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Dagli stenografici della Commissione stragi sul caso Ustica (1989-1991), pubblichiamo stralci delle audizioni Pisano, Porta, Cottone, Torrisi, Del Zoppo, Luzzati, Lippolis, Brancaleoni, Notarnicola, Grassini e Forlani . 

L'ordine non è cronologico, ma per argomento prevalente. Li abbiamo pertanto suddivisi in gruppi. Un primo gruppo (Pisano, Porta, Cottone, Torrisi) riguarda l'esame del tracciamento radar e relativi 'buchi', il famoso codice 56-zombie, la presenza di forze aeronavali nella zona interessata;
il secondo (Del Zoppo, Luzzati) il rinvenimento dei tracciati radar di Poggio Ballone ;
il terzo l'esame del relitto (Lippolis, con annotazioni di Luigi Cipriani rinvenute nel volume degli stenografici);
il quarto (Brancaleoni) il Mig libico ;
il quinto (Notarnicola, Grassini) i depistaggi dei servizi e i casi Affatigato e Semerari; infine, l'audizione del presidente del consiglio Forlani..

- I -

Audizione del generale Pisano, capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, seduta del 12 ottobre 1989. Stralcio.

CIPRIANI: ..Signor Presidente, per un attimo ritorno sulle vicende di Marsala, perché vorrei capire bene ciò che abbiamo nelle mani e ciò che non abbiamo. Sul radar di Ciampino si nota questa famosa traccia che a 700 nodi attraversa il percorso del DC-9 Itavia. Voglio chiedere al generale Pisano qual è la distanza utile di lancio di un missile da parte di un aereo intercettore perché possa colpire il bersaglio. Io parto dal presupposto che sia stato un missile ad abbattere il DC-9 Itavia. Ho qui i dati di massima gittata, ma non credo che corrispondano a verità.

PISANO: Io ho qui i dati dei missili in possesso in inventario dell'Aeronautica militare italiana; con me non ho altri dati...Il primo missile che prendo in considerazione è il Sidewinder, un missile aria-aria a raggi infrarossi, che ha la sigla AIM 9-B...è del tipo a frammentazione, ha un peso complessivo di 12 chilogrammi, di cui 5 di esplosivo, contiene T4, TNT ed altri componenti (tracce dei quali sono state rinvenute nei rottami del DC-9 Itavia, ndr), vola a velocità di Mach 3.7, cioè quasi quattro volte la velocità del suono nelle condizioni ottimali può raggiungere i cinque chilometri, cioè intorno alle 3 miglia (segue la descrizione del missile AIM 7-E, un altro aria-aria a medio raggio non contenente T4 né TNT ndr).

CIPRIANI: C'è stato questo buco di 8 minuti nelle registrazioni radar. Questa mattina lei ci ha detto una cosa nuova, cioè che voi sul nastro della Sinadex che però riportava in parte anche il reale avete trovato tracce di altri aerei a 40 miglia dal luogo dell'incidente del DC-9 Itavia.

PISANO: Dalla registrazione tradotta sulla carta compaiono delle tracce intorno al velivolo, relative al traffico civile, delle quali la più vicina si trovava a 40 miglia.

CIPRIANI: Solo civile?

PISANO: Sì..

CIPRIANI: ..Sappiamo di un volo 'Vip' di Gheddafi o di qualche amico di Gheddafi che era in volo. Voglio capire perché lei abbia consegnato una relazione affermando che Civilavia non le ha fornito certi dati. Quale motivazione Civilavia ha dato per non fornirle questi dati?

PISANO: ...Si è trattato di un'esigenza di compiutezza del mio lavoro avere anche queste tracce, alcune delle quali amiche non "targate", la loro "targa". Questa è l'unico motivo della richiesta inviata a Civilavia...Non c'era nessun velivolo Vip; c'erano due velivoli che andavano verso est e non hanno interessato la rotta nord-sud o sud-nord. Il codice 56 non identifica nessun velivolo Vip, perché noi lo chiamiamo "Kilo".

CIPRIANI: Ieri ci è stato detto che si chiamava "zombie".

PISANO: Il velivolo "kilo" è un velivolo che ha a bordo delle personalità; quello "zombie" è un velivolo che, anche navigando con un piano di volo appartiene ad un paese potenzialmente ostile.

CIPRIANI: Quindi, attualmente Civilavia non le ha fornito questi dati.

PISANO: Cioè non ha corrisposto ad un'esigenza da me sentita. Se poi lei mi chiede, a parte questa esigenza derivata dal fatto che vuoi essere così pignolo da battezzare tutte le tracce, se vi è un collegamento con il velivolo precipitato, io rispondo di no, perché le ho già detto prima che il velivolo più vicino si trovava a 40 miglia di distanza dal luogo dell'incidente.

CIPRIANI: Ieri abbiamo saputo che vi erano due aerei dell'Aeronautica in volo, abilitati per la guerra elettronica, cioè i PD 808, uno in fase di atterraggio, l'altro in volo. Per quale motivo erano in volo quel giorno, che tipo di missione stavano svolgendo?

PISANO: ...Erano PD 808 da trasporto.

CIPRIANI: Appartenevano al 14° Stormo?

PISANO: Sì.

CIPRIANI: Io ho informazioni diverse.

BOATO: Il generale Bartolucci ci ha riferito una cosa diversa.

PISANO: Noi abbiamo due tipi di aerei PD 808, uno da guerra elettronica in dotazione al 14° Stormo a Pratica di Mare, e uno da trasporto. In realtà ce n'era uno adesso vado a memoria, ma ce l'ho scritto nel carteggio che atterrava a Pratica di Mare; però devo verificarlo. Le tracce sono comunque a sud del velivolo e della zona dell'incidente non si trattava di tracce che potevano preoccupare la difesa aerea e non erano nemmeno correlate al velivolo incidentato, non solo per la distanza, ma anche per il tempo trascorso.

CIPRIANI: Ammettendo invece che ci fosse un caccia in quella zona, che percorso avrebbe potuto fare in otto minuti?

PISANO: In otto minuti un caccia della categoria degli F-104 alla velocità di crociera può fare 56 miglia. Un aereo supersonico invece, a velocità mach 2 può coprire distanze enormi.

CIPRIANI: Quindi potrebbe coprire agevolmente queste 70 miglia abbiamo otto minuti e c'era un caccia in prossimità del DC-9 Itavia...

PISANO: ...L'incidente è avvenuto sicuramente tra le 20.59 e le 21. Il nastro ha continuato a registrare sino alle 21.04. Le tracce tra le quali è compresa quella a 40 miglia compaiono in quel nastro. Il buco di otto minuti è invece relativo al tempo intercorso tra le 21.04 e le 21.12 per cambiare il nastro da reale a Synadex.

CIPRIANI: Ricapitoliamo. Dopo otto minuti il nastro della Synadex registra il reale oltre alla finzione e su di esso avete trovato altre tracce...

PISANO: La traccia che ho definito la più vicina si trovava a 40 miglia e risulta dalla registrazione del nastro reale. Le tracce che compaiono invece nel nastro della Synadex si trovano ad altre distanze, ma comunque ben lontane sia in distanza che in tempo.

CIPRIANI: Supponiamo che ci fosse un caccia in zona che abbia colpito l'aereo e sia poi fuggito. Potrebbe essere stato avvistato durante la Synadex?

PISANO: Certo.

CIPRIANI: Allora voglio sapere che percorso potrebbe aver fatto.

PISANO: Nel nastro reale dovremmo avere un avvicinamento e una rotta d'attacco.

CIPRIANI: Cosa che c'è sul nastro di Ciampino e non su quello di Marsala.

PISANO: È fuor di dubbio che su quello di Marsala non ci sia. Mi consenta di precisare che le tracce rilevate sul nastro di Ciampino e poi elaborate all'estero non sono state rilevate dall'operatore che controllava il DC-9 Itavia.. Ed è acclusa agli atti una dichiarazione del controllore di aerovia ed una dichiarazione del comandante della Regione informazioni volo che ha la consolle accanto a quella dell'operatore : entrambi non hanno rilevato alcunché di anomalo...mentre alle 21.04 Ciampino chiama il velivolo per autorizzarlo a scendere..

CIPRIANI: Comunque lei può confermarci che aerei di questo tipo sono abilitati alla guerra elettronica.

PISANO: Nell'inventario della Forza armata, senz'altro.

CIPRIANI: Vorrei ora sapere se lei è informato su che tipo di esercitazione stesse compiendo il Breguet atlantic, e inoltre se questo tipo di aereo è abilitato alla guerra elettronica.

PISANO: Posso dirle che il Breguet atlantic in volo quella sera a sud della Sicilia eseguiva per la Marina una esercitazione "antisom". Alla domanda se velivoli del genere siano equipaggiati per la guerra elettronica non ho risposta...l'impiego è della Marina.

