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11 gennaio 1945

A Naro, si acutizza la rivolta contro la chiamata dei giovani alla leva. Il bilancio della repressione sarà di 5 morti, 12 feriti e 53 arrestati. Regno del Sud. Repressione armata- caduti

11 gennaio 1945

Nel corso di un convegno clandestino, svoltosi a Milano, delle federazioni regionali dell’Alta Italia, il Partito liberale decide di sostituire il suo rappresentante clandestino nel Cvl, maggiore Argenton, con Edgardo Sogno. Resistenza

11 gennaio 1945

In Piemonte, partigiani del Matteotti e del Pisacane occupano i paesi di Pray, Pianceri, Ponzone e Coggiola per sostenere le rivendicazioni degli operai della zona, scesi in sciopero; catturano un industriale come ostaggio, finché queste non sono accolte. I nazifascisti da parte loro occupano Cossogno, Rovegro, Miazzina, Cavandone, Bieno e Premeno; sono fermati dai partigiani a Ponte Casletto, dove devono ritirarsi con perdite imprecisate. Resistenza- lotta armata

11 gennaio 1945

A Roma, Giuseppe Albano uccide il carabiniere Busto Selvaggi in borgata Gordiani. Regno del Sud

12 gennaio 1945

A Licata (Agrigento), si verificano disordini contro la chiamata alla leva, nel corso dei quali resta ucciso un manifestante. Regno del Sud. Repressione armata- caduti

12 gennaio 1945

A Roccapalumba (Palermo), sono fatte esplodere 4 bombe contro la locale sezione socialista.

12 gennaio 1945

In Piemonte, presso Massazza, si verificano scontri fra partigiani e nazifascisti; altri, con gravi perdite da entrambi i lati, a San Paolo Cervo. Fra i partigiani caduti, Carlo Balzaretti (‘Intrepido’), Mario Braghin (‘Ci-Cip’) che, ferito, si finisce con una pallottola per non essere catturato; Giovanni Caravaggi (‘Cinghia’) e Acquadro Rubello, infermiere, colpito mentre soccorreva quest’ultimo. I nazifascisti occupano Cicogna, da dove proseguono il rastrellamento in Val Pogallo che si protrarrà fino al 16. Resistenza- caduti

12 gennaio 1945

La Dc risponde alla proposta di allargamento dei Cln: "Non si riesce a vedere quale sia la necessità che imponga a ciascun partito di perdere la propria individualità e fisionomia e quindi la propria funzione in una unione che, a detta del Pda e del Pc, non soltanto dovrebbe stringere tra loro i partiti ma anche le organizzazioni di massa, cosicché la cellula della vita politica italiana non sarebbe più l’organizzazione politica di partito ma la organizzazione data dai Cln che vivrebbero vita autonoma, salendo da quelli locali (di villaggio, officina, ecc.) fino a quello centrale. In realtà, una simile situazione porterebbe all’abolizione dei partiti o meglio alla creazione di una specie di partito unico, formato coi resti degli attuali partiti, male amalgamato, nel quale non si riconoscerebbero una maggioranza e un’opposizione…" Resistenza- C.L.N.

12 gennaio 1945

L’esecutivo del Partito socialista approva un ordine del giorno in cui esprime la contrarietà agli accordi stipulati dal Cln con il governo italiano. Resistenza- C.L.N.

12 gennaio 1945

A Milano, nel corso di una seduta del Clnai, Sandro Pertini critica l’accordo firmato con gli alleati affermando che il Partito socialista lo considera " di asservimento del Clnai alla politica britannica. Scopo evidente della politica inglese – prosegue Pertini – è quello di legare al proprio carro i movimenti di liberazione (vedi Grecia, Belgio, ecc.). Ciò è perfettamente riuscito nel caso del movimento italiano con la firma del documento in questione, il cui prezzo sono i 160 milioni concessi, come il famoso piatto di lenticchie, al Clnai". Ancora nel corso della riunione del Clnai, i rappresentanti del Partito socialista, Pertini e Marzola, protestano per la visita fatta da Edgardo Sogno ad Umberto di Savoia, nel corso della missione a Roma, che ha dato modo "alla propaganda internazionale di trarne motivo per una errata interpretazione". Resistenza- C.L.N.

