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3 maggio 1978

Si conclude il processo per ‘Ordine nero’, a Bologna, con lievi condanne per Zani, Adriano Petroni, Augusto Cauchi, Andrea Brogi e Luciano Bernardelli. Destra- formazioni minori. Strutture clandestine e semiclandestine

3 maggio 1978

La segreteria della federazione Cgil-Cisl-Uil istituisce una commissione per autoregolamentare gli scioperi. Movimento operaio- sindacati

3 maggio 1978

A Milano Bovisa, un attentato incendiario è compiuto contro un convoglio ferroviario che trasporta vetture Alfa Romeo. L’azione è rivendicata dalle ‘Squadre operaie armate’. Violenza politica

4 maggio 1978

Elogi alla ‘linea della fermezza’ vengono dal ministro tedesco alla Giustizia Vogel, socialdemocratico, e dalla sovietica "Pravda" che riserva un duro attacco al leader socialista Bettino Craxi. Affare Moro

4 maggio 1978

Sul quotidiano comunista "l’Unità" appare un editoriale riferito alla vicenda di Aldo Moro: "Perché le indagini sul rapimento di Moro non fanno passi avanti? Perché a distanza di un mese e mezzo dall’agguato di via Fani l’inchiesta passa alla Procura generale della repubblica sotto il titolo non più solo di strage e sequestro di persona ma di cospirazione politica e attentato contro la Costituzione? Bisogna tornare su questi interrogativi. Ogni giorno che passa aggiunge nuovi elementi inquietanti che ci fanno pensare come l’impresa delle cosiddette Brigate rosse si intrecci a qualcosa di diverso, di molto diverso…Quanto più il terreno della ricerca sembrerebbe farsi favorevole per liberare Moro (non è questo l’obiettivo vero che bisogna porsi?) tanto più le indagini ristagnano…C’è una sensazione che si fa sempre più netta…che ciò che paralizza le indagini non vada cercato soltanto sul terreno delle insufficienze tecniche, ma che esse si blocchino perché sulla loro strada incontrano oscuri quanto protetti santuari. Siamo di fronte ormai a un disegno eversivo, forse più pericoloso di quello del ’69, che mobilita forze strane e diverse .." Affare Moro

4 maggio 1978

A Genova, le Brigate rosse feriscono il funzionario dell’Italsider Alfredo Lamberti. Violenza politica

4 maggio 1978

A Bologna, la polizia uccide Roberto Rigobello, militante del ‘Movimento proletario di resistenza offensiva’, che tentava la fuga dopo un tentativo di rapina in una banca. Arrestato Marco Tirabovi. Violenza politica. Repressione armata- caduti

4 maggio 1978

Alla Zepada di Padova un’assemblea operaia decide la resistenza contro i 750 licenziamenti ventilati. Movimento operaio

5 maggio 1978

A Beirut, Yasser Arafat lancia un appello per la liberazione di Aldo Moro che viene diffuso dall’agenzia di stampa palestinese. Affare Moro

5 maggio 1978

Il prefetto Walter Pelosi è nominato responsabile del Cesis. Affare Moro. Strutture clandestine e semiclandestine

5 maggio 1978

A Roma, si riunisce sotto la presidenza di Giulio Andreotti il Comitato interministeriale di sicurezza che respinge ogni ipotesi di autonoma clemenza. Affare Moro

5 maggio 1978

A Roma, le Brigate rosse diffondono il comunicato numero nove: "Concludiamo quindi la battaglia iniziata il 16 marzo, eseguendo la sentenza cui Aldo Moro è stato condannato…" Affare Moro

