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10 settembre 1943

E’ firmata la resa delle truppe italiane poste a difesa di Roma. Il generale Carboni ordina il cessate il fuoco a partire dalle ore 7. Poi emette un ordine contrario, di attaccare i tedeschi. Agenti di polizia, militi dei carabinieri, ufficiali dell’esercito si impegnano a disarmare i civili e a fermare le truppe che contrastano combattendo l’avanzata delle truppe tedesche a Porta San Paolo. Gruppi di antifascisti, guidati dal Pci, Psi e Pda riescono a impossessarsi di armi, fornite loro da ufficiali subalterni nonostante il divieto del comando di armare i civili, e si affiancano ad alcuni reparti dell’esercito, che nei giorni successivi combatteranno contro i tedeschi ancora a Porta San Paolo ed alla Magliana. Resistenza- lotta armata

10 settembre 1943

A Roma, il giornale sindacale "Il lavoro italiano", stampato mentre sono ancora in corso i combattimenti a Porta San Paolo, diretto dal comunista Mario Alicata, dal democristiano Alberto Canaletti Gaudenti e dal socialista Olindo Vernocchi, esce con il titolo a tutta pagina: "Tutta la nazione combatte per la sua pace".

10 settembre 1943

A Genova, Paolo Emilio Taviani e Eros Lanfranco, responsabile del Partito d’azione in Liguria, raccolgono armi che depositano nella chiesa di San Filippo. Resistenza

10 settembre 1943

In Sardegna, il capo di Stato maggiore della divisione paracadutisti ‘Nembo’ viene ucciso da un ufficiale, mentre tenta di convincere i soldati ad accettare l’armistizio.

10 settembre 1943

A Silvio Trentin è affidato l’incarico di dirigere il Partito d’azione in Veneto.

10 settembre 1943

A Reggio Calabria, il comunista Carlo La Cava inizia la pubblicazione di "Calabria libera".

10 settembre 1943

A Fiume, il generale Gastone Gambara, rientrato da Roma, emana un’ordinanza che vieta la ricostituzione dei partiti politici perché "nel grave momento che l’Italia attraversa, c’è un solo partito per tutti, nessuno escluso: quello della concordia, dell’onore, dell’ordine. Nessuna iniziativa da qualunque parte venga sarà da me tollerata". La sera, la polizia apre il fuoco sulla folla che chiede la liberazione dei detenuti politici. Repressione armata

10 settembre 1943

A Zara, il generale Umberto Spigo, comandante del 18° corpo d’armata, firma l’accordo per la consegna delle armi alle truppe tedesche.

10 settembre 1943

A Pisino, il tenente colonnello Angelo Scrufari, comandante del 52° rgt. Fanteria, respinge la richiesta avanzata da una delegazione di cittadini di avere armi per difendersi dai partigiani slavi in arrivo, minacciando di farli arrestare se insisteranno.

10 settembre 1943

Il Comando italiano del gruppo Armate est, in Grecia, sottoscrive un accordo con i tedeschi in base al quale s’impegna a consegnare aliquote di artiglieria e di mortai, operando così un primo parziale disarmo delle proprie truppe. Il generale Carlo Vecchiarelli, comandante dell’11° Armata, si accorda con i tedeschi per consentire alle sue truppe di restare per due settimane in territorio greco con funzioni di difesa costiera per poi essere trasferite, a cura dei tedeschi, in Italia mantenendo un armamento sufficiente alla difesa, dove si sarebbero impegnate "a combattere il bolscevismo che si sviluppa in Italia e a mantenere l’ordine pubblico". L’accordo non è rispettato: qualche giorno più tardi, i tedeschi disarmeranno i militari italiani e li invieranno prigionieri in Germania, compreso il generale Vecchiarelli. Occupazione tedesca

10 settembre 1943

A Cefalonia, giunge al rappresentante del governo italiano, Vittorio Seganti di Sarsina, un telegramma firmato da Piero Parini: "N.11369 C. Ripiegate subito con tutto personale su Corfù lasciando costì solo un impiegato per reggere l’ufficio. Utilizzerete per viaggio possibili mezzi di fortuna sino a Corfù. Distruggerete archivio e materiale crittografico portando con voi relativi verbali. Accusate ricevuta. Parini".

10 settembre 1943

Alcide De Gasperi scrive a Sergio Paronetto: "Sventuratamente mi persuado sempre più che il fascismo è una mentalità quasi congenita alla generazione più giovane, una mentalità del resto atavica, nella quale riaffiorano molti fermenti del Risorgimento…ed ecco perché, in tale senso, l’antifascismo è una pregiudiziale ricostruttiva. Lei capisce, questo antifascismo non riguarda la tessera ma l’animus e i metodi della vita pubblica…Poiché nella dialettica umana il modo polemico suole essere il più efficace per ritrovare se stessi, ecco che l’antifascismo dovrà offrire a noi ancora per un pezzo un vasto campo di ricerche e orientamenti. Aggiunga che politicamente ne abbiamo bisogno anche per difendere la relativa bontà della democrazia e far tacere i cercatori del bene assoluto". D.C.

