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15 febbraio 1946

Il governo italiano chiede all’americana Export import Bank un prestito di 940 milioni di dollari. Stati Uniti- Italia

15 febbraio 1946

A Roma, il Consiglio dei ministri affronta per la seconda volta il problema dei prefetti. Prevale la tesi di De Gasperi che li vuole di carriera ed apolitici, contrapposta a quella dei comunisti, con il sostegno del socialista Giuseppe Romita. D.C.

15 febbraio 1946

A Roma, si svolge una riunione fra i rappresentanti del Cln, della Fiat Mirafiori, i ministri Gronchi e Barbareschi e i rappresentanti della Fiat guidati da Vittorio Valletta, nel corso della quale il governo si impegna "a sostenere il nuovo programma di produzione con il rifornimento di scorte sufficienti di materie prime e la assegnazione di adeguate commesse statali".

16 febbraio 1946

Il generale M.Lush invia ad Alcide De Gasperi una lettera per protestare contro l’Azienda rilievo alienazione residuati (Arar) che ha assegnato a civili motoveicoli necessari, a suo avviso, per i carabinieri. Lush conclude: "Concorderete, sono certo, che è essenziale che si crei fiducia nell’Esercito provvisorio italiano interim sia in Italia che nelle Nazioni unite. Ciò può essere fatto solo se i bisogni dell’esercito sono sufficientemente apprezzati e soddisfatti dal governo italiano. L’accoglimento delle proposte delineate può costituire un concreto passo avanti su quella strada". Occupazione alleata

16 febbraio 1946

Il decreto del 1 febbraio che sopprime l’alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo è pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Repressione fascisti

16 febbraio 1946

Pietro Nenni annota nel suo diario: "Naturalmente per liberali, demolaburisti e qualunquisti il voto obbligatorio non è soltanto un pretesto. Ciò che vorrebbero è una crisi di governo su iniziativa dei democristiani. Penso che resteranno con le pive nel sacco, a meno di gravi discordie sulla questione dei poteri della Costituente. Una crisi, oggi, servirebbe alla destra e basta!". P.S.I.

16 febbraio 1946

Il quotidiano comunista "l’Unità" scrive: "l’Uomo qualunque / è un / movimento che costituisce al tempo stesso una sopravvivenza e un’anticipazione del fascismo" e definisce i suoi dirigenti "tristi speculatori delle sventure d’Italia, torbidi giocolieri che tentano di riesumare il fascismo vestendolo da pagliaccio". P.C.I. Qualunquismo

16 febbraio 1946

A Roma, nel corso di una riunione della direzione nazionale del Pci, si esamina la possibilità di un colpo di Stato monarchico. Giuseppe Di Vittorio afferma: "Noi potremmo anche sviluppare una certa azione armata; abbiamo una qualche esperienza e possediamo quadri che ci possono permettere di far fronte al colpo di Stato". Anche Palmiro Togliatti pone l’accento sul pericolo di un colpo di Stato monarchico: "…Io credo che su questo punto, sul terreno della forza, non possiamo essere molto sicuri perché la Monarchia si organizza e, poi, sarà aiutata sottomano dagli alleati stessi; poi ci sono i Carabinieri e una parte dell’Esercito. Posta così la questione, a me pare che a noi non convenga arrivare così improvvisamente, non preparati organizzativamente dal punto di vista della lotta armata, ad una decisione …". Il verbalizzante evita di porre per iscritto quale debba essere l’effetto della "decisione" di prepararsi ad un eventuale scontro armato con le forze armate filo – monarchiche. Mauro Scoccimarro si sofferma invece sull’epurazione: "Sul problema dell’epurazione penso che potremo dire qualcosa che non abbiamo mai detto finora, e cioè che non è vero che l’epurazione sia stata un fallimento completo, ma che, per l’intervento degli altri partiti, non è stato possibile dare a questo problema un indirizzo e una spinta maggiore. Certo non potremo attaccare Nenni, ma è fuori dubbio che egli è stato l’elemento più nefasto nell’epurazione". Durante la stessa riunione, Celeste Negarville evidenzia la "miseria crescente delle masse" e afferma: "Data la situazione che stiamo attraversando, è impossibile pensare che non vi siano agitazioni. Io sono del parere che bisogna impedire che tali manifestazioni si instradino verso movimenti estremistici…"; e per questa ragione Negarville chiede che il Pci se ne ponga alla testa "per orientarli, per inquadrarli e per dare loro degli obiettivi politici che non siano fuori dal quadro della nostra linea politica della lotta per la democrazia". P.C.I.