12 gennaio 1945

Nella polemica fra il quotidiano comunista "L’Unità" e Guglielmo Giannini, s’inserisce Eucardio Momigliano che, sul giornale "Ricostruzione", scrive: "Quando un regime ha la responsabilità di una serie di delitti e di quello maggiore di aver portato l’Italia alla rovina, non è possibile essere neutrali: occorre scegliere tra il carnefice e la vittima. E quando non ci si pronunzia che ci guadagna è il carnefice e così si solidarizza con lui anche col silenzio". Qualunquismo

12 gennaio 1945

Harold Macmillan annota nel suo diario: "Alle undici e mezzo ho visto l’ambasciatore Kirk e Henry Hopkins (che rappresentava sir Noel Charles, ancora ammalato). I problemi principali sul tappeto erano: a) la sorte del generale Orlando, comandante dei carabinieri. Il governo jugoslavo (o meglio, il governo di Tito) ha chiesto che sia processato come criminale di guerra. Che dobbiamo fare? Ecco uno spinoso problema che investe dei co- belligeranti che hanno mutato parte! B) la sorte del generale Roatta, che deve essere processato entro una settimana, e il processo probabilmente rivelerà tanti particolari relativi alla firma dell’armistizio (settembre 1943), come anche atti dei servizi segreti del periodo 1934-39, molto pericolosi per la reputazione del governo americano e del governo inglese. Si è persino detto che Roatta (che era a capo dei servizi segreti, era in grado di captare tutti i telegrammi da e per Londra e Washington, e disponeva di dispositivi per ispezionare a Roma le casseforti) possiede un documento in cui Chamberlain offre le colonie francesi (per esempio Tunisi) a Mussolini! Ci sono, dunque, dei bei grattacapi! Tuttavia Alex non deve fare nulla, se non con l’appoggio del governo americano". Occupazione alleata

13 gennaio 1945

E’ trasmesso via radio un messaggio del generale Clark, succeduto ad Alexander nel comando delle armate alleate in Italia, che annuncia la ripresa dell’offensiva sulla linea Gotica e stimola la resistenza italiana. Occupazione alleata

13 gennaio 1945

In Piemonte, forze partigiane del distaccamento Fratelli Bandiera occupano il comune di Sagliano Micca. Una squadra della Volante Loss cattura nei pressi di Sillavengo una macchina che trasporta il maggiore fascista Marino Marini e il suo attendente, proponendo poi una trattativa per scambiare i due prigionieri con Giuliano Pajetta e Ferruccio Parri. L’esito della proposta è negativo: Pajetta sarà trasferito in Germania, mentre Parri sarà liberato in seguito, per l’intervento degli alleati. Marini e il suo attendente saranno invece scambiati con altri partigiani a Gattinara. Resistenza- lotta armata

13 gennaio 1945

A Siena, il colonnello Domeniconi invia una lettera al ministero della Guerra, riferita all’arruolamento di volontari, nella quale scrive: "Devo segnalare ora il lavoro di preparazione veramente encomiabile svolto a Siena ...Da più di un mese è stato costituito un Comitato con partecipazione di tutti i partiti politici della zona…si è ottenuto dagli Alleati l’autorizzazione di svolgere la settimana del volontariato...è stata svolta un’intensa ed efficace opera di divulgazione di manifesti murali a favore del movimento volontaristico, si è ottenuto che quasi tutti gli appartenenti della banda ‘Monte Amiata’ e ‘Lavagnini’ partissero volontari" Regno del Sud

13 gennaio 1945

Il generale Berardi invia alla Sottocommissione alleata di controllo per l’esercito (Mmia) una relazione nella quale segnala le pessime condizioni nelle quali sono lasciati i volontari e conclude: "Si tratta di personale in parte già addestrato, abituato al combattimento ed alla guerriglia, che costituirebbe un apporto prezioso per le forze italiane di combattimento; si tratta di uomini che in mesi di lotta alla macchia hanno sofferto durissime privazioni e traversie che giustificano la pretesa - se tale si può chiamare - di trovare, rientrando nell’esercito, un livello minimo dl condizione di vita; si tratta di elementi che, qualora inaspriti - come oggi spesso accade - potrebbero in seguito dar luogo a situazioni politiche incresciose quali già si sono verificate in altri paesi". Regno del Sud

13 gennaio 1945

Il Comando generale dei carabinieri, nel rapporto sui fatti verificatisi a Catania il 14-15 dicembre 1944, con riferimento alla morte di Antonio Spampinato, scrive: "dovrebbesi arguire che il caduto sia stato colpito o da uno dei colpi di rivoltella partiti dalla folla dei dimostranti contro il portone d’ingresso della caserma, o da uno dei sette colpi di fucile sparati dall’interno dell’atrio d’ingresso del distretto contro il portone in parola da due soldati posti a guardia di esso...Il generale Cesaretti tuttavia, nell’intento di far luce completa sul luttuoso episodio della morte dello Spampinato, ha proposto superiormente la denuncia dei militari stessi all’autorità giudiziaria" Repressione armata

