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9 settembre 1943

A Milano, il generale Ruggero rifiuta di consegnare le armi necessarie ad armare la Guardia nazionale, come proposto dai partiti antifascisti, venendo meno agli impegni assunti il giorno precedente. Nel pomeriggio, nei locali di via Manzoni, si presentano ai militanti azionisti Giuliano Pischel e Mario Boneschi, addetti al reclutamento, 750 giovani. Resistenza

9 settembre 1943

A Genova, alcuni componenti del Comitato antifascista - il democristiano Paolo Emilio Taviani, il liberale Enrico Martino, l’azionista Eros Lanfranco, il comunista Bianchini- si recano dal prefetto Letto che li accoglie piangendo.

9 settembre 1943

A Torino, nell’ufficio dell’azionista Leo Scamuzzi si bruciano le schede di arruolamento.

9 settembre 1943

A Siena, i giovani azionisti si presentano al Distretto militare per arruolarsi, ma sono rimandati a casa.

9 settembre 1943

A Firenze, i comandi militari accettano la collaborazione di elementi civili solo per la "sorveglianza dei fascisti più noti".

9 settembre 1943

A Treviso, una delegazione composta da Silvio Trentin, Leopoldo Ramanzini e Ruggero Lombardi tratta con il generale Coturri, comandante del locale Corpo d’armata, senza giungere al alcun risultato.

9 settembre 1943

A Bologna, Dino Bergonzoni raccoglie nella sua cantina armi e munizioni che serviranno poi ad armare i primi gruppi Gap. Resistenza- lotta armata

9 settembre 1943

Un gruppo di 40 operai del cantiere San Rocco di Muggia, equipaggiato con viveri e munizioni, al comando del comunista Luigi Frausin, si attesta sulle colline sopra Dolina e da vita al battaglione Trieste. Resistenza- lotta armata

9 settembre 1943

Ad Anghiari (Arezzo), riescono a fuggire dal locale campo di internamento gran parte dei confinati anarchici.

9 settembre 1943

Giunge a Bari l’esponente democristiano sardo Salvatore Mannironi, dopo la scarcerazione dal campo di concentramento di Isernia dove era stato rinchiuso con l’accusa di spionaggio. Potrà successivamente rientrare in Sardegna per interessamento di Aldo Moro. D.C.

9 settembre 1943

Pietro Nenni annota nel suo diario: "Nulla si salva dei pretesi valori di disciplina e di ordine che per un ventennio hanno caratterizzato la dittatura fascista e per un secolo la struttura monarchica dello Stato, tutta basata sul rapporto dinastia esercito burocrazia…" P.S.I.

9 settembre 1943

L’ Amg richiede per la Sicilia 30.600 tonnellate di generi alimentari da consegnarsi, al massimo, entro il 15 ottobre prossimo. Occupazione alleata

9 settembre 1943

"Radio Berlino" annuncia: "Trieste è stata occupata dopo una breve lotta: 90.000 italiani sono stati disarmati. Il tradimento non trova confronti nella storia e ricade sugli stessi traditori…ciò che resterà invece eterno è il disprezzo verso i traditori". In realtà il colonnello Barnbeck, comandante di un reggimento tedesco, si era presentato al generale Alberto Ferreo, comandante del 23° Corpo d’armata forte di 55 mila uomini, e aveva chiesto ed ottenuto la resa. Occupazione tedesca

9 settembre 1943

Il Gauleiter e Governatore della Carinzia, Reiner, invia un telegramma al ministro degli Esteri tedesco per trasmettere le proposte sul futuro assetto del litorale Adriatico. Occupazione tedesca

9 settembre 1943

Le truppe tedesche invadono l’Albania. Occupazione tedesca

9-11 settembre 1943

A La Maddalena (Sardegna), con un colpo di mano le truppe tedesche occupano la base. Ciò provoca una rivolta spontanea guidata da marinai e operai. Occupazione tedesca. Resistenza- lotta armata

10 settembre 1943

Da Algeri, il generale Dwight Eisenhower indirizza un messaggio al maresciallo Pietro Badoglio: "Tutto il futuro e l’onore dell’Italia dipendono dal ruolo che le forze armate italiane sapranno adesso giocare". Occupazione alleata

10 settembre 1943

A Brindisi, giungono il re Vittorio Emanuele III, la Corte e lo Stato maggiore a bordo della corvetta Baionetta. L’ammiraglio De Courten, capo di Sm marina, stila una relazione sugli avvenimenti succedutisi dal 3 al 9 settembre.

