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25 aprile 1945

A Milano, dopo che la radio ha lanciato l’allarme relativo ad una vettura che passa per le vie cittadine con a bordo fascisti che sparano raffiche di mitra contro i passanti, una squadra di partigiani al comando di Federico Balbiano di Belgioioso, riesce a bloccarla per passare sul posto per le armi i suoi occupanti. I partigiani salgono, quindi, sulla vettura per dirigersi al proprio comando ma sono, a loro volta, bloccati da partigiani della divisione ‘Pasubio’ che, ritenendoli fascisti, li fucilano senza preoccuparsi di verificare la loro identità, come invano richiesto da Federico Balbiano di Belgioioso e dai suoi compagni.

25 aprile 1945

A Milano, è nominato presidente del Clnai Rodolfo Morandi. Il Clnai emana un decreto che abolisce la legge sulla socializzazione delle imprese e conferma i consigli di gestione che, però, dovranno essere democraticamente rinnovati. Emana un altro decreto per l’istituzione a livello provinciale dei tribunali di guerra che saranno composti da un ufficiale designato dal Comando del Cvl, un magistrato designato dal Cln, un commissario di guerra indicato dal Comando piazza e due partigiani. Stabilisce inoltre la costituzione delle Corti di assise popolari che saranno composte da un presidente nominato dal Cln e da quattro giurati indicati dai partiti antifascisti tra i cittadini maggiorenni e alfabetizzati. C.L.N. Repressione fascisti

25 aprile 1945

A Milano, i partigiani catturano Carlo Emanuele Basile, capo della provincia di Genova. Disattendendo le direttive del Clnai, Basile non viene però fucilato. Repressione fascisti

25 aprile 1945

A Milano, sono scarcerati dal carcere di San Vittore, per ordine dei tedeschi, Pietro Koch, Augusto Trinca Armati e Alba Cimini. Occupazione tedesca

25 aprile 1945

Ad Asti, in una relazione della 10^ divisione GL al Comando regionale piemontese si rileva: "La costituzione del tribunale popolare trova non pochi intralci. Molte delle persone capaci di questa alta funzione si tirano indietro con la solita frase: ’Capirete, io sono di Asti, ecc.’ Domani daremo una sistemazione alla cosa, a costo di contravvenire alle superiori disposizioni che prescrivono la presenza di rappresentanti del popolo. Vogliamo fare giustizia decisamente prima dell’arrivo degli amici alleati". Repressione fascisti

25 aprile 1945

A Genova, il generale tedesco Gunther Meinhold firma la resa del presidio germanico, alle ore 19.30, dinanzi al presidente del Cln Remo Scappini, con decorrenza dalle ore 9 del 26 aprile. La cerimonia, alla quale presenziano il prefetto Martino e il maggiore Mauro Alon, si svolge presso la residenza del cardinale del capoluogo ligure. Al termine, il prefetto afferma: "E’ forse la prima volta nella storia di questa guerra che un esercito si arrende ad un popolo che insorge". Il capitano di vascello Max Berninghaus non accetta l’ordine di resa, condanna a morte Meinhold ed ordina la resistenza ad oltranza. Il Cln nomina sindaco il socialista Vannuccio Faralli. Occupazione tedesca. C.L.N.

25 aprile 1945

A Parma, fanno ingresso le truppe alleate. Occupazione alleata

25 aprile 1945

A Verona, fanno il loro ingresso le truppe alleate. Occupazione alleata

25 aprile 1945

A Roma, il governo presieduto da Ivanoe Bonomi emana il decreto nr.205 che vieta "al personale civile e militare della Ps di appartenere a partiti politici e ad associazioni sindacali".

