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7 luglio 1948

A Milano, gli operai occupano per una vertenza sindacale lo stabilimento della Motta, in viale Corsica, ma sono caricati dalla Celere. Repressione armata

8 luglio 1948

In Medio Oriente, riprendono le ostilità fra arabi ed israeliani che si concluderanno il 18 luglio quando entrerà in vigore una seconda tregua.

8 luglio 1948

A Milano, è occupata la Bezzi e il suo titolare malmenato. La polizia carica, a sua volta, gli operai. Repressione armata

9 luglio 1948

Nel corso del Consiglio dei ministri, a proposito dei patti militari, Alcide De Gasperi afferma che "l’alternativa non (è) tra i patti e no, ma tra garanzia dell'America e no". D.C.

10 luglio 1948

Il sottosegretario americano dell’esercito Kenneth Royall scrive a Forrestal "per avere un certo numero di bombe ‘A’ disponibili (in Inghilterra o da qualche altra parte) per un uso immediato". Stati Uniti

10 luglio 1948

Alla Camera dei deputati, Palmiro Togliatti pronuncia un discorso contro l’adesione dell’Italia all’Erp (European Recovery Program), noto anche come ‘piano Marshall’. Conclude: "Desidererei dirvi però anche un’altra cosa: ed è che se il nostro paese dovesse essere trascinato davvero per la strada che lo portasse a una guerra, anche in questo caso noi conosciamo qual è il nostro dovere. Alla guerra imperialista si risponde oggi con la rivolta, con l’insurrezione per la difesa della pace, dell’indipendenza, dell’avvenire del proprio paese. Sono convinto che nella classe operaia, nei contadini, nei lavoratori di tutte le categorie, negli intellettuali italiani vi sono uomini che saprebbero comprendere, nel momento opportuno, anche questo dovere". P.C.I. Stati Uniti- Italia

11 luglio 1948

Il ministro degli Esteri Carlo Sforza invia un telegramma all’Ambasciata italiana a Washington, nel quale ribadisce che l’Italia non si considera vincolata con nessuno dei due blocchi.

11 luglio 1948

Vittorio Emanuele Orlando, su carta intestata all’Assemblea costituente, invia a Frank Coppola, a Partinico, un biglietto di ringraziamento per un fusto di vino fattogli pervenire dall’esponente mafioso.

11 luglio 1948

A Bareggio (Milano), militanti comunisti lanciano una bomba a mano Srcm contro la statua della Madonna pellegrina, ferendo lievemente una trentina di persone, fra cui 7 bambine. Violenza politica

12 luglio 1948

Firma della ratifica del piano Marshall. Stati Uniti- Italia

13 luglio 1948

Myron Taylor riferisce, in una relazione ad Harry Truman, che Alcide De Gasperi gli ha espresso l'opinione "che senza gli aiuti del piano Marshall non solo l'Italia ma anche gli Stati a lei vicini non sarebbero stati capaci di sostenere la pressione del comunismo e il conseguente probabile espandersi dell'influenza russa". Informa inoltre che Pio XII "è risoluto nell’affermare che non ci deve essere tregua nella pressione contro il comunismo sia in Italia che in Europa, che egli e la Chiesa continueranno ad essere vigilanti ed aggressivi, e speranzosi che l’evidente declino nella lealtà del partito comunista possa continuare , ed è convinto che essa abbia subito non soltanto una sconfitta ma stia pure gradualmente declinando in tutta l’Italia". Stati Uniti- Italia. D.C.

13 luglio 1948

Il dirigente socialdemocratico Carlo Andreoni scrive sul quotidiano "L’Umanità", organo del partito, un articolo contro Palmiro Togliatti: "L’intero discorso di Palmiro Togliatti è il discorso di un paranoico e poco importa sapere se si tratti di una paranoia effettiva o di una simulazione di malattia. Nel caso di Togliatti propendiamo per questa seconda ipotesi…Per quanto ci riguarda dinanzi a questa prospettiva, ci limitiamo ad esprimere l’augurio, e più che l’augurio la certezza, che se quelle ore tragiche dovessero veramente suonare per il nostro paese, prima che i comunisti possano consumare per intero il loro tradimento, prima che armate straniere possano giungere sul nostro suolo per conferire ad essi il miserabile potere ‘Quisling’ al quale aspirano, il governo della Repubblica e la maggioranza degli italiani avranno il coraggio, l’energia e la decisione sufficienti per inchiodare al muro del loro tradimento Togliatti ed i suoi complici, e per inchiodarveli non metaforicamente". P.C.I.

