella loro opera di depistaggio, era identico a quello usato per la strage di Bologna.

Infatti furono rinvenuti 8 barattoli contenenti due tipi di esplosivo, gelatinato commerciale e Compaund B ricavato da ordigni bellici.

A questo punto sorgono alcuni interrogativi:

  1. da quali depositi clandestini derivavano i materiali bellici rinvenuti sul Garda?
  2. chi ne aveva autorizzato il deposito?
  3. come mai i fascisti ne erano venuti a conoscenza?
  4. perché Musumeci e Belmonte conoscevano la composizione della bomba di Bologna?
  5. da quali depositi i due agenti del Sismi hanno prelevato gli esplosivi utilizzati per il depistaggio?

A questi interrogativi dovranno rispondere il presidente del Consiglio e il ministro della difesa ai quali ho rivolto un'interrogazione parlamentare.