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24 ottobre 1956

Il quotidiano comunista "L’Unità", diretto da Pietro Ingrao, pubblica un articolo sugli eventi ungheresi dal titolo: "Scontri nelle vie di Budapest provocati da gruppi armati di controrivoluzionari". P.C.I.

24 ottobre 1956

A Firenze, per protestare contro l’annunciato invio negli Stati uniti di capolavori custoditi agli Uffizi e a Palazzo Pitti, decisa a livello ministeriale, si barricano nella torre di Arnolfo quattro artisti, Mario Romoli, Vinicio Berti, Giancarlo Pacini, Elio Fiori. Il sindaco Giorgio La Pira si impegna ad impedire il trasferimento dei dipinti facendo ogni pressione gli è consentita. "I quadri il 30 ottobre non partiranno a meno che- dice- si voglia invalidare la mia posizione di ufficiale di governo". Stati Uniti- Italia. D.C.

25 ottobre 1956

A Budapest (Ungheria), è repressa nel sangue, con un bilancio di 200 morti e centinaia di feriti, una manifestazione i cui partecipanti chiedono il ritiro delle truppe sovietiche e le dimissioni del governo responsabile della sanguinosa repressione della notte precedente. Il generale Pal Maleter rifiuta di intervenire con i mezzi corazzati contro gli insorti.

25 ottobre 1956

"L'Unità" commenta ancora la rivolta d'Ungheria come "un putsch controrivoluzionario". Il quotidiano intitola l’articolo sui fatti di Ungheria "Le bande controrivoluzionarie vengono costrette alla resa dopo i loro sanguinosi attacchi contro il potere socialista" e "Da una parte della barricata a difesa del socialismo". La direzione nazionale del Pci emette un comunicato sugli avvenimenti ungheresi che definisce "una sommossa controrivoluzionaria armata, apertamente volta a rovesciare il governo democratico popolare, a troncare la marcia verso il socialismo ed a restaurare un regime di reazione capitalistica". La direzione del Pci ribadisce, a proposito di Polonia e Ungheria, che "pur favorevoli al processo di democratizzazione che si è iniziato in questi paesi dopo il XX Congresso del Pcus", "i comunisti italiani giudicano doloroso il fatto che il governo ungherese non sia stato in grado di respingere con le sue sole forze l’attacco controrivoluzionario e abbia ritenuto necessario ricorrere all’aiuto sovietico per difendere il potere popolare e il regime socialista…Ciò è prova di evidenti debolezze del partito". P.C.I.

25 ottobre 1956

A Roma, a seguito degli eventi in Ungheria, si riuniscono gli studenti comunisti che stilano un comunicato: "L’attivo degli studenti comunisti, riunitisi il 25 ottobre, ha affermato decisamente la propria adesione al processo di democratizzazione". P.C.I.

25 ottobre 1956

A Roma, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat si incontrano per esaminare congiuntamente l’unificazione tra Psi e Psdi. P.S.I.

25 ottobre 1956

A Firenze, giunge la notizia che la spedizione dei capolavori artistici chiesta dagli Stati Uniti è stata sospesa. La Questura nega però agli artisti la possibilità di festeggiare l’evento e proseguire nella loro opera di sensibilizzazione con una fiaccolata. Stati Uniti- Italia. Repressione

26 ottobre 1956

A New York, si conclude l’accordo sullo statuto dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

26 ottobre 1956

A Tel Aviv (Israele), l’ambasciatore italiano Benedetto Capomazza invia al ministero degli Esteri un telegramma urgente per segnalare l’aggravarsi della situazione, essendo state segnalate truppe irachene in Giordania. La notizia è totalmente infondata.

26 ottobre 1956

A Budapest, è destituito dalla direzione del Partito comunista Erno Gero.

26 ottobre 1956

Il ministro degli Esteri, Gaetano Martino, rispondendo alle interrogazioni parlamentari sulla crisi ungherese, afferma che da parte sovietica è stata violata "non solo la Carta della Nazioni unite, ma anche il Patto di Varsavia". Nel corso del dibattito sugli avvenimenti ungheresi, Giancarlo Pajetta afferma che questi sono stati "provocati da coloro che intendevano interrompere lo sforzo onesto dell’Ungheria per correggere eventuali errori". P.C.I.

26 ottobre 1956

Carlo Cassola scrive ad Antonello Trombadori: "Che cosa decidete di fare? Vi rendete conto che siamo ormai alla svolta, al punto critico? Non credo che i dirigenti di un Partito, i quali definiscono ‘bande armate controrivoluzionarie’ i rivoltosi di Budapest possano essere più creduti da nessuno…". P.C.I.

27 ottobre 1956

I ministri degli Esteri francese Pineau e tedesco von Brentano firmano l’accordo che prevede la restituzione, per il 1 gennaio 1957, del bacino minerario della Saar alla Repubblica federale tedesca.

