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Una lotta operaia per la pace

Intervento alla Camera dei deputati del 22 ottobre 1987

Signor presidente, signor ministro, oramai da due settimane militanti di Democrazia proletaria e lavoratori della Breda elettromeccanica di Milano bloccano la spedizione di otto generatori di vapore destinati all'Iran. E' una lotta durissima, e l'impegno è per noi gravoso, anche perché siamo sul marciapiede giorno e notte. Comunque, alcuni risultati importanti sono stati conseguiti. Abbiamo innanzitutto smascherato un Governo che stava coprendo uno sporco traffico, un Irangate all'italiana. Se fossimo in un Paese democratico, il Governo sarebbe senz'altro caduto su una vicenda di questo genere.

Durante il dibattito sull'invio della flotta nel Golfo persico, il Governo ci aveva assicurato che non era prevista alcuna spedizione di materiale strategico. I compagni Ronchi e Mattioli hanno spiegato molto bene la connessione tra nucleare civile e nucleare militare: vi è un aspetto di pericolosità a monte di questi fatti.

Innanzitutto vorrei smascherare la prima menzogna del Governo e dell'Ansaldo. Ci è stato detto che i pezzi dei generatori di vapore sono di proprietà della tedesca Kwu, capocommessa della produzione, per cui la loro destinazione non sarebbe l'Iran. Non è vero: la stessa Kwu ha dichiarato che i 'pezzi' sono di proprietà iraniana e ha dato ordine all'Ansaldo di trasportarli in Iran. I 'pezzi' dovrebbero quindi giungere in quel paese, nonostante la guerra ed il costante pericolo di un attacco aereo iracheno. E' infatti evidente che l'Iraq non accetterà mai che alcune componenti di una centrale nucleare giungano in Iran.

Quindi ci sono state dette menzogne su menzogne. Consideriamo pertanto un grosso successo la lotta durissima condotta dai nostri compagni e dagli operai dell'Ansaldo. Di fatto si è determinata una fase nuova, che ha visto la classe operaia non essere più legata al carro del progetto militare e civile per la salvaguardia di alcuni posti di lavoro. Finalmente gli operai si mobilitano direttamente, bloccano questo traffico e chiedono la riconversione della fabbrica, che non dovrà più produrre energia nucleare, bensì energia rinnovabile. La lotta per una riconversione delle fabbriche si salda con quella per la difesa dell'occupazione e soprattutto con quella per il disarmo totale. Quando gli operai si rifiuteranno una volta per tutte di costruire strumenti di morte, il vostro mercato delle armi andrà a picco, insieme alle vostre teorie e alle vostre culture di difesa della patria, di libertà dei traffici. Tutte menzogne! Stavate coprendo l'invio di materiale nucleare in Iran!

I compagni Ronchi e Mattioli hanno già spiegato molto bene la connessione esistente tra nucleare civile e nucleare militare; quindi non mi dilungherò su di essa. Quello che però dobbiamo affermare è che dietro la valanga di menzogne che sono state raccontate stanno avvenendo fatti gravissimi. E' vero che la Kwu ha dichiarato che il governo tedesco da dieci anni ha decretato l'embargo sulla consegna all'Iran di questi pezzi di centrali e sulla costruzione di centrali in quel paese; tuttavia siamo venuti a conoscenza -e denunceremo qui nomi e cognomi delle persone coinvolte- del fatto che si sta aggirando tale embargo con un nuovo modello di 'triangolazione'. Voi sapevate benissimo tutto questo, perché da più di un anno alla Breda termomeccanica e all'Ansaldo esiste un ufficio iraniano. Ancora una volta dobbiamo tale scoperta all'intelligenza degli operai che si sono chiesti come mai, in un ufficio, vi erano due impiegati che, a una certa ora della mattina, mettevano un tappetino in terra e cominciavano a pregare rivolti alla Mecca. Hanno così scoperto che all'Ansaldo vi è un ufficio iraniano. E' più di un anno che è lì: quindi voi sapevate benissimo ciò che bolliva in pentola, ciò che si stava preparando nei confronti di queste due centrali iraniane.

