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6 novembre 1950

Inizia la campagna per le amministrative. Parlando a Modena, Alcide De Gasperi afferma: "E’ ora che le masse popolari facciano un esame di coscienza…Il nostro non è un governo maledetto, io sono nato figlio del popolo e quello che rappresento è un governo del popolo". D.C.

7 novembre 1950

Il raggruppamento centri Cs stila una nota informativa, redatta su informazioni fornite da un ‘fiduciario’ dell’Ordine dei benedettini, per riferire che il generale americano Thomas Lucid ha chiesto udienza al Pontefice indicando come suoi accompagnatori Joseph Luongo e la moglie Tina. La nota rileva inoltre che sia il generale Lucid che Luongo sono in possesso di passaporti italiani rilasciati dal ministero degli Interni. Stati Uniti- Italia. Vaticano

7 novembre 1950

A Milano, è condannato a 3 mesi di reclusione Giovanni Capitanio, per aver partecipato a picchettaggi in occasione di uno sciopero a Cornaredo il 23 marzo. Repressione

8 novembre 1950

A Roma, è firmato un secondo accordo commerciale fra Italia e Germania federale.

8 novembre 1950

In commissione Esteri, al presidente Ambrosini che ha affermato essere responsabilità del governo stipulare accordi militari, mentre il Parlamento non ha competenza al di fuori della ratifica dei trattati, Pietro Nenni replica che fra legge di ratifica di un trattato e di approvazione di accordi la differenza è puramente formale, e rivendica perciò la necessità dell’approvazione parlamentare. Il democristiano Benvenuti replica a sua volta che i socialisti riflettono il piano "artificiosamente distensivo" dell’Unione sovietica. D.C. P.S.I.

8 novembre 1950

La Cgil indice una serie di agitazioni per la rivalutazione dei salari, che iniziano da Genova. Movimento operaio- sindacati

10 novembre 1950

Alla Camera dei deputati, il ministro degli Esteri Carlo Sforza si dichiara favorevole al piano Pleven purché non rappresenti un ostacolo per la creazione di un esercito integrato e non costituisca un pretesto per l’esclusione della Germania. La mozione neutralista presentata da Pietro Nenni è respinta con 268 voti contro 132. P.S.I.

10 novembre 1950

Il governo approva la nomina di Efisio Marras a capo di Sm generale e di Ernesto Cappa a capo dello Sm esercito.

11 novembre 1950

A Londra, le Trade Unions, sollecitate dall’Ente britannico del carbone, si pronunciano contro l’immigrazione straniera nonostante la scarsezza di manodopera nel settore minerario. Alla questione sono interessati, fra gli altri, quasi 6.000 minatori italiani.

13 novembre 1950

Giuseppe Saragat chiede che sia il Parlamento al applicare direttamente la XII norma transitoria della Costituzione che vieta la ricostituzione del Pnf, promuovendo una legge che consenta lo scioglimento del Msi e delegando al governo la semplice esecuzione. Destra- M.S.I.

13-15 novembre 1950

A Genova, sono processati gli anarchici che hanno assalito il consolato spagnolo l’8 novembre 1949. Eugenio De Lucchi, Gaetano Busico e Gaspare Mancuso sono condannati a pene varianti da 20 a 34 mesi di reclusione ma sono scarcerati per effetto di un condono. Repressione

14 novembre 1950

Il segretario nazionale del Pli, Villabruna, interviene nel dibattimento sullo scioglimento del Msi affermando che questo non è un partito fascista perché non ne possiede "il requisito più importante cioè la struttura organica di regime- Stato", e aggiunge che "per controllare attentamente l’azione dei partiti antidemocratici basta la legge comune". Destra- M.S.I.

14 novembre 1950

Si svolgono scioperi a sostegno della rivalutazione salariale. A Genova, dove lo sciopero è stato di 8 ore anche contro la smobilitazione industriale e a sostegno delle vertenze Ilva e Ansaldo, in serata la Celere disperde gruppi di dimostranti che si attardavano in piazza De Ferrari, usando gas lacrimogeno. Repressione armata

15 novembre 1950

Alcide De Gasperi dichiara in Senato che la soluzione definitiva per un esercito europeo non deve ‘intralciare o indebolire’ il rafforzamento della Nato. D.C.

