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5 marzo 1953

Muore Giuseppe Stalin. Il comitato centrale del Pcus emette un comunicato: "Cari compagni ed amici, il comitato centrale del Partito comunista dell’Unione sovietica, il Consiglio dei ministri dell’Unione sovietica, e il Praesidium del Consiglio supremo dell’Unione sovietica annunciano con profondo dolore, al partito ed a tutti i lavoratori dell’Unione sovietica che il 5 marzo alle 21.50 dopo una grave malattia è morto il Presidente del Consiglio dei ministri dell’Unione sovietica e segretario del Comitato centrale del Partito comunista dell’Unione sovietica, Joseph Visarionovich Stalin. Il cuore del compagno Joseph Visarionovich Stalin, ispirato continuatore della volontà di Lenin, saggio maestro e condottiero del Partito comunista e del popolo sovietico, ha cessato di battere…". Al posto di Stalin, come primo ministro, subentra Georgij Maksimilianovic Malenkov.

5 marzo 1953

Alcide De Gasperi, appresa la notizia della morte di Stalin, rilascia un comunicato all’agenzia "Ansa" nel quale afferma: "In vita, il dittatore non mostrò per il nostro Paese né comprensione né considerazione. L’atteggiamento dei suoi diplomatici fu, nelle trattative e nella conferenza della pace, ostinatamente duro e pertinacemente negativo. Tuttavia, se fosse vera l’opinione di chi attribuisce anche al suo influsso personale l’esitazione dell’Urss a scatenare una nuova conflagrazione mondiale, dovremmo mettere al suo attivo questo suo rifuggire dalla responsabilità estrema, e augurarci che i suoi successori lo accettino come norma di saggezza". D.C.

5 marzo 1953

Le sinistre, i senatori indipendenti e il missino Enea Franza abbandonano l’aula del Senato per protesta, dopo che i democristiani hanno imposto la fine delle discussioni sulla legge di riforma elettorale in sede di Commissione. D.C. P.C.I. P.S.I. Destra- M.S.I.

5 marzo 1953

A Roma, il ministro della Pubblica istruzione invia a quello degli Interni un rapporto concernente un maestro e la moglie di questi, residenti in un paese del pordenonense, sul conto dei quali sono state svolte indagini, con raccolta di testimonianze scritte, perché comunisti e sospettati di aver svolto propaganda tra gli alunni. Controllo politico di Stato e informative

5-12 marzo 1953

A Parigi, sulla prima pagina della rivista "Lettres francaises", è pubblicato un disegno di Pablo Picasso raffigurante il volto di Stalin, che suscita le proteste di numerosi lettori.

6 marzo 1953

Alla Camera dei deputati, Palmiro Togliatti annuncia la morte di Stalin: "Questa notte Giuseppe Stalin è morto, è difficile per me parlare, signor presidente. L’animo è oppresso dall’angoscia per la scomparsa dell’uomo più che tutti gli altri venerato ed amato, per la perdita del maestro, del compagno, dell’amico…Non è necessario di Giuseppe Stalin aver condiviso le idee e esaltato le opere, per rimanere percossi, attoniti nel momento in cui si chiude questa vita prodigiosa". P.C.I.

6 marzo 1953

Il quotidiano comunista "L’Unità" dedica tutte le pagine alla figura del dittatore sovietico. La direzione del Pci nomina la delegazione che dovrà partecipare ai funerali: Togliatti, Amendola, Roasio, Boldrini. Con loro partiranno Nenni, per il Psi, e Di Vittorio, per la Cgil. P.C.I. P.S.I.

6 marzo 1953

A Roma, la direzione del Psi dirama un comunicato sulla morte di Stalin, nel quale afferma che il partito "inchina le bandiere…davanti alla salma del costruttore dello Stato sovietico, dell’amico dei lavoratori di tutto il mondo, del difensore e del garante della pace". P.S.I.

