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29 luglio 1943

Harold MacMillan scrive nel suo diario: "Noi non possediamo né le persone né la voglia di assumerci il governo dell’Italia e a noi preme solo annientare le forze armate italiane e usare il territorio italiano per continuare la guerra alla Germania". Occupazione alleata

29 luglio 1943

Il colonnello Otto Skorzeny è ricevuto da Adolf Hitler che gli affida il compito di rintracciare il luogo dov’è tenuto prigioniero Benito Mussolini, facendo capo al generale Student.

29 luglio 1943

A Berlino, Joseph Goebbels annota nel suo diario: "I giornalisti fascisti sono stati messi alla porta e il loro posto è stato preso da mezzi ebrei e massoni, in parole povere quella nota gentaglia che noi conosciamo fin troppo bene da quando abbiamo cominciato la nostra battaglia. Tutto questo farà sempre più precipitare l’Italia nel caos"

29 luglio 1943

S’incontrano, a Venezia, il generale Cesare Amè e l’ammiraglio Canaris, capi dei servizi segreti militari italiano e tedesco per un esame della situazione. Canaris rivela che "Hitler sta preparando qualcosa contro l’Italia".

29 luglio 1943

E’ trasmesso alla radio un messaggio del generale Dwight Eisenhower agli italiani: "Noi ci compiacciamo col popolo italiano e con casa Savoia per essersi liberati di Mussolini, l’uomo che li ha coinvolti in guerra come strumento di Hitler e li ha portati sull’orlo del disastro. Il più grande ostacolo che divideva il popolo italiano dalle Nazioni unite è stato rimosso dagli italiani stessi. Il solo ostacolo che rimane sulla via della pace è l’aggressore tedesco, che tuttora si trova sul suolo italiano. Voi volete la pace: voi potete avere la pace immediatamente e una pace alle condizioni onorevoli che i nostri Governi vi hanno già offerto. Noi veniamo come liberatori. Il vostro ruolo consiste nel cessare immediatamente ogni assistenza alle forze armate tedesche nel vostro paese. Se farete ciò, noi vi libereremo dai tedeschi e dagli orrori della guerra. Come avete già visto in Sicilia, la nostra occupazione sarà mite e benefica. I vostri uomini ritorneranno alla loro vita normale e alle loro occupazioni produttive e, purché tutti i prigionieri britannici e alleati ora nelle vostre mani ci vengano restituiti salvi e non siano trasportati in Germania, le centinaia di migliaia di prigionieri italiani da noi catturati in Tunisia e in Sicilia ritorneranno alle innumerevoli famiglie che li aspettano. Le antiche libertà e tradizioni del vostro paese saranno ristabilite".

29 luglio 1943

Il governo presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio decreta la soppressione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Repressione fascisti

29 luglio 1943

A Roma, Dino Grandi si incontra con il presidente del Consiglio, maresciallo Pietro Badoglio.

29 luglio 1943

A Roma, Vittorio Emanuele III riceve l’ambasciatore tedesco Hans George von Mackensen, e lo rassicura sulle condizioni di salute di Benito Mussolini.

29 luglio 1943

Giunge a Roma da Ankara (Turchia), dov’era ambasciatore, Raffaele Guariglia, nuovo ministro degli Esteri.

29 luglio 1943

Il generale Enrico Adami Rossi emana una ordinanza con la quale stabilisce che, in caso di sospensione degli operai dal lavoro, si diano "cinque minuti di tempo avvertendo che se il lavoro non sarà ripreso, sarà imposto con la forza. Se allo scoccare del quinto minuto continuerà l’astensione, si faccia fuoco con qualche breve raffica, e non sparando in aria o in terra ma addosso ai riottosi". Repressione armata

29 luglio 1943

A Milano, nel corso dello sciopero generale, le forze militari e di polizia aprono il fuoco, uccidendo 3 dimostranti e ferendone altri 4. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A Torino, l’esercito apre il fuoco alla Fiat Lingotto, ferendo 2 apprendisti; mentre alle Officine Westinghouse un operaio rimane ferito da una bomba a mano lanciata dalla truppa. Sempre a Torino, viene ucciso un uomo durante il coprifuoco. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A La Spezia, nel corso di una manifestazione operaia, la polizia apre il fuoco uccidendo 2 dimostranti e ferendone altri 11. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A Sesto fiorentino, proseguono gli scontri tra dimostranti e forze di polizia che, ancora una volta, aprono il fuoco uccidendone uno. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A Colle Val d’Elsa (Siena), una manifestazione popolare è repressa dalle forze di polizia, che sparano uccidendo un dimostrante e ferendone altri 11. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A Rufina (Firenze), 2 uomini vengono uccisi durante il coprifuoco. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A Rieti, nel corso di una manifestazione, la polizia apre il fuoco uccidendo 2 dimostranti. Repressione armata- caduti

