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21 marzo 1978

Il decreto legge governativo ‘contro il terrorismo’ introduce norme eccezionali nel codice penale che sono difese dal Pci, secondo il quale "non intaccano le garanzie costituzionali". Il governo decreta anche che tutti i proprietari di appartamenti devono notificare alla polizia, entro 48 ore, la vendita o l’affitto degli appartamenti. D.C. P.C.I.

21 marzo 1978

Il ministro degli Interni, Francesco Cossiga, mette in allarme il Comsubin alle ore 07,00. Alle ore 07,39, il comandante dell’Unità speciale comunica al Viminale che è pronta a partire. Alle ore 08,15, il comandante dei Gos (Gruppi per le operazioni speciali), tenente di vascello Oreste Tombolini, invia "su rete telefonica protetta" un messaggio al comandante Vittorio Biasin: "Al 50% ostaggio è in un casolare abbandonato zona Forte Boccea a Aurelia vicina raccordo anulare. Alle 09.00 i carabinieri della Legione di Roma circonderanno zona. Condurranno loro operazione. Responsabile operazione maggiore Calcagnile. Se Br sono in zona e spareranno i carabinieri risponderanno al fuoco. Intendimento governo è di portare a trattativa. Per ora per noi solo allarme. Comandante Gos Tombolini". Alle 13.00, il ministero dell’Interno revoca lo stato d’allarme con un messaggio allo Stato maggiore della Marina: "Topazio slent si abroga". Affare Moro

21 marzo 1978

A Roma, nel corso della riunione al Viminale, è letta una comunicazione del colonnello Enrico Coppola, comandante della Legione carabinieri:" Alle 9 è cominciata l’operazione di rastrellamento nella zona attorno al km. 47 dell’Aurelia... Poi il rastrellamento si è spostato in altra zona adiacente al km. 47 dell’Aurelia. Tutti i rastrellamenti hanno avuto esito negativo" .Il direttore del Sismi, Giuseppe Santovito, su domanda del sottosegretario Lettieri, specifica riferendosi all’operazione del mattino che è scaturita da una notizia confidenziale e "riferisce che la fonte, per essere stata sperimentata in altre occasioni, è da ritenersi attendibile". Il capo di Stato maggiore della Guardia di finanza, Donato Lo Prete, a sua volta, riferisce che "nel corso di indagini antidroga militari della G. di F. avrebbero pedinato un trentino che sarebbe stato riconosciuto per una di quelle persone raffigurate nel1’identikit". Affare Moro

21 marzo 1978

A Viterbo, un giovane segnala alla polizia di aver visto un gruppo di tedeschi a bordo di due automezzi e di aver notato che uno di questi era armato di una pistola mitragliatrice, fornendo anche il numero di targa di uno dei due pulmini, ‘Pan Y 521’. Successivamente, si appurerà che l’automezzo apparteneva a Norman Ehealt, anarchico, in rapporti con Willy Peter Stoll, militante della Raf, solito incontrarsi periodicamente, a Milano, con Mario Moretti. Affare Moro

21 marzo 1978

A Roma, la polizia perquisisce fra le altre l’abitazione del militante di Potere operaio, Franco Manni, in via Gradoli n.35. Affare Moro

21 marzo 1978

Si iscrive alla loggia P2 Alberto Teardo, tessera 2022. Strutture clandestine e semiclandestine

21 marzo 1978

A Portoferraio, sono processate per ‘oltraggio’ 7 persone, fra le quali la scrittrice Fernanda Marotto, per aver sottoscritto un appello al sindaco di Campo dell’Elba di protesta contro la gestione democristiana del patrimonio dell’isola. Repressione

21 marzo 1978

Riprendono, dopo la stasi dei giorni precedenti, agitazioni operaie: fra l’altro alla Singer di Monza, dopo il ‘no’ pronunciato sulla vertenza, a Roma Magliana contro 65 licenziamenti alla metalmeccanica Romeo Rega, a Cagliari e Macchiareddu dove i metalmeccanici manifestano e presidiano i centri. Movimento operaio

22 marzo 1978

A Roma, nel corso della riunione al Viminale, il generale Giuseppe Santovito, direttore del Sismi "a seguito di contatto con ambasciata italiana ad Ankara, smentisce i rapporti tra una organizzazione estremista turca e Br". Alla riunione è presente anche il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il generale Raffaele Giudice aggiunge di suo che "a casa di un sospettato è stata trovata la figlia di un senatore comunista con la pistola". Affare Moro

