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5 settembre 1943

Il generale Vittorio Ambrosio informa i capi di Sm delle tre armi che gli alleati lanceranno una divisione aerotrasportata attorno a Roma per cooperare alla sua difesa, e li invita a predisporre i piani necessari per favorirne lo sbarco e l’azione mediante il ‘Promemoria n. 1’, mentre un ‘Promemoria n.2’ è destinato alle forze direttamente dipendenti dal Comando supremo nei Balcani: entrambi i promemoria saranno diramati il giorno seguente. Nel ‘Promemoria n.1’ le disposizioni devono essere seguite solo "nel caso che le forze germaniche intraprendano di iniziativa atti di ostilità armata contro gli organi di governo e le forze armate italiane"; e, per quanto riguarda i prigionieri alleati, ordina di "impedire che cadano in mano tedesca. Poiché non è possibile difendere efficacemente tutti i campi, si potranno lasciare in libertà i prigionieri bianchi, trattenendo in ogni modo quelli di colore". Il ‘Promemoria n.2’, premesso che "particolari condizioni di ordine generale possono impedire di deporre le armi indipendentemente dai tedeschi", ordina di "garantire, nella situazione peggiore, il possesso dei porti principali e specialmente Cattaro e Durazzo"; e dispone che in Egeo "il comandante supremo è libero di assumere verso i germanici l’atteggiamento che riterrà più conforme alla situazione" specificando peraltro che "ove fossero prevedibili atti di forza da parte germanica /si deve/ procedere al disarmo immediato delle unità tedesche nell’arcipelago". In realtà, i responsabili delle armate interessate furono richiamati a Roma e non lessero i due promemoria. Armistizio

5 settembre 1943

Il Comando supremo italiano richiede a Supermarina la disponibilità di una corvetta per una missione ‘segretissima’ e quella di un ufficiale a conoscenza della situazione nel Mediterraneo. E’ designato il capitano di vascello Ernesto Giuriati. L’ammiraglio Raffaele De Courten inoltre dispone che due cacciatorpediniere, il Vivaldi e il Da Noli, si trovino il 9 settembre a Civitavecchia in previsione di un imbarco del Re. Armistizio

5 settembre 1943

A Roma, il generale Gastone Gambara, comandante dell’11° Corpo d’armata stanziato in Slovenia, riceve l’ordine di rientrare in sede e di costituire uno speciale contingente di truppe "onde assolvere speciali compiti operativi nell’eventualità prevista di un attacco tedesco in Venezia Giulia". A Gambara è affidato il compito di mantenere il possesso di Trieste, Fiume e Pola per rendere possibile uno sbarco delle armate anglosassoni nell’Adriatico. Armistizio

6 settembre 1943

L’incaricato d’affari tedesco a Roma, Rudolf Rahn, è messo a conoscenza dell’operazione in corso per la liberazione di Mussolini affidata al generale Kurt Student. Occupazione tedesca

6 settembre 1943

L’aviazione alleata bombarda Napoli. Occupazione alleata

6 settembre 1943

Il Quartiere generale alleato invia una serie di messaggi al governo italiano, invitato a "mantenere continua vigilanza ogni giorno per importantissimo messaggio" che sarebbe stato inviato "il 7 settembre o dopo" insieme ad altre informazioni relative "all’annuncio del grande /G/ giorno". Armistizio

6 settembre 1943

A Roma, il Comando supremo redige un promemoria, recapitato la sera stessa ad Algeri al generale Castellano dal maggiore Briatore, partito con altri ufficiali per costituire una missione militare italiana presso il Quartiere generale alleato. Il generale Alexander comunica al Comando supremo britannico: "Stiamo facendo piani dettagliati con gli italiani. Tutto questo sta andando molto bene in teoria, ma dobbiamo poi vedere quale aiuto saranno in grado effettivamente di darci". Armistizio

6 settembre 1943

A Roma, Vittorio Emanuele III riceve il maresciallo Pietro Badoglio, il generale Vittorio Ambrosio e il ministro della Real Casa, Pietro Acquarone. Armistizio

6 settembre 1943

Lo Sm dell’esercito dirama la ‘Memoria Op 45’, contenente le istruzioni del coordinamento fra esercito, marina e aeronautica nelle azioni da intraprendere contro i tedeschi. Il generale Ambrosio ordina allo Sm della marina di predisporre l’attacco al naviglio tedesco, ad un dato segnale; per la data del 9 settembre, la partenza dei cacciatorpedinieri Vivaldi e Da Noli da Civitavecchia, in 2 ore, 2 corvette pronte a salpare a Gaeta, e 2 motoscafi veloci a Fiumicino; dispone inoltre che i comandanti dei gruppi di armate in Grecia e in Jugoslavia siano informati "a viva voce". Al capo di Sm dell’esercito Mario Roatta giungono anche i piani di operazione per lo sbarco della 82° divisione americana aerotrasportata - che deve dispiegarsi negli aeroporti di Furbura, Cerveteri, Guidonia e Centocelle- in base ai quali deve predisporre i mezzi di supporto e difesa. Per consentire quest’ultima "le truppe italiane avrebbero dovuto prendere l’iniziativa delle operazioni contro i tedeschi". Armistizio

