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2 febbraio 1960

In Francia, come reazione alla "settimana delle barricate" ad Algeri, l’Assemblea nazionale vota i ‘poteri speciali’ al governo per "il mantenimento dell’ordine e la salvaguardia dello Stato".

2 febbraio 1960

A Messina, Franco Evangelisti, esponente della corrente andreottiana ‘Primavera’, afferma che se la Dc apre ai socialisti si crea la possibilità che sorga un nuovo partito cattolico. D.C.

2 febbraio 1960

A Palermo, il mafioso Nicolò Di Trapani presenta al Comune una richiesta di variante del piano regolatore relativa ad un terreno di proprietà della sua famiglia.

3 febbraio 1960

La Confindustria, mediante un comunicato, critica la Corte costituzionale per la sentenza che ha stabilito la legittimità dello sganciamento delle aziende a partecipazione statale dall’organizzazione industriale.

3 febbraio 1960

A Palermo, il vice presidente della giunta regionale siciliana, Benedetto Majorana della Nicchiara, si dimette insieme a due assessori, provocando la crisi del governo Milazzo.

4 febbraio 1960

A Roma, il segretario missino Arturo Michelini afferma che a Palermo "è stato presentato un accordo che prevede la presentazione di una mozione di sfiducia e la costituzione di una nuova giunta di centro- destra, firmato dagli onorevoli Lanza e D’Angelo per la Dc, Almirante e Buttafuoco per il Msi, Trimarchi per il Pli e dagli onorevoli Majorana, Barone, Paternò e Spanò dei Cristiano sociali…E’ questa la risposta del Msi- aggiunge- ai provocatori discorsi dell’on. Moro che non poteva non conoscere, mentre pronunciava il suo discorso ieri a Messina, l’esistenza di un accordo firmato a Palermo e il fatto che esso fosse in via di esecuzione". Destra- M.S.I. D.C.

4 febbraio 1960

Enzo Forcella su "Settimo giorno", nell’articolo "Il ‘revisionismo’ è nome di comodo per attaccare i socialisti", commenta il congresso del Pci, scrivendo:" Autonomi, democratici, riformisti, filocattolici: cosa resterà d’ora in poi ai comunisti per distinguersi da qualsiasi altro partito socialista…". P.C.I.

5 febbraio 1960

Negli Stati uniti, esponenti del Partito democratico Johnson affermano che esiste a Denver, nel Colorado, un arsenale segreto di gas nervini "sufficienti ad uccidere tutti gli uomini, le donne e i bambini del mondo". Stati Uniti

5 febbraio 1960

Inizia, per concludersi l'11 febbraio, il viaggio nell’Unione sovietica del presidente della repubblica Giovanni Gronchi accompagnato dal ministro degli Esteri Giuseppe Pella. All’aeroporto, sono accolti dal presidente Nikita Kruscev e dal presidente del Praesidium del Soviet supremo Voroscilov, il loro passaggio è applaudito da una folla che sventola bandiere tricolore. D.C.

5 febbraio 1960

A San Paolo del Brasile, Arturo Dal Dosso scrive alla cancelleria del Tribunale di Torino affinché voglia comunicare al ministro dei Trasporti, direzione generale delle Ferrovie dello Stato, l’avvenuta applicazione dell’amnistia dell’11 luglio 1959 e la cancellazione della pena in modo che egli possa richiedere la pensione come ferroviere. R.S.I.

5 febbraio 1960

Un funzionario di Ps di Bolzano con pseudonimo ‘Shatten’ scrive a Ulderico Caputo, direttore della divisione Affari riservati, per informarlo che Salvatore Acampora ha preannunciato una sua visita per essere "ragguagliato un pochino sui problemi locali". Controllo politico di Stato e informative

6 febbraio 1960

La rivista "Civiltà cattolica" scrive in polemica con il Psi: "Insomma, il principale interessato al costituendo governo di centrosinistra fa orecchi da mercante. Ci sembra, perciò, per lo meno strano che quelli della sinistra di Base non si stanchino di dire che tutto è pronto per l’apertura a sinistra; che il Psi è disponibile; che la mancanza di buona volontà è solo da parte della maggioranza della Dc". D.C. P.S.I.

