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18 luglio 1951

A Santa Maria Capua Vetere, 30 lavoratori restano sepolti da una frana. Le vittime, operai della cava, erano pagati con salari bassissimi (500 lire al giorno) e lavoravano in condizioni pesanti e rischiose.

18 luglio 1951

A Cagliari e nel bacino di Carbonia, avvengono scioperi anche per protestare contro l’occupazione americana delle coste sarde. Stati Uniti- Italia

19 luglio 1951

Al processo di Viterbo, il capitano Perenze conferma che Pisciotta era in rapporti con Luca e rivela che un confidente del Cfrb distrusse importanti documenti, dai quali si sarebbe potuta ricostruire tutta l’attività della banda Giuliano. Stragi- Portella delle ginestre

19 luglio 1951

Stati uniti e Spagna firmano un accordo di collaborazione in campo militare, che prevede la utilizzazione di basi spagnole per le forze aeronavali americane. Stati Uniti

20 luglio 1951

A Londra, il quotidiano "Times" esprime un parere favorevole alla revisione del trattato di pace con l’Italia: "Nell’imperfetto mondo del 1951 il trattato italiano - scrive, - è ovviamente sorpassato. E’ chiaro che se non viene riveduto, esso finirà per essere violato in modo grave ed è assai meglio che se ne faccia una formale revisione col più largo consenso, se possibile, dei firmatari".

20 luglio 1951

A Roma, Alfredo Covelli invia una lettera alla segreteria generale di ‘Civiltà italica’, nella quale sottolinea l’esigenza di una maggiore comprensione da parte della Dc nei confronti del Partito monarchico:"...La mia azione - scrive - per mantenere il Pnm su questa linea di ‘apertura’ verso la Democrazia cristiana non è passata senza discussioni, e talvolta non è prevalsa senza sforzo, anche tra i migliori amici di partito, i quali pur ammettendo l’altissimo valore morale di una solidarietà anticomunista per la linea del Partito - fondatamente mi obbiettavano che una tale solidarietà si risolveva in un dare senza nulla ricevere, e che anzi alla nostra ’apertura’ facevano di volta in volta riscontro segni e gesti di aperta e celata, ma sempre indiscutibile ostilità da parte governativa e democristiana". D.C.

20 luglio 1951

Al processo di Viterbo, Pisciotta dichiara di aver posseduto tesserini della polizia dal 1947 al 1950 ed afferma altresì che i mitra che spararono a Portella furono forniti dall’ispettore Messana. Stragi- Portella delle ginestre

20 luglio 1951

A Roma, il prefetto fa sequestrare il giornale murale del Pci. Repressione

21 luglio 1951

A Firenze, il capo della ‘Squadra 23’ della divisione Affari riservati informa che egli è in grado di avere, tramite un fiduciario, il materiale prodotto dal servizio del generale Piechè dietro corresponsione di 100.000 lire. Controllo politico di Stato e informative

21 luglio 1951

Serra il Poligrafico di Roma e la Celere interviene contro i lavoratori che avevano scioperato. L’intervento della polizia provoca una nuova agitazione. Repressione armata

24 luglio 1951

La Conferenza di Parigi approva un rapporto provvisorio che raccomanda l’istituzione di un esercito europeo.

24 luglio 1951

A Trapani, sono bloccati pesca e traffici civili per consentire le manovre aeronavali americane. Stati Uniti- Italia

