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9 maggio 1978

A Roma, la magistratura concede alla polizia l’autorizzazione per le 11 perquisizioni domiciliari richieste in relazione alla nota informativa confidenziale del 28 marzo 1977. Affare Moro

10 maggio 1978

Riferendo l’assassinio di Giuseppe Impastato il "Quotidiano dei lavoratori", organo di Democrazia proletaria, indica subito il nominativo di Gaetano (Tano) Badalamenti, il boss che controlla la zona, legato a Luciano Liggio. Analogamente la federazione provinciale Cgil-Cisl-Uil attribuisce la morte di Impastato alla "reazione di gruppi di potere mafioso" ed auspica che "le indagini vengano immediatamente indirizzate in direzione della scoperta della vera matrice del delitto". Ma la più parte della stampa accredita la teoria che Impastato fosse un terrorista. Il "Mattino" titola: "Salta in aria con l’ordigno mentre compie un attentato"; il "Roma": "Dilaniato terrorista demoproletario"; "Tempo": "Lo scoppio anticipato ha ucciso il candidato di Dp sulla ferrovia"; il "Corriere": "Ultrà di sinistra dilaniato dalla sua bomba sul binario". Analogamente le autorità: a Palermo, il procuratore aggiunto Gaetano Martorana invia al procuratore generale Giovanni Pizzillo un fonogramma: "Verso le ore 0.30 del 9 maggio 1978, persona identificatasi presumibilmente in tale Impastato Giuseppe, si recava a bordo della propria autovettura Fiat 850 all’altezza del Km 30-180 della strada ferrata Trapani- Palermo per ivi collocare un ordigno dinamitardo, che esplodendo dilaniava lo stesso…" Violenza politica- caduti

10 maggio 1978

Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti emana un decreto con il quale stabilisce che sarà il Cesis a indicare i servizi segreti stranieri con i quali il Sismi e il Sisde possono stabilire rapporti, svolgendo opera di coordinamento. D.C.

10 maggio 1978

A Torrita Tiberina (Roma), è sepolto Aldo Moro alla presenza dei soli familiari e pochissimi amici. Davanti alla sede della Dc, a piazza del Gesù, una piccola folla di democristiani inferociti grida "morte, morte", "a morte Curcio, Berlinguer assassino". Affare Moro

10 maggio 1978

Il ministro degli Interni, Francesco Cossiga, presenta le sue dimissioni scrivendo al presidente del Consiglio, Giulio Andreotti: "Ritengo mio dovere rassegnare le dimissioni da ministro dell’Interno intendendo con questo atto assumere la piena responsabilità politica del dicastero cui sono preposto, delle forze di polizia che per subordinazione gerarchica o funzionale hanno operato alle mie dipendenze e dei servizi di informazione e di sicurezza da me impiegati; del loro impegno intelligente, generoso, incondizionato, leale e valoroso, sento di dover rendere ferma e convinta testimonianza e ritengo che su tale impegno il Paese può fare pieno affidamento". Affare Moro

10 maggio 1978

A partire dal 16 marzo, secondo la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, sono stati attuati fino a questa data sull’intero territorio nazionale, 72.460 posti di blocco (di cui 6.296 a Roma); compiute 37.032 perquisizioni domiciliari (di cui 6.933 a Roma); controllate 6.413.713 persone (di cui 167.409 a Roma); impiegati giornalmente 13.000 uomini con 2.600 automezzi. Affare Moro