25 aprile 1945

A Roma, l’Alta Corte di giustizia condanna a morte Federico Scarpato, accusato di collaborazionismo con i tedeschi. La sentenza è accolta con applausi dal pubblico presente in aula. La condanna sarà eseguita. Repressione fascisti- caduti

25 aprile 1945

A Roma, il settimanale "L’Uomo qualunque" riprende le pubblicazioni. Qualunquismo

25 aprile 1945

Muore in combattimento a Cannizzano (Treviso), il sedicenne Adolfo Ortolan, simpatizzante del Fronte della gioventù. Resistenza- caduti

25 aprile 1945

E’ ucciso a raffiche di mitra il maggiore Adriano Visconti, asso della caccia repubblicana, per motivi non chiariti. Repressione fascisti- caduti

25 aprile 1945

Il tenente di vascello, Sergio Nesi, postosi a disposizione dei servizi di sicurezza alleati, sottoscrive come ufficiale della divisione X l’impegno a riprendere le armi in caso di conflitto con l’Unione sovietica. Occupazione alleata

25 aprile 1945

Guido Gonella, in un articolo, afferma che l'Italia è spiritualmente presente alla conferenza di San Francisco e riafferma la sua fiducia in un nuovo ordine internazionale "sganciato dall'esclusiva influenza delle sorti della guerra, che è guerra giusta perché guerra di liberazione ma che pure nasconde nelle sue pieghe assurdità e contraddizioni". D.C.

25 aprile 1945

Mellini Ponce de Leon annota in una minuta: "L’ambasciatore Rahn mi ha fatto sapere ieri che avrebbe avuto notizie dal generale Wolff a Milano che il ministro delle Finanze farebbe difficoltà a versare il noto contributo di guerra per le Forze armate germaniche del mese in corso. L’Ambasciatore Rahn mi ha pregato di farvi presente, Duce, come un rifiuto del Governo italiano a pagare il contributo di guerra in questo momento avrebbe, dopo tanti sforzi fatti in comune, il risultato di creare una sfavorevole atmosfera in tutto l’ambiente militare germanico, in un momento nel quale l’Ambasciata e i comandi militari cercano di fare tutto il possibile per evitare ulteriori danni non indispensabili al territorio italiano e per difenderlo dall’invasione nemica". R.S.I.

26 aprile 1945

A San Francisco (Stati uniti), si riuniscono i rappresentanti di 56 Stati per elaborare la Carta delle Nazioni unite.

26 aprile 1945

Il colonnello Walter Rauff si reca nel palazzo dell’Arcivescovado milanese e informa il cardinale Schuster che il generale Wolff è disposto a venire a Milano per firmare la resa ma necessita di una scorta che lo accompagni da Bolzano, sede del suo comando, vista l’insicurezza delle strade. In realtà, Wolff si trova in Svizzera per firmare la resa con gli angloamericani, e in giornata telefona da Cernobbio al generale Leyers, per comunicare l’imminenza della conclusione dei negoziati di resa. Quest’ultimo, a sua volta, informa Rodolfo Graziani. Nel corso della notte, un gruppo di partigiani al comando di un agente dell’Oss, preleva il generale Wolff a Cernobbio e lo porta a Lugano. Occupazione tedesca. Vaticano

26 aprile 1945

A Milano, il Clnai emana un decreto con il quale nomina questore Emilio Elia, disponendo che "le forze del Corpo volontari della Libertà, nonché tutte le formazioni ed organizzazioni che dipendono da questo Comitato sono tenute a mettersi a disposizione del dott. Elia per facilitarlo in ogni modo nell’assunzione e nell’esplicazione del mandato". Il Clnai emette un comunicato indirizzato al Ccln di tenore antigovernativo: "In vista della riforma del governo che certamente seguirà alla liberazione dell’Italia del Nord esprime al Cln centrale il voto che i ministeri decisivi per la condotta della guerra e per il rinnovamento democratico del paese, ed in particolare il ministero degli Interni, siano affidati ad uomini che abbiano recisamente combattuto il fascismo sin dal suo sorgere e che diano prova di saper degnamente esprimere i bisogni di vita e di giustizia sociale e le profonde aspirazioni democratiche delle masse lavoratrici e partigiane che sono state all’avanguardia della nostra guerra di liberazione". C.L.N.