27 ottobre 1956

A Dallas (Texas), in un discorso al Dallas council on world affairs, il segretario di Stato americano John Foster Dulles, riferendosi alla situazione ungherese, afferma: "Tutti coloro che pacificamente godono della libertà hanno il solenne dovere di cercare con tutti i mezzi utili che coloro che muoiono oggi per la libertà non muoiano invano". Stati Uniti

27 ottobre 1956

A Roma, è annunciato un accordo di assistenza mediante il quale gli Stati uniti forniranno all’Italia entro il 1957 8,3 miliardi di aiuti alimentari. Stati Uniti- Italia

27 ottobre 1956

La segreteria nazionale della Cgil emette un comunicato sugli avvenimenti ungheresi, affermando che la repressione in atto merita "la condanna storica e definitiva di metodi antidemocratici di governo e di direzione politica ed economica. Sono questi metodi che determinano il distacco fra i dirigenti e le masse popolari". E condanna, inoltre, "l’intervento di truppe straniere". Movimento operaio- sindacati

27 ottobre 1956

La Fgci, in un documento relativo alla situazione ungherese, afferma: "Diviene necessario sviluppare un ampio processo di democratizzazione attraverso l’effettiva partecipazione del popolo alla direzione dello Stato socialista e la sua edificazione in forme aderenti alle tradizioni e alle caratteristiche regionali della società ungherese, nell’indipendenza nazionale e nella fraterna collaborazione, su basi di eguaglianza e di rispetto reciproco, con l’Unione Sovietica e il movimento operaio internazionale". P.C.I.

27 ottobre 1956

Vasco Pratolini invia al quotidiano comunista "L’Unità" una lettera, nella quale dichiara di non considerare "controrivoluzionari" gli insorti ungheresi. La lettera non sarà pubblicata. P.C.I.

27 ottobre 1956

A Roma, una trentina di giornalisti del quotidiano comunista "Paese sera" inviano al direttore del quotidiano "L’Unità" Pietro Ingrao una lettera in cui esprimono dissenso dalla posizione del Pci sui fatti di Ungheria, e lamentano che i parlamentari comunisti non si siano associati il 26 ottobre, alla Camera dei deputati, alla manifestazione di solidarietà nei confronti del popolo magiaro. P.C.I.

28 ottobre 1956

A Tel Aviv, il premier israeliano David Ben Gurion informa il governo dell’alleanza militare con Francia ed Inghilterra per l’occupazione del Sinai "fino alla fine dei tempi" e la riconquista del canale di Suez.

28 ottobre 1956

A Varsavia, è liberato il cardinale Wyszynski. Vaticano

28 ottobre 1956

In Vaticano, è reso pubblico il documento papale "Luctuosissimi eventus" con il quale Pio XII chiede il ritiro delle truppe sovietiche dall’Ungheria, e offre preghiere di solidarietà per gli ungheresi. Vaticano

28 ottobre 1956

A Milano, l’arcivescovo Montini ha diramato a tutte le parrocchie un invito a pregare per i dissidenti e gli insorti dell’Est: "Il grido di libertà che si spegne sulle labbra delle vittime di una spietata repressione è troppo straziante, troppo risuona del timbro sacro della coscienza spirituale del popolo perché non riecheggi nel cuore cristiano, docile ad ogni legittima autorità e scevro di passione rivoluzionaria, ma ribelle d’amore ad ogni oppressione ed ogni violenza…". L’invito alla preghiera elenca con cura gli oppressi: "i fratelli di fede della Polonia, dell’Ungheria, dei Paesi baltici, della Cecoslovacchia, della Jugoslavia, della Romania, dell’Albania e della Bulgaria" ; altri non sono previsti. Vaticano

28 ottobre 1956

In molte località le associazioni cattoliche – Croce rossa, Avis ecc.- organizzano collette e raccolte di viveri e medicinali a favore dei ribelli e dei lavoratori colpiti dalla repressione in Ungheria.

28 ottobre 1956

Sul quotidiano "Paese Sera" il direttore Tomaso Smith, nell’articolo intitolato "Umanità offesa", in polemica con la direzione nazionale del Pci, scrive: "Perché si parla di movimento ‘controrivoluzionario’ quando l’intero popolo magiaro, lavoratori, contadini, studenti, soldati, intellettuali, è insorto appunto in difesa del vero socialismo e della vera democrazia che esigono, sì, disciplina e consapevolezza, ma non comportano coercizioni ed arbitrii?". P.C.I.

28 ottobre 1956

A Roma, giovani cattolici e missini che manifestando a favore degli insorti ungheresi tentano di raggiungere la sede dell’Ambasciata sovietica, sono caricati e dispersi dalla polizia. Repressione armata

28-29 ottobre 1956

A Roma, a casa di Luciano Cafagna, è redatta una dichiarazione destinata al comitato centrale del Pci, che sarà poi denominata "manifesto dei 101", alla cui stesura partecipano Alberto Caracciolo, Lucio Colletti, Francesco Sirurgo, Sergio Bertelli, Carlo Muscetta. P.C.I.

29 ottobre 1956

L’aviazione militare israeliana abbatte un aereo da trasporto egiziano causando la morte di 18 ufficiali di Stato maggiore, ma non quella del generale Amir la cui presenza a bordo era stata segnalata dal servizio segreto. Inizia così la seconda guerra arabo – israeliana.

29 ottobre 1956

L’esercito israeliano invade il Sinai. Gli israeliani, a titolo di ammonimento verso gli arabi, compiono una ‘rappresaglia preventiva’ nel villaggio di Kafr Kassem, uccidendo 49 persone e ferendone 13. Fra i morti, 12 donne e ragazze, 10 adolescenti fra i 14 e i 17 anni, 7 bambini fra gli 8 e i 13 anni.

29 ottobre 1956

Il governo italiano presenta al presidente del Consiglio di sicurezza dell’Onu una nota di protesta contro l’intervento sovietico in Ungheria, e si associa alla richiesta di una riunione straordinaria del Consiglio presentata da Inghilterra e Francia.

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