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30 marzo 1953

A Bitonto, durante la protesta nazionale contro la ‘legge truffa’ la polizia, caricando i manifestanti, colpisce a morte Francesco Ricci di 57 anni, che morirà alcuni giorni dopo. Repressione armata- caduti

30 marzo 1953

A Pavia, la Celere carica senza intimare alcun preavviso, le persone ferme dinanzi al palazzo Broletto, sede del Pci, Psi ed altre associazioni, ferendo numerose persone, una delle quali perderà un occhio in seguito ad una violenta manganellata. Repressione armata

30 marzo 1953

A Torino, la polizia interviene contro i cortei degli operai in sciopero per protesta contro l’approvazione della legge di riforma elettorale, ferendo anche il senatore socialista Castagno. Repressione armata

30 marzo 1953

A Imola, la polizia carica i cortei che sfilano per protesta contro l’approvazione della legge di riforma elettorale, provocando un gran numero di feriti. A Bologna, sono fermati diversi partecipanti ad analoga manifestazione. Repressione armata

30 marzo 1953

A Roma, incidenti fra scioperanti e forze di polizia si verificano in via Taranto, nella borgata Gordiani, a Centocelle. A sera il numero dei fermati supera i 500. A Genzano (Roma), i carabinieri sparano raffiche di mitra contro i dimostranti che si erano riuniti dinanzi alla caserma dove erano stati portati alcuni scioperanti, provocando una ventina di feriti. A tarda sera, scatta un rastrellamento con rinforzi provenienti dalla capitale che si conclude con almeno 60 fermi. Repressione armata

30 marzo 1953

Oltre agli episodi segnalati di repressione delle manifestazioni da parte della polizia, seguiranno in diversi stabilimenti azioni di rappresaglia contro gli scioperanti. Ad esempio il 22 aprile, a Milano, la Manifattura tabacchi affigge a scopo punitivo la lista degli scioperanti, comminando svariati provvedimenti disciplinari e trattenute salariali ai ‘colpevoli’. Due giorni prima, era toccato agli scioperanti delle Cartiere di Soave (Mantova), il 25 a lavoratori dell’Ata Pirelli di Pizzighettone, e così via.

30 marzo 1953

Una delegazione composta da Pertini, Scoccimarro, Terracini, Parri, Molè, Jannaccone, Bergamini e Della Torretta, si reca dal presidente della repubblica Luigi Einaudi per protestare contro il modo con cui è stata approvata la legge di riforma elettorale. Il senatore Bergamini informa Einaudi che "nessuno può dire in coscienza che cosa si diceva nell’aula e che cosa si faceva. Dopo mezz’ora, senza dichiarazione di voto, senza contrappello, mentre molti come me erano convinti che si votasse sul numero legale, è stato comunicato che la legge elettorale era stata approvata. Io sono su posizioni – dice Bergamini - che non sono quelle comuniste e socialiste, ma vi sono cose che nessun galantuomo può avallare. Io mi chiedo perché non figurano nel resoconto della seduta tutti quei senatori della opposizione che erano in aula a protestare contro la presidenza. Infatti, mentre nella prima votazione sulla procedura d’urgenza erano 274, nella seconda ne figurano 177. Poiché tutti i senatori contro la legge erano in aula, è chiaro che si è verbalizzato una situazione che non corrisponderebbe alla verità". Scoccimarro, da parte sua, fa rilevare che quanto è accaduto nell’aula del Senato comporta "precise responsabilità penali per il presidente dell’Assemblea". Meuccio Ruini, difatti, è stato denunciato alla magistratura dai gruppi comunisti e socialisti ai sensi degli articoli 283 e 289 del codice penale, rispettivamente, per attentato contro la Costituzione e attentato contro gli organi costituzionali. P.C.I. P.S.I.

30 marzo 1953

Il presidente della repubblica, Luigi Einaudi, riceve al Quirinale il presidente del Senato, Meuccio Ruini, che gli porta il verbale della seduta sostenendo la regolarità della sua condotta.