5 maggio 1978

Sono trasmessi alle autorità interessate i piani ‘Victor’ e ‘Mike’, che stabiliscono le azioni da compiersi nel caso che Aldo Moro sia rilasciato vivo (in questo caso deve essere ricoverato al Policlinico Gemelli per essere sottoposto ad un trattamento rieducativo) o sia ritrovato morto. I due piani erano stati concordati "tra il ministro dell’Interno e il dottor Guasco", sostituto procuratore generale della repubblica. Il piano ‘Victor’ disponeva: "Immediato avviso al Procuratore generale della Repubblica dottor Pascalino e al sostituto dott. Guasco; è necessario che il primo contatto con il Sequestrato per un primo interrogatorio, anche sommario, avvenga da parte del Magistrato inquirente, prima di dichiarazioni a politici o alla stampa, il che, oltre ad essere in violazione delle norme di Procedura, sarebbe gravemente pregiudizievole per le indagini. 2) Ricovero immediato del Sequestrato presso il ‘Policlinico Gemelli’ o la clinica più vicina. Se l’on. Moro esprime il desiderio di vedere la moglie o i suoi familiari, questi saranno accompagnati al suddetto ospedale. L’on. Moro per nessuna ragione deve essere condotto a casa. 3) Il luogo del rinvenimento deve essere isolato, e devono effettuarsi i primi accertamenti di Polizia scientifica in attesa del sopralluogo del Magistrato..." Affare Moro

5 maggio 1978

A Roma, l’esponente comunista Ugo Pecchioli informa il procuratore generale Pascalino sulle modalità del pervenimento della lettera a Fabio Isman, smentendo la versione data da costui al procuratore De Matteo (aveva dichiarato di averla trovata nella propria auto). Affare Moro

5 maggio 1978

Giovanni Spadolini, fautore della ‘linea della fermezza’, scrive che "chi consulti la collezione dell’Osservatore romano, che è l’organo non solo del Papa ma della Santa Sede, non troverà una sola sbavatura, un solo abbandono. L’organo vaticano continua a usare, come dovrebbero fare tutti i giornali laici, le virgolette ogni volta che parla delle lettere ‘scritte’ da Aldo Moro". Affare Moro

5 maggio 1978

Suscita reazioni nei ‘partiti della fermezza’ il permesso concesso ad esponenti di ‘Amnesty international’ di visitare le carceri speciali. Mentre i repubblicani hanno chiesto spiegazioni, il quotidiano comunista "l’Unità" ha scritto: "la notizia appare strana e immotivata sia se viene riferita alla situazione esistente nelle carceri italiane, sia se vuole essere un estremo tentativo per fermare la mano degli assassini". Un corsivo non firmato ha anche segnalato che l’avvocato Giannino Guiso, difensore dei brigatisti ed autore de "L’uomo senza diritti. Il detenuto politico", "non solo difende Curcio ma ne professa chiaramente le teorie", perché nel volume citato l’autore parla di "stato imperialista delle multinazionali" e individua come soggetti oppressi dallo stesso e potenzialmente rivoluzionari "il proletariato metropolitano, l’operaio- massa, lo studente, il disoccupato cronico e quello tecnologico, gli emarginati, le donne sfruttate dal lavoro nero". Repressione. P.C.I.

5 maggio 1978

A Milano, le Br igate rosse feriscono il dirigente della Sit Siemens Umberto Degli Innocenti. Violenza politica

6 maggio 1978

Sandro Acciari e Andrea Purgatori sul "Corriere della Sera" scrivono: "Secondo indiscrezioni non confermate sarebbero dieci le persone sospettate di aver avuto un ruolo nell’organizzazione e nell’esecuzione del piano. All’esame di queste posizioni sarebbe legato un rapporto che il ministro della Pubblica istruzione, Pedini, ha ricevuto dagli organi accademici dell’università di Cosenza, successivamente trasmesso per competenza al Viminale. In particolare il documento conterrebbe riferimenti precisi ad alcuni docenti dell’università calabrese. L’allargamento al Sud delle indagini ha riproposto una ipotesi apparentemente paradossale di un legame tra le Br e la mafia. Una sorta di collaborazione operativa nelle due fasi della strage e del sequestro. C’è addirittura chi sostiene che nel commando di via Fani c’erano anche sicari assoldati negli ambienti mafiosi. Si spiegherebbero così i ripetuti accenni di Moro a Misasi, un riferimento alla Calabria". Affare Moro

6 maggio 1978

A Roma, Lanfranco Pace s’incontra con Bettino Craxi, e Claudio Signorile con Franco Piperno, nel tentativo da parte degli esponenti socialisti di trovare ancora una soluzione in extremis per salvare la vita di Aldo Moro. Claudio Vitalone s’incontra con il leader del Collettivo di via dei Volsci, Daniele Pifano. Affare Moro