25 luglio 1951

Al processo di Viterbo, l’ispettore Ciro Verdiani ammette di essersi incontrato con Giuliano: "Ebbi dei contatti col bandito attraverso l’organizzazione di confidenti dell’Ispettorato; dovevo cercare di calmarlo affinché non assalisse le forze di polizia. Nel colloquio che ebbi con lui, parlammo di tante cose e fra l’altro del suo espatrio. Promisi anche al bandito di far liberare sua madre e in effetti Maria Lombardo fu scarcerata qualche tempo dopo…Le mie raccomandazioni raggiunsero effettivamente il loro scopo e per qualche tempo il bandito non effettuò azioni contro la polizia". Il Presidente chiede a Verdiani dei contatti da lui avuti con Giuliano, dopo essere stato sollevato dall’incarico. Verdiani: "Vidi Giuliano ancora una volta a un appuntamento fissato per mezzo dell’organizzazione degli intermediari in una località fra Corleone e Castelvetrano…Di tutti i miei colloqui informai il ministro dell’Interno Scelba il quale, dopo che fu istituito il Cfrb, mi disse che non era più il caso di continuare". Sempre a domanda, risponde di essersi tenuto in contatto epistolare col bandito, e aggiunge che Pisciotta gli scrisse una lettera a Roma, mettendosi a sua disposizione per l’eliminazione di Giuliano. E sul memoriale: "Giuliano, a mezzo di una lettera che esibisco alla Corte, si offrì di compilare un memoriale sui fatti di Portella" ma chiese tempo –continua Verdiani- perché "non era un letterato" e voleva sottoporlo al suo avvocato Romano Battaglia. "Mi scrisse nel febbraio 1950 e circa 2 mesi dopo ebbi il memoriale che feci pervenire al Pg di Palermo, comm. Pili. A domanda: "scritto a macchina, con una parte autografa scritta in alto a mo’ di intestazione". C’è scritto –dichiara Verdiani- che una squadra di 7 uomini mancò all’azione che si limitò così ad una "sventagliata dimostrativa" mentre avrebbe dovuto essere più cruenta. Verdiani, infine, smentisce che Pisciotta lo abbia accompagnato all’appuntamento con Giuliano nonché di aver mai avuto l’intenzione di far uccidere il generale Luca. Stragi- Portella delle ginestre

26 luglio 1951

Nasce il nuovo governo presieduto da Alcide De Gasperi, con il sostegno del Pri. Lo compongono: Attilio Piccioni, vice presidente del Consiglio; Giuseppe Pella, al Bilancio; Ezio Vanoni, alle Finanze e, ad interim, al Tesoro; Randolfo Pacciardi, alla Difesa; Alcide De Gasperi, agli Esteri e, ad interim, all’Africa italiana; Adone Zoli, alla Giustizia; Ugo La Malfa, al Commercio con l’estero; Leopoldo Rubinacci, al Lavoro e previdenza sociale; Pietro Campilli, all’Industria e commercio; Giuseppe Spataro, alle Poste e telecomunicazioni; Pietro Malvestiti, ai Trasporti; Amintore Fanfani, all’Agricoltura e foreste; Salvatore Aldisio, ai Lavori pubblici; Antonio Segni, alla Pubblica istruzione; Carlo Sforza, ministro senza portafoglio. Sottosegretari: Giulio Andreotti, Edoardo Angelo Martino (per l’assistenza ai reduci e partigiani), Giorgio Tupini (per la stampa e le informazioni), Roberto Lucifredi (per la riforma della pubblica amministrazione), alla presidenza del Consiglio; Paolo Emilio Taviani, Francesco Maria Dominedò (per l’emigrazione), agli Esteri; Teodoro Bubbio, agli Interni; Francesco Brusasca, all’Africa italiana; Egidio Tosato, alla Giustizia; Ennio Avanzini, Tommaso Zerbi, al Bilancio; Silvio Gava, Mario Martinelli, Tiziano Tessitori (per le pensioni di guerra), Gennaro Cassiani (per i danni di guerra), al Tesoro; Edgardo Castelli, Gesumino Mastino, alle Finanze; Silvano Baresi, Onofrio Jannuzzi, Enrico Malintoppi, alla Difesa; Carlo Vischia, Raffaele Resta, alla Pubblica istruzione; Lodovico Camangi, ai Lavori pubblici; Luigi Gui, Mariano Rumor, all’Agricoltura e foreste; Bernardo Mattarella, Basilio Focaccia, ai Trasporti; Vito Giuseppe Galati, alle Poste e telecomunicazioni; Emilio Battista, Antonio Carcaterra, Angela Bo, Filippo Murdaca, Giovan Battista Raja, Giovanni Bersani, al Lavoro e previdenza sociale; Lodovico Benvenuti, al Commercio con l’estero; Fernando Tambroni, alla Marina mercantile. D.C.