15 novembre 1950

In una intervista alla "Gazzette de Lausanne", a firma di Pierre H.Briquet, il segretario nazionale del Msi Augusto De Marsanich, sul proposito governativo di varare una legge di repressione del neofascismo, dichiara: "In realtà si tratta di bloccarci sino alle elezioni dell’aprile. Il partito democristiano ci teme. Perché, vedete, il Msi ha superato i 750.000 iscritti mentre nel 1948 non ne aveva che 200.000…Numericamente noi siamo già divenuti il terzo partito d’Italia…Se una elezione avesse luogo ora, il Msi assumerebbe nel Parlamento un’importanza tale che i democristiani dovrebbero formare una coalizione con lui o lasciare che l’estrema sinistra prenda il potere con la collaborazione eventuale di qualche gruppo del centro. Tutte eventualità, queste, insopportabili per il partito del signor De Gasperi. La Democrazia cristiana ha bisogno del monopolio politico nella classe media. E per questo essa si sforza di assorbire, a mezzo della nuova legge elettorale, i piccoli partiti della maggioranza e quelli che fanno "dell’opposizione di buona volontà", repubblicani, socialisti di Saragat e di Romita, liberali e perfino monarchici". D.C. Destra- M.S.I.

16 novembre 1950

Si riuniscono la direzione nazionale ed il gruppo parlamentare del Pli, che esaminano la proposta di scioglimento del Msi. Corbino e Venditti si esprimono a favore della opportunità di attendere l’emanazione di un decreto governativo prima di prendere una posizione; Perrone, Capano e Bellavista si dichiarano favorevoli allo scioglimento del Msi senza ulteriori formalità; De Caro e Cifaldi, a loro volta, affermano la loro contrarietà ad ogni legge eccezionale e limitativa della libertà; Cocco Ortu si allinea con gli ultimi due, tranne che sia riconosciuto il proposito di sovvertire con la violenza l’ordine costituito. Al termine, è emesso un comunicato: "I senatori, i deputati e la direzione del Pli, riaffermata l’esigenza inderogabile di tutelare le istituzioni democratiche nella libera professione di ogni tendenza politica, e ritenendo che per tale tutela sia sufficiente l’applicazione delle norme contenute nella Costituzione, non ravvisano la necessità di una qualsiasi legge eccezionale limitatrice delle libertà politiche dei cittadini". Destra- M.S.I.

16 novembre 1950

A Roma, aderenti al Far compiono due attentati dinamitardi contro le sedi del Pri in via dei Prefetti, e del Psu in via Lombardia. Violenza politica

16 novembre 1950

A Varsavia, si aprono i lavori del 3° congresso mondiale degli intellettuali per la pace.

17 novembre 1950

Il ministro degli Interni, Mario Scelba, espone al Consiglio dei ministri il progetto di legge sulla tentata ricostituzione del Pnf. La seduta è poi rinviata per l’assenza del ministro di Grazia e giustizia, su proposta di Alcide De Gasperi. D.C.

17 novembre 1950

A Roma, nel corso di un incontro con mons. Ronca, dirigente di "Civiltà italica", Augusto De Marsanich e Arturo Michelini rivendicano a loro merito di aver indirizzato il risentimento dell’opinione pubblica per la politica dei Comitati di liberazione nazionale (Cln) "non contro la Dc, bensì contro i comunisti", ed esprimono la loro preoccupazione per le misure repressive preannunciate da Scelba, pur non considerandole del tutto superflue: difatti, affermano che "considererebbero utili tutti i provvedimenti che possano prevenire e reprimere le apologie, le intemperanze, le manifestazioni individuali di nostalgici, e i provvedimenti contro la stampa ‘finacheggiatrice’, perché queste misure consentirebbero agli organi responsabili del partito di svolgere un’azione chiarificatrice e ammonitrice tra tutti gli iscritti e i simpatizzanti". Destra- M.S.I.

17 novembre 1950

Il segretario del Psu, Ignazio Silone, dirama un comunicato con il quale sollecita il governo ed il Parlamento ad "adottare al più presto le misure precise atte a liquidare rapidamente l’organizzazione neofascista, i suoi attivisti, i suoi mandanti, i suoi finanziatori". Destra- M.S.I.