7 maggio 1978

A Roma, la Digos invia alla magistratura il primo rapporto sulle notizie confidenziali ricevute dall’Ucigos il 28 marzo, richiedendo l’autorizzazione a perquisire 11 abitazioni, compresa la tipografia di via Pio Foà. Affare Moro

7-8 maggio 1978

A Parigi, il quotidiano "Le Monde" pubblica una lettera del presidente della Democrazia cristiana francese, Coste Floret, che afferma fra l’altro: "Se esiste una solidarietà di fatto tra gli europei, la prima sua manifestazione è oggi questo sentimento che noi tutti dobbiamo costruire una organizzazione efficace per lottare contro il terrorismo che devasta i nostri paesi". Affare Moro

8 maggio 1978

Dopo una sollecitazione rivoltagli da Bettino Craxi, preoccupato che l’immobilismo della Dc pregiudichi definitivamente la vicenda del rapimento Moro, ad Arezzo, Amintore Fanfani in un discorso afferma: "Quanti sono colpiti, e sono molti, dall’asprezza delle conseguenze particolari delle passate negligenze, non debbono dimenticare che non si possono determinare i limiti entro i quali, ai singoli dolorosi casi accaduti, si può impedire di risultare mortali, solo se è stato definito il quadro strategico e quello tattico. La definizione di esso indica ciò che, nel rispetto della Costituzione e delle leggi, può essere fatto senza cedimenti, ma anche senza negligenze, in difesa della vita e della libertà di ogni cittadino e quindi anche di Aldo Moro". Affare Moro

8 maggio 1978

A Roma, secondo le dichiarazioni rese da Adriana Faranda alla magistratura il 23 ottobre 1994, si svolge in via Chiabrera una riunione dei componenti la direzione della colonna romana delle Brigate rosse (Morucci, Seghetti, Balzerani, Faranda e Moretti), nel corso della quale si stabiliscono le modalità dell’uccisione di Moro e del trasporto del cadavere "nella zona di piazza del Gesù, circostante alla sede della Democrazia cristiana…" Affare Moro

8 maggio 1978

Giulio Andreotti annota nel suo diario: "Le ricerche di Bonifacio hanno permesso di individuare un terrorista che potrebbe essere graziato; lo si fa intanto trasferire da Trani a Napoli (lo ha chiesto lui per ragioni di salute) in modo da vedere se il segnale è recepito dai rapitori di Moro". Affare Moro

8 maggio 1978

A Padova, un gruppo di autonomi malmena duramente Guido Petter, docente della facoltà di Magistero. Violenza politica

9 maggio 1978

Presso Palermo, poco dopo la mezzanotte, è ucciso dall’esplosione di un ordigno sulla linea ferroviaria Trapani- Palermo, Giuseppe Impastato, dirigente di Democrazia proletaria e animatore di "Radio Aut" , impegnata nella controinformazione sul potere mafioso. Violenza politica- caduti

9 maggio 1978

A Roma, Mario Moretti telefona a Francesco Tritto, assistente di Aldo Moro all’Università, e gli comunica l’avvenuta esecuzione dell’ostaggio e il luogo dove ritrovare il corpo. Affare Moro

9 maggio 1978

A Roma, dopo il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani, la famiglia emette un comunicato: "La famiglia desidera che sia pienamente rispettata dalle autorità dello Stato e di partito la precisa volontà di Aldo Moro. Ciò vuol dire: nessuna manifestazione pubblica o cerimonia o discorso, nessun lutto nazionale né funerali di Stato o medaglie alla memoria. La famiglia si chiude nel silenzio e chiede silenzio. Sulla vita e sulla morte di Aldo Moro giudicherà la storia". Affare Moro

9 maggio 1978

A Roma, in questa data è fissata la riunione della direzione nazionale della Dc per decidere "il più presto possibile" la convocazione del consiglio nazionale. Affare Moro

9 maggio 1978

A Roma, la Questura richiede alla magistratura copia di 6 elenchi nominativi di uomini politici, quasi tutti democristiani, sequestrati in via Gradoli. Affare Moro

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