1. CENNI STORICI

Il territorio sul quale, dopo la prima guerra mondiale, nasce l’Iraq è teatro fin da tempi remoti di vicende complesse, tormentate e affascinanti. La Mesopotamia è culla di antichissime civiltà, che fioriscono ad Ur, Babilonia, Ninive, tutte destinate a scomparire dopo qualche secolo, lacerate dalle loro rivalità reciproche o aggredite dall’esterno. Diviene provincia persiana nel VI secolo a.c., sotto la dinastia degli Achemenidi (sec. VI – IV a.c.), poi degli Arsacidi (sec. III a. c. – III d. c.) e dei Sasanidi (sec. III – VII d. c.), che si impegnano costantemente nel controllo di questo estremo occidentale del loro impero, combattendo le pretese di conquista prima dei greci, successivamente dei romani.

Nel 635 la battaglia di Qadisiyya segna il tracollo dell’impero persiano e la conquista della Mesopotamia da parte dell’impero arabo- musulmano che dalla penisola arabica si va estendendo a tutto il Medio oriente. Sotto la dinastia degli Omayyadi (661 – 750) la capitale dell’Impero islamico è Damasco; successivamente è portata a Baghdad dagli Abbasidi, che rovesciano il precedente potere e fondano una dinastia che annovera 37 califfi, tra cui il celebre Harun al Rashid, personaggio delle "Mille e una notte" e storico fautore di rapporti con Carlo Magno e l’Occidente cristiano. Baghdad diviene un centro economico e culturale di grandissima rilevanza.

Nel 1258, il califfato di Baghdad è rovesciato da truppe mongole. Alla fine del XIV secolo, Tamerlano riunifica gli stati mongoli, che si sono divisi alla morte di Gengis Khan, in un impero che comprende l’Asia centrale e anteriore, la Persia e la Mesopotamia.

L’espansione mongola si scontra con l’espansione degli Osmanli, o Ottomani, una tribù turca convertita all’Islam, che già sotto la guida di Osman I (1259 – 1326) inizia a conquistare il primo nucleo di quello che diventerà un vastissimo impero. Osman I si proclama sultano nel 1281 e nel 1301 fonda l’Impero ottomano. Gli ottomani riunificano il mondo musulmano, instaurando il loro dominio anche sull’attuale sul Medio oriente, ad eccezione della Persia, secondo i principi di uno stato islamico ultra nazionale, che riconosce ampia autonomia amministrativa e religiosa alle comunità che ne fanno parte. Nell’Impero ottomano convivono diverse etnie (arabi, turchi, kurdi, armeni, greci), e diverse religioni: accanto all’Islam sunnita, che fornisce il personale da immettere nei ranghi burocratici e militari, sono presenti l’Islam sciita, i cui adepti si dedicano in genere ai commerci e alle professioni, l’ebraismo, il cristianesimo. A partire dal 1536 si instaura il metodo delle "Capitolazioni", con il quale il Sultano lascia alle potenze straniere il compito di proteggere i sudditi non musulmani: è anche così che l’Europa inizia ad infiltrarsi e successivamente ad estendere il proprio controllo sull’immenso impero.

Inizia la crisi del dominio ottomano: la battaglia di Lepanto umilia la supremazia navale turca nel 1571, l’esercito ottomano è sconfitto a Vienna nel 1638, la Russia conquista il Caucaso nel secolo seguente, in Arabia sorge un primo stato wahabita ad opera del clan dei Saud nel 1744, la Francia occupa l’Algeria nel 1830, il governatore dell’Egitto Muhammad Alì conquista contro il sultano Palestina e Siria, anche se Gran Bretagna e Francia lo costringono a ritirarsi nel 1840. L’ingerenza europea intanto si fa sempre più pervasiva, e agli inizi del ’900 l’Impero è suddiviso in zone di influenza.