10 maggio 1978

Si svolge uno sciopero di 2 ore per protestare contro l’omicidio di Aldo Moro. Parlando al comizio sindacale a Roma, il leader della Uil Benvenuto sottolinea che occorre "riportare il dissenso all’interno della democrazia"; Luciano Lama dal canto suo attacca "le minoranze non insignificanti che esprimono indifferenza verso lo Stato". Il servizio d’ordine sindacale, composto prevalentemente da militanti del Pci, provoca incidenti con lo spezzone dei settori giovanili e di Democrazia proletaria, che non accettano lo scontro e si allontanano dalla piazza. A Chioggia, un esponente di Dp viene buttato giù dal palco da militanti comunisti e democristiani. Pervengono in occasione dello sciopero centinaia di comunicati da parte di strutture sindacali di base e cdf che spesso aggiungono alla condanna considerazioni critiche dell’operato dello Stato. Il cdf Fiat Allis ad esempio "condanna l’azione dei terroristi, un atto di efferato cinismo che niente ha in sé di politico per la distanza che esiste con la volontà espressa nelle lotte", e condanna altresì "un disegno politico che tende a far coincidere qualsiasi espressione di dissenso contro lo Stato e di lotta contro i padroni e lo sfruttamento, con l’appoggio alle Br". Affare Moro

10 maggio 1978

In Parlamento, è approvata in via definitiva la legge che abolisce i manicomi.

11 maggio 1978

Dopo le dimissioni del ministro degli Interni Francesco Cossiga, il presidente del Consiglio Giulio Andreotti assume le funzioni ad interim, che manterrà fino al 12 giugno 1984. D.C.

11 maggio 1978

A Milano, Giorgio Ambrosoli annota: "Viene Walter Navarra, ex partigiano espulso dal Psi, con memoria di Michele Sindona. Follie!"

11 maggio 1978

A Milano, le Brigate rosse feriscono il dirigente della Chemical Bank, Mario Astarita. Violenza politica

11 maggio 1978

A Roma, il capo della polizia propone di istituire una taglia di 300 milioni per la cattura di "Alunni Corrado, Gallinari Prospero, Bianco Enrico, Ronconi Susanna, Peci Petrizio, Morucci Valerio, Marchionni Oriana, Faranda Adriana, Micaletto Rocco, De Vuono Giustino, Sicca Paolo, Azzolini Lauro, Pinna Franco". Manca, ancora una volta, il nome di Mario Moretti. Affare Moro

12 maggio 1978

A Venezia, è ucciso con una raffica di mitra sparata dai carabinieri il pregiudicato Silvano Maestrello, detto ‘Kociss’, sospettato di aver svolto il ruolo di confidente dei servizi di sicurezza durante il sequestro di Aldo Moro. Affare Moro

12 maggio 1978

Su "Rinascita", Luciano Lama scrive che Aldo Moro deve essere ricordato "fra i martiri della Repubblica, vicino a tanti altri italiani padri e fratelli nostri che hanno voluto una patria libera e democratica e giusta, e che per questa causa hanno dato la vita", paragonando i suoi "carnefici" a "quei tedeschi dei campi di Mathausen e di Auschwitz che torturarono e uccisero milioni di uomini". Affare Moro

12 maggio 1978

A Milano, le Brigate rosse feriscono il democristiano Tito Berardini. Violenza politica

12 maggio 1978

A Palermo, la polizia carica la manifestazione indetta da Democrazia proletaria e settori di movimento per protestare contro la montatura imbastita sulla morte di Giuseppe Impastato, vietata dalla Questura per "esigenze e ragioni politiche determinatesi nel paese in questo periodo". La famiglia di Giuseppe (‘Peppino’) dal canto suo ha affisso un manifesto nel quale è scritto "Peppino è stato assassinato. Con la sua lotta ed il suo impegno lui ha pagato per tutti noi. Nel denunciare questo infame delitto ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato al nostro dolore. La mamma, la zia, il fratello Giovanni". Repressione armata. Violenza politica- caduti

12 maggio 1978

A Roma, è stato eccezionalmente autorizzato, in deroga al divieto di manifestazione vigente per chiunque non appartenga ‘all’arco costituzionale’, un sit-in di donne per ricordare Giorgiana Masi. Repressione armata- caduti

14 maggio 1978

Si svolgono le elezioni amministrative in 816 comuni e 2 province con la partecipazione di quasi 4 milioni di elettori. La Dc ottiene il 42 % dei voti, il Pci si attesta al 27 % con la perdita del 9% dei voti rispetto alle politiche del 20 giugno 1976, mentre il Psi sale al 13,3%, guadagnando 4 punti rispetto alle stesse politiche. D.C. P.C.I. P.S.I.