Noi abbiamo scoperto che, attraverso un gruppo di società argentine e spagnole (società ombra, evidentemente, dietro le quali vi è capitale occidentale), che già hanno costruito nel mondo centrali nucleari (in Argentina, Brasile, Sudafrica ed Iraq), si sta aggirando tale embargo. Le società sono le seguenti: Empresarios agrupados, spagnola; Nuclear, argentina; Ergatom, argentina; Tecimet, argentina, e la capofila Enace il cui capitale, per il 25%, è controllato dalla Kwu tedesca. Queste stanno riprendendo la costruzione della centrale nucleare di Bushehr, in Iran, che già era in fase avanzata di costruzione. Ci risulta che già le componenti nucleari si trovino là perché, avendo gli iracheni bombardato tale centrale, l'Aiea si è preoccupata di controllare che non vi fosse fuoruscita di materiale fissile. Siamo quindi di fronte ad una centrale nucleare in fase di avanzata costruzione, con la parte nucleare e l'uranio arricchito già sul posto.

La capofila Enace, che fa capo a sua volta alla Kwu tedesca, i primi di ottobre ha inviato in Iran un proprio dirigente, l'ingegnere Gonzales. Costui si è incontrato con esponenti del governo iraniano ed ha fatto un'offerta di questo genere: il gruppo di società argentine si impegna a completare la costruzione e a mettere in funzione la prima centrale, quella di Bushehr, entro quattro anni; si impegna, altresì, a curare la formazione professionale dei tecnici iraniani che dovranno provvedere a farla funzionare; si impegna infine a fornire l'uranio arricchito, rinnovando la fornitura di combustibile ogniqualvolta sarà esaurito. Il tutto per il prezzo di 5,5 miliardi di dollari. Tutto ciò potete trovarlo scritto in una pubblicazione della Nuclear engineering international. Sono fatti pubblici, conosciuti, pubblicati anche da Le Monde del 15 ottobre scorso.

Ancora una volta avete mentito, ancora una volta mentite quando venite qui a dire che la Germania si è impegnata a non proseguire la costruzione della centrale e a non inviare pezzi in Iran. I pezzi sono già in Iran; i generatori italiani dovranno andare in quel paese, dovranno attraversare la zona del Golfo; queste società -ripeto- si impegnano, entro quattro anni, a completare e a rendere funzionante la prima centrale, quella di Bushehr. Siamo quindi di fronte a fatti gravissimi; siete stati ancora una volta smascherati. Ripeto, in un paese democratico, di fronte a questi fatti, cadono i governi. Ci troviamo davanti ad un fatto gravissimo, anche se l'iniziativa di lotta che stiamo portando avanti e la solidarietà che abbiamo trovato sono di carattere generale.

Si sta discutendo di embargo sull'invio di carri armati, mine e mitragliatrici; mentre noi stiamo fornendo, insieme alla Germania, il materiale nucleare per produrre la bomba. E' stato già spiegato che non è necessario disporre di supertecnologie: in questa situazione di 'triangolazione' internazionale è possibile che l'Iran risolva in qualunque modo il problema di utilizzare il plutonio prodotto all'interno delle proprie centrali nucleari cosiddette civili. Non possiamo assolutamente accontentarci del fatto che la Kwu, il governo tedesco e quello italiano ci vengano a dire che la Germania si impegna a non inviare i pezzi. Abbiamo dimostrato, infatti, che il problema è stato aggirato, che vi è una 'triangolazione' in corso, che vi sono già i contratti e che è stato definito il prezzo per mettere in funzione la centrale.

Siamo di fronte, ripeto, a un fatto gravissimo. A questo punto il Governo deve dirci che i generatori di vapore -che non sono, è vero, parte direttamente nucleare; ma sono comunque indispensabili per il funzionamento della centrale- non verranno più inviati in Iran, che il carico viene sospeso e rimane dove si trova attualmente. Questo deve essere l'impegno molto chiaro del Governo: altrimenti ci troveremo di fronte alla complicità del Governo italiano nel consentire all'Iran di dotarsi della bomba atomica. Questi sono i fatti!

La nostra iniziativa di lotta ha trovato lungo il suo percorso molte solidarietà; alcune che ci aspettavamo non sono venute. Questa mattina abbiamo appreso che il comune di Cremona, dimostrandosi molto più intelligente e vigile del Parlamento e del Governo, ha approvato all'unanimità un documento con cui impedisce il passaggio sul proprio territorio dei generatori di vapore che si trovano in questo momento all'Ansaldo. Ciò significa che per ora, di fatto, i generatori sono bloccati; sta adesso al Governo dimostrare la sensibilità e l'intelligenza di impedire l'invio dei genetarori all'Iran (applausi dai deputati dei gruppi di democrazia proletaria e verde).