La prima guerra mondiale vede il Sultano schierato con gli Imperi centrali; già durante il conflitto le forze dell’Intesa cercano soluzioni, conducono negoziati e stringono vari accordi per disegnare l’assetto futuro del Medio oriente, naturalmente ognuna a proprio vantaggio. La Gran Bretagna entra in contatto con Hussein, ambizioso funzionario ottomano che è sceriffo della Mecca e capo della famiglia degli Hascemiti, incoraggiandolo in un piano che prevede la creazione di un regno arabo da affidare a lui stesso e ai suoi figli: nel marzo del 1916, con l’aiuto del colonnello Thomas Edward Lawrence (Lawrence d’Arabia), incaricato dal ministro degli Esteri inglese della missione presso Hussein, i nazionalisti arabi danno inizio alla rivolta araba contro i turchi. In antitesi col piano precedente, tuttavia, la Gran Bretagna nell’accordo segreto di Sykes-Picot concede alla Francia la Siria, il Libano, la Cilicia, il Kurdistan con la zona petrolifera di Mossul, mentre la Palestina sarebbe divisa fra la stessa Gran Bretagna e una amministrazione internazionale sui luoghi santi. E infine, ancora, la Gran Bretagna incoraggia le aspirazioni sioniste a un "focolare nazionale per il popolo ebraico" in Palestina (dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917), determinando, in una regione nella quale gli ebrei sono sempre stati storicamente presenti ma in numero ridotto, una progressiva e crescente immigrazione ebraica: gli inevitabili conflitti tra arabi ed ebrei che da ciò scaturirebbero, secondo i piani degli inglesi, finirebbero col rendere necessaria la loro permanenza in una zona altamente strategica.

Nel 1917, gli inglesi attaccano e occupano la zona petrolifera di Mossul, che pure hanno promesso ai francesi, per riportarla nella propria zona di influenza. La nuova spartizione è ratificata in un accordo all’inizio del 1919: la Francia rinuncia a Mossul, che con le provincie di Baghdad e Bassora costituirà poi l’Iraq; la Gran Bretagna si impegna a non contrastare il mandato francese sulla Siria, alla quale il petrolio iracheno giungerà tramite oleodotto. Faysal, uno dei figli di Hussein, nel marzo 1920 è creato re di Siria ma, sconfitto e scacciato dai francesi il 24 luglio 1920, è tuttavia installato dagli inglesi sul trono dell’Iraq nel 1921. Per neutralizzare le minacce di Abdullah, altro figlio di Hussein, la Gran Bretagna gli affida nel 1921 l’emirato di Transgiordania, creato dividendo la Palestina e consistente in circa ¾ della regione. Hussein (e dopo di lui il figlio primogenito Alì) ottengono l’Higiaz, ma poi gli inglesi non lo sostengono minimamente nel conflitto che lo oppone al wahabita Ibn Saud, sovrano del Nagid: messo in fuga Hussein, Saud si proclama re del Nagib e dell’Higiaz nel 1924, e nel 1926 è nominato amministratore dei luoghi santi dell’Islam da un congresso panislamico; nel 1932 i due regni confluiranno nel regno di Arabia saudita.

In virtù della promessa di costituire il "focolare nazionale per il popolo ebraico, la Gran Bretagna ottiene dalla Società delle Nazioni un mandato diretto sulla Palestina (che a differenza degli altri mandati non prevede l’istituzione di un governo rappresentativo del popolo palestinese, il quale al progetto del focolare per gli ebrei si opporrebbe sicuramente): la zona in ipotesi destinata ad accogliere gli ebrei copre meno di 11.000 miglia quadrate e, nelle previsioni formulate da Churchill nel febbraio 1920, è destinata ad accogliere un massimo di 3 o 4 milioni di ebrei; nel 1939, il Libro bianco britannico sulla Palestina del resto avrebbe proposto di istituire dei limiti all’acquisizione di terre da parte degli ebrei e di contingentare in modo restrittivo l’immigrazione degli stessi. V. Palestina, in questa stessa Rubrica.