6 febbraio 1960

Giovanni Di Capua, sulla rivista "Il Punto" scrive, ricordando il convegno di Vallombrosa (13-14 luglio 1957): "Il richiamo di Fanfani all’unità del partito come condizione essenziale per un nuovo orientamento nei confronti del mondo socialista fu respinto da…voti che furono attribuiti – anche per esplicita ammissione – a Rumor, Carlo Russo, Colombo, Taviani, Sarti, Morlino, Piccioni e altri personaggi ‘minori’…l’on. Moro era assente". D.C.

6 febbraio 1960

Il quotidiano cattolico "L’Avvenire" critica duramente il film di Federico Fellini "La dolce vita", scrivendo, fra l’altro:" Di Roma cristiana, cattolica, secolare, eterna, pare che da certi obiettivi attentissimi non si vedano che tracce spregevoli". In questi stessi giorni, interviene in argomento anche "Il Secolo d’Italia" scrivendo che l’ultimo lavoro di Fellini "è un film importante, come importante è un attentato. Un attentato alla nazione, alla società, alla morale. ‘La dolce vita’ è un film classista e abile, sovvertitore e antitaliano". Un gruppo di parlamentari missini, fra i quali Leccisi e Turchi, presentano al riguardo un’interpellanza parlamentare, e così i democristiani Quintieri, Pennacchini e Negroni. D.C. Destra- M.S.I.

6 febbraio 1960

A Pechino, l’ambasciatore sovietico definisce, in una comunicazione verbale al governo cinese, la politica perseguita da quest’ultimo verso l’India come "grettamente nazionalista".

7 febbraio 1960

"L’Osservatore romano" ribadisce la sua condanna nei confronti del socialismo, "anche se distinto e avversario del comunismo", concludendo che "nessuno può essere buon cattolico e nello stesso tempo vero socialista". Vaticano. P.S.I.

8-10 febbraio 1960

Gli organi di stampa della destra e clericali fra i quali "Il Secolo d’Italia" e "Il Tempo" rivolgono aspre critiche al viaggio di Giovanni Gronchi in Unione sovietica affermando che i colloqui sono falliti, prendendo spunto particolarmente da uno scambio di battute semischerzoso fra Kruscev e Gronchi sulla validità dei rispettivi sistemi politici, proseguito dal ministro Pella sulla questione di Berlino, che il presidente sovietico ha prontamente rimbeccato ("La vita vi insegnerà, essendo maestra così brava che anche gli alunni più tardivi finiscono per imperare"). Le critiche si appuntano sull’ambasciatore Pietromarchi, che ha preparato il viaggio. D.C. Destra- M.S.I.

8-11 febbraio 1960

Si riunisce il comitato centrale socialista. Nella sua relazione di apertura, Pietro Nenni dichiara: "Noi non abbiamo preteso mai che una convergenza o intesa della Dc con noi presupponga o comporti una analoga convergenza o intesa con i comunisti. Sennonché le ‘cose’ da fare sono quelle che sono; esse esprimono esigenze che sono di tutti i lavoratori, di tutti i democratici, di tutto il movimento operaio; che sono quindi nostre come sono dei comunisti, come sono delle masse cattoliche. Il punto da chiarire è se la intransigenza dei democristiani nei confronti di ogni convergenza coi comunisti arriva o non fino a rifiutare le regioni perché alle regioni sono interessati i comunisti, a rifiutare la nazionalizzazione dell’elettricità perché figura nel programma dei comunisti, a rifiutare la distensione perché per essa si battono i comunisti". P.S.I.