29 luglio 1943

A Palermo, Andrea Finocchiaro Aprile e Fausto Montesanti inviano una lettera al generale Alexander, governatore militare alleato in Sicilia per il tramite di Charles Poletti, capo dell’Ufficio affari civili, con la quale accompagnano la trasmissione di un ‘memorandum’ preparato il 23 luglio 1943, per i governi alleati. Nella lettera, i due esponenti separatisti ribadiscono "il diritto storico della Sicilia all’indipendenza", sottolineano "la necessità del plebiscito" popolare che dovrà sancire la nascita di una repubblica siciliana e, infine, richiedono la "liberazione dei prigionieri siciliani" presenti nei campi di prigionia alleati. Separatismo- Sicilia

29 luglio 1943

A Torino, un secondo manifesto del Partito d’azione invita i cittadini "ad attendere con calma e disciplina affinché il nuovo governo trovi nell’ordine del paese la possibilità di armonizzare le sue decisioni con la volontà del popolo italiano".

29 luglio 1943

Ad Alessandria, l’esponente del Partito d’azione Livio Pivano, con riferimento alla manifestazione del 26 luglio nel corso della quale era stato arrestato, scrive al comandane del presidio militare: "…Ritengo di essere riuscito a contenerla nella forma più mite e corretta in un momento di grave fermento, dirigendola ad una espressione di puro patriottismo".

29 luglio 1943

A Cefalonia, Vittorio Seganti di Sarsina, rappresentante del governo italiano, ordina ai fascisti di togliersi il distintivo del Pnf dall’occhiello della giacca.

30 luglio 1943

Harold MacMillan annota nel suo diario: "Abbiamo concesso agli italiani una breve sospensione dei bombardamenti e dal quartier generale è partito alla loro volta un messaggio del tutto ‘morbido’. In sostanza abbiamo detto: ‘Caro re, ben fatto! Caro popolo italiano, ben fatto. Vi siete liberati di Mussolini e del fascismo. E’ magnifico. Ora venite e fate quel che è necessario fare’. Se (come penso probabile) Badoglio cerca di menare il can per l’aia e se noi non facciamo aperture dirette o indirette, passato un breve intervallo di tempo noi dovremmo fare la voce grossa e dire: ‘Bene, una settimana è passata. Che cosa fa il re? A che pensa Badoglio? O dentro o fuori. Avete nicchiato e ora saremo noi a darci da fare. Bombarderemo Genova, Napoli, Bologna, Milano, Torino, Roma. E non sarà colpa nostra, bensì del re e di Badoglio’. Penso che saremo in grado di attuare questa forma di propaganda bellica (per radio e volantini) e insieme condurre azioni di bombardamento". Occupazione alleata

30 luglio 1943

Lo Stato maggiore dell’esercito emana un ‘Preavviso’ verbale destinato ad orientare i comandi subalterni in senso antitedesco. Armistizio

30 luglio 1943

L’ammiraglio Canaris riferisce sul contenuto dell’incontro avuto il giorno precedente, a Venezia, con il generale Cesare Amè: quest’ultimo gli ha riferito che il governo italiano "era deciso a proseguire con ogni mezzo, imponendo una inflessibile disciplina all’interno. Non si parlava affatto di trattative di pace e nemmeno il Papa aveva preso alcuna iniziativa del genere…"

30 luglio 1943

In Vaticano, Pio XII riceve in udienza Dino Grandi. Vaticano

30 luglio 1943

A Milano, prosegue lo sciopero generale e si arriva a nuovi scontri nel corso dei quali le forze militari e di polizia uccidono 5 dimostranti e ne feriscono 3. Repressione armata- caduti

30 luglio 1943

A Padova, è arrestato il giovane antifascista Gastone Passi, che è associato al carcere triestino del Coroneo a disposizione del Tribunale militare. Evaderà l’8 settembre 1943. Repressione

30 luglio 1943

A Sassuolo (Modena), un uomo è ucciso durante il coprifuoco. Repressione armata- caduti

30 luglio 1943

E’ scarcerato, insieme a Riccardo Bauer e Vincenzo Calace, Ernesto Rossi, ma riarrestato poche ore dopo perché accusato di propaganda contraria al governo Badoglio, per essere nuovamente liberato la sera dello stesso giorno. Repressione

30 luglio 1943

A Milano, è stampato il primo numero di "Gioventù d’azione", "organo della federazione giovanile del Partito d’azione".

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