30 marzo 1953

Il quotidiano "La Stampa" di Torino, in un articolo a firma di Vittorio Gorresio, definisce il presidente del Senato Meuccio Ruini, un "presidente di classe".

31 marzo 1953

Il presidente della repubblica Einaudi promulga la nuova legge elettorale, il cui testo viene pubblicato nel pomeriggio sulla "Gazzetta ufficiale". I democristiani chiedono lo scioglimento anticipato delle Camere. D.C.

31 marzo 1953

Una delegazione della Cisl consegna messaggi di solidarietà ai presidenti del Senato e della Camera, Ruini e Gronchi, in risposta allo sciopero generale indetto dalla Cgil per protesta contro l’approvazione della legge di riforma elettorale. Movimento operaio- sindacati

31 marzo 1953

A Cremona, la polizia aggredisce una delegazione che si stava recando in Prefettura su mandato dei partecipanti ad una manifestazione tenutasi all’interno della Camera del lavoro, composta fra gli altri dai segretari locali di Psi e Pci, Zaffanella e Percudani. Il giorno precedente, sempre a Cremona, era stato aggredito dai carabinieri un redattore del settimanale della Fgci, Adriano Zana, mentre stazionava dinanzi alla Ceramica di via Castelleone per informare le lavoratrici delle decisioni sindacali. Repressione armata

31 marzo 1953

Sono stati comminati 21 secoli di prigione a "democratici modenesi", secondo stime del locale Partito comunista. A Modena, nel periodo intercorrente fra il 18 aprile 1948 e il 31 marzo 1953, sono state arrestate per motivi politici 2.485 persone, 4.443 per motivi sindacali, mentre sono stati denunciati o condannati per fatti inerenti alla guerra civile 709 partigiani. Repressione. Repressione partigiani

marzo 1953

A Genova, perviene alla Questura una circolare interna della direzione nazionale del Pci "da non diffondersi fuori dal partito", sul tema "Problema religioso ed azione della Chiesa cattolica". Nella circolare si legge tra l’altro: "La nostra posizione nei confronti del problema religioso deve tenere vieppiù conto dell’azione della Chiesa cattolica fattasi strumento della politica reazionaria e dell’intervento del Vaticano a favore dell’imperialismo americano, contro il movimento democratico internazionale e contro l’indipendenza del nostro paese. Noi siamo rispettosi della coscienza dei cattolici ma dobbiamo metterli in guardia…Dobbiamo denunciare la funzione reazionaria del clero…le chiese sono diventate sedi di un partito politico e il prete pretende di intervenire sul terreno politico e sociale…vengono tirati in ballo il pellegrinaggio, il miracolo, l’esorcismo e la superstizione che si nascondono dietro questi tentativi…dobbiamo denunciarne il carattere politico e possiamo trovare consenzienti gli stessi cattolici. Dobbiamo dichiarare che le elezioni non possono essere un campo di miracoli…deve essere sfatata la leggenda del monopolio morale e culturale del nostro paese da parte della Chiesa; deve essere rivendicato il diritto alla libertà di pensiero e alla cultura laica e anticlericale. Devono essere combattute le forme di capitolazione opportunista di fronte alle pretese del clero di imporre norme e riti a tutti gli italiani, quasi che tutti dovessero riconoscere alla Chiesa cattolica un’investitura soprannaturale". P.C.I. Controllo politico di Stato e informative

marzo 1953

Gaetano Salvemini scrive a Giovanna Berneri, sua amica anarchica, a proposito del sostegno dato alla legge di riforma elettorale voluta dalla Dc: "Preferisco – scrive – De Gasperi e Scelba, e preferisco i ‘minori’ (con rispetto parlando), ai comunisti e compagni di viaggio, così come il naufrago per non affogare si afferra anche ad un serpente e affoga lo stesso…"