14 maggio 1978

Continua l’ondata di perquisizioni poliziesche motivate ufficialmente dalla morte di Aldo Moro. A Torino, si registrano 25 fermi, tutti a danni di componenti della ‘sinistra di fabbrica’. Repressione armata

15 maggio 1978

A Roma, Gerardo Bianco è eletto presidente del gruppo parlamentare democristiano alla Camera dei deputati. D.C.

15 maggio 1978

A Roma, collaboratori di Michele Sindona preparano un memorandum illustrativo sul cosiddetto ‘giroconto Capisec’.

15 maggio 1978

A Catanzaro, si apre in Pretura il processo per falsa testimonianza e reticenza a carico di Marcello Guida, questore di Milano all’epoca della strage di piazza Fontana. L’imputazione scaturisce dalla testimonianza resa da costui il 18 gennaio 1978 dinanzi alla Corte d’assise di Catanzaro. Stragi- Piazza Fontana

15 maggio 1978

A Roma, nell’ambito delle indagini sull’appartamento di via Gradoli 96 dov’erano nascosti Mario Moretti e Barbara Balzerani, il giudice istruttore Achille Gallucci dispone indagini affidate a Gianfranco Corrias, dirigente del 1° distretto di polizia, intese ad "identificare il titolare dell’Immobiliare Savelli, tel…., e accertare l’identità delle persone che tramite detta agenzia hanno acquistato o locato immobili dal 1° gennaio 1977 al 16 marzo 1978". Affare Moro

15 maggio 1978

A Firenze, il brigatista rosso Giovanni Ciucci affitta un appartamento in via Unione sovietica dove si rifugiano Mario Moretti e Barbara Balzerani, che vi restano fino all’ottobre del 1978. Sinistra- formazioni minori

16 maggio 1978

A Torino depone come teste Silvano Girotto, confidente del Sid, nel processo contro i militanti delle Brigate rosse. Accusa, in particolare, Alberto Caldi, Riccardo Borgna, Enrico Levati, Giovanbattista Lazagna come coloro che gli consentirono di prendere contatto con i brigatisti. Controllo politico di Stato e informative. Sinistra- formazioni minori

16 maggio 1978

La Ire Philips dichiara la cassa integrazione per 80 giorni per 700 su 920 dipendenti dello stabilimento di Napoli. La Bezzi di Gorgonzola (Milano) annuncia la cassa integrazione per 90 dipendenti. Movimento operaio

16 maggio 1978

A Livorno, è imbarcato uno stock di pistole sulla motonave ‘Thoasa’, battente bandiera cipriota, diretta al porto di Aqaba in Giordania. L’esportazione delle pistole è stata regolarmente autorizzata dal ministero del Commercio estero diretto da Gaetano Stammati, benché il Sismi avesse segnalato che le ditte indicate come destinatarie delle pistole risultavano inesistenti e che altri trasporti di armi dello stesso tipo avevano, via Cipro, occultato un traffico di armi destinato alle organizzazioni di sinistra armata. D.C. Controllo politico di Stato e informative

17 maggio 1978

Il "Corriere della sera" dedica un articolo alle dichiarazioni di Jimmy Carter a Berlino ovest, con il titolo "Eurocomunismo: Carter meno drastico". Stati Uniti- Italia

17 maggio 1978

Giorgio Ambrosoli annota nel suo diario: "Guzzi insiste nel suo piano di chiusura con pagamento al 100%: non vedo come".

17 maggio 1978

A Roma, si conclude il processo di appello a carico dei militanti e dei dirigenti del movimento politico Ordine nuovo, condannati in primo grado nel novembre del 1973. Le condanne sono ridotte. A Clemente Graziani sono inflitti 3 anni di reclusione (5 anni e 4 mesi in primo grado); ad Elio Massagrande e Leone Mazzeo, inflitti 2 anni e 4 mesi (4 anni in primo grado); a Roberto Besutti, inflitti 2 anni e 2 mesi. Agli altri imputati pene minori. Destra- formazioni minori. Repressione

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