CIPRIANI: Ho letto la dichiarazione del segretario generale della Nato Woerner, il quale in un'intervista dello scorso anno appare seccato da tutta questa storia e dice che l'Italia ufficialmente non ha mai chiesto nulla alla Nato sulla vicenda di Ustica. Proseguiva dicendo che la Nato non c'entrava ma che comunque loro non avevano competenza sulle forze nazionali dei vari paesi non inquadrate tra quelle Nato. Lei avrà letto questa dichiarazione: come mai non esiste un atto ufficiale nei confronti della Nato per avere informazioni su questo fatto?

PISANO: Lei mi costringe a contraddire il segretario generale della Nato in base alla documentazione in mio possesso, la Nato è stata interpellata fin dal 1980..

CIPRIANI: Torniamo alla questione controversa relativa alla presenza di forze navali in quella zona. Il ministro Lagorio ci dice che si sapeva che c'era naviglio francese e degli Stati Uniti quel giorno in quella zona. So che lei potrà rispondere 'chiedetelo alla Marina', ma vorrei ugualmente sapere se avete condotto accertamenti su tali fatti.

PISANO: Lei ha anticipato in parte la mia risposta non ho altre informazioni se non quelle risultanti dall'esame del mio carteggio, in base al quale non c'erano esercitazioni Nato nel raggio di 500 miglia.

CIPRIANI: La Francia non è proprio inquadrata nella Nato.

PISANO: Non è inquadrata militarmente ma partecipa a delle esercitazioni bilaterali Abbiamo team di personale permanente in Francia e in Italia nei centri di controllo.

CIPRIANI: Questo lo so, però rimango sorpreso da una serie di dichiarazioni di personaggi legati in qualche modo alla Nato i quali fanno sempre la distinzione tra ciò che riguarda le forze inquadrate nella Nato e la VI Flotta e le forze nazionali non inquadrate. Come dice l'onorevole Andreotti, a pensare male non si fa bene, ma molte volte ci si azzecca. Poi io non sono cattolico, non ho problemi morali e penso male.

PRESIDENTE: Ci si possono fare problemi morali anche se non si è cattolici.

PISANO: Le forze francesi e la VI Flotta non sono inquadrate in tempo di pace nella Nato, però partecipano ad esercitazioni bilaterali e multilaterali perché sono comunque, specie la VI Flotta, impegnate a divenire in caso di emergenza sottoposte all'alto comando Nato.

BOATO: La domanda riguardava quali notizie si sono avute dalla Francia.

PISANO: Ho già risposto. Sulla base delle indagini a me affidate è risultato che non c'erano esercitazioni Nato. L'eventuale presenza di naviglio francese o altro esulava dal mio compito accertarla.

CIPRIANI: Qualora la Nato avesse imposto a tutte le forze inquadrate il silenzio di fronte all'incidente di Ustica (c'era una situazione particolare in quel periodo: si stavano installando i missili a Comiso), impedendo l'ammissione di un errore e costringendo l'Italia ad imbarcarsi in un'avventura che sta screditando tutti, militari e politici...

DE CINQUE: Qui verifichiamo dei fatti.

CIPRIANI: Questa vicenda è anche politica e quindi posso fare tutti i rilievi che voglio. Sono state compiute delle operazioni imposte da certe scelte. Generale Pisano, a nove anni di distanza non possono bastare le riflessioni sul malfunzionamento dei radar. Qui ci viene messa davanti sempre la stessa versione. Questo fa pensare a un motivo politico. Le chiedo allora: qualora la Nato avesse imposto a tutti un certo tipo di versione, lei avrebbe accettato tale imposizione oppure l'Aeronautica italiana avrebbe reagito in modo diverso?

PISANO: Onorevole Cipriani, la Nato quando impone un'emergenza passa attraverso i canali del Governo, non contatta direttamente i militari. Se un'emergenza comporta l'intervento della Nato, le norme sono ben precise e le indicazioni ben chiare e firmate dai relativi governi. La stessa Nato è organizzata in un comitato militare e in un comitato politico di cui fanno parte gli ambasciatori...Circa l'ipotesi da lei avanzata circa un mio eventuale comportamento, le dirò che la considero così poco ipotizzabile che non posso nemmeno prenderla in considerazione.

CIPRIANI: Le risulta che a San Pancrazio Salentino c'è una pista di atterraggio dell'Aeronautica che molto spesso viene usata dal Sismi?

PRESIDENTE: Chiaramente ci interessa sapere se c'era nel 1980.

PISANO: A San Pancrazio Salentino c'è sempre stata fin dai tempi della guerra una pista di atterraggio che è andata poi in disuso. Non so se sia già stata restituita al Demanio..

CIPRIANI: Che cosa sono, come funzionano, a cosa servono i centri di ascolto?

PISANO: Sono centri gestiti dal SIOS di forza armata in grado di ascoltare comunicazioni radio e di rilevare impulsi radar... Servono per monitorare una situazione che si sta avvicinando di potenziale rischio e per l'incolumità della sicurezza nazionale.

CIPRIANI: Le risulta che siano stati consultati per capire quanto era avvenuto a Ustica?

PISANO: Nel carteggio che ho consultato non c'è traccia di documentazione del genere. Io stesso non ho attivato questo tipo di indagine.

CIPRIANI: Lo avrebbe anche potuto fare.

PISANO: Il mio mandato aveva anche dei limiti...

 

Audizione dell'ammiraglio Porta, capo di S.M. della Difesa, seduta del 22 novembre 1989 . Stralcio.

CIPRIANI: ... Quando il generale Pisano ci dice nella sua relazione che Civilavia non gli aveva fornito i dati, e poi risulta che tali dati li aveva lui; quando il generale Pisano afferma che a Borgo Piave era depositata una copia del nastro, che poi però non viene trovato; quando durante l'esercitazione Synadex per regolamento avreste dovuto registrare manualmente e invece non si trova traccia di questa esercitazione; quando non si è in grado di ricostruire chi era presente in quella sala: tutto questo ci crea problemi! Voi eravate in grado, se lo aveste voluto, di dirci cosa era successo. Potevate fin dall'inizio compiere un'inchiesta seria...lei invece viene qui a difendere in blocco la situazione! Le faccio delle domande. Quando si svolge un'esercitazione, che documentazione resta di essa? ovviamente parlo di documentazione in grado di indicarci l'ora di inizio e quella finale dell'esercitazione, chi ha partecipato alla stessa e che tipo di operazioni sono state compiute.

PORTA (protesta): Signor presidente, so benissimo che devo fornire delle risposte, ma qui oltre alle domande si stanno facendo delle dichiarazioni.

PRESIDENTE: ...La domanda è se, delle esercitazioni fatte di qualsiasi tipo, rimanga una documentazione agli atti.

PORTA: Ogni esercitazione viene seguita da un rapporto ben preciso redatto a tutti i livelli... pertanto alla domanda rivoltami la risposta è sì, senz'altro. Se poi mi si chiede per quanto tempo queste documentazioni vengono conservate ed in che mani, allora mi si consenta di riservarmi una risposta precisa perché la situazione è differenziata a seconda del tipo di esercitazione.

CIPRIANI: Noi abbiamo agli atti un notam emesso il 12 giugno 1980 che dice: si avrà un'esercitazione a fuoco nel periodo dal 25 giugno 1980 alle ore 00.1 sino al giorno 27 giugno alle ore 23.59 nella zona di Capo Teulada sino ad una zona di 50.000 piedi sul livello del mare. È già stato chiesto al generale Tascio di spiegarci il significato di questo notam e il generale non è stato in grado di farlo. Le chiedo se esiste agli atti una documentazione che dica come si è svolta questa esercitazione, che tipi di tiri sono stati effettuati, quali navi o aerei hanno partecipato. La risposta che lo Stato maggiore diede a suo tempo è molto generica, e si limitava a dire che il reparto aveva riferito che le esercitazioni erano terminate prima dell'ora dell'incidente di Ustica. Evidentemente questa è una risposta che a noi non può bastare.

PORTA ...(si addentra in una spiegazione generica sulle finalità del notam ndr): Lei dica quali documenti vuole, e noi provvederemo. Tutta la documentazione è in mano agli Stati Maggiori di Forza Armata. Io la prenderò e vi manderò quel che vi serve .