9 febbraio 1960

Al comitato centrale socialista, nel suo intervento, Lelio Basso afferma che "una politica di rinnovamento non deve essere confusa con quel tanto di progresso che anche i monopoli intendono realizzare sul piano dell’ammodernamento o di investimenti pubblici…tanto più che questa politica neocapitalista si accompagna con una volontà di compressione del potere contrattuale dei lavoratori e con un’accentuazione autoritaria del potere pubblico, ed è quindi profondamente antidemocratica – vedi De Gaulle in Francia ed il fanfanismo in Italia". Basso sottolinea che il governo e la Democrazia cristiana non reagiscono, né intendono farlo "alle crescenti pretese teocratiche della Chiesa cattolica, vero tarlo roditore della democrazia italiana…La vera minaccia alle istituzioni democratiche non viene tanto da oscuri complotti di generali, quanto dalla congiura al chiaro giorno di vescovi e di cardinali". Altro punto di dissenso con Nenni riguarda "il mezzo con cui il Partito socialista può costringere la Dc a questa svolta" che consiste, per Basso, "nella lotta ferma e continua delle masse" come momento di pressione, non limitandosi "ad una ripetuta ed insistente offerta di disponibilità, che praticamente si risolve in un infecondo attesismo". P.S.I.

9 febbraio 1960

A Roma, si svolge l’assemblea della Confindustria aperta dal presidente Alighiero De Micheli che, dopo aver rivendicato come esclusivo merito degli industriali la crescita della produzione, ribadisce il dissenso degli industriali riguardo alla legge di estensione erga omnes della validità dei contratti, alla pressione fiscale sulle imprese, ai miglioramenti previdenziali, all’incremento della spesa pubblica e alla regolamentazione dei monopoli. De Micheli afferma che "per difendere l’economia di mercato, occorre soprattutto l’autocontrollo dello Stato di fronte alle tentazioni dirigistiche" ed aggiunge: "Non possiamo ignorare che l’apertura a sinistra significherebbe apertura a schieramenti politici antidemocratici". All’assemblea interviene il ministro Emilio Colombo, con assicurazioni tranquillizzanti sul fatto che la politica governativa resterà saldamente ancorata alle linee tradizionali e particolarmente assicura che la legge antimonopolio "non turberà la industria privata". D.C.

9 febbraio 1960

Ad Andria (Bari), la polizia provoca incidenti con i disoccupati che, davanti al Municipio, chiedono lavoro. Repressione armata

10 febbraio 1960

Il presidente sovietico Nikita Kruscev inizia un viaggio nei paesi asiatici fra i quali India, Birmania, Indonesia e Afghanistan.

10 febbraio 1960

Sono firmati accordi di cooperazione fra Italia e Marocco.

10 febbraio 1960

Mentre sta per chiudersi la sottoscrizione all’aumento del capitale Sofis (Società finanziaria siciliana), l’Eni fa pervenire l’offerta di 3 miliardi che, aggiunti alla quota precedentemente detenuta, assegnano all’ente di Stato il controllo della società superando le quote dei monopoli privati Montecatini, Edison, Immobiliare e Fiat. La Sofis viene autorizzata dal ministero delle Partecipazioni statali ad eseguire il progetto relativo all’impianto petrolchimico di Gela, località dove l’Agip ha un giacimento con capacità produttiva di 3 milioni tonnellate l’anno.

10 febbraio 1960

A Siracusa, durante lo sciopero cittadino in solidarietà con i lavoratori della Sincat, la polizia carica i manifestanti con caroselli di jeep e manganellate, operando fermi. Diversi dimostranti ed alcuni agenti riportano contusioni. Repressione armata

11 febbraio 1960

Il comitato centrale socialista si chiude con la votazione che assegna 46 voti alla mozione di Pietro Nenni e 33 a Lelio Basso e Tullio Vecchietti. P.S.I.

11 febbraio 1960

Ad Asti, una manifestazione operaia che solidarizza con la lotta della Sisa, diretta alla Prefettura, è caricata dalla polizia e costretta a sciogliersi, benché il prefetto stia ricevendo una delegazione dei lavoratori. Repressione armata

12 febbraio 1960

Il Dipartimento di stato americano chiede al ministero degli Esteri italiano, tramite l’ambasciata a Washington, un "dettagliato rapporto sui colloqui del presidente Gronchi e del ministro degli Esteri Pella nell’Unione sovietica". Stati Uniti- Italia

13 febbraio 1960

A Reggane, nel poligono nucleare del Sahara marocchino, la Francia fa esplodere la sua prima bomba atomica.

13 febbraio 1960

E’ presentato alla Camera dei deputati il disegno di legge sul Piano quinquennale per lo sviluppo dell’agricoltura (Piano verde).

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