16 febbraio 1946

A Roma, il capitano dei carabinieri Pantaleo arresta Vincenzo Guarniera per truffa, porto abusivo di uniforme e sostituzione di persona.

16 febbraio 1946

A Roma, nel processo di appello a carico di Umberto Salvarezza, la pena è aumentata ad anni 8 e 4 mesi di reclusione.

16 febbraio 1946

Giunge nel carcere di Procida il maresciallo Rodolfo Graziani.

16 febbraio 1946

A Napoli, è inaugurato l’Istituto Croce alla presenza, fra gli altri, dei comunisti Sereni e Amendola. Direttore è nominato Adolfo Omodeo.

16-19 febbraio 1946

A Roma, si svolge il primo congresso nazionale del ‘Fronte dell’Uomo qualunque’. Emilio Patrissi, nel corso del suo intervento attacca i capi della Resistenza definendoli "branchi di jene e di sciacalli, rinnegati che per vent’anni congiurarono alla perdita della Patria, che affondarono nelle carni martoriate del paese gli stili acuminati della vendetta e dell’odio". Nella mozione conclusiva, si riafferma la fedeltà al liberalismo, la condanna dell’epurazione, la difesa della religione cattolica come religione di Stato. E’ inoltre approvato un odg nel quale si dichiara che il Fronte dell’Uomo qualunque si è costituito "in partito politico nella terza seduta del primo congresso nazionale in data 18 febbraio 1946" e si invitano le autorità politiche a prenderne atto. Infine, sono eletti presidente Guglielmo Giannini, e vice presidenti Mario Marina e Nicola Lagravinese. Qualunquismo

17 febbraio 1946

Entra in vigore il decreto del 1 febbraio 1946 (vedi nota). Repressione fascisti

18 febbraio 1946

Pietro Nenni annota nel suo diario: "E’ uscito sulla Gazzetta ufficiale il decreto che mette fine all’alto commissariato. Me ne vado zitto zitto, felice di lasciar cadere di mano il carbone ardente dell’epurazione, convinto di aver fatto il mio dovere, sia con la legge che porta il mio nome, sia liquidando l’alto commissariato…Ci voleva non poco coraggio a prendere una tale decisione. E’ cosa fatta. Ne sono contento". P.S.I. Repressione fascisti

18 febbraio 1946

Il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Brunetto Brunetti, per giustificare il mancato arresto dei capi dell’esercito separatista siciliano, con qualche modesta eccezione, scrive: "A loro carico non sono affiorati convincenti elementi di diretta partecipazione all’organizzazione del Gris e delle bande armate, per cui finora non sono state raccolte prove sufficienti a giustificare il loro arresto e la conseguente denuncia all’autorità giudiziaria. Al loro fermo si è anche soprasseduto perché, da quanto ha riferito il commendator Messana, il ministero dell’Interno non intenderebbe allargare troppo le repressioni, che verrebbero limitate alle sole persone direttamente coinvolte nelle azioni criminose, e ai loro fiancheggiatori…". Separatismo- Sicilia

19 febbraio 1946

A Roma, Palmiro Togliatti informa l’ambasciatore sovietico Kostylev di aver suggerito ad Alcide De Gasperi che "il passaggio della Tripolitania sotto il controllo sovietico sarebbe più favorevole per l’Italia che un controllo delle quattro potenze o un controllo inglese, perché l’Urss indubbiamente sarà più attenta agli interessi italiani in Tripolitania e nel Mediterraneo; l’Urss non ha una politica coloniale e terrà lealmente presenti gli interessi italiani". P.C.I.

19 febbraio 1946

Un rapporto dell’Oss segnala che Pietro Nenni, per salvaguardare l’unità del partito, ha deciso di far rappresentare i socialisti nella Cgil dal moderato Luigi Carmagnola al posto di Oreste Lizzadri. Stati Uniti- Italia. P.S.I.

19 febbraio 1946

La stampa annuncia che, a Torino, è stato raggiunto l’accordo per la istituzione dei consigli di gestione e la fine del regime commissariale, con il ritorno di Vittorio Valletta alla guida dell’industria automobilistica.

19 febbraio 1946

Guido Gonella su "Il Popolo" scrive che "il generale orientamento verso sinistra dell’opinione pubblica che aspira a radicali mutamenti sociali" deve essere soddisfatto dalla Democrazia cristiana. D.C.