10-11 settembre 1943

A Nola, scoppia la rivolta contro il carovita e l’occupazione germanica, organizzata dal sergente dei Cc Giuseppe Pecoraro, il contadino Giuseppe Napoletano e un gruppo di giovani, che aprono il fuoco contro i tedeschi. Questi, dopo averli sopraffatti, fucilano 11 persone. Resistenza- lotta armata. Resistenza- caduti

10-26 settembre 1943

A Clissa, fra Signo e Spalato, si affrontano reparti germanici e partigiani slavi. Ai combattimenti prendono parte con i tedeschi i soldati italiani del 2° battaglione 25° rgt. Fanteria della divisione Bergamo, e con i partigiani il battaglione volontari italiani Garibaldi, formato dai carabinieri del 9° battaglione e da militi di altri reparti. E’ questo il primo combattimento in cui gli italiani si battono fra loro su fronti contrapposti.

11 settembre 1943

Il generale Kurt Student impartisce le ultime disposizioni per l’operazione sul Gran Sasso fissata per il giorno successivo, affidando l’incarico al capitano Harald Mors. Occupazione tedesca

11 settembre 1943

A Berlino, Joseph Goebbels annota nel suo diario: "Da un punto di vista sentimentale, sarebbe naturalmente molto increscioso se non potessimo liberarlo /Mussolini Ndr/. Da un punto di vista politico, tuttavia la cosa non mi spiacerebbe poi molto". Occupazione tedesca

11 settembre 1943

Il feldmaresciallo Albert Kesselring proclama zona di guerra tutto il territorio dell’Italia centrale e meridionale ed accetta di considerare Roma ‘città aperta’. Occupazione tedesca

11 settembre 1943

Un ufficiale tedesco, con adeguata scorta, si presenta al governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Azzolini, pretendendo la consegna di 60 milioni di lire. Occupazione tedesca

11 settembre 1943

Il capo di Sm generale, Vittorio Ambrosio, invia una direttiva ai capi di Sm dell’esercito, della marina e dell’aeronautica nella quale, fra l’altro, afferma: "I tedeschi hanno apertamente iniziato le ostilità contro di noi; di conseguenza sono da considerarsi nemici e le Forze armate debbono decisamente combatterli…Occorre procedere –aggiunge- in cooperazione con le forze angloamericane all’azione offensiva per la liberazione di tutto il territorio nazionale". Nella stessa giornata, il capo di Sm dell’esercito, generale Mario Roatta, dirama ai comandi delle Forze armate in Sardegna e in Corsica l’ordine di applicare la "Memoria Op 44".

11 settembre 1943

A Roma il generale Calvi di Bergolo, genero del Re, ordina ai militari di presentarsi nelle caserme con l’armamento individuale e ai civili di consegnare le armi.

11 settembre 1943

A Milano, i rappresentanti del Partito liberale e della Democrazia cristiana nel Comitato del Fronte nazionale propongono lo scioglimento dello stesso, pur sostenendo la necessità che i partiti antifascisti si mantengano in contatto. La proposta è accolta. D.C.

11 settembre 1943

A Salerno, le truppe alleate s’insediano stabilmente in città. E’ nominato governatore il colonnello Aloysius Lane. Occupazione alleata

11 settembre 1943

A Brindisi, si svolge il primo Consiglio della Corona, presente il Re che legge un messaggio inviato agli alleati di esortazione a combattere contro i tedeschi. Alla riunione prendono parte Badoglio, Umberto di Savoia, l’ammiraglio De Courten, il generale Vittorio Ambrosio, capo di Stato maggiore dell’esercito, il ministro della Real Casa Acquarone, il generale Puntoni. Regno del Sud

11 settembre 1943

A Brindisi, il maresciallo Pietro Badoglio risponde alla nota inviatagli dal generale Dwight Eisenhower il 10 settembre (vedi nota): "Già da ieri sono stati comunicati ordini a tutte le forze armate di agire vigorosamente contro le aggressioni tedesche…E’ adesso assolutamente necessario, signor generale, che coordiniamo le nostre azioni, dato che combattiamo lo stesso avversario". Regno del Sud

11 settembre 1943

A Brindisi, giungono a bordo del ‘Saturnia’, gli allievi del Collegio navale di Venezia. Regno del Sud

11 settembre 1943

A Cerignola (Foggia), le truppe tedesche fucilano 11 soldati italiani. Occupazione tedesca. Resistenza- caduti

11 settembre 1943

A Bari, il questore Tommaso Pennetta fa staccare dai muri i manifesti affissi dal Pci, Pda, Psi e Dc che invitano la popolazione ad arruolarsi nel Fronte nazionale per combattere contro i tedeschi, e ordina il fermo del tipografo Canfora, dell’azionista Lapriora e del socialista Laricchiuta che è pero’ obbligato a rilasciare, dopo alcune ore, per intervento della magistratura.

11 settembre 1943

A Ragusa, il generale Sandro Piazzoni, comandante del 6° corpo d’armata, cede i poteri al colonnello August Schmidthuber della divisione Ss ‘Prinz Eugen’. Occupazione tedesca

11 settembre 1943

A Pola, giungono le truppe tedesche. Occupazione tedesca

11 settembre 1943

A Fiume, si costituisce il primo battaglione Garibaldi, forte di 350 uomini, 200 dei quali ex carabinieri, dotato di un pezzo di artiglieria, di un mortaio, di 12 mitragliatrici pesanti e 18 leggere. Resistenza- lotta armata

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