6 marzo 1953

La rivista comunista "Il Propagandista" esalta la figura di Stalin: "La vita di Stalin è la vita del Partito comunista dell’Urss, è la vita del primo Stato socialista del mondo. Perciò si comprende l’amore che lo circondò e il dolore che suscita la sua scomparsa: sono due sentimenti universali che oggi si fondono nel cuore degli uomini semplici di tutto il mondo, nei quali Stalin continuerà a vivere per l’eternità. Si è arrestato un grande cuore. Si è spento un grande genio. Ma l’opera creata da Stalin rimane, invitta e invincibile, per dar coraggio e speranza agli oppressi, per incitare vieppiù i vittoriosi, per fare degli uni e degli altri i compagni e i fratelli di lotta per l’emancipazione di tutta l’umanità dal bisogno, dalla paura, dall’odio, dagli orrori delle guerre". P.C.I.

6 marzo 1953

A Roma, giunge un funzionario della Central intelligence Agency (Cia). Stati Uniti- Italia

8 marzo 1953

Inizia al Senato il dibattito sulla legge di riforma elettorale.

8 marzo 1953

Il quotidiano comunista "L’Unità" pubblica un articolo di Ehrenburg in memoria di Giuseppe Stalin: "Stalin non era uno di quei capi militari isolati dal popolo come la storia ne ha conosciuti. Stalin dava coraggio ad ognuno, comprendeva il dolore di quelli che si rifugiavano sotto le tende gocciolanti, le lacrime delle madri, la collera del popolo…" P.C.I.

9 marzo 1953

La Cgil indice uno sciopero, obbligatorio per i suoi aderenti, dalle ore 10.00 alle ore 10.20 in concomitanza con lo svolgimento, a Mosca, dei funerali di Giuseppe Stalin. Movimento operaio- sindacati

10 marzo 1953

A Strasburgo, è definitivamente approvato il progetto per la creazione della Comunità politica europea, predisposto dall’assemblea ad hoc presieduta da Henry Spaak, con 58 voti a favore, 5 astenuti.

10 marzo 1953

Nel corso della seduta al Senato sulla riforma della legge elettorale, anche i senatori liberali Frassati e Jannacone contestano il disegno di legge presentato dal governo.

10 marzo 1953

I liberali Epicarmo Corbino e Giuseppe Nitti insieme al democristiano Raffaele Terranova danno vita, in dissenso con i partiti di appartenenza, al gruppo ‘Alleanza democratica’ al quale aderisce subito dopo l’indipendente, eletto nelle file della Dc, Ettore Viola. D.C.

10 marzo 1953

A Gardone Val Trompia, è arrestato Luigi Pedretti, operaio comunista, ex commissario della 122.a brigata Garibaldi con l’accusa di aver ucciso, nel periodo della lotta di liberazione, una spia denominata ‘Nicola’. Seguirà il 25 marzo l’arresto di Pietro Da Monti, operaio della Redaelli di Gardone (‘Spartaco’). Repressione partigiani

11 marzo 1953

E’ approvata la legge sulla Corte costituzionale.

12 marzo 1953

Spruille Braden, ex segretario aggiunto per gli Affari latino americani del Dipartimento di stato, nel corso di una conferenza al Darmouth college di Hannover, chiede che gli Stati uniti intervengano militarmente in Guatemala per sventare la minaccia comunista. Stati Uniti

12 marzo 1953

A Washington, Egidio Ortona annota nel suo diario il risultato dell’incontro avvenuto fra l’ambasciatore italiano, Alberto Tarchiani, ed il segretario di Stato, John Foster Dulles"…Solo a fatica Tarchiani riesce a menzionare l’argomento di Trieste, in cui Dulles manifesta una totale ignoranza, non avendo neppure letto il memorandum preparato dagli uffici". Stati Uniti- Italia. T.L.T.

12 marzo 1953

Giovanbattista Montini invia una lettera al cardinale Spellman, accusandolo di non aver saputo "reagire adeguatamente" ai "volgari, amari e assolutamente ingiustificati attacchi alla Santa Sede" che alla medesima sono portati negli Stati uniti. Vaticano

12 marzo 1953

In Parlamento, i comunisti contestano l’intervento del senatore democristiano Italia, relatore di maggioranza, che nel 1945, in qualità di pubblico ministero, aveva chiesto la pena di morte per l’on. Acerbo, che aveva dato il suo nome alla legge maggioritaria fascista. P.C.I.