CIPRIANI: Le ho chiesto semplicemente se esiste una documentazione dell'epoca e lei dovrà farcela avere, dopodiché le sue considerazioni non mi interessano. C'era un'esercitazione in quella zona, che non ci è mai stato spiegato chiaramente cosa fosse. Il ministro Lagorio ha rilasciato un'intervista aL'Avanti! il 4 novembre 1988 e ha dichiarato: "Gli Stati uniti e la Francia avevano allora alcuni loro reparti nel Tirreno"...I francesi, interrogati sull'esercitazione navale, hanno mandato una risposta alla commissione Pratis che io giudico quantomeno limitata, non sufficiente, perché si limitano a dire che non c'erano esercitazioni di navi francesi o aerei francesi nella zona tra Ponza e Ustica. È evidente che a noi interessa sapere cos'era successo in un arco più vasto di territorio. Ho poi trovato sulla rivista dello Stato Maggiore della Marina del 1980 la dichiarazione che c'erano delle unità francesi che partecipavano a un'esercitazione proprio nei giorni 26 e 27, con tiri sotto costa diurni e notturni e le navi francesi poi si sono aggregate nuovamente alle forze nazionali. Ciò dimostra che non abbiamo ancora il quadro esatto della situazione nel mare interessato. Lei è in grado di fornirci un quadro più completo? Io ho qui una ricerca di Paolo Miggiano, uno degli esperti che assiste le famiglie dei caduti, il quale ha ricostruito una realtà ben più vasta di presenza di forze. Lui dice che dal 5 al 17 maggio, ad esempio, la Francia ha partecipato alla grande esercitazione Nato con la portaerei Saratoga, la francese Foc; partecipano all'esercitazione dal 9 al 16 giugno un reparto di Mirages... il 16 e 21 giugno unità francesi partecipano all'esercitazione italiana Tridente nello Jonio meridionale... Il movimento è dunque molto più vasto. Queste navi, non essendo oggetti di piccole dimensioni che si possono facilmente nascondere, erano presenti, e noi abbiamo avuto sempre risposte non chiare.

PORTA: Cercherò di fornirle quanto mi è possibile... Io non conosco i risultati dell'inchiesta Pratis ma temo che, per quanto riguarda le forze straniere, più dei risultati cui essa è pervenuta avvalendosi anche di tutti i canali diplomatici, io non possa fare. Comunque per quanto riguarda la parte nazionale le assicuro che le farò avere tutti i dati...ma se poi qualcuno si dimentica di un traghetto o di un incrociatore?

PRESIDENTE: Ammiraglio, siamo molto comprensivi. Noi abbiamo bisogno di sapere nell'arco di tempo che le è stato indicato in un'area molto vasta, che ha come epicentro Ponza e Ustica, fino ad arrivare alle coste della Sardegna, quali furono i movimenti aeronavali.

L'interrogatorio prosegue sul caso di Marco Affatigato, agente dello Sdece, sul quale vedere anche le audizioni Notarnicola e Grassini pubbl.infra.

CIPRIANI: ... Vi è poi la questione relativa a Marco Affatigato... lei ha detto questa mattina di non sapere chi fosse Affatigato e di averlo appreso in questi giorni.

PORTA: Il nome mi ha ricordato qualcosa, anche perché io leggo i giornali... se però mi chiede con precisione cosa abbia fatto e chi sia non sono in grado di rispondere, mi pare fosse un estremista di destra.

CIPRIANI: Prima lei ha accennato alla vicenda Affatigato per dire che chi aveva fatto questa azione di depistaggio aveva seguito un filone che non era quello prevalente, perché allora parlavano tutti di cedimento strutturale. In sostanza, voleva dire che questo tipo di depistaggio era una cosa in un certo senso fantasiosa. Io ho in proposito un'altra opinione. Secondo me, chi ha organizzato quel depistaggio sapeva quello che era effettivamente accaduto. Sarebbe stato infatti per lui molto comodo seguire la fiumana che allora indicava nel cedimento strutturale la causa dell'incidente, però sapeva che prima o poi sarebbero venute fuori le tracce di esplosivo. Quindi, bisognava trovare qualcosa che potesse giustificare a futura memoria la presenza dell'esplosivo e potesse eliminare l'ipotesi del missile.

PORTA: Ho seguito con interesse il suo ragionamento... naturalmente chi ha organizzato il depistaggio doveva sapere cosa è successo, oppure mettere le mani avanti affinché gli elementi che avrebbero potuto nuocergli non emergessero. La sua idea è interessante, ma credo che chi sapeva quanto era successo non immaginava che si sarebbero trovate tracce di TNT e di T4, soprattutto sapendo che il missile era esploso come sembra non all'interno, ma lontano 5-10 metri. Quando un missile esplode a quella velocità e a quella quota, le schegge non portano con loro tracce di esplosivo.

CIPRIANI: Il generale Pisano ci ha detto che ogni missile lascia la sua impronta.

PRESIDENTE: Salvo avere il posto in cui lasciare l'impronta, perché l'aereo è stato recuperato tranne che nella sua parte colpita.

 

Audizione del generale Cottone, capo di S.M. dell'Aeronautica dal 1983 al 1986, seduta del 24 ottobre 1989. Stralcio.

CIPRIANI: Lei, generale Cottone, ha detto che per un certo periodo è stato integrato nelle forze Nato. Le chiedo: nel caso di un'emergenza Nato, quali sono le procedure che entrano in funzione? I normali sistemi di gerarchia di comando e funzionamento dei centri subiscono una variazione?

COTTONE: Lei sa che ci sono diversi stadi di allarme. Fino all'allarme rinforzato, questo viene dichiarato anche autonomamente da parte dell'organizzazione militare interessata. Gli stadi successivi necessitano una delibera degli organi legislativi istituzionali italiani.

CIPRIANI: Quindi il ministro della difesa viene informato, in un caso del genere?

COTTONE: Verrebbe informato il Parlamento!

CIPRIANI: Lei saprà senz'altro cosa sono i centri di ascolto che sono di dipendenza del Sios. Questi centri potevano fornire informazioni su quel che è successo a Ustica?

COTTONE: No, perché sono passivi e possono non esserci trasmissioni... In genere sono orientati su frequenze non amiche, altrimenti sarebbe inutile.

CIPRIANI: Se c'era un Mig libico in zona?

COTTONE: Avrebbe dovuto trasmettere.

CIPRIANI: Ma io so che questi centri non sono neanche stati ascoltati.

COTTONE: Se avessero avuto elementi li avrebbero indicati... Se non è stata data questa informazione vuol dire che niente di anormale si è verificato. È un'operazione automatica, non c'è volontà dell'uomo.

CIPRIANI: Nella fase del suo comando fu recuperato il relitto. L'Aeronautica non fu interessata, interpellata? i magistrati non vi chiesero cosa era importante recuperare dell'aereo?

COTTONE: No.

CIPRIANI: Vorrei che lei chiarisse bene la questione perché il generale Pisano ci ha detto che ogni missile lascia una firma e, se si fosse recuperata la parte dell'aereo che ha subito l'esplosione, si sarebbe potuto arrivare al tipo di missile che aveva colpito l'aereo.

PRESIDENTE: La domanda tende a dire che il recupero della parte colpita sarebbe stato più interessante del recupero di parti non colpite.

COTTONE: Non siamo stati interessati al recupero.

CIPRIANI: Mi premeva che lei ribadisse questo fatto che mi sembra clamoroso. Più volte i comandanti che l'hanno preceduta hanno confermato che esiste una pista aerea che può essere utilizzata a San Pancrazio Salentino. Mi è stato detto che è in disuso e che non viene più utilizzata, ma a me interessa solo sapere se esiste.

COTTONE: Sì, è così.

CIPRIANI: Lei faccia l'ipotesi che un Mig arrivi dalla Libia a quelle quote che lei prima indicava e che atterri a San Pancrazio. Questo aereo può passare nell'area del buco radar?

COTTONE: A bassissima quota sì. Sotto i 5.000 piedi sì.

CIPRIANI: Come è accaduto in Calabria.

COTTONE: Sì, direi di più, perché San Pancrazio è vicino a Otranto e anche vicino a Otranto poteva passare perché non c'è la copertura totale.

PRESIDENTE: Non c'era.

COTTONE: Non c'è neanche ora.

CIPRIANI: Lei ha detto che non è un esperto, ma le sarà capitato spesso di vedere un tracciato radar, il plottaggio. Ho qui in mano quello riprodotto dal radar di Ciampino, allegato alla relazione Pratis. Vedo un tracciato dalla forma di un serpente. Tra questi pallini che vi sono riportati è possibile individuare il tracciato di una linea retta, ma quei pallini sono disposti come un serpente. Secondo lei sono sempre così i tracciati.

COTTONE: Variano da radar a radar.

CIPRIANI: Ma questo andamento a serpente? ..Ho consultato un esperto il quale dice che gli sembra strano questo andamento a serpentina e gli sembra strano anche che la prima traccia sia registrata a 1336, mentre prima non vi è nulla sul tracciato. Il DC-9 Itavia dunque compare dal nulla sul tracciato.

COTTONE: Tutto dipende da quando l'operatore aveva interesse a chiamarlo perché, come ho detto, può discriminarlo.

CIPRIANI: Era un radar militare adibito ad operazioni civili, quindi doveva seguirlo. Comunque spunta dal nulla l'aereo. Mi si è detto che potrebbe trattarsi della traccia di due aerei.

COTTONE: Non lo so.

