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20 settembre 1943

Il capo di Sm dell’esercito, generale Roatta, invia una circolare ai comandi subalterni nella quale afferma che la Germania intende "ridurre l’Italia a paese schiavo…e servirsene come comodo campo di battaglia". Roatta conclude: "L’armistizio e le sue clausole sono virtualmente superati…Le truppe italiane, vigliaccamente costrette dai tedeschi a riprendere le armi, intraprendono la medesima lotta che conducono le forze armate angloamericane e sono, senza proclamazioni ufficiali, divenute loro alleate".

20 settembre 1943

A Roma, il commissario delle Finanze Cambi convoca il governatore della Banca d’Italia, Azzolini. I tedeschi s’impadroniscono delle riserve auree della Banca d’Italia, 118 tonnellate di oro, che sono trasportate da Roma alla filiale di Milano per ferrovia. Occupazione tedesca

20 settembre 1943

A Roma, gli azionisti Augusto e Renato Cecchini, Guglielmo De Ritis e Raul Di Marco compiono un attentato contro la caserma della Milizia in via Rumenia. Resistenza- lotta armata

20 settembre 1943

In Vaticano, il cardinale Luigi Maglione, avuta notizia che i tedeschi dopo la morte di alcuni loro militari avrebbero preso in ostaggio almeno 6 mila italiani, convoca l’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Ernst Weizsacker, pregandolo "vivamente di intervenire d’urgenza per scongiurare l’esecuzione del minacciato gravissimo provvedimento". Il diplomatico promette che interverrà solo su un piano personale per evitare di irritare il Comando tedesco che considererebbe una indebita interferenza la richiesta del Vaticano. Il cardinale Maglione concorda con lui. Vaticano

20 settembre 1943

Luigi Longo si trasferisce da Roma a Milano per guidare il Pci nell’Italia settentrionale. Nella capitale gli subentra Celeste Negarville. P.C.I.

20 settembre 1943

A Topusko, il Consiglio territoriale antifascista di liberazione dichiara l’annessione all’Istria di Fiume, Zara, Dalmazia e delle isole del mar Adriatico alla ‘madrepatria croata’.

20 settembre 1943

A Subit (Udine), si forma il battaglione partigiano ‘Rosselli’, di cui fanno parte Fermo Solari, Antonio Giuriolo, Italo Rizzuti, Guglielmo Giannotti, l’ufficiale monarchico Renato Del Din, e di complemento Carlo Comessatti e Alberto Cosattini. Resistenza

20 settembre 1943

A Palermo, Andrea Finocchiaro Aprile scrive a Winston Churchill per richiedere il suo "autorevole e prezioso ausilio" per favorire il risorgere della Sicilia "dopo tanti anni di oblio da parte di tutti i governi e dopo le inique persecuzioni del fascismo". Non otterrà risposta. Separatismo- Sicilia

20 settembre 1943

A Siracusa, i prigionieri italiani del campo 222 firmano una dichiarazione di fedeltà a Vittorio Emanuele III e di contestuale ripudio della Rsi. Regno del Sud

21 settembre 1943

A Londra, Winston Churchill scrive al presidente americano Roosevelt: "Bisogna dire al Re e a Badoglio che devono formare un governo di coalizione sulla più ampia base antifascista. Ogni elemento sano che possa dare un contributo deve essere riunito in questa crisi. Sarebbe utilissimo se il conte Sforza e i professori che sostengono di rappresentare i sei partiti volessero partecipare". Occupazione alleata

21 settembre 1943

A Brindisi, il Re invia un messaggio personale al re d’Inghilterra e al presidente americano per chiedere che al suo governo sia concesso di esercitare i poteri civili oltre che nelle 4 province della Puglia e in Sardegna, anche in Sicilia. Regno del Sud. Occupazione alleata

21 settembre 1943

Roberto Farinacci, escluso dal novero dei componenti del governo per volontà di Mussolini, gli scrive una lettera: "Questa notte ho profondamente meditato su tutto e ho deciso la mia linea di condotta: salvare soltanto la mia famiglia dalla inevitabile catastrofe. Sì, caro presidente, i tuoi ultimi orientamenti non lasciano alcuna speranza nei tuoi vecchi fedeli camerati". R.S.I.

21 settembre 1943

A Matera, la popolazione insorta obbliga i tedeschi a ritirarsi, dopo che sono stati uccisi per rappresaglia 20 ostaggi. Resistenza- lotta armata. Resistenza- caduti

21 settembre 1943

A Roma, s’incontrano clandestinamente, nei pressi di Ponte Lungo sulla via Appia, Oreste Lizzadri, Giuseppe Di Vittorio e Bruno Buozzi.

21 settembre 1943

In Albania, il generale Arnaldo Azzi, comandante della divisione Firenze, in un rapporto agli ufficiali dichiara di "rifiutarsi di obbedire all’ordine di resa", impartito dai tedeschi, e lascia liberi i suoi di scegliere fra "la prigionia e la lotta".

22 settembre 1943

Winston Churchill afferma: "La resa incondizionata comprende naturalmente ogni cosa…Non era soltanto prevista in modo speciale la consegna in un secondo tempo dei criminali di guerra, ma era stata stipulata una clausola speciale per la consegna del signor Mussolini. Non è stato possibile disporre per la consegna, sperata prima dell’armistizio e prima che avvenisse il nostro grande sbarco, perché ciò avrebbe certamente rivelato le intenzioni del governo italiano al nemico, il quale si inframmetteva in ogni cosa e lo teneva perfettamente in suo potere". Occupazione alleata

22 settembre 1943

Il ministro degli Esteri inglese Antony Eden annuncia ai Comuni che l’Ovra è stata "spezzata e distrutta in Italia e con essa l’organizzazione del Partito fascista". Occupazione alleata

22 settembre 1943

In previsione di stabilire la sede del governo repubblicano e la residenza di Benito Mussolini nel Cadore, a Belluno, come avevano predisposto i tedeschi, il ministro degli Esteri Joachim von Ribbentrop invia un telegramma all’ambasciatore Rahn: "Il Fuhrer vuole sapere, prima che il Duce vada a Belluno, se il feldmaresciallo Rommel è stato interpellato sulla sicurezza della zona". R.S.I.