26 luglio 1951

Al processo di Viterbo, prosegue l’interrogatorio di Verdiani che, dopo una esitazione, conferma l’autenticità di una lettera di Giuliano, contenente felicitazioni per la attività svolta "nel bene dell’Italia" e conclude "quando sarò libero, vivremo insieme". Verdiani ammette anche di non aver informato Luca ma, alla domanda della parte civile concernente la mancata informazione a Luca delle minacce di morte profferite da Giuliano, la Corte interrompe e non ammette la domanda della parte civile sul perché Verdiani non arrestò il bandito, anziché intrattenere rapporti con lui: questione ovviamente rilevante nel tentativo di risalire ai mandanti. Stragi- Portella delle ginestre

26 luglio 1951

I1 quotidiano vaticano, "L’Osservatore romano", rende noto che Luigi Gedda è stato ricevuto in udienza da Pio XII. Alla stessa data, sono ricevuti in udienza privata Alfredo Cucco ed altri, non indicati, esponenti del Movimento sociale italiano. Vaticano. Destra- M.S.I.

27 luglio 1951

La divisione Affari riservati comunica al capo della ‘Squadra 23’, a Firenze, che l’offerta di avere in cambio di 100.000 lire il materiale prodotto dal servizio del generale Piechè, va respinta. Controllo politico di Stato e informative

27 luglio 1951

Al processo di Viterbo, il generale dei carabinieri Luca ribadisce i contrasti fra carabinieri e polizia, dichiara di non essere stato a conoscenza del possesso da parte di Pisciotta di una tessera firmata da Messana, nonché che Verdiani si sarebbe rifiutato di fargli i nomi dei suoi confidenti quando fu sciolto l’Ispettorato di Ps. Egli sostiene di essersi recato solo e disarmato in una casa di Monreale, dopo che il 12 giugno 1950 la banda Giuliano aveva rapito un suo confidente e, anziché ucciderlo, aveva chiesto di incontrarlo in quelle condizioni. All’appuntamento si sarebbe presentato Pisciotta, dicendo che occorreva farla finita con Giuliano, ‘pazzo criminale’, e che in cambio chiedeva non denaro bensì un attestato di benemerenza firmato da ‘persona autorevolissima’ per potersene servire al processo e dimostrare l’innocenza degli imputati per la strage di Portella. Ho rilasciato l’attestato –dichiara Verdiani- "con la firma apocrifa di Scelba". La parte civile vuole sapere se a Pisciotta fu affidato l’incarico di proteggere l’arcivescovo di Monreale, ma il Presidente non ammette la domanda, giudicata non pertinente. Pisciotta: "Chieda al signor generale se ha mai visto una lettera /di Verdiani, poi specifica/ con la quale Giuliano veniva informato che io ero agli ordini del generale Luca" . Sì –risponde Luca- il biglietto me lo mostrò Pisciotta e diceva: "Caro, guardati bene da Gaspare, perché siamo sicuri che lui si è messo con Luca. Stai attento". Stragi- Portella delle ginestre

27 luglio 1951

La Cgil rilancia la vertenza per la rivalutazione dei salari, indicando l’obiettivo del 15% di aumenti generalizzati. Movimento operaio- sindacati

28 luglio 1951

A Ginevra, sono firmati gli accordi per lo Statuto dei rifugiati politici.

28 luglio 1951

E’ inflitta la condanna all’ergastolo per 20 componenti della polizia speciale Carità: Bernasconi, Brilli, Bugliani, Cardini, Castellani, Ciulli, Del Sole, Fratini, Innocenti, Manente, Martucci, Menichetti, Moroder, Niedermayer, Nocentini, Perotto, Rabanzer, Radicchioli, Spezzotto, Troja e Claj; altri sono condannati a pene inferiori ed alcuni già liberati per l’applicazione del condono. Repressione fascisti

28 luglio 1951

Il colonnello Massimo Ivrea, nominato consigliere comunale di Torino del Msi al posto del comandante Ernesto Botto, già sottosegretario all’aeronautica nel governo della Rsi, la cui elezione era stata invalidata per queste ragioni, scrive al sindaco della città una lettera, resa pubblica da "Lotta politica", nella quale ricorda di essere stato "legionario di Spagna. Legionario a domanda per essere preciso…Rinchiuso in un noto campo incriminato nel Texas, soltanto per causa di forza maggiore non ho potuto combattere nell’esercito della Repubblica sociale italiana, alla quale ero spiritualmente aderente. Quanto sopra sento il dovere di rappresentare con chiarezza a Lei, signor sindaco, e a tutto il consiglio comunale onde sia eliminato fin d’ora ogni dubbio in argomento". Destra- M.S.I.