TEODORI: ... Lei è stato capo di S.M. dell'Aeronautica per tre anni e ha detto e riaffermato, con l'appoggio dei documenti, che durante questi tre anni non si è occupato della questione Ustica...A pochi mesi di distanza dall'incidente, nel dicembre 1980, lo Stato Maggiore dell'Areonautica dà una versione dei fatti secondo la quale (legge dal documento dell'A.M. ndr):

a... al momento dell'incidente nella zona non era in corso alcuna esercitazione aerea nazionale o Nato e nessun velivolo dell'Areonautica militare si trovava in volo; non operavano nel Mar Tirreno navi o velivoli della VI Flotta Usa;

b. l'analisi del tracciamento radar, effettuata dall'A.M. sulla base della documentazione fornita dai Centri radar di Licola, Siracusa e Marsala non conferma la presenza di tracce sconosciute in prossimità della zona dell'incidente. Tutte le tracce rilevate dal radar erano identificate..

c. è inconsistente ed insinuante l'affermazione secondo cui sarebbero stati occultati dati relativi alle registrazioni su nastro delle tracce radar rilevate dal centro di Marsala;

d. nella zona di Ustica e alla quota di volo del DC-9 Itavia, al momento dell'incidente, il vento aveva un'intensità di circa 100 nodi e proveniva da ovest, perpendicolarmente alla rotta del velivolo..

Questa è una velina, un parere ed una valutazione da parte dell'Areonautica su quanto è successo in ordine ai radar, alla presenza di aviogetti, su quanto è successo in ordine all'ipotesi dell'esplosione e via di seguito. Perché lo dico a lei? Perché lei il 27 agosto 1986, alla richiesta di elementi sull'incidente aereo di Ustica, risponde non facendo altro che riproporre la stessa versione del 1980 e inviando la fotocopia di quanto ho citato precedentemente..

 

Audizione di Torrisi, capo di S.M. della Difesa nel 1980, seduta del 23 novembre 1989. Stralcio.

CIPRIANI: ...Nel dicembre 1980 dichiara il ministro Lagorio a questa Commissione quando l'ipotesi del missile venne confermata dall'esperto americano Macidull e dal presidente dell'Itavia (che si prese anche una denuncia) ricominciammo le indagini dentro le Forze armate ed inviammo un rapporto al presidente del Consiglio Cossiga e all'onorevole Formica. Questo avviene nel dicembre del 1980. Lei non ricorda neanche in questa occasione di essere stati coinvolti dal ministro?

TORRISI: No non è che non ricordo. Non c'è stato...

CIPRIANI: Questo è un fatto che rimane come contraddizione con il Ministro della difesa. Lei potrebbe descriverci quali fossero in quel periodo i rapporti con la Libia?

TORRISI: Le dirò: come quelli che ci sono oggi. Non è cambiato nulla; gli alti e bassi , le intemperanze che ogni tanto si conoscono...

CIPRIANI: Chi le riferì dell'incidente del Mig libico caduto in Calabria e cosa le riferì?

TORRISI: Mi riferì immediatamente, attraverso una telefonata, il mio distaccamento di Carabinieri, all'incirca alle ore 11 del mattino. Ebbi poi la comunicazione ufficiale nel pomeriggio...

CIPRIANI: A lei quale versione diedero?

TORRISI: Vede, non c'era un piano di volo. Personalmente credo più alla versione dell'individuo che si è sentito male.. Emersero due versioni: che si era trattato di un disertore oppure che il pilota si era sentito male. Lei mi ha chiesto il mio parere e io glielo ho dato.

CIPRIANI: Non le ho chiesto il suo parere ma chi l'ha informata e che tipo di informazioni ha avuto... Vi è questo famoso notam del 12 giugno che preannuncia una esercitazione che si terrà nella zona di Capo Teulada dal giorno 25 giugno 1980 alle ore 23.59 del 27 giugno, con tiri a fuoco per una quota di 50.000 piedi sul livello del mare... Lei, che in quel periodo era capo si Stato maggiore della Marina e successivamente della Difesa, non ha memoria del tipo di esercitazione che si svolse, quali movimenti di navi ci furono in quel periodo?

TORRISI: Guardi, quanto al fatto che lei abbia difficoltà a sapere quale era la situazione delle navi, credo che non si ponga il problema, onorevole Cipriani, perché abbiamo una centrale operativa a Santa Rosa che tiene aggiornata tutta la situazione del Mediterraneo e non credo che a questa commissione possa essere negato il plotter di quel giorno di tutte le navi che si trovavano nella zona....

CIPRIANI: Andremo a chiedere a questo centro. C'è una dichiarazione del ministro Lagorio il quale afferma in un'intervista che proprio quel giorno c'era la presenza di unità navali americane e francesi da guerra che a noi non risultano.

TORRISI: Non risultano. Abbiamo una risposta ufficiale anche da parte dei francesi.

CIPRIANI: Considero insufficiente quella risposta. Le chiedo se non si ricorda che allora ci fosse questa presenza perché c'è la dichiarazione di un ministro della difesa.

TORRISI: Riscontrare questo è una cosa di una facilità straordinaria.

CIPRIANI: Il 7 agosto il ministro Formica invia una anticipazione sull'inchiesta Luzzatti dicendo che i commissari stavano lavorando sulle ipotesi di collisione, cedimento strutturale, bomba, missile. Quest'ultimo può essere lanciato anche da una nave, mentre lei ha detto che vi eravate tranquillizzati perché non c'erano altre tracce di aerei nei dintorni. Però un missile poteva essere lanciato anche da una nave..

TORRISI: Ho aggiunto anche che sapevamo che non c'erano navi.

CIPRIANI: Però adesso risulta che dobbiamo avere conferma di questo.

TORRISI: So che sicuramente non c'erano navi italiane; le navi della Vi flotta sicuramente non c'erano e mi sembrava scontato mi meraviglio che non l'abbiano avuto che foste in possesso della situazione navale del Mediterraneo, che è una delle cose più semplici da avere in una centrale operativa che funziona 24 ore al giorno.

CIPRIANI: Il generale Tascio scrive una lettera ai vari comandi e allo S.M. dove si parla dei tracciati radar di Marsala, Licola e Siracusa, e qui il generale Tascio dice che Siracusa era in manutenzione, non ha saputo spiegare questa contraddizione e siamo ancora in attesa di una spiegazione.

TORRISI: Queste cose non arrivano alla Difesa...

-II-

Si deve a Luigi Cipriani l'utilizzazione dei tracciati radar di Poggio Ballone (Grosseto) da parte della Commissione stragi, cui erano pervenuti in mezzo a montagne di altre carte. Premettiamo alle audizioni uno stralcio del suo primo intervento sulla questione.

CIPRIANI: ...Fra le carte che sono giunte e nella documentazione si afferma che a Siracusa nulla è stato trovato... Vi sono i tracciati radar provenienti da Poggio Ballone che non avevamo mai visto e che sono stati spontaneamente consegnati dal comandante del centro radar di Poggio Ballone ai carabinieri nel 1980. I carabinieri inviarono al giudice Guarino (Trapani Birgi) questi tracciati... Dicevo che mentre lei, signor Presidente, nel riassumere ha dichiarato che non c'era altro materiale oltre a quello proveniente dai centri radar di Marsala e Licola, al contrario, tra le ultime carte arrivate, fra quelle che dicono che ai magistrati non risulta nulla a Siracusa o a Martinafranca, ci sono 11 tracciati radar che provengono da Poggio Ballone e che non abbiamo mai visto...I tracciati vengono trasmessi al giudice Guarino, e secondo me sono scomparsi, perché noi non li abbiamo mai ricevuti. Poiché adesso questi tracciati ci sono, e sono assolutamente nuovi, credo che valga la pena si sappia della loro esistenza e che noi non abbiamo mai avuto conoscenza di essi. Secondo me in essi ci sono tracce significative che consiglierebbero la loro analisi..

 

Audizione del maggiore Del Zoppo, direttore tattico Nato-Awacs, all'epoca dei fatti in servizio a Marsala con compiti di controllo e intercettazione; seduta del 21 marzo 1991. Stralcio.

CIPRIANI: Maggiore, nella perizia Blasi i periti manifestano delle perplessità... ci sono diverse tracce che i periti definiscono problematiche.. Dalla riduzione che hanno potuto avere, potevano distinguere se la traccia era reale o simulata?

DEL ZOPPO: ... La cosa è semplicissima perché per ogni traccia riportata sullo stampato, sulla data redaction, c'è un codice, un numero, comunque una simbologia che individua la traccia come simulata o come reale (segue una spiegazione tecnica dettagliata).

CIPRIANI: Quando lei ha esaminato la riduzione dei dati di Marsala quella sera, ed ha presumibilmente individuato dove il DC-9 Itavia era caduto, non ha visto altre tracce intorno a questa?

DEL ZOPPO: Non lo ricordo esattamente per due motivi. Primo, avevo fretta di trovare quella traccia, guardavo solo quella. Sono poi andato a vedere immediatamente se c'erano tracce davvero vicine. In questi casi quello che noi guardiamo è principalmente se vi sia stata una collisione aerea... Non ricordo di averne viste, ricordo però di aver riportato una traccia che era dalle parti di Sorrento... ho pensato che non volesse dire niente ..e di averla messa nella riduzione per completezza. Era vicina però per modo di dire, perché era a 70-80 miglia. Ai fini della mia indagine non significava niente, io guardavo tracce che fossero a 20 miglia.