6 settembre 1943

La corvetta Ibis, al comando dell’ammiraglio Maugeri, parte da Gaeta in direzione di Ustica per prelevare i due inviati del generale Eisenhower. Armistizio

6 settembre 1943

L’esponente del Partito d’azione Filippo Caracciolo s’incontra a Lugano con i rappresentanti dei servizi segreti americani e britannici, Dulles e McCaffery. Occupazione alleata. Resistenza- C.L.N.

6 settembre 1943

A Roma, la circolare nr.8 della ‘Commissione democratica cristiana di studi politici’, informa: "L’opuscolo ‘Idee ricostruttive’ della Democrazia cristiana, elaborato durante il regime fascista, non pretende di essere una formulazione definitiva di un programma di idee e d’azione ma esso contiene solo delle direttive e dei lineamenti ispirati alle tradizioni della Democrazia cristiana". D.C.

6 settembre 1943

Rientra in Italia Silvio Trentin.

6-15 settembre 1943

In Sicilia, riaprono le banche.

7 settembre 1943

L’Alto comando tedesco emana le direttive per il disarmo delle forze armate italiane. Occupazione tedesca

7 settembre 1943

In Friuli Venezia Giulia, la 162° divisione tedesca marcia su Trieste, raggiungendo Aurisina. Il giorno successivo accerchia Opicina e si schiera sulle colline in posizione di combattimento. Occupazione tedesca

7 settembre 1943

L’ammiraglio Raffaele De Courten fa visita al feldmaresciallo tedesco Albert Kesselring, nella sede del suo comando a Frascati. Gli dice che lo sbarco angloamericano è oramai certo ed imminente e gli garantisce che la flotta italiana darà battaglia fino all’estremo, indicandogli anche la zona a ovest della Sicilia dove, secondo lui, avverrà lo scontro con la flotta alleata. Nel pomeriggio, De Courten dispone che le navi italiane si trasferiscano da La Spezia e La Maddalena, senza però spiegare le ragioni del trasferimento. Armistizio

7 settembre 1943

L’ammiraglio Maugeri preleva ad Ustica il generale Maxwell Taylor, americano, comandante della 82° divisione aerotrasportata e il colonnello William Gardiner che deve trasportare a Gaeta e, da qui, far giungere a Roma per concordare con il maresciallo Badoglio le sue modalità d’impiego nella capitale. Armistizio

7 settembre 1943

Il generale Alexander, da Algeri, annuncia al Comando supremo che i piani "per operazioni immediate nell’area intorno a Roma, per Avalanche e Taranto sono finalmente fissati". Armistizio

7 settembre 1943

Winston Churchill invia al Foreign Office una lettera nella quale afferma: "Mi sembra che l’Italia abbia molto da dare…Gli italiani devono guadagnarsi il passaggio, ma se si comportano bene noi dovremo trattarli per tutto, tranne che per il nome, come alleati. Può essere che essi combattano molto meglio con noi che non per Hitler". Armistizio

7 settembre 1943

Da Napoli, su ordine dello Sm della marina, impartito telegraficamente, prendono il largo in missione di guerra contro le navi alleate 8 sommergibili, così com’era stato richiesto dagli stessi angloamericani ancora il 19 agosto: "I sommergibili italiani non devono sospendere le missioni, dato che ciò rivelerebbe al nemico il nostro scopo comune". Alle 22.00, nel golfo di Salerno, gli alleati affondano il sommergibile Vella agli ordini del tenente di vascello Patanè. Armistizio

7 settembre 1943

Il capo della polizia Carmine Senise emana una circolare diretta ai comandi subalterni per allertarli contro i "tentativi comunisti" di distribuire armi alla popolazione in funzione anti-germanica. Resistenza

7 settembre 1943

Il quotidiano comunista "L’Unità", in un articolo rivolto a soldati ed ufficiali, scrive: "Bisogna che sin da oggi gli elementi più coscienti tra voi preparino moralmente e materialmente l’esercito al compito che forse ben presto dovrà assolvere. In che cosa consiste questa preparazione? Consiste nell’individuare in ogni reparto, in ogni organismo dell’esercito quegli elementi fascisti che potrebbero domani sabotare la lotta di liberazione…Consiste nella continua opera di propaganda che ciascuno di voi deve fare presso tutti i compagni affinché nessuno possa più dubitare sulla via da tenere…" P.C.I.