26 aprile 1945

Il prefetto di Milano Riccardo Lombardi, nominato dal Clnai, spicca un mandato di cattura contro Franco Marinotti ed altri grandi industriali del nord. C.L.N. Repressione fascisti

26 aprile 1945

A Milano, il Cln cittadino s’insedia a Palazzo Marino, sede del Comune. Il Cln regionale assume le funzioni di Giunta regionale di governo che manterrà fino al 2 maggio, data di assunzione dei poteri da parte dell’amministrazione militare alleata. C.L.N.

26 aprile 1945

A Milano, in Prefettura, il comandante del Cvl generale Raffaele Cadorna riceve la visita del comandante partigiano piemontese Alessandro Trabucchi, appena scarcerato da San Vittore ed affacciandosi alla finestra gli mostra pochi finanzieri dicendogli: "Ecco le nostre forze. Se i tedeschi ritornano sui loro intendimenti, ci spazzano via in 10 minuti".

26 aprile 1945

A Milano, la X Mas depone le armi consegnandole ai delegati del Clnai. R.S.I. C.L.N.

26 aprile 1945

A Milano, in piazzale Susa i partigiani trucidano Carlo Borsani, medaglia d’oro al valore militare e cieco di guerra, gettandone il corpo su un carretto di rifiuti. Partigiani delle Sap assaltano la caserma della Guardia repubblicana di piazza Napoli e uccidono 12 militi. Altri gruppi partigiani, dopo avere circondato la caserma di corso Italia, convincono 300 brigatisti neri della ‘Resega’ ad arrendersi con la promessa di salvare loro la vita; invece li uccidono e in parte li incarcerano a San Vittore. Repressione fascisti- caduti

26 aprile 1945

A Milano si suicidano, lanciandosi da una finestra, Giovanni Preziosi e la moglie.

26 aprile 1945

A Milano, il quotidiano "L’Unità" esce con le foto in prima pagina di Antonio Gramsci sul letto di morte e di un sorridente Palmiro Togliatti. P.C.I.

26 aprile 1945

A Milano, compare nelle edicole il quotidiano "L’Italia libera".

26 aprile 1945

A Novara, è fissato per le ore 10.00 un incontro con tregua d’armi fra delegati dei nazifascisti e dei partigiani presso il Vescovado. Mentre i delegati si avviano all’incontro, una formazione partigiana incontra una colonna corazzata tedesca in uscita dalla città in località Veveri, dove avviene una scaramuccia. L’incontro è difficile e si protrae con interruzioni per tutta la giornata; infine i tedeschi accettano di firmare la resa, alla condizione inderogabile di asserragliarsi con tutte le armi nelle due caserme cittadine, e di essere considerati prigionieri di guerra fino all’arrivo degli alleati ; diversamente, avrebbero continuato a combattere. La condizione è accettata e i partigiani sfilano infine per le vie di Novara. Occupazione tedesca. C.L.N. Vaticano

26 aprile 1945

A Como, il capitano di fregata Giovanni Dessy, ufficiale del Sim, Salvatore Guastoni, agente del Sim provvisto di una lettera di credenziali del consolato americano di Berna, il colonnello Sardagna, per conto del generale Raffaele Cadorna, stabiliscono un accordo con le forze fasciste presenti in città, rappresentate da Vittorio Mussolini, Vanni Teodorani, e gli emissari di Pino Romualdi, vicesegretario del Pfr, Colombo e Motta per la concentrazione delle truppe repubblicane in valle d’Intelvi, a San Fedele, dove attenderanno di consegnarsi agli alleati. L’accordo è firmato da Guastoni e dal maggiore De Angelis, comandante militare della piazza su nomina del Clnai, da una parte, e da Colombo e Motta, per parte fascista. L’accordo prevede la partenza della colonna fascista da Como alle ore 7 del 27 aprile. R.S.I. C.L.N.

26 aprile 1945

A Porlezza, al bivio di Lanzo, i partigiani arrestano Guido Buffarini Guidi. Repressione fascisti

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