CIPRIANI: Esaminando i tracciati di Poggio Ballone e quelli di Marsala che erano in cross-tell (connessione tra i sistemi radar, mediante la quale ciò che viene visto da un radar viene trasmesso anche all'altro, ndr), vi sono delle incongruenze perché da Poggio Ballone risultano tracce nelle vicinanze, che sul tracciato radar non si vedono.

DEL ZOPPO: ...Con Poggio Ballone eravamo in cross-tell, ma quando lei mi dice che Poggio Ballone vedeva non significa che anche Marsala dovesse vedere, perché questa traccia, anche se si parla sempre di Ustica, è caduta a 36 miglia da Ponza, quindi molto a nord di Marsala, quasi ai limiti della portata...

CIPRIANI: La stranezza è che ci sono tracce prossime alla Sicilia che noi abbiamo visto sui tracciati di Poggio Ballone e non su quelli di Marsala.

DEL ZOPPO: A che distanza da Marsala?

CIPRIANI: Prossime alla costa della Sicilia, quindi senz'altro nel campo di radar di Marsala.

DEL ZOPPO: Non metto in dubbio che Poggio Ballone possa avere visto qualcosa, ma cerco di dire perché l'ha visto lui.

CIPRIANI: Sto affermando l'inverso. Sui dati di Poggio Ballone, quelli che mostrano le tracce nelle sequenze, e poi sui tabulati che abbiamo avuto, risultano tracce trasmesse da Marsala a Poggio Ballone che non troviamo sui tracciati di Marsala. Poggio Ballone ha ricevuto da voi tracce che non ci sono sui tabulati, che noi abbiamo, di Marsala.

DEL ZOPPO: Ma non è possibile. Se la traccia ha una simbologia, vuol dire che il computer l'ha vista, quella traccia sta sul tabulato ..e sul nastro, altrimenti non può essere trattata dal computer. Vorrei analizzare questo problema avendo i dati alla mano.

CIPRIANI: Voglio solo che lei mi dica che questo è un fatto strano, inverosimile...Un'ultima domanda. Se viene inizializzata una traccia con codice 56, e quindi inserita sul tabulato, ma questo aereo non ha né trasponder né piano di volo, si avvicina al nostro spazio aereo...come si fa questa operazione?

DEL ZOPPO: ... Mi sembra molto evidente che non avendo né un piano di volo né il trasponder, questa traccia sia classificata zombie, cioè codice 56...

 

Audizione di Carlo Luzzati, primo dirigente della Commissione d'inchiesta sui fatti di Ustica; seduta del 18 luglio 1990. Stralcio.

(La commissione Luzzati fu insediata dal ministro dei trasporti Formica il 28 giugno 1980 per far luce sui fatti. Il 16 marzo 1982 consegnò la propria relazione ma rimase in carica fino al 1986, quando si autosciolse per manifesta inutilità. La conclusione principale cui pervenne fu quella che ad abbattere il DC-9 Itavia fu un'esplosione, senza che venisse chiarito se interna od esterna. Forse lo stesso Luzzati era cosciente di quello che accadeva intorno a Ustica, perché in una trasmissione della BBC disse che i responsabili non si sarebbero mai scoperti, NDR).

CIPRIANI: Nella Commissione l'ipotesi missile non fu scartata?

LUZZATI: Assolutamente no.

CIPRIANI: ... Sul nastro del radar di Marsala sono emersi i famosi otto minuti dell'esercitazione. Poi a nostra volta abbiamo scoperto che quello che poteva essere successo prima e dopo la caduta del DC-9 Itavia poteva essere visto su altri radar, perché i radar sono fra loro interconnessi... Era quindi fondamentale per la sua Commissione disporre di questi dati.

LUZZATI: Sì, ma quali? Noi abbiamo chiesto i dati riguardanti i radar che coprivano la zona di Ustica. Il radar di Poggio Ballone, anche stando a quanto emerso recentemente, mi sembra che non copra quella zona.

CIPRIANI: Per questo ho detto che sono interconnessi: infatti Marsala trasmetteva a Poggio Ballone, Marsala trasmetteva a Martinafranca, mentre poi Siracusa e Marsala erano interconnessi. Se era successo qualcosa e a Marsala era in corso l'esercitazione Synadex, si poteva vedere quanto trasmesso da Marsala sugli altri tracciati. Per questo le ho chiesto se nella Commissione, visto che erano presenti membri dell'Areonautica, vi fu spiegato, come non fu spiegato ai magistrati e a noi, come funzionava il sistema radar della difesa aerea. Lei mi risponda sì o no, ma non mi dica che non era necessario.

LUZZATI: Io non ho detto che non era necessario...le posso dire che non ho mai saputo, fino a che non se ne è occupata la Commissione stragi, di tutte queste interconnessioni, cioè che il radar di Marsala "rimbalzasse" Poggio Ballone, eccetera.

CIPRIANI: Le ho chiesto se in Commissione vi fu spiegato il sistema radar.

LUZZATI: Non è facile rispondere a dieci anni di distanza.

Luzzati viene quindi interrogato in merito all'affidamento del recupero del relitto alla società francese Infremer.

CIPRIANI: Per quanto riguarda il problema del recupero, mi pare lei abbia detto che vi interessaste a vostra volta di trovare ditte in grado di farlo. È in grado di dirci quali ditte interpellaste?

LUZZATI: Certamente. Al novembre 1981 noi avevamo sentito la ditta Sub Sea Oil Service Italy, la Marine Geophical Italy, la Steadfast Marine Consulting americana e la Saipem, che però ci disse che non era esperta in questo tipo di lavoro. Successivamente, nel 1982, avemmo contatti anche con il professor Picard che è un'autorità nel settore.

PRESIDENTE: Queste ditte interpellate si dichiararono immediatamente operative... oppure dissero che avrebbero dovuto attrezzarsi?... Infatti, successivamente è risultato che le sole ditte che potevano operare a quella profondità erano la francese Infremer e la ditta americana che era in possesso del sommergibile Alvin... Le ditte che voi interpellaste, a suo giudizio, erano in condizioni di operare a quella profondità?

LUZZATI: Si tratterebbe di guardare le offerte con un po' di attenzione esaminando questo aspetto. Io ricordo che mi sembrarono in grado di farlo. La Steadfast Marine Consulting dimostrò anche l'intenzione di costituire un pool con la Marine Geophysical Italy: non mi sembrarono comunque eccessivamente colpite dalla difficoltà del recupero...

PRESIDENTE: La Tecnospamec di Genova, che realizzò uno studio di fattibilità, ai suoi tempi operava?

LUZZATI: Nell'appunto redatto dal membro della Commissione la Tecnospamec non viene menzionata.

PRESIDENTE: Comunque è colui che indica come sola ditta operativa la Ifremer.

CIPRIANI: Tra quelle ditte quindi non c'era l'Ifremer?

LUZZATI: Ho sentito nominare per la prima volta l'Ifremer dalla stampa. Certamente ha fatto un buon lavoro ed è stata anche sollecita, ma non avevo mai sentito nominare quella ditta.

CIPRIANI: Lei è un esperto di aeronautica. Delle due scatole nere presenti a bordo dell'aeromobile, soltanto una è stata recuperata. Quali informazioni potrebbero essere contenute in quella che non è stata recuperata?

LUZZATI: ...A mio parere il recupero della scatola che è ancora in fondo al mare non ci fornirebbe ulteriori informazioni utili...

-III-

Audizione del colonnello Lippolis, che all'epoca dei fatti prestava servizio presso il III Roc di Martinafranca come responsabile del soccorso aereo. Seduta del 16 gennaio 1990. Annotazioni di Luigi Cipriani e stralci.

Il colonnello Lippolis conferma quanto aveva già dichiarato al col. Barale nel 1989 per conto dell'indagine del generale Pisano, che in base allo stato dei primi relitti recuperati e allo stato dei cadaveri, nonché della propria esperienza ad abbattere il DC-9 Itavia fu un'esplosione. Non solo, ma il Lippolis conferma che informò subito il gen. Mangani comandante del III Roc, e poco tempo dopo ripeté le medesime valutazioni al giudice Guarino in Palermo.

In Commissione il Lippolis ha ripetuto quali considerazioni lo portarono a ipotizzare che fosse esploso un ordigno a bordo del DC-9 Itavia in questi termini:

Quando abbiamo cominciato a recuperare i primi pezzi significativi dell'aeroplano e i cadaveri, è risultato che alcuni sedili erano integri (c'era il numero sullo schienale), mentre altri erano bruciacchiati ed altri ancora attaccati. Nell'ambito del soccorso moltissime volte ho fatto recupero di cadaveri in queste condizioni; non ultimo l'episodio di una motovedetta maltese alla quale è scoppiato a bordo un carico di fuochi artificiali: sono tutti morti e tutti recuperati. Per questo sono purtroppo abituato a trovarmi in queste condizioni.