28 luglio 1951

Giovanni Malagodi, rappresentante italiano presso l’Oece, invia al presidente del Consiglio Alcide De Gasperi un memorandum nel quale esprime la sua contrarietà alla Ced, così come quest’ultima era delineata nel rapporto del 24 luglio precedente. E conclude: "Francia e Germania avrebbero avuto...quello che vogliono: le nostre truppe: l’America si sarebbe assicurato il nostro concorso alla difesa delle sue posizioni in Europa. Quali motivi vi sarebbero allora di preoccuparsi dei nostri problemi interni al di là del minimo indispensabile per evitare sommosse o difficoltà politiche gravi (da reprimere in caso di bisogno con unità ‘di lingua straniera’ stanziate in Italia?). La nostra attuale, modesta ma reale libertà di manovra e il valore del nostro apporto nel quadro militare dell’Alleanza atlantica sarebbero sostanzialmente perduti e acquisiti da altri". Stati Uniti- Italia

28 luglio 1951

Sul quotidiano vaticano, "L’Osservatore romano", nella colonna riservata alle udienze concesse dal Papa, si legge che Pio XII ha ricevuto "in speciale udienza... il Professor Alfredo Cucco ed alcune Persone".(Vedi nota del 26 luglio 1951). Vaticano. Destra- M.S.I.

29 luglio 1951

A Palermo, l’organo della locale federazione dei Movimento sociale italiano, "I Vespri siciliani", riporta la notizia dell’udienza concessa da Pio XII ad Alfredo Cucco. Vaticano. Destra- M.S.I.

30 luglio 1951

Al processo di Viterbo, è stato acquisito agli atti il terzo memoriale Giuliano, che sarebbe stato scritto dopo le raccomandazioni di Verdiani e a lui consegnato in privato, in realtà intestato a Pili. In questo memoriale attribuito al bandito, dopo espressioni anticomuniste, è scritto che costui decise di dare ai comunisti una lezione perché, vedendo nei banditi la mafia, insegnavano ai contadini a fare la spia. La lezione consisteva nello sparare in aria, ma qualcuno avrebbe sbagliato la mira. Questo memoriale, dichiara Pisciotta, è "balordissimo, i mandanti glielo fecero fare a Giuliano. Siccome ormai tutti parlavano di mandanti e si sentiva dire che volevano mandar via dal posto a Scelba, allora vollero un altro memoriale, ma questo non è l’ultimo. L’ultimo, quello balordissimo, è stato pubblicato sul Giornale di Sicilia ". In uno non si parla dei mandanti, prosegue Pisciotta, nell’altro si dice addirittura che non ci furono. "Questo ha segnato la condanna a morte di Giuliano. Sono stato presente a tutto. Alla discussione fui presente. ‘Non scrivere –dissi a Giuliano- perché è la condanna a morte non solo tua, ma anche nostra’…" Ma Giuliano scrisse, continua Pisciotta che parla anche di un abboccamento con Verdiani, stavolta a Catania, dopo il quale gli scrisse la lettera per farla finita. E Verdiani avvertì Giuliano "e per poco non mi fa ammazzare. Tutti eguali erano, tutti una pasta! Sia a Messana che a Verdiani che a Spanò io ho sempre detto che doveva finire, che il banditismo disonorava la Sicilia. E loro: aspetta, aspetta…". Pisciotta conclude sostenendo che il memoriale vero è in possesso di un avvocato di Mazara del Vallo del quale non fa il nome, e che per vendicarsi egli ebbe l’intenzione di "appendere a un albero l’arcivescovo di Monreale". Stragi- Portella delle ginestre

31 luglio 1951

In Parlamento, Alcide De Gasperi ribadisce la posizione del governo favorevole alla revisione del Trattato di pace. D.C.

luglio 1951

In Polonia, è arrestato Gomulka, accusato di "deviazionismo nazionale di destra" e per questo già espulso dal Poup.

luglio 1951

Inizia le pubblicazioni la rivista della Cisl, "Sindacalismo". Movimento operaio- sindacati

luglio 1951

Si svolgono e continuano per il resto dell’estate agitazioni, non estese ma dure, in difesa della occupazione: a Salerno, l’occupazione della Mattioli minacciata da licenziamenti; scioperi ‘alla rovescia’ di braccianti si svolgono nell’anconetano, in Veneto, Puglia e nella zona di Matera; mentre prosegue da mesi anche la ribellione di gruppi di minatori, chiusi nelle miniere del grossetano. Movimento operaio- sindacati

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