Raccontata dalla moglie Michela e altri
compagni
Quel "brutto carattere", nel senso che ha appena
spiegato Umberto è costato a Luigi, specie negli ultimi anni,
l'isolamento anche nella sua area politica. Non che i compagni
avessero smesso tutti di volergli bene, anzi. Credo si fosse
creato intorno a lui una sorta di cordone sanitario, di difesa,
per una legge direi fisiologica, propria di ogni apparato. Non
credeva più al partito, poneva continuamente problemi, voleva si
discutesse di cose che non fruttano nè pubblicità sui giornali
nè risultati elettorali..
Nell'88 conobbe a una festa di D.P. un gruppo di compagni che facevano
riferimento all'Istituto di studi e ricerche Leonida Casali (poi Fondazione
Leonida Casali), fra i quali Giuseppe Morara, una affascinante figura di
intellettuale- operaio uscito dal Pci in seguito a dissensi con la federazione e
che, per un singolare destino, è scomparso qualche mese dopo Luigi.
Così ricordano Cip i compagni della fondazione Casali:
Abbiamo conosciuto Luigi Cipriani ad una festa di Democrazia proletaria a Ravenna nel 1988. Da quel momento abbiamo avuto con lui un rapporto costante, di discussione soprattutto sulla interpretazione dei gravi fatti di strage cui Cipriani dedicava la sua attività parlamentare e il Casali il suo notevole archivio e le ricerche dei suoi collaboratori. Quello che ci ha colpiti di lui era il carattere aperto, battagliero, mai presuntuoso, il suo impegno che si appaiavano con il quasi identico ritratto di Giuseppe Morara.
Fra i due compagni si era creato un rapporto fraterno, che si è esteso agli altri soci del Casali, tanto che per noi Luigi era uno dei nostri. Scambiavamo con lui continuamente materiali, suggerimenti, interrogativi ed il Casali conserva tanta parte dei suoi interventi, interrogazioni, appunti. Abbiamo seguito insieme le vicende terribili che hanno insanguinato il nostro paese: dalla vicenda Moro alla strage di Ustica, così legata a quella di Bologna, dal caso Cirillo alla banda della Magliana, dai depistaggi dei servizi di Stato alla massoneria coperta e segreta. Luigi come noi era cosciente che queste vicende si riconducono, in modi diversi, a disegni tracciati dietro le quinte, come il Piano di rinascita democratica della P2, per creare condizioni di stabilizzazione di una società moderata, dove il capitale prende la sua rivincita sulle fasce operaie...Con Luigi e Giuseppe abbiamo perso due collaboratori che non si possono sostituire".