14 luglio 1948

L’Italia firma l’accordo navale con la Francia cedendo alle pretese di quest’ultima relative all’applicazione delle clausole del Trattato di pace.

14 luglio 1948

A Roma, alle ore 11.35 dinanzi all’ingresso di palazzo Montecitorio, lo studente Antonio Pallante, simpatizzante di destra ma ufficialmente non aderente a nessun partito, spara contro il segretario nazionale del Pci, Palmiro Togliatti, ferendolo gravemente alla nuca e al torace. Prima di cadere ferito, Togliatti dice a Scoccimarro, accorso a soccorrerlo: "dite ai compagni di stare calmi". Interrogato più tardi dal vice commissario di Ps Umberto Federico D’Amato e dal commissario capo Tommaso Audiffred, alla presenza del procuratore della repubblica di Roma Lutri e del procuratore aggiunto Aromatisi, Antonio Pallante dichiara di aver sparato a Togliatti poiché ritiene che "in lui si debba ravvisare l’elemento più pericoloso alla vita politica italiana che con la sua attività di agente di potenza straniera impedisce il risorgere della Patria". Violenza politica. P.C.I.

14 luglio 1948

Il ministro degli Interni Mario Scelba invia a prefetti e questori un telegramma contente le prime disposizioni dopo l’attentato a Palmiro Togliatti : "Stamane studente universitario Palante Antonio iscritto secondo sue dichiarazioni Partito liberale habet attentato vita on.le Togliatti rimasto gravemente ferito stop. Tentativi di violenza contro sedi partiti aut persone dovranno essere impediti ogni mezzo stop. Caso necessità dispongasi divieto pubbliche manifestazioni stop. Episodio doloroso con responsabilità individuale già accertata non potest costituire motivo per turbare vita Paese aut ritorno violenza fazioni". D.C.

14 luglio 1948

Alla Camera, appena giunta la notizia dell’attentato a Togliatti, esplodono tumulti da parte comunista e socialista. Giancarlo Pajetta si rivolge a Giuseppe Saragat per dirgli: "Lei, onorevole Saragat, anzi tu, traditore del socialismo, hai affidato il giornale di un partito che si chiama socialista a quel delinquente professionale che si chiama Carlo Andreoni…". Una mozione contenente richiesta di dimissioni dell’esecutivo è avanzata da Pajetta per il Pci e da Nenni per il Psi: sarà votata per volere del presidente del Consiglio solo 3 giorni dopo. Al Senato, Sandro Pertini dichiara: "Ieri sul giornale di un vice presidente del Consiglio, sulla ‘Umanità’ un criminale, perché altra parola non può essere detta nei suoi confronti, ha scritto un articolo di cui dovrebbero vergognarsi anche i suoi compagni di partito…". Il governo rimane in seduta permanente per tutta la giornata del 15. P.C.I. P.S.I.

14 luglio 1948

Alle ore 22, le forze armate sono poste in stato di ‘preallarme’. Repressione armata

14 luglio 1948

Il quotidiano "L’Unità", nella edizione straordinaria uscita nello stesso pomeriggio del 14, pubblica un appello della direzione del partito che lancia la parola d’ordine "dimissioni del governo della discordia e della fame, del governo della guerra civile", nel quale si specifica che la lotta alla quale sono chiamati i lavoratori italiani contro il "vile attentato" è uno "sciopero politico di protesta" diretto a "rivendicare la pace interna, la legalità repubblicana e la libertà dei cittadini". Il quotidiano afferma, inoltre: "Il sicario è l’esecutore di un delitto scaturito dall’atmosfera politica di provocazioni e di violenze deliberatamente creata dal governo De Gasperi- Scelba, dal governo della guerra civile. Si levi in tutto il paese la indignata protesta dei lavoratori e di tutti gli uomini liberi. Per la pace interna, per la legalità repubblicana, per la libertà dei cittadini: dimissioni del governo della discordia e della fame, del governo della guerra civile". P.C.I.

14 luglio 1948

A Roma, il verbale della riunione delle direzione nazionale del Pci, riunita subito dopo l’attentato a Palmiro Togliatti, reca scritto: "Odg: 1. attentato a Togliatti" e, successivamente, qualcuno annota: "Non c’è verbale". P.C.I.