13 gennaio 1945

A Roma, è fondata l’Ansa, Agenzia nazionale stampa associata. Regno del Sud

14 gennaio 1945

A Campo Giuriati, a Milano, sono fucilati dai militi del btg. Azzurro, 9 partigiani: Renato Bazzoni, Renzo Botta, Arturo Capecchi, Roberto Giardino, Attilio Folli, Roberto Ricotti, Giuseppe Rossato, Luciano Rossi e Gian Carlo Serrani. Resistenza- caduti

14 gennaio 1945

A Balocco, sull’autostrada Milano-Torino i partigiani del distaccamento Lupo attaccano il presidio fascista infliggendogli gravi perdite. Resistenza- lotta armata

14 gennaio 1945

Nella notte, una squadra di guastatori partigiani della Osella sabota un ponte di ferro sulla Novara-Varallo presso Romagnano. Resistenza- lotta armata

14 gennaio 1945

A Roma, Giuseppe Albano uccide il soldato britannico Tom Linson, intervenuto per sventare un furto di fusti di benzina da parte degli uomini del ‘Gobbo’. Regno del Sud

14 gennaio 1945

Sul quotidiano comunista "L’Unità", nell’articolo non firmato intitolato "Mauro Scoccimarro trasmette le consegne a Ruggero Grieco all’alto Commissariato per 1’epurazione", compaiono le direttive impartite da Palmiro Togliatti a Grieco:" Colpire i capi responsabili, essere indulgenti verso i funzionari medi e inferiori...Con occhio particolare bisogna guardare gli uomini degli strati grigi offrendo loro la possibilità di esprimere la loro volontà". P.C.I.

14 gennaio 1945

Fedele D’Amico, esponente della Sinistra cristiana, dichiara alla rivista "Nuova Europa" di non comprendere la nota apparsa su "L’Osservatore romano" il 3 gennaio 1945, poiché la sua componente ha come ideologia "semplicemente la democrazia, quale è stata esattamente definita dal Pontefice nel suo Messaggio natalizio nei suoi aspetti morali e politici".

15 gennaio 1945

In un rapporto, il nr.1, della Special Force si rileva che il movimento partigiano appare "un insieme di movimenti politici che lottano per obiettivi diversi". Occupazione alleata

15 gennaio 1945

Il Pwb cessa ogni controllo sulla stampa romana e chiude anche il suo quotidiano ufficiale, il "Corriere di Roma". Occupazione alleata

15 gennaio 1945

Dino Grandi scrive a Vittorio Emanuele Orlando: "Si è detto che io volevo abbattere Mussolini, ma salvare tuttavia il regime fascista. Non è vero. Oramai il regime fascista si identificava con la dittatura e da questa non poteva venire dissociato ormai più. Occorreva pertanto distruggere l’una e l’altro, per permettere alla Costituzione di risorgere e nello stesso tempo per rendere possibile la conclusione della pace con gli Alleati, pace che io intendevo dovesse essere fatta nello stesso momento della caduta della dittatura fascista". Grandi spiega inoltre che, nei suoi intendimenti, il colpo di Stato del 25 luglio 1943 avrebbe dovuto "restaurare la Costituzione, il Parlamento, le prerogative della Corona, assicurando le condizioni indispensabili perché una rivoluzione antifascista, che consideravo inevitabile, potesse svolgersi - così come la rivoluzione fascista di 21 anni prima- nell’alveo costituzionale".

15 gennaio 1945

A Roma, in una lista relativa ai risultati conseguiti nel processo di epurazione in ambito diplomatico, si evidenzia che su 490 funzionari in servizio l’8 settembre 1943, 84 sono stati collocati a riposo, 135 sono stati deferiti e di questi: 51 sono stati prosciolti, 7 rimossi dagli incarichi, 10 retrocessi, ammoniti o comunque sanzionati, 40 sono contumaci. Nel ministero di Grazia e giustizia, su 4.200 funzionari, poco più di 1.000 sono sottoposti a procedimento di epurazione, 250 dei quali sono rinviati a giudizio e solo 13 rimossi. Molti magistrati, però, hanno rassegnato le dimissioni per non incorrere nel processo epurativo e nella sola capitale sono stati 250 quelli che hanno lasciato l’incarico, quasi la metà dell’organico. Repressione fascisti

15 gennaio 1945

A Roma, Umberto Salvarezza denuncia alla polizia che "per tre giorni consecutivi" si sono verificati "scontri e attentati provocati dai signori comunisti contro membri, sezioni e sede del partito Unione proletaria". Regno del Sud

15 gennaio 1945

A Roma, è arrestato il commissario di Ps Antonio Colasurdo, accusato dal suo collega Roberto Occhetto di aver collaborato con le Ss e la ‘banda Bernasconi’. Regno del Sud

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