Quando cominciarono ad affiorare i sedili ci chiedemmo perché fossero in quelle condizioni. Non è compito nostro, ma siccome sono ufficiale della sicurezza del volo, e nell'intento di avere un ragguaglio maggiore, chiamammo la compagnia Itavia e ci facemmo dare lo schema dei sedili. La compagnia fu chiamata per chiedere se fosse stato perso il canotto di coda e se questo potesse significare qualcosa, anche per conoscere i dati relativi al velivolo. La compagnia ci fornì i dati e le posizioni dei sedili del velivolo. Da ciò ci facemmo l'idea di dove fosse avvenuto lo scoppio (l'unica cosa di cui potesse trattarsi) dal numero dei sedili più malridotti che avevano, ripeto, ancora attaccati brandelli di carne, brandelli di pelle.

Si poteva stabilire che il punto in cui era esplosa la bomba fosse presso il secondo sedile dopo la porta d'ingresso, sul lato destro. Alla domanda se si potrebbe prospettare l'ipotesi di un missile, Lippolis risponde di sì aggiungendo: "Certo se il missile penetra all'interno ed esplode, si ha lo stesso effetto della bomba".

CIPRIANI: Lei dice di aver valutato che si trattava di un'esplosione e propendeva per l'ipotesi di una bomba per quello che aveva visto, per le persone sul lato destro: abbiamo trovato dei brandelli sui seggiolini di destra mentre quelli di fianco sinistro non portavano segni particolari. Ora se una bomba esplode, strano che ci sia questa netta differenza di conseguenze tra i seggiolini di destra e quelli di sinistra. Tutto ciò non le fece pensare che l'esplosione potesse essere avvenuta all'esterno dell'aereo sul lato destro?

LIPPOLIS: Non ho mai pensato a un missile perché per me, in quel momento, era completamente lontana l'idea di un'ipotesi di questo genere, mentre era accreditabile l'ipotesi di una bomba, in funzione come le ho detto dei vari tipi di sedile ritrovati e dei pezzi umani ritrovati sui sedili, e perché una bomba in un vano bagagli, che è sottostante, esplode verso l'alto e verso il basso, ma lascia la parte posteriore dell'aeroplano integra.

Come si vede, il Lippolis non può escludere l'ipotesi di un missile come causa dell'esplosione. L'ipotesi della bomba inoltre egli la sentì avanzare da un collega che disse di averla ascoltata ad una radio privata locale: "Una personalità o qualcun altro non doveva arrivare a Palermo e pertanto era stata messa questa bomba. Questo è quanto ricordo. Ricordo che fu riportato dai giornali che un'emittente privata aveva dato questa notizia".

Si tratta del tentativo di depistaggio messo in atto da Mannucci Benincasa, capocentro C.S. di Firenze, come dichiarato dal generale Notarnicola.

La testimonianza del col. Lippolis è importante perché avrebbe consentito, pochi giorni dopo la strage di Ustica, di escludere l'ipotesi del cedimento strutturale che invece rimase prevalente per anni. Lo stesso gen. Mangani, comandante del III Roc, oggi fautore dell'ipotesi bomba, non diede nessun credito all'ipotesi del Lippolis, forse proprio perché se attentamente valutata avrebbe potuto portare a capire che fu un missile ad abbattere il DC-9 Itavia. Era molto più comodo accreditare la tesi del cedimento strutturale, che appare sempre più come un depistaggio di facile gestione, e quanto fosse pretestuoso il sostenerlo lo chiarisce lo stesso responsabile del soccorso aereo di Martinafranca: " La compagnia ci mandò i dati dell'ultima revisione e da essi risultò che questo aereo era stato completamente revisionato e che pertanto la pannellatura fonoassorbente ed isolante era stata rifatta. Questo aereo apparteneva a una compagnia che trasportava pesce fresco dall'Alaska in America".

-IV-

Audizione del generale Brancaleoni, viceispettore dell'Ispettorato logistico dell'Areonautica, all'epoca dei fatti colonnello comandante del 36° stormo e dell'aeroporto di Gioia del Colle; seduta del 21 marzo 1991. Stralcio.

(Oggetto dell'audizione è il ritrovamento del Mig libico precipitato sulla Sila. Il generale, interrogato dal senatore Macis, ha parlato del recupero del relitto ad opera dei libici, sostenendo l'impossibilità di ricostruirne interamente la vicenda in quanto gestita da questi ultimi, NDR)

CIPRIANI: ... noi sappiamo che il 18 luglio era in corso, nella zona che l'aereo libico ha attraversato, una grossa esercitazione Nato, con la presenza di navi ed aerei. Le chiedo: è possibile che un aereo classificato come potenzialmente ostile possa attraversare una esercitazione Nato non soltanto non venendo intercettato, ma neanche registrato?..

BRANCALEONI: ..le posso dire che è possibile, perché mentre normalmente, quando uno va in volo, è tenuto ad avere il sistema di identificazione del tempo di pace acceso, nel corso di esercitazioni ci sono velivoli che fungono da target glielo dico senza avere neanche cognizione dei tracciati non mi meraviglia, anche perché il sistema di allora in quel punto presentava un notevole buco.

CIPRIANI: Però le navi che erano in quella esercitazione non avevano buchi, perché avevano i radar.

BRANCALEONI: Ma la nave non ha compito di identificazione.

CIPRIANI: Le chiedevo solo se a posteriori fosse stato possibile acquisire i tracciati radar delle navi e verificare se questo aereo era passato o meno.

BRANCALEONI: Non glielo so dire.

CIPRIANI: È possibile? Non conosco il sistema di difesa delle navi, comunque so per certo che in caso di operazioni congiunte e di esercitazione, tutto ciò che la nave vede, lo transita al CRC, perché il compito dell'identificazione è proprio del CRC...se l'aereo fosse stato a quota molto bassa, non sarebbe stato visto (dai radar dell'Areonautica, ndr), ma le navi in ogni caso l'avrebbero visto, perché sono sul mare.

BRANCALEONI: ... quando si parla di difesa aerea non vi è la certezza di vedere, ma vi è sempre una probabilità, più o meno alta...anche nelle condizioni migliori (meteo ndr) non si può pretendere il cento per cento, il massimo che si può ottenere è l'80-85 per cento. Indico delle cifre per dare un'idea della possibilità di avvistare. Quindi normalmente, se questo velivolo fosse passato nell'ambito di avvistamento di una nave poteva essere visto, ma poteva anche non essere visto.

CIPRIANI: Rimane il fatto strano che una Commissione di inchiesta che trova un Mig libico potenzialmente ostile in Calabria non si preoccupa di andare a prendere le carte anche delle esercitazioni per cercare di capire dove era passato questo Mig.

BRANCALEONI: La Commissione di inchiesta no, alla Commissione di inchiesta non interessa sapere se è passato tra le maglie della difesa aerea..

CIPRIANI: E il Sios? insomma, la difesa aerea aveva un Mig in casa e non lo vede!

PRESIDENTE: ... La Commissione aveva un aspetto tecnico-formale. Quello che si cerca di capire è se la difesa aerea o lo S.M. dell'Aeronautica o qualcun altro abbia fatto un'inchiesta approfondita sul perché quel giorno un aereo sia penetrato senza essere visto.

CIPRIANI: Un Ministro della difesa che si trova un Mig in casa e non va a vedere da dove arriva mi sembra un po' strano!

PRESIDENTE: Se quel giorno lì ci fu una grossa manovra con partecipazione di velivoli tedeschi e inglesi, di velivoli italiani e di navi, ci sarà stata poi una relazione sulle risultanze dell'esercitazione: non si fa una grande esercitazione senza poi studiarla e quindi ci sarà un rapporto..

BRANCALEONI: Posso presumerlo.

CIPRIANI: Torno su una questione...la rimozione del cadavere. Lei dice che aveva anche la qualifica di ufficiale della polizia giudiziaria.

BRANCALEONI: Non ne avevo la capacità: un cadavere non può mai essere rimosso senza l'autorizzazione della magistratura.

CIPRIANI: Lei non sollevò nessun tipo di problema?

BRANCALEONI: Assolutamente no, perché era competenza della magistratura... nel caso specifico il giudice aveva la piena autorità di dire "fermi tutti perché mi muovo solo io".

CIPRIANI: Lei conferma che l'esercito era lì a presidiare?

BRANCALEONI: Sono praticamente certo che quando sono arrivato l'esercito non c'era...prima sono arrivati i Carabinieri, poi l'esercito, poi siamo intervenuti noi.

CIPRIANI: Lei ha detto che l'aereo era disarmato, vuol dire che non aveva neanche i proiettili per il cannone?

BRANCALEONI: Non so se avesse proiettili per il cannone, io dico disarmato nel senso che non portava armamenti appesi sotto le ali; e d'altra parte, dei cannoni non posso sapere perché i relitti non li abbiamo visti, li hanno recuperati solo dopo parecchio tempo, mi sembra.