20 febbraio 1946

Il ministro dell’Industria, Giovanni Gronchi, chiede di "fare obbligo alle cooperative suddette –tra reduci e partigiani- di offrire adeguate garanzie per il buon fine dei lavori concessi, nonché per il recupero e per la destinazione dei materiali in conformità ai capitoli di appalto. Tale misura prudenziale sembra tanto più necessaria in quanto trattasi di imprenditori che non sempre dispongono di sufficienti mezzi finanziari o di adeguati beni reali". D.C.

20 febbraio 1946

"Italia libera", organo del Partito d’azione, scrive che "è venuto il momento di opporre una intransigenza concreta, operosa, assoluta, e di impedire che il nostro avvenire possa essere compromesso dal propagarsi di un ‘virus’ che ripete i caratteri del fascismo e che può procacciarci il danno che il fascismo ci ha già procurato".

20-25 febbraio 1946

Il Consiglio di gabinetto dei ministri discute la questione relativa ai poteri dell’Assemblea costituente e al referendum istituzionale. Nel corso di una riunione, il 21 febbraio, Alcide De Gasperi mostra ai ministri la lettera dell’ammiraglio Ellery Stone sulla questione istituzionale e la limitazione dei poteri dell’Assemblea. Occupazione alleata. D.C.

21 febbraio 1946

E’ approvato l’art.66 della legge elettorale, il cui 2° comma punisce con la reclusione da 6 mesi a 3 anni i ministri di culto che "con allocuzioni o discorsi in luoghi destinati al culto o in riunioni di carattere religioso o con promesse o minacce spirituali, si adoperano a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura o a vincolare i voti degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all’astensione". Il 1° comma prevede le stesse pene per i pubblici ufficiali che si rendessero responsabili dei medesimi reati. L’articolo è approvato con 213 voti favorevoli e 85 contrari.

21 febbraio 1946

Il quotidiano comunista "L’Unità", riferendosi al memorandum dei giuristi americani, scrive: "Si tratti di una nota ufficiale o di un consiglio amichevole, è certo che il passo americano rappresenta né più né meno che il tentativo da parte di una potenza straniera di intervenire in un momento particolarmente delicato nella soluzione di un problema che è di esclusiva pertinenza del popolo italiano. Fino ad oggi, infatti, nessun dubbio è stato sollevato sul diritto del popolo italiano di scegliersi liberamente le proprie future forme di governo". P.C.I. Stati Uniti- Italia

22 febbraio 1946

George Kennan, incaricato d’affari americano a Mosca, invia il ‘lungo telegramma’ (8 mila parole) al segretario di stato Byrnes nel quale denuncia il pericolo sovietico. Il ‘lungo telegramma’ è ritenuto l’atto fondamentale dell’inizio della ‘guerra fredda’. Stati Uniti

22 febbraio 1946

A Reggio Emilia, Didimo Ferrari (‘Eros’) annota nel suo diario: "Questa mattina un compagno di Bagnolo mi riferiva che un aeroplano la notte scorsa aveva gettato un apparecchio di ascolto o trasmissione. Era andato a finire a Modena, ma ora l’ho a casa mia. Domani lo consegnerò a…per sapere di che si tratta. Si pensa ad un apparecchio destinato a neofascisti…La reazione lavora molto e adopera qualsiasi mezzo. Noi siamo però in gran parte a conoscenza del suo lavoro tramite il lavoro del compagno che si trova nel movimento tricolore (vedi nota dell’8 gennaio 1946). Si conoscono vari nomi di coloro che finanziano il gruppo qualunquista di Reggio e la ‘Nuova penna’…". P.C.I.

23 febbraio 1946

Il quotidiano vaticano "L’Osservatore romano" definisce ingiusto il 2° comma dell’art.66 della legge elettorale (vedi nota 21 febbraio 1946) "giacché…misconosce e…impugna la libertà del dovere e del diritto del sacerdote di illuminare, consigliare, ammonire la coscienza dei fedeli sui pericoli che minacciassero la fede, la morale, la civiltà cristiana o per aperto contrasto o per agnosticismo di programmi politici". Vaticano

24 febbraio 1946

A Buenos Aires (Argentina), Juan Domingo Peron diviene presidente della repubblica.

24 febbraio 1946

A Spoleto, al congresso del Partito democratico italiano, Vincenzo Selvaggi afferma che il Fronte dell’Uomo qualunque è nato da "un’ansia di libertà, dal disgusto della dittatura, dal senso diffuso di malessere e di oppressione che i governi del Cln hanno provocato in Italia, ansia di libertà, disgusto della dittatura forse talvolta esasperati e scomposti, ma ciò anche a causa della posizione presa contro il Movimento dell’esarchia". Qualunquismo

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