marzo 1953

Guido Gonella, nel corso di un suo intervento, si esprime contro la proposta di ineleggibilità degli ex gerarchi fascisti, affermando: "La grave limitazione del diritto di votare e del diritto di essere eletti che la Costituente decise nel 1947 per i capi responsabili del regime fascista, se poteva avere una ragione d’essere allora, oggi si rivela una disposizione odiosa…Se si debbono stabilire delle categorie di ineleggibili, ciò andrebbe fatto per i capi comunisti con alla testa l’on. Togliatti". D.C. P.C.I. Repressione fascisti

marzo 1953

Perdura lo ‘sciopero all’incontrario’ dei 700 licenziati delle Acciaierie Terni e di 150 licenziati della Magona di Piombino, che si recano a lavorare rispettivamente da 100 e 23 giorni, senza percepire stipendio; nonché il presidio di altri stabilimenti posti in liquidazione, come il Bagnara ferriera e il Metallurgico ligure, che hanno licenziato diverse centinaia di lavoratori. Movimento operaio

marzo 1953

Nel mantovano, la Cgil cerca di riorganizzare le mondariso, dopo che i dirigenti della Cisl hanno garantito ai proprietari della zona di non condividere l’agitazione e la continuazione del lavoro delle proprie iscritte. Movimento operaio- sindacati

1 aprile 1953

Lo svedese Dag Hammarskjold è eletto segretario generale dell’Onu.

1 aprile 1953

Alla Camera dei deputati, la maggioranza approva una legge, già passata al Senato, che abolisce un’imposta sulle proprietà del clero, come chiesto dal Vaticano. Vaticano. D.C.

1 aprile 1953

Don Andrea Gaggero, sacerdote della congregazione dei Filippini, membro del Consiglio mondiale della pace eletto dal congresso di Varsavia, rende noto di essere stato colpito da un decreto del Santo Uffizio che gli intima di non occuparsi più di questioni sociali e politiche. Vaticano

1 aprile 1953

Il presidente della repubblica, Luigi Einaudi, riceve il presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi. D.C.

1 aprile 1953

Il quotidiano socialista "Avanti!" riporta il testo della lettera inviata da Emilio Lussu ad Ugo La Malfa che lo aveva sfidato a duello dopo essere stato schiaffeggiato da lui, al Senato, il 29 marzo precedente: "L’on. La Malfa, in seguito all’incidente della seduta di domenica 29 scorso al Senato, mi ha mandato a mezzo dell’on. Ezio Amadeo e dell’avv. Saverio Castellet un cartello di sfida chiedendomi riparazione per le armi. Ho ricevuto i due signori ed ho loro dichiarato quanto segue: nel 1945, quando ero al governo, ricevetti un cartello di sfida da un generale dell’esercito in pensione. Dichiarai ai suoi rappresentanti che, per un atto di puro riguardo loro dovuto, non facevo intervenire l’ufficiale dei carabinieri che era ai miei servizi per farli arrestare; poiché, essendo il duello punito dal codice penale, i portatori di un cartello di sfida sono complici di un reato flagrante. Aggiunsi anche che consideravo il duello ormai anacronistico con la civiltà presente e che io lo ignoravo come mezzo valevole a risolvere un contratto. Ho aggiunto ai due rappresentanti dell’on. La Malfa che lo schiaffo da me dato non aveva nessun carattere personale ma che costituiva un atto politico che io, senatore, compivo contro il solo rappresentante del Governo a cui mi era consentito di giungere per reagire al colpo di Stato che, complice il presidente del Senato, eseguiva il Governo contro il Parlamento. Ho aggiunto infine che la vertenza era aperta, non già fra me e l’on. La Malfa, ma fra il popolo italiano e la reazione". P.S.I.

1 aprile 1953

A Torino, la direzione della Fiat affigge un comunicato: "Con riferimento al comunicato n°1375 del 22 gennaio u.s., si rende noto che ai dipendenti assenti arbitrariamente dal lavoro il 30 marzo 1953 verranno inflitti i provvedimenti disciplinari della multa o della sospensione previsti dalle norme contrattuali, con riserva di maggiori sanzioni nei casi particolari o di recidività".