12 marzo 1953

La Cgil ha indetto lo sciopero nazionale dei ferrovieri che si protrae anche il giorno successivo, per ottenere aumenti salariali, lo sganciamento delle carriere e contrastare il progetto governativo di limitazione del diritto di sciopero. La polizia interviene in varie località per impedire i picchetti. Movimento operaio- sindacati. Repressione armata

13 marzo 1953

Al Senato, il comunista Pietro Secchia interviene parlando contro il progetto di legge di riforma elettorale presentato dal governo: "Non pensate di potere impunemente continuare su questa strada, non pensate di poter con una maggioranza parlamentare qualsiasi annullare con un voto una Costituzione che è costata al popolo nostro decenni di dure lotte, di sangue, di sacrifici senza nome. Il giorno in cui con un colpo di accetta, con un colpo di maggioranza parlamentare o che so io, voi avrete spezzato la Costituzione e cioè questo impegno che lega tutti i cittadini italiani, che ci impegna tutti, quel giorno avrete voi stessi dato il via a nuove forme di lotta del popolo italiano. Il Partito comunista è rimasto e vuole restare con tutte le sue forze fedele alla Costituzione repubblicana. Ma il Partito comunista non è oggi al potere, al governo; al potere ci sono i democristiani, ai governanti spetta per primi restare fedeli alla Costituzione e farla rispettare da tutti. Se dovesse avvenire come è avvenuto per lo Statuto albertino, che ad un certo momento è stato messo sotto i piedi dalle classi dirigenti le quali per mezzo di bande armate hanno fatto quello che sapete, se dovesse avvenire che per mezzo dello squadrismo e con altri mezzi…si tentasse di annullare le libertà democratiche, di rimettere in catene i lavoratori, i loro partiti e le loro organizzazioni, oh allora non fatevi nessuna illusione, noi non resteremo fermi a dire di no, mentre gli altri con la violenza faranno di si. Ciò che è accaduto nel 1921, nel 1922, nel 1924 e dopo, non accadrà più". P.C.I.

14 marzo 1953

La legge costituzionale recante "norme sulla Costituzione ed il funzionamento della Corte costituzionale", approvata l’11 marzo, è pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.

14 marzo 1953

Su "Il Tempo illustrato", il giornalista Mattei riporta le dichiarazioni del maresciallo Rodolfo Graziani sui motivi che lo hanno indotto a dimettersi dal Msi: "Desidero rendere più agevole – spiega – il compito dei dirigenti del Movimento, di cui condivido le idee e lo spirito della battaglia…Il mio gesto non vuole essere atto di dissidenza, ma il contributo a una azione chiarificatrice…Materialmente fuori dal Movimento io potrò continuare a esservi vicino forse più utilmente di ieri". Destra- M.S.I.

15 marzo 1953

A Mosca, il primo ministro Georgij Malenkov afferma, in un suo discorso, che "non vi sono questioni che non possono venire risolte pacificamente".

15 marzo 1953

Esce nelle edicole la rivista "Abc", promossa da Giuseppe Bottai con intenti di critica politica.

15-19 marzo 1953

A Palermo, si svolge il convegno organizzato dal ‘Centro per la cooperazione mediterranea’, che si propone di fare del capoluogo siciliano il centro per un interscambio culturale ed economico con i paesi mediterranei.

16 marzo 1953

A Roma, sono consegnate al presidente del Senato, Paratore, mezzo milione di firme sulla petizione popolare contro la legge Scelba, cosiddetta legge truffa, che chiede lo svolgimento del referendum come prevede la Costituzione per le modifiche alla normativa costituzionale. Al Senato, i democristiani tentano di chiudere il dibattito parlamentare sulla incostituzionalità del progetto, tema sul quale hanno chiesto la parola molti esponenti della sinistra. D.C. P.C.I. P.S.I.

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