14 luglio 1948

L’esecutivo nazionale della Cgil si riunisce nel pomeriggio, prendendo atto dello sciopero generale in corso dal mattino, e fornendo direttive perché se ne astengano i lavoratori dell’elettricità e di altri servizi essenziali. Decide poi di diffondere un manifesto e lancia un appello che invita i lavoratori a "difendere la democrazia, la libertà, la repubblica", ricollega l’attentato alle aggressioni alle organizzazioni sindacali e critica l’atteggiamento ostile assunto dal governo nei confronti dei lavoratori. Nel comunicato, dal tono molto prudente, non c’è traccia dell’obiettivo di dimissioni del governo. Movimento operaio- sindacati

14 luglio 1948

A Roma, dopo l’attentato, lo stesso giorno ed il seguente, seguono manifestazioni e scontri. Ferme le fabbriche, i trasporti pubblici e numerosi negozi, nel pomeriggio sono bloccate le ferrovie, il gas e l’elettricità, poi i dimostranti danno vita ad una grande manifestazione a piazza Colonna. Una folla straboccante invade piazza Esedra. D’Onofrio e gli altri dirigenti della federazione danno l’indicazione di andare a sfilare in silenzio davanti al Policlinico, dove è ricoverato Togliatti. Si verificano invece scontri: i più duri sono davanti Montecitorio e, nel primo pomeriggio, in via Santa Maria dove si disselcia la pavimentazione e si attacca la Celere, e in via Andrea Doria, dove un pattuglione di celerini è attaccato con bombe a mano. Negli scontri, le forze di polizia uccidono l’operaio edile Filippo Ghionna e un secondo manifestante, mentre 30 risultano i feriti di entrambi i lati e 160 gli arrestati. Movimento operaio. Repressione armata- caduti

14 luglio 1948

A Torino, gli operai bloccano la città, fabbriche chiuse, tram nelle rimesse e serrande abbassate. Alla Fiat, Valletta e altri 16 dirigenti sono sequestrati dagli operai nel loro ufficio. Nella notte, Scelba da l’ordine di attaccare la Fiat e liberare Valletta, ma l’ordine trova titubanti le autorità torinesi, che temono il peggio. E’ invasa la sede de "La Stampa", che non potrà uscire per 2 giorni. Movimento operaio

14 luglio 1948

A Milano, a seguito dell’attentato a Palmiro Togliatti, gli operai occupano numerose fabbriche con intenti bellicosi, mentre diversi industriali riparano in Svizzera. A Sesto San Giovanni, gli operai si armano e aprono feritoie nei muri degli stabilimenti, approntandosi a difendere l’occupazione. Nel pomeriggio, centinaia di migliaia di lavoratori si riversano in centro per ascoltare il comizio di Alberganti e zittiscono il sindaco, Greppi, costretto a ritirarsi. Ma i dirigenti sindacali e dei partiti di sinistra invitano i lavoratori a tornare nelle fabbriche e a presidiarle in modo puramente difensivo. Movimento operaio- sindacati

14 luglio 1948

A Venezia, i manifestanti occupano le fabbriche e la sede della Rai, bloccando attività e trasporti. Solo il giorno successivo le truppe, inviate da Padova e Pordenone, riusciranno ad entrare in città. Movimento operaio

14 luglio 1948

A Napoli, nel corso di un comizio a piazza Dante di protesta contro l’attentato a Togliatti, la polizia carica senza preavviso i partecipanti, ferendone 20 e uccidendo lo studente Giovanni Quinto e l'operaio Angelo Fischietti. Repressione armata- caduti

14 luglio 1948

A Torre Annunziata, dimostranti di sinistra attaccano le sedi della Democrazia cristiana e dell’Uomo qualunque e vengono affrontati da forze di polizia che aprono il fuoco, ferendo 7 dimostranti. Repressione armata

14 luglio 1948

A Taranto, nel corso dello sciopero dei cantieri navali e delle officine per protesta contro l’attentato a Togliatti, le forze di polizia caricano i manifestanti dinanzi alla sede della Camera del lavoro, uccidendo l’operaio Angelo Gavartara e ferendo altri 4 manifestanti. Rimane gravemente ferito l’agente di Ps Giovanni D’Oria, che morirà qualche giorno più tardi in ospedale. Repressione armata- caduti

14 luglio 1948

A Cagliari, a seguito dell’attentato, militanti comunisti attuano blocchi stradali che vengono dispersi dalla polizia con l’uso di armi da fuoco: un manifestante rimane ferito. Repressione armata

14 luglio 1948

A Modena, la polizia apre il fuoco sui dimostranti comunisti ferendone 7. Repressione armata

14 luglio 1948

A Ferrara, la polizia interviene contro i militanti del Pci che manifestano per l’attentato a Togliatti. Negli scontri rimangono feriti 3 poliziotti e 6 dimostranti. Repressione armata

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