10 settembre 1943

Gli alleati sollecitano il maresciallo Pietro Badoglio affinché dia gli ordini necessari ai comandi militari di contrapporsi alle truppe tedesche. Occupazione alleata

10 settembre 1943

Un’ordinanza segreta di Adolf Hitler "contempla la nomina di un plenipotenziario del Reich in Italia e l’incorporazione del territorio occupato a tutto il 10 settembre 1943". Hitler ordina l’istituzione di 2 amministrazioni tedesche a Trieste e Innsbruck, con la nomina di 2 Gauleiter: Friedrich Reiner, a Trieste, e Franz Hofer, a Innsbruck. Occupazione tedesca

10 settembre 1943

Il Comando supremo germanico emana un comunicato: "Le forze armate italiane non esistono più" Occupazione tedesca

10 settembre 1943

Si completano i preparativi per attaccare l’albergo a Campo Imperatore sul Gran Sasso per liberare Mussolini, con l’assegnazione di 12 alianti e 120 uomini al reparto operante. Il prefetto de l’Aquila, Rodolfo Biancorosso, s’incontra con l’ispettore generale di Ps Gueli e lo informa del piano tedesco. Occupazione tedesca

10 settembre 1943

A Bologna, il commissario prefettizio Stefano Vici informa la popolazione che, in caso di sabotaggio agli impianti militari tedeschi, "qualora non sia possibile rinvenire i responsabili dei danneggiamenti l’Autorità militare tedesca fucilerà dieci cittadini anche se non implicati negli atti di ostilità ed inoltre obbligherà la popolazione a montare la guardia permanentemente agli impianti". Occupazione tedesca

10 settembre 1943

A Torino, dopo 3 giorni di agitazioni e comizi, la folla comincia a defluire. Nel pomeriggio, il generale Adami Rossi fa entrare i tedeschi in città. Occupazione tedesca

10 settembre 1943

A Milano, i tedeschi nominano prefetto Carlo Riva. Occupazione tedesca

10 settembre 1943

A Milano, il generale Vittorio Ruggero stipula un accordo con i comandi tedeschi in base al quale i militari italiani rimangono provvisoriamente in armi. E lancia un "proclama ai milanesi" nel quale afferma: "Chiunque userà le armi contro chiunque sia, sarà senz’altro passato per le armi sul posto. Da questo momento sono proibite nel modo più assoluto le riunioni anche in locali chiusi, salvo quelle del culto nelle chiese. All’aperto non potranno aver luogo riunioni di più di 3 persone. Contro gruppi di numero superiore sarà senza intimazione aperto il fuoco dalla forza pubblica". Repressione armata

10 settembre 1943

A Milano, i rappresentanti del Comitato antifascista che avevano conferito con lui il giorno precedente, Gasparotto, Li Causi, Damiani e Pizzoni, indirizzano una lettera al generale Ruggero: "Signor Generale, a nome di tutti i gruppi antifascisti e in relazione alla conversazione di ieri, riteniamo possibile organizzare la difesa di Milano, in cooperazione con la popolazione. La nostra convinzione deriva dalla considerazione che la zona di Milano è il centro della produzione bellica, per cui indiscutibilmente si potrà preparare con l’attività di tecnici (che noi stessi potremo mettere a vostra disposizione) un regolare rifornimento di armi o di munizioni sia alle forze esistenti che alle nuove unità da costituire. Siamo inoltre certi che lo spirito della truppa potrà essere galvanizzato se non la si lascerà sotto l’impressione di essere già in partenza disposti a cedere. Il vostro spirito di cittadino e di militare ci rende certi di avere la vostra adesione nell’opera che, sotto la vostra guida, vi proponiamo di svolgere nell’interesse e per l’onore militare della nazione. Un Comitato tecnico di ex ufficiali che vi chiediamo di richiamare in servizio, potrà assolvere a questo compito". Resistenza

10 settembre 1943

A Milano, si svolge in piazza Duomo un comizio nel corso del quale prendono la parola Scotti per il Pli, Malavisi per la Dc, M. Damiani per il Pda, Viotto per il Psiup, Li Causi per il Pci. D.C. P.C.I. P.S.I.

10 settembre 1943

A Milano, Poldo Gasparotto impartisce l’ordine di scioglimento ai militanti del Partito d’azione, con l’invito a "seguire l’esercito in ritirata" e a raccoglierne le armi. Resistenza

10 settembre 1943

Pietro Nenni telefona a Ferruccio Parri, a Milano, per offrirgli il comando del Cln al nord, ma Parri rifiuta. Resistenza- C.L.N.

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