PRESIDENTE: Rimane il fatto, generale, che di questo luogo dell'incidente in cui, nelle ore immediatamente seguenti, andarono decine di persone dell'Areonautica, dei carabinieri eccetera, non esiste una o una serie di fotografie. In genere un luogo di incidente lo si fotografa immediatamente.

BRANCALEONI: Sì certo, immediatamente...

-V-

Audizione del generale Notarnicola, ex comandante della I divisione del Sismi, seduta del 21 novembre 1989. Stralcio

CIPRIANI: Lei ha conosciuto nel corso del suo lavoro Marcello Soffiati?

NOTARNICOLA: Questo nome non mi è nuovo, lo devo aver letto nei carteggi, ma non saprei dire a quale area terroristica appartenga.

CIPRIANI: Marcello Soffiati risulta essere stato un informatore del Sismi. Le parlo di lui perché è legato a Marco Affatigato. I generali dell'Aeronautica hanno affermato di non ricordare chi fosse Marco Affatigato, nonostante avessero letto i giornali dell'epoca, il che è sorprendente; che anche al Sismi non si riesca a ricostruire l'attività di questo personaggio è davvero strano...Dopo la strage di Bologna il Sismi invia un'informativa ai magistrati, nella quale scrive che secondo una segnalazione, l'identikit della persona che avrebbe portato la borsa con la bomba corrisponderebbe a Marco Affatigato. In quella nota inoltre si legge che Marco Affatigato era latitante in Francia, che aveva fatto parte del primo gruppo di Ordine Nuovo e che all'epoca faceva parte del Fronte nazionale rivoluzionario di Tuti. Quindi il Sismi sapeva molto di Marco Affatigato.

NOTARNICOLA: Non ho letto quel materiale, le ho chiesto degli indirizzi proprio per ricordare..

CIPRIANI: Evidentemente ho più notizie di lei su quel personaggio. Vuol dire che mi farò assumere dal Sismi. Marco Affatigato, latitante in Francia, ha in sostanza chiesto di poter rimanere in Francia senza essere estradato.

NOTARNICOLA: È successo lo stesso anche nel caso di Cicuttini. Nonostante lo abbia fatto individuare da un mio sottufficiale in Spagna quando ero caporeparto, non è stato estradato.

CIPRIANI: Marco Affatigato è un agente dello SDECE e lavora per la CIA di Parigi. Marcello Soffiati, che è l'anello di congiunzione tra Affatigato e il Sismi, era iscritto anche negli elenchi della Massoneria. Marco Affatigato dava a Marcello Soffiati anche degli assegni che probabilmente servivano a finanziare la latitanza di Graziani e di altri appartenenti a Ordine Nuovo. E nessuno riesce a ricostruire la vita e le opere di Marco Affatigato, che è così importante in questa vicenda.

PRESIDENTE: Comunque vada questo interrogatorio, mi ripropongo di formalizzare una richiesta al Sismi di tutta la documentazione concernente gli attentati e Marco Affatigato...

CIPRIANI: Passiamo alle informative "terrore sui treni". Risulta da dichiarazioni di Santovito e di Pazienza alla magistratura che, di ritorno da un viaggio in Francia nel corso del quale si incontrarono con Démaranche, le consegnarono nella saletta Vip dell'aeroporto un documento che costituiva un po' la summa dei vari rapporti concernenti il terrore sui treni (risultati poi essere anche dei depistaggi).

NOTARNICOLA: Probabilmente qualcuno sapeva già prima che il generale Santovito mi avrebbe consegnato qualcosa. Addirittura ma questa è una mia ipotesi ho ritenuto che quel documento fosse già pronto e che lo avesse il colonnello Musumeci che poi me lo aveva fatto dare all'aeroporto dal generale Santovito esclusivamente perché io ero ormai ben attento ai documenti che mi venivano da quell'ufficio, perché risultavano tutti infondati o falsi... Il generale Santovito tornò con un aereo del Servizio dalla Francia insieme alla moglie, al Pazienza e a Michael Leaden. Il Pazienza aveva sotto il braccio delle riviste, delle dimensioni di Panorama ed Epoca, collegabili alla vicenda dei giornali trovati nella valigia della bomba. Nel documento datomi da Santovito trovai cose gravissime: non tanto le notizie sul gruppo eversivo che voleva mettere le bombe, quanto un'affermazione molto particolare secondo la quale questi attentati sarebbero cresciuti di intensità se il governo non avesse ceduto a una sorta di ricatto. Preparai subito delle informative per gli organi di polizia che devono prevenire..

PRESIDENTE: Questo è un episodio che riguarda un'altra inchiesta della Commissione.

CIPRIANI: Secondo me, non è estraneo alla vicenda di Ustica. Questo fatto era noto, mi interessa che sia agli atti. Generale, ha mai sentito parlare prima di questo viaggio in Francia, ha mai sentito parlare prima dell'informativa "terrore sui treni"? L'informativa esce quel giorno?

NOTARNICOLA: Sì, quel giorno, non un momento prima. Io l'appresi tra le 14.30 e le 15, quando atterrò l'aereo; e la sera stessa prospettai i miei interrogativi.

CIPRIANI: Lei non ha mai saputo che in quel periodo vi fosse una rottura, un attrito nei rapporti fra Santovito e Démaranche? Risulta che questo viaggio sia servito a riallacciare i rapporti?

NOTARNICOLA: A me non risulta, anzi debbo supporre che ci fosse un rapporto forse al di fuori dei canali funzionali con quel servizio... C'erano contatti, non mi risulta che ci fossero rotture. Ma dico anche che non avevo rapporti tali con quel servizio per rilevare una cosa del genere.

CIPRIANI: Le chiedo se lei conosceva Aldo Semerari.

NOTARNICOLA: So bene chi era Semerari, anche se personalmente non l'ho conosciuto. Quando Semerari fu ammazzato ritenevo che non avesse nulla a che fare col Sismi, mentre poi ho dovuto constatare che aveva dei rapporti..

CIPRIANI: Risulta accertato che il Semerari fosse in contatto con il Sismi, in particolare con l'agente Renato Era, il quale in un primo momento nega, poi afferma di collaborare col Sismi fin dal 1946 e di fare riferimento al Cogliandro. Quindi la catena era: Semerari, Era, Cogliandro. Il colonnello Cogliandro dice ai magistrati di Bologna: noi a Villa Mafalda utilizzavamo la presenza di Semerari ed altri perché ci serviva per assumere informazioni dai libici che venivano ricoverati in quella clinica, mandati da quel governo. Lei ha conosciuto il colonnello Cogliandro?

NOTARNICOLA: Certo, era quello che doveva dipendere da me ma che in effetti manteneva un contatto anomalo, documentato da un mio documento agli atti del Sismi, nel quale rappresento al direttore che se lui ha bisogno del raggruppamento mi lasci quella parte per le esigenze funzionali; ma che così non poteva andare..

CIPRIANI: Allora succedono fatti strani in questa Villa Mafalda che, non so se lei possa dirlo, è una Villa dei servizi. Villa Mafalda è una clinica nella quale venivano mandati dal governo libico libici bisognosi di cure, che venivano gestiti da Semerari e altri, che davano informazioni.

NOTARNICOLA: Che i libici avessero dei punti d'appoggio, lo so, mi è noto e l'ho visto passare per documenti anche di altre divisioni..

PRESIDENTE: Vorrei ricondurre il dibattito alla vicenda di Ustica e capire cosa c'entra tutto questo...

CIPRIANI: Adesso arriviamo anche ad Ustica... Generale lei è in grado di confermare il fatto che Cogliandro aveva informazioni da libici ricoverati a Villa Mafalda?

NOTARNICOLA: Certamente, non lo escludo affatto... Non ricordo adesso Villa Mafalda, ma ritengo possibile questo.

CIPRIANI: È perlomeno strano che il governo libico mandi dei libici a farsi ricoverare a Villa Mafalda.

NOTARNICOLA: Almeno questo mi veniva riferito ed era frequente. Adesso, se lo scopo fosse quello effettivo dei ricoveri o altro, questo non lo so.

CIPRIANI: Vorrei solo che lei mi confermasse questo fatto di Cogliandro... di Semerari. È molto significativo il fatto che dica :"mi telefonò Era ed io avvertii Santovito". Non lo dice una volta ma tre volte. Qui siamo nell'aprile del 1982, dopo la morte di Semerari e Santovito era andato via dal Sismi.

NOTARNICOLA: ...Oggi sono convinto che il generale Santovito, in quanto uomo di un certo gruppo, aveva rapporti con uomini di un certo gruppo che non erano necessariamente tutti nelle liste e sono i più pericolosi, sono quelli che forse neanche io, a mio tempo, ho individuato.

TEODORI: Sia più esplicito.

