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14 luglio 1948

A Pisa, uno studente iscritto al Msi, Vittorio Ferri, apre il fuoco su un corteo di dimostranti comunisti ma è sopraffatto ed ucciso. Violenza politica- caduti

14 luglio 1948

A Firenze, la polizia carica i dimostranti comunisti ferendone 3. Repressione armata

14 luglio 1948

A Livorno si ingaggia una vera battaglia di strada; i dimostranti svaligiano negozi di armi e disarmano pattuglie di agenti di Ps. Nel corso degli scontri che ne seguono, è ucciso un operaio ed altri 18 dimostranti sono feriti. E’ ucciso anche l’ agente di Ps Giorgio Lanzi, e altri 4 rimangono feriti. Repressione armata- caduti

14-15 luglio 1948

A Cosenza, il questore ed il prefetto abbandonano la città rifugiandosi nel campo trincerato delle ‘Casermette’. Cosenza rimane in mano ai manifestanti comunisti, i cui dirigenti inviano al presidente della repubblica un telegramma: "Popolazione Cosenza indignata attentato a Togliatti frutto campagne odio contro classe operaia, chiede dimissioni governo". Movimento operaio

14-15 luglio 1948

A Genova, esplode la rivolta operaia per l’attentato contro Palmiro Togliatti. Migliaia di manifestanti affluiscono in piazza De Ferrari, poi attaccano la caserma della polizia a ponte Spinola. E’ presa ed incendiata una camionetta della polizia e presi in ostaggio 6 celerini, devastata la sede del Msi in via XX settembre, dove i manifestanti bloccano 5 autoblinde della polizia, saltando sulle torrette e disarmando gli occupanti. Tutte le fabbriche sono ferme e un comizio alle 17 vede la partecipazione di 100.000 lavoratori; mentre in tutta la città accadono episodi di fraternizzazione fra operai e soldati. Sorgono barricate, difese da mitragliatrici, radio e giornali passano sotto il controllo della Camera del lavoro. La rivolta si estende a Sestri ponente, Bolzaneto, Chiavari, Nervi. Alle 13 del 15 luglio il prefetto dichiara lo stato d’assedio e viene scatenata una repressione durissima, mentre i dirigenti di Pci, Psi e Cdl invitano i dimostranti a desistere. Mentre sui colli circostanti si schierano tre battaglioni di alpini in assetto di guerra, la polizia fa uso massiccio di armi da fuoco che uccidono, nel primo giorno della rivolta, Biagio Stefano e Mariano d’Amori e, il giorno seguente, Angiolina Alice Roba, mentre 43 sono i manifestanti feriti. Repressione armata- caduti

15 luglio 1948

A La Spezia, la rivolta dei militanti di Pci e Psi esplode contro le sedi della Democrazia cristiana, del Partito socialdemocratico e dell’Uomo qualunque, difese dalla polizia che apre il fuoco sui dimostranti, ferendone 2. Viene ucciso l’agente di Ps Alessandro Saletti e altri 6 agenti rimangono feriti. Repressione armata

15 luglio 1948

A Bologna, nel corso della manifestazione di protesta per l’attentato a Togliatti, la Celere apre il fuoco uccidendo un operaio e ferendone gravemente altri 11. Repressione armata- caduti

15 luglio 1948

A Imola, militanti comunisti uccidono nella sua casa Guido Cavalli, anticomunista. Violenza politica- caduti

15 luglio 1948

Ad Abbadia San Salvatore (Siena), i minatori danno inizio a una rivolta, nel corso della quale vengono uccisi il carabiniere Battista Carloni e il maresciallo dei carabinieri Virgilio Ranieri. L’intervento massiccio di forze di Ps, carabinieri e militari reprime la rivolta e comporta l’arresto di 264 minatori ed operai, ai quali seguirà, successivamente, il rinvio a giudizio di 337 persone. Violenza politica- caduti. Repressione armata

15 luglio 1948

A Civita Castellana (Viterbo), la polizia carica un corteo di operai che intendono occupare una fabbrica, ma è respinta ed un carabiniere rimane ucciso mentre altri vengono disarmati. La città è poi occupata da truppe motorizzate. Violenza politica- caduti. Repressione armata

15 luglio 1948

A Porto Marghera (Venezia), i manifestanti comunisti provvedono a disarmare agenti di Ps e carabinieri, ma in uno scontro a fuoco la polizia uccide l’operaio Cesare Pietro e ne ferisce un secondo. Repressione armata- caduti