3 aprile 1953

L’ambasciatore americano dimissionario, Bunker, lascia l’Italia. Stati Uniti- Italia

3 aprile 1953

Pli, Psdi, Pri , che si erano inizialmente dichiarati contrari allo scioglimento anticipato delle Camere, esprimono ora il loro parere favorevole.

3 aprile 1953

A Venezia, squadristi pilotati dagli agrari devastano la sede della Camera del lavoro. Violenza politica

4 aprile 1953

Su richiesta del governo, il presidente della repubblica Luigi Einaudi scioglie il Parlamento.

4 aprile 1953

Alcide De Gasperi afferma in un discorso di proporsi, con la legge elettorale, di "indurre gli estremi ad accettare ed applicare i principi democratici costituzionali…Siamo in urto con i comunisti, non perché vogliamo escluderli dal diritto comune ma perché essi vogliono impedire di ricostituire e rinnovare il Paese in un regime di libertà e di democrazia. Non reprimiamo ma conteniamo…" D.C.

4 aprile 1953

A Mosca, una nota indirizzata ad uno dei segretari, Pospelov, del comitato centrale del Pcus informa che "il Comitato per l’informazione presso il ministero degli Affari esteri dell’Urss riferisce quanto segue sulla biblioteca Feltrinelli in Italia. A Milano si trova una grande biblioteca privata sulla storia del movimento operaio internazionale, composta da più di 70.000 libri e documenti. La biblioteca appartiene a Giangiacomo Feltrinelli, noto collezionista di rarità bibliografiche, manoscritti e documenti relativi alla storia del movimento rivoluzionario europeo e russo specialmente…Qualche tempo fa, alcuni collaboratori di Feltrinelli hanno scoperto a Parigi due archivi (uno di polizia e uno privato) contenente documenti della Comune di Parigi. Attualmente Feltrinelli sta trattando l’acquisto di questi archivi. Negli Usa un collaboratore di Feltrinelli ha raccolto numerosi materiali sulla storia della Prima Internazionale. Nel marzo di quest’anno, Feltrinelli ha comunicato ad un funzionario dell’Ambasciata sovietica in Italia di essere in trattative con Ruter, responsabile dell’archivio di Amsterdam per la pubblicazione di alcuni materiali di questo archivio, fra i quali vi sarebbero gli originali di oltre 5.000 lettere di Marx ed Engels. Feltrinelli ha detto di essere disposto ad assumersi i costi finanziari di questa pubblicazione. Tuttavia, come ha fatto notare Feltrinelli, vi sarebbero numerose difficoltà. In particolare l’archivio di Amsterdam sarebbe di interesse della Columbia University (Usa), che sarebbe disposta a comprarlo per 3 milioni di dollari. Secondo Feltrinelli, gli americani vorrebbero falsificare le lettere di Marx ed Engels conservate nell’archivio di Amsterdam. Nello stesso incontro, Feltrinelli ha espresso il desiderio che un funzionario dell’Istituto Marx- Engels- Lenin si rechi in Italia per conoscere la sua biblioteca. Lo stesso funzionario potrebbe preparare il trasferimento in custodia temporanea all’Imel dei materiali più preziosi conservati nella biblioteca in un unico esemplare. Feltrinelli ha motivato questa richiesta con l’eventualità che, nel caso di un inasprimento della situazione politica italiana, elementi reazionari possano cercare di compiere un atto di sabotaggio contro la sua biblioteca. Molti preziosi documenti potrebbero quindi andar distrutti, dato che la biblioteca non dispone di locali blindati. La stessa opinione venne espressa nel dicembre 1952, nel corso di un colloquio con l’ambasciatore sovietico in Italia, da Paolo Robotti, membro candidato del comitato centrale del Pci. Feltrinelli è molto ricco e possiede numerose aziende industriali e commerciali. Secondo le informazioni di funzionari dirigenti del Pci, egli fornisce al Partito comunista un sostegno finanziario". P.C.I.

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