NOTARNICOLA: ..Siccome l'onorevole Cipriani mi domanda se il generale Santovito comandava, io dico no; però se mi si chiede se aveva influenza, allora rispondo di sì. Certamente c'erano persone, fiancheggiatrici del gruppo P2, che erano nel servizio, non individuate perché non presenti nelle liste, che al generale Santovito riferivano spessissimo, oppure erano portatrici di sue istanze, cioè i circuiti occulti.

CIPRIANI: Un'ultima questione. Ho trovato, nelle carte del Sismi, con data 17 giugno 1987, a firma dell'ammiraglio Martini un documento in risposta ad un'intervista apparsa su un settimanale di un certo Bakush, un leader dell'opposizione libica, il quale accusa il Sismi di essere stato informato e di non avere fatto nulla perché è stato Gheddafi a abbattere il DC-9 Itavia... "Sembra risponde il Sismi che si stiano creando le premesse affinché le indagini si concludano con l'accertamento della responsabilità libica e lo scagionamento definitivo dei francesi". Ora, "scagionamento definitivo dei francesi" vuol dire che qualcuno forse pensava che avessero cagionato qualcosa. Ma vado avanti. "Il recupero del DC-9 Itavia è stato affidato alla società francese Infremer, nonostante i suoi legami con i servizi segreti francesi; la perizia tecnica della scatola nera verrà effettuata dagli americani, dei quali sono noti gli orientamenti antilibici". Questo è un documento firmato dall'ammiraglio Martini. Lei non c'era più, ma le chiedo: il fatto che esca un documento di questo genere significa forse che si era verificato qualcosa in precedenza, per cui si pensava a responsabilità francesi?

NOTARNICOLA: ...Ho visto sempre che il Servizio, a certi livelli, ha mantenuto forse anche per valutazioni di ordine politico pienamente legittime rapporti diretti con i servizi libici. Io non li avevo perché per me i servizi libici, non essendo né amici né alleati, erano servizi da guardare, soprattutto per il terrorismo... La mia mente ora viene attratta dall'articolo di Panorama del mese scorso (che, riferendosi anche alle dichiarazioni di Notarnicola affacciava l'ipotesi che qualcuno all'interno dei servizi italiani avesse avvertito i libici, ndr)..Non ho elementi da fornire su questo...

 

Audizione di Grassini, ex direttore del Sisde, seduta del 21 novembre 1989. Stralcio.

CIPRIANI: ...Il professor Semerari fu incriminato dai giudici di Bologna sulla base di un'informazione del Sisde e della Digos. Lei può ricordare quali furono gli elementi di questa informativa che poi indussero i magistrati di Bologna ad arrestare il professor Semerari?

GRASSINI: Ricordo che nel marzo 1980 la IV divisione del mio servizio condusse un'operazione informativa con i centri operativi Sisde di Roma sul terrorismo nero; e mi ricordo che appunto fu inviato un grosso rapporto all'Ucigos. Furono effettuati molti arresti, e può darsi che ci fosse anche tra questi il professor Semerari, ma non ricordo.

CIPRIANI: C'era un detenuto in carcere che ad un certo punto chiamò il Sisde perché voleva confessare.

GRASSINI: Sì, prese contatto con il questore Russomanno.

CIPRIANI: E disse che gli autori della strage di Bologna erano Calore ed altri.

GRASSINI: Esatto.

CIPRIANI: Successivamente, a Calore fu trovata addosso la matrice di un assegno firmato dal professor Semerari che doveva finanziare un convegno della destra ritenuto fondamentale per la rifondazione di Ordine nuovo. Sulla base di questo, Semerari fu incriminato. Questa è un'informativa del Sisde?

GRASSINI: No, non ricordo assolutamente questo fatto...Con il consenso del ministro, mandai un elemento in carcere, il quale prese contatto con Calore...Informammo immediatamente l'autorità giudiziaria di Bologna e... non effettuammo altre azioni.

CIPRIANI: Lei conosceva il professor Semerari?

GRASSINI: No, mai conosciuto.

CIPRIANI: Le chiedo questo perché c'è una deposizione del fratello di Semerari il quale dice che questi ricevette il giubbotto antiproiettile attraverso il professor Ferracuti della Cia che lei inviava al professor Semerari.

GRASSINI: ...Non è assolutamente vero... Il giubbotto, per quello che ho saputo io, è stato regalato dal professor Ferracuti al professor Semerari..

CIPRIANI: Secondo lei, perché Ferracuti ha raccontato una storia simile?

GRASSINI: Non mi risulta che il professor Ferracuti abbia detto che il giubbotto glielo avevo fornito io..

CIPRIANI: Sono il fratello e la moglie di Semerari che riferiscono che il professor Ferracuti fece una simile affermazione.

GRASSINI: A loro lo disse, ma non al giudice.

CIPRIANI: Lei quindi non mandò neanche a dire al professor Semerari di stare molto attento.

GRASSINI: Io il professor Semerari non l'ho mai visto né conosciuto e quindi non potevo mandargli a dire nulla. Anzi per essere più precisi nessun componente del mio servizio ebbe contatti con il professor Semerari.

CIPRIANI: Però il professor Ferracuti era un suo collaboratore...Risulta che egli frequentasse abitualmente il Semerari.

GRASSINI: Sì, mi pare che fossero colleghi..

CIPRIANI: Io ho qui di fronte il rapporto che ogni semestre il presidente del Consiglio presenta in merito alla situazione dei servizi... Quello che mi ha sorpreso è che all'interno di tale rapporto in generale e al capitolo Sisde in particolare, non si parli assolutamente della vicenda di Ustica. Vi è una rimozione totale di tale episodio.

GRASSINI...Attivammo i centri operativi periferici per la raccolta di qualsiasi informazione potesse essere utile. Tali centri si misero in movimento, però le fonti informative non raccolsero alcuna informazione utile. Ecco perché nella relazione semestrale non vi è alcuna notizia al riguardo..

-VI-

Audizione del presidente del consiglio Forlani, seduta del 23 ottobre 1991. Stralcio.

CIPRIANI: ...Vorrei innanzitutto un suo giudizio sul comportamento tenuto dall'Aeronautica nei suoi confronti, visto che ingannandola l'Aeronautica sapeva fin dal giorno del recupero del relitto e dei corpi che non si era trattato di un cedimento strutturale. Il capitano Lippolis, che comandò le operazioni di recupero, affermò che a causare la caduta dell'aereo era stata un'esplosione... Questo lo riferì ai suoi superiori. Il fatto che l'Aeronautica abbia insistito nel patrocinare la tesi del cedimento strutturale, salvo poi ravvedersi e passare all'ipotesi della bomba quando la prima ipotesi non era più sostenibile, può essere da lei valutato con il senno di poi. Che valutazione dà di questo?

FORLANI: ... Onestamente non posso dire di essere stato ingannato... nessuna delle varie ipotesi era esclusa in modo drastico. Un giudizio più preciso di esclusione riguardava l'ipotesi di collisione con un altro aereo e quella del missile, ma sempre in collegamento con l'asserita assenza di esercitazioni in corso o di altri aerei dotati di missili aria-aria nella zona. È comunque importante rintracciare, presso la presidenza del Consiglio, gli appunti certamente forniti dal ministero della Difesa o dallo Stato maggiore dell'Aeronautica..

CIPRIANI: Abbiamo più volte tentato di avere le carte... mi permetterò di chiederle ancora.

Chiedevo una sua valutazione con il senno di poi. Lei oggi sa che un ufficiale dell'Aeronautica... ha affermato che vi è stata un'esplosione. Di ciò l'Aeronautica non ha detto nulla ed oggi lei è in grado di esprimere un giudizio.

FORLANI: Credo che al giudizio oggi dobbiate arrivare voi e la magistratura.

CIPRIANI: A lei è sempre stato detto che non vi erano esercitazioni in zona nell'ora del disastro. Il ministro Lagorio, che ogni tanto ha dei ritorni di memoria, nel novembre 1988 dichiarò che gli Stati uniti e la Francia avevano alcuni loro reparti nel Tirreno. Noi abbiamo poi trovato altro materiale. La rivista dello S.M. dell'Aeronautica dà notizia che nei giorni 26 e 27 giugno 1980 vi fu un'esercitazione con tiri diurni e notturni presso Capo Teulada. Inoltre abbiamo trovato un notam che il generale Tascio non è stato in grado di decifrare. Abbiamo comandanti di servizio nell'Aeronautica che non sono in grado di decifrare un notam! Nei giorni 26 e 27 giugno, fino alle ore 24, vi sarebbe stata un'esercitazione a fuoco fino a una quota di 50.000 piedi nella zona di Capo Teulada che non è lontana dal punto dove è stato colpito l'aereo. Pertanto anche la notizia secondo cui non vi erano esercitazioni in corso era falsa. Anche in questo caso lei è stato ingannato.

FORLANI. Condivido l'auspicio generale e l'impegno della Commissione ad arrivare a far luce, a diradare le contraddizioni emerse e a raggiungere possibilmente la verità su questa vicenda.