15 luglio 1948

A Milano, gli operai occupano lo stabilimento della Motta, azione per la quale saranno denunciati in seguito Giovanni Businelli ed Eliseo Galliani. E’ occupata anche la Bezzi. Per quest’ultima azione, sono successivamente denunciati Arturo Bossi, Erminio Zanon, Alessandro Gavozzi, Renzo Malagani e Francesco Motta. Movimento operaio. Repressione

15 luglio 1948

A Torino, un giovane comunista muore per l’esplosione anticipata di una bomba a mano che stava per lanciare sulla polizia. Movimento operaio

15 luglio 1948

A Gravina di Puglia (Bari), i manifestanti invadono il pastificio Divella e nel successivo intervento le forze di polizia uccidono a colpi di moschetto il bracciante comunista Michele d’Elia. Repressione armata- caduti

15 luglio 1948

A Eboli (Salerno), si arriva allo scontro fra manifestanti comunisti e carabinieri, 5 dei quali rimangono feriti, mentre è gravemente ferito dai colpi di arma da fuoco dei carabinieri il comunista Luigi Silico. Repressione armata

15 luglio 1948

A Pozzuoli (Napoli), la polizia carica i dimostranti comunisti ferendone 23. Repressione armata

15 luglio 1948

Il governo diffonde, in mattinata, un comunicato in cui accusa la Cgil di aver proclamato uno sciopero insurrezionale. Nel corso di una riunione del Consiglio dei ministri, Alcide De Gasperi afferma che lo sciopero generale è un "evidente tentativo di sovvertimento dell’ordine costituzionale, andando contro un governo che ha fiducia delle Camere...è evidente che i comunisti hanno un piano pronto e che lo sfrutteranno al momento opportuno...". La Cgil, aggiunge il primo ministro, con la proclamazione dello sciopero si è presa la responsabilità di andare contro il governo e questo non resterà senza conseguenze. Lo stesso De Gasperi, in una dichiarazione che verrà riportata il giorno successivo da "Il Corriere lombardo", afferma peraltro "di essere ancora propenso a considerare lo sciopero come spontanea manifestazione di sdegno e di dolore". D.C.

15 luglio 1948

Alla direzione nazionale del Pci perviene il messaggio di Giuseppe Stalin di solidarietà con Palmiro Togliatti: "Il comitato centrale del Partito comunista bolscevico dell’Urss è indignato per il brigantesco attentato compiuto da un essere che è al di fuori del genere umano contro la vita del capo della classe operaia e di tutti i lavoratori d’Italia, il nostro caro compagno Togliatti. Il comitato centrale del Partito comunista bolscevico è contristato dal fatto che gli amici del compagno Togliatti non siano riusciti a difenderlo dal vile attentato a tradimento". P.C.I.

15 luglio 1948

Gli 11 componenti democristiani del comitato direttivo della Cgil inviano una lettera ai segretari generali Giuseppe Di Vittorio, Fernando Santi e Renato Bitossi, affermando che la decisione assunta il giorno precedente aggrava la situazione del paese e chiedendo la conclusione dello sciopero entro la giornata. Scissione sindacale

15 luglio 1948

Una delegazione sindacale formata da Di Vittorio, Bitossi e Santi, ricevuta da De Gasperi il pomeriggio, tiene un atteggiamento prudente e chiede "un cambiamento di situazione per ristabilire un regime di libera convivenza". Movimento operaio- sindacati

15 luglio 1948

Nella notte, l’esecutivo della Cgil decide di ordinare la ripresa del lavoro. Alle domande dei giornalisti, Di Vittorio dichiara: "Il comitato esecutivo confederale ha deciso la cessazione dello sciopero alle ore 12 di oggi. A quell’ora riprenderà il lavoro in tutta Italia…L’esecutivo si è assunto la responsabilità di dichiarare la cessazione dello sciopero, pur sapendo che la maggior parte delle Camere del lavoro ne avevano chiesto la continuazione". In una interpellanza al governo, Di Vittorio dichiarerà: "La Cgil, sanzionando lo sciopero spontaneo, voleva tenerlo in pugno" e Nenni, nella stessa seduta: "E’ vera ottusità politica e morale il non aver compreso da parte del governo il significato della decisione presa dalla Cgil in contrasto con la volontà della classe operaia". Ma il vertice sindacale e dei partiti di sinistra faticherà a far rientrare la rivolta dilagata in tutto il Paese. Scriverà Pietro Secchia, a proposito dello sciopero, che "in alcuni grandi centri industriali, si sono manifestate tendenze a un dualismo di direzione. Elementi, pure iscritti al partito, in nome di organizzazioni di massa o rivendicando meriti acquisiti nella lotta di liberazione, cercano di prendere la mano agli organismi responsabili del partito e pretendono di sostituirsi ad essi. Fatti del genere si sono verificati a Torino, a Venezia e in qualche altra località…". Movimento operaio- sindacati. P.C.I.