18 novembre 1950

In un articolo su "Lotta politica" dal titolo "Dedicato agli americani", Filippo Anfuso scrive che "attorno al Movimento sociale è raccolta l’unica gioventù valida d’Italia, la sola che senza ereditare nessun particolare complesso antidemocratico, si dichiara disposta ad eseguire le leggi eterne della Patria e della fedeltà: per cui venne ritrovata, con le armi in mano e dagli americani, a combattere lo stesso comunismo che la politica statunitense si trova ora di contro; e moltissimi dei giovani che non hanno preso parte a nessun genere di battaglie hanno creduto di attenersi ai medesimi imperativi morali…/In questo/ si deve scorgere l’unico lievito suscettibile di ricomporre il Continente in quella solida compagine di Stati nazionali che può eleggere il nome di Europa come il solo degno di simboleggiare una difficile unità…" Destra- M.S.I.

18 novembre 1950

Il giornale missino "Lotta politica" pubblica un comunicato nel quale afferma che Renato Berardi, militante del partito, arrestato per un attentato compiuto contro la sezione democristiana Salario, in realtà "risulta cancellato per espulsione dai quadri della federazione sino dal febbraio 1950 per gravi scorrettezze di carattere morale e per accertata appartenenza ad un altro partito". Destra- M.S.I.

18 novembre 1950

A Roma, 2 giovani esponenti del Psli, Aldo De Quarto e Giuseppe Gelfo, sono aggrediti in due distinte azioni da giovani missini. Violenza politica

18 novembre 1950

Il "Corriere della Sera" pubblica un articolo che raccoglie varie ‘voci’- fra le quali una nota dell’agenzia socialdemocratica ‘Italia’- sui contatti intercorsi fra il segretario giovanile del Pci Enrico Berlinguer e quello del Msi Roberto Mieville e, sulla base di esse, afferma che Palmiro Togliatti sta cercando di accentuare i contrasti interni al Msi per recuperare l’ala di sinistra di quel partito, insinuando nei suoi dirigenti giovanili il dubbio che i provvedimenti governativi contro il partito sono stati suggeriti dalla destra del Msi stesso, decisa in questo modo a stroncare l’ala "rivoluzionaria" e di sinistra. Destra- M.S.I. P.C.I.

19 novembre 1950

Il ministro della Difesa Randolfo Pacciardi attacca a Forlì, nel corso di un comizio, il Pli per la sua posizione contraria al varo della legge contro il neofascismo, definendolo "il grottesco gran molle della politica italiana". Destra- M.S.I.

19 novembre 1950

Guido Gonella preannuncia pubblicamente forme di "difesa integrale della democrazia". D.C.

19 novembre 1950

Il quotidiano socialista "Avanti!" interviene sulla discussione apertasi sulla proposta di legge per la repressione del neofascismo: "Le polemiche e perfino i pettegolezzi suscitati nel seno stesso della coalizione governativa dalla minaccia di provvedimenti contro il Movimento sociale danno la misura, sia del terreno perduto della democrazia italiana, sia della torbida meschinità nella quale vanno esaurendosi la mentalità politica dei ceti dominanti. Chi avrebbe potuto immaginare che pochi anni dopo la Liberazione sarebbe diventato un problema difficile l’esclusione di una rifioritura fascista nel campo della legalità costituzionale?…Gran parte delle incertezze che rendono perplessa l’opinione pubblica deriva dalla convinzione che anche in questa circostanza la Democrazia cristiana non agisce per sincero amore di libertà e di democrazia, ma per scopi meno nobili. D’altronde, a chi si deve lo sviluppo delle nuove formazioni fasciste se non all’interessata tolleranza e non di rado al vero e proprio favoreggiamento del partito di maggioranza?…La responsabilità del governo è quella di aver lasciato crescere le forze neofasciste contando di utilizzarle nella lotta contro gli avversari e di avere improvvisamente cambiato indirizzo nei confronti del Msi quando è divenuto, specie in alcune regioni, un cliente incomodo. Si dice che cane non mangia cane, ma ciò non è affatto vero in campo elettorale". P.S.I. Destra- M.S.I.

19 novembre 1950

Il "Corriere della Sera", a commento degli attentati dinamitardi contro le sedi dei partiti che fanno parte del governo, avvenuti il 16 novembre, scrive che ad essi hanno partecipato anche 2 giovani "non del Msi", insinuando così un’alleanza operativa tra "opposti estremismi". Destra- M.S.I.

21 novembre 1950

La Corte di Cassazione conferma la condanna emessa a carico di tale Rabissa, per aver fatto "con calce iscrizioni contro il governo sul piano stradale, senza essersi munito della prescritta autorizzazione". Repressione

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