22 settembre 1943

L’ambasciatore germanico a Roma, Rudolf Rahn, invia a Berlino un telegramma: "Lamentevoli incertezze e incoerenze degli elementi fascisti a Roma. Molti seguaci del Duce presi in considerazione per posti ministeriali sono ancora esitanti. Ricci non è riuscito a reclutare membri per la Milizia. Penso quindi che sia necessario procedere subito con la proclamazione del nuovo governo fascista repubblicano e ho stabilito quanto segue. 23 settembre, 11,45 a.m. il comandante militare tedesco a Roma, generale Stahel, si incontrerà con il comandante della città Calvi di Bergolo al ministero della Guerra dove saranno convocati anche gli ufficiali superiori della divisione Piave. Comunicherà loro che il Duce ha formato un nuovo governo e chiederà loro se sono pronti ad appoggiare questo governo. Questa domanda avrà risposta negativa. Il generale Stahel comunicherà loro nella forma più cortese che con ciò le loro funzioni sono terminate e che essi e le loro famiglie saranno trasferiti sotto sorveglianza tedesca al nord. Mezzogiorno. Annuncio del nuovo governo alla radio. Si ordinerà agli alti commissari di rimanere in carica temporaneamente, pena gli arresti. Il disarmo della Piave sarà annunciato alle 12,05. E’ necessario che il nuovo governo, che per il momento non potrà assumersi alcuna autorità, sia trasferito nel nord Italia al più presto possibile per evitare che si crei una situazione in cui polizia e servizi civili adottino una resistenza passiva". Occupazione tedesca

22 settembre 1943

Francesco Maria Barracu si reca ad Arcinazzo, in visita al maresciallo Rodolfo Graziani, per chiedergli di entrare nel costituendo governo mussoliniano. Graziani rifiuta. R.S.I.

22 settembre 1943

A Cefalonia, i tedeschi procedono all’esecuzione sommaria di 4.500 ufficiali e soldati della divisione ‘Acqui’. Occupazione tedesca. Resistenza- caduti

22 settembre 1943

Il Comando germanico si vede obbligato a riconoscere in un suo comunicato "il tentativo dei ribelli sloveni insieme a gruppi comunisti italiani e bande irregolari di impadronirsi del potere". Resistenza- lotta armata

22 settembre 1943

A Torino, il Pci e il Pda raggiungono un accordo "d’ordine generale e programmatico" basato su "una comune interpretazione della crisi italiana, il rifiuto di ogni appoggio e riconoscimento al governo Badoglio" e "l’identificazione del Cln come unione di tutte e sole le forze popolari e progressiste". P.C.I.

22 settembre 1943

A Capri, Benedetto Croce incontra il generale William Donovan, responsabile dell’Oss, al quale dice che "…quello che tutti i migliori italiani desiderano, quello che darebbe loro fiducia, sarebbe che si lasciassero formare legioni di combattenti con la bandiera italiana, da cooperare con l’armata angloamericana per liberare la terra italiana dai tedeschi". Occupazione alleata

22 settembre 1943

A Napoli, il colonnello Hans Scholl emana un bando per il servizio obbligatorio del lavoro, in risposta al quale si presentano in 150 sui 30.000 ‘precettati’.

22-28 settembre 1943

Si provvede al trasporto dell’oro della Banca d’Italia alla filiale di Milano. Occupazione tedesca

23 settembre 1943

A Washington, il sottosegretario di Stato Adolph Berle si fa consegnare da Carlo Sforza una lettera nella quale costui afferma di considerare "criminale" ogni atto contro il governo Badoglio fino a quando condurrà la guerra contro i tedeschi, e s’impegna "sul suo onore" a rimandare alla fine del conflitto le questioni di politica interna. Occupazione alleata

23 settembre 1943

Harold MacMillan annota nel suo diario: "Durante la notte sono giunti parecchi ‘urgentissimo’ che hanno costituito una sorta di distrazione. Stalin si mostra molto avveduto. E’ tutto per il re d’Italia (e per il papa se è necessario) fino a quando collaboreranno a combattere i tedeschi".

23 settembre 1943

Gli alleati completano l’occupazione della Puglia. A Taranto, a bordo dell’incrociatore britannico ‘Euryalus’, l’ammiraglio Andrew Cunningham e l’ammiraglio Raffaele De Courten, rispettivamente comandante della flotta britannica nel Mediterraneo e ministro della Marina, firmano un accordo che prevede l’impiego della navi italiane contro la Germania su ognuna delle quali salirà un ufficiale alleato con mansioni di collegamento. Occupazione alleata

23 settembre 1943

Lord Rennell of Rodd, capo del governo militare alleato in Sicilia, in un documento rammenta come il separatismo siciliano "ebbe origine con la Costituzione compilata ai tempi di Nelson, quando noi esercitavamo un protettorato di fatto sull’isola e fu indirettamente favorito dalla improntitudine dei governi italiani che, dal 1870, cominciarono a trascinare il Sud ( e particolarmente la Sicilia) a vantaggio del nord industriale. Come è risaputo, il fascismo non è mai stato popolare in Sicilia, ed era quindi naturale che il movimento separatista si ravvivasse all’indomani della nostra invasione". Occupazione alleata. Separatismo- Sicilia

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