15 luglio 1948

Su "Cronache sociali", Costante Righini definisce i Comitati civici "l’unione dei quadri di tutte le organizzazioni dei cattolici italiani di ogni genere e tipo non esplicitamente politico, con lo scopo di stabilire un obiettivo comune, al quale ogni organizzazione, attraverso la rispettiva base ed il proprio campo d’influenza deve mirare".

15 luglio 1948

A questa data, come rivelerà il 15 gennaio 1992 al quotidiano "Il Corriere della sera" Alberto Bondicelli, presidente democristiano della provincia di Massa Carrara, le formazioni paramilitari anticomuniste sono ancora attive: "Se il Piano K fosse scattato – racconta – avevo il compito di far suonare le campane di tutti i paesi e di inviare un nucleo di uomini a prelevare le armi che erano custodite nel cortile della caserma dei carabinieri di Massa...Negli scenari del Piano K si ipotizzava che i comunisti avrebbero puntato alla divisione dell’Italia per comandare al Nord. Il nostro compito era di evitare tutto ciò. Dislocati ai valichi appenninici, eravamo in grado di controllare un fronte esteso dalla Lunigiana fino a Lucca". Strutture clandestine e semiclandestine

16 luglio 1948

In Inghilterra, 5 aeroporti della Raf passano sotto il controllo delle forze armate statunitensi. Stati Uniti

16 luglio 1948

A Roma, l’Ambasciata americana invia un telegramma alla Segreteria di stato, nel quale segnala: "Ci sono indicazioni secondo cui un’insurrezione comunista potrebbe essere stata progettata in Italia in seguito al tentato assassinio di Togliatti". Stati Uniti- Italia

16 luglio 1948

Il ministro degli Interni Mario Scelba comunica il bilancio ufficiale degli incidenti seguiti all’attentato contro Palmiro Togliatti: 7 morti e 120 feriti tra le forze di polizia; 7 morti e 86 feriti tra i cittadini. Repressione armata- caduti

16 luglio 1948

La corrente sindacale democristiana della Cgil stila un documento di condanna dello sciopero indetto per l’attentato a Palmiro Togliatti, accusando l’esecutivo della Cgil di aver "infranto il patto di unità sindacale e violato lo spirito e la lettera dello Statuto". Il documento conclude, quindi, con la convocazione, "d’intesa con la presidenza centrale delle Acli" di una convocazione nazionale straordinaria della corrente sottolineando "la necessità di un sindacato autonomo e democratico che, in clima di rinnovata fraternità, sia veramente libero da ogni e qualsiasi influenza di partito". Scissione sindacale

16 luglio 1948

Pietro Nenni annota nel suo diario: "Mercoledì avevo offerto una mano a De Gasperi. Ho detto oggi che davanti alla sua risposta negativa, lasciavamo al governo la responsabilità della situazione e dei suoi sviluppi". P.S.I. D.C.

16 luglio 1948

A Torino, una riunione delle commissioni interne convocata nelle prime ore del mattino dalla segreteria della Camera del lavoro, registra l’ostilità dei delegati a recepire la direttiva nazionale. A mezzogiorno, secondo le cronache locali, il lavoro è ripreso solo saltuariamente in alcuni stabilimenti, i tram non circolano e le poche vetture uscite sono prese a sassate. La Celere, intervenuta in più riprese, non riesce a ristabilire l’ordine finché non giunge da Roma, con un aereo speciale, il senatore Celeste Negarville che riporta l’ordine in città e alla Fiat, occupata dagli operai. Movimento operaio- sindacati. P.C.I.

16 luglio 1948

A Milano, migliaia di lavoratori invadono nelle prime ore del mattino la Camera del lavoro, per convincere i dirigenti a non obbedire alla direttiva nazionale. Nonostante alle ore 16 un comunicato della Cdl invitasse i lavoratori a riprendere l’attività, lo sciopero si protrae per tutta la giornata, fermi anche i trasporti ed i servizi pubblici, assaliti alcuni tram usciti in largo Augusto, viale Campania e via Custodi. Movimento operaio- sindacati

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