7 settembre 1943

A Firenze, entra in funzione l’esecutivo del Partito d’azione.

7-8 settembre 1943

A Roma, nella notte, il generale americano Maxwell Taylor, vice comandante della divisione aerotrasportata, obbliga il maresciallo Pietro Badoglio a redigere personalmente un messaggio diretto al generale Dwight Eisenhower nel quale chiede di annullare l’operazione progettata per la conquista di Roma: "Dati cambiamenti e precipitare situazione esistenza forze tedesche nella zona di Roma –scrive Badoglio- non è più possibile accettare l’armistizio immediato dato che ciò porterà la capitale ad essere occupata ed il governo ad essere sopraffatto dai tedeschi. Operazione Giant 2 non è più possibile dato che io non ho forze sufficienti per garantire gli aeroporti". Occupazione alleata

8 settembre 1943

Il Re riceve la visita dell’ambasciatore germanico Rudolf Rahn, alle ore 12.00, al quale dice che il maresciallo Pietro Badoglio è "un vecchio onorato soldato alle cui assicurazioni bisogna prestare fede", e conclude: "Dica al Fuhrer che l’Italia non capitolerà mai. E’ legata alla Germania per la vita e per la morte". Armistizio

8 settembre 1943

A Roma, il maresciallo Pietro Badoglio affida al generale Rossi un secondo messaggio per il generale Dwight Eisenhower, per spiegare le ragioni per le quali bisogna annullare l’operazione Giant 2, che l’ufficiale deve recapitare personalmente partendo in aereo per Algeri insieme al generale Maxwell Taylor e al colonnello William Gardiner. I tre partono effettivamente su un aereo militare italiano alle ore 17.00 dall’aeroporto di Centocelle. Ma la missione del generale Rossi, sottocapo di Sm, sarà inutile perché giungerà ad Algeri quando l’armistizio è già stato annunciato. Armistizio

8 settembre 1943

Il generale americano Eisenhower annuncia, alle ore 16.30, che l’Italia ha firmato l’armistizio con le potenze alleate, precedendo l’annuncio ufficiale del governo italiano. Il messaggio di Eisenhower in risposta alla richiesta di Badoglio di procrastinare l’annuncio ufficiale dell’armistizio giunge alle ore 17.00: "Ho intenzione di diffondere l’esistenza dell’armistizio – scrive Eisenhower- all’ora programmata originariamente. Se voi o qualunque parte delle vostre forze armate mancherete di cooperare come precedentemente concordato, renderò di pubblico dominio in tutto il mondo una documentazione completa relativa a questo affare. Oggi è il giorno X, e mi aspetto che facciate la vostra parte. Non accetto il messaggio di questa mattina che differiva l’armistizio. I vostri rappresentanti accreditati hanno firmato questo accordo con me e la sola speranza dell’Italia dipende dalla vostra adesione a quell’accordo. In base alla vostra pressante rimostranza le operazioni aerotrasportate sono state temporaneamente sospese. Voi avete vicino a Roma truppe sufficienti a garantire la temporanea sicurezza della città ma richiedo informazioni complete in base alle quali programmare le operazioni aerotrasportate. La mancanza da parte vostra nell’adempiere pienamente agli obblighi verso l’accordo firmato avrà le più serie conseguenze per il vostro paese". Armistizio

8 settembre 1943

Il generale Alexander da Algeri comunica al Comando supremo britannico: "Avevo sperato che i colloqui del nostro staff con gli italiani sarebbero sfociati almeno in loro preparativi per riceverci ed assisterci ma temo che nonostante le nostre istruzioni dettagliate non abbiano fatto niente". Armistizio

8 settembre 1943

Alle ore 19.45, la radio trasmette il disco, inciso da Pietro Badoglio, che annuncia ufficialmente la firma dell’armistizio con gli alleati: "Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze angloamericane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza". Alle ore 22.00, il generale Vittorio Ambrosio invia un telegramma ai capi delle tre armi, al comandante del gruppo armate Est, al comandante della 11° armata, al governatore dell’Egeo nel quale ripete: "Il governo italiano ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower comandante in capo delle forze armate alleate; in base alle condizioni di armistizio, a partire dalle ore 19.45 di oggi 8 settembre, dovrà cessare ogni nostro atto di ostilità verso le forze armate angloamericane. Le forze armate italiane dovranno però reagire con la massima decisione ad offese che provenissero da qualsiasi altra parte". Armistizio

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