22 marzo 1978

A Roma, a Palazzo Chigi, si svolge una riunione fra i rappresentanti dei partiti della maggioranza e i ministri Francesco Cossiga e Francesco Paolo Bonifacio. Il senatore Ugo Pecchioli, per il Pci, chiede che nella ricerca di Aldo Moro siano impiegati anche gli appartenenti al disciolto Sid, e di anticipare l’approvazione delle norme sul coordinamento previste nel progetto di riforma della polizia. Cossiga rileva, su quest’ultimo punto, che non è possibile farlo per la contrarietà dell’Arma dei carabinieri. Affare Moro

22 marzo 1978

A Novara, è arrestata Brunhild Petramer, sospettata di aver partecipato all’agguato di via Fani. Sarà successivamente rilasciata e scagionata da ogni accusa. Affare Moro

22 marzo 1978

In Sardegna, si svolge uno sciopero regionale a sostegno dell’occupazione. Movimento operaio

23 marzo 1978

Il "New York Times" titola "Il rapimento Moro accentua la pressione comunista per l’ingresso nel governo". Affare Moro. Stati Uniti- Italia. P.C.I.

23 marzo 1978

Sono concordate fra i rappresentanti dei partiti di maggioranza nuove norme per la più rapida assunzione degli agenti di polizia, e si stabilisce un accordo di massima per la riforma del corpo di Pubblica sicurezza. D.C. P.C.I. P.S.I.

23 marzo 1978

Giulio Andreotti annota nel suo diario: "A Furbara un falso allarme ha fatto accorrere carabinieri e polizia: secondo gli Interni sarebbero andati vicini al luogo di prigionia". Affare Moro

23 marzo 1978

A Roma, il prefetto Gaetano Napoletano, responsabile del Cesis, annota: "Nulla si sa di quanto il Sisde stia predisponendo per meglio rispondere alle attese, per accentuare una valida lotta al terrorismo". Affare Moro

23 marzo 1978

A Roma, al Viminale, nel corso della consueta riunione il generale Raffaele Giudice, comandante della Guardia di finanza, riferisce che "fonti confidenziali insistono sulla necessità di controllare gli autobus turistici in uscita da Roma". Affare Moro

23 marzo 1978

A Roma, nel corso di una perquisizione domiciliare a Lanfranco Pace, è rinvenuto un opuscolo delle Br edito nel 1972. Affare Moro

23 marzo 1978

Alla Maddalena (Sardegna), sede della base sottomarini atomici del Mediterraneo, inizia, per concludersi il 27, un ‘campeggio antimilitarista’. Movimenti contestativi

23-25 marzo 1978

A Lejona (Spagna), nei pressi di Bilbao, si svolge il 2° congresso del Movimento comunista. Fra i presenti tale Aldo Ricciardi, che i servizi segreti spagnoli indicheranno al Sisde come Mario Moretti. Affare Moro

24 marzo 1978

A Roma, come avrà modo di dichiarare molti anni più tardi alla magistratura, il deputato democristiano Benito Cazora è accompagnato da Francesco Varone detto ‘Rocco’ ed altri pregiudicati calabresi interessati alla ricerca del luogo dove è tenuto prigioniero Aldo Moro "sulla Cassia, all’altezza dell’incrocio con via Gradoli e mi dissero: ’Questa è la zona calda’. Riportai l’informazione - continua Cazora - al questore di Roma il quale però mi telefonò riferendomi di aver fatto controllare ‘porta a porta’ via Gradoli senza trovare traccia del covo delle Br". Affare Moro

24 marzo 1978

A Roma, nel corso della riunione al Viminale, il sottosegretario Francesco Mazzola riferisce su una riunione del Comitato informativo svoltasi in mattinata: "La riunione si è sviluppata in due direzioni. Una informativa nella quale il gen. Dalla Chiesa ha riferito sull’attività passata delle Br. Sono state riferite informazioni su segnalazioni ricevute. Sono state date notizie sulla costituzione di un nuovo Stato maggiore delle Br denominato ‘Movimento rivoluzionario proletario operativo’. (Mrpo)". Il generale Pietro Corsini condivide l’opinione di Giuseppe Parlato e Raffaele Giudice di procedere ad uno scambio di idee fra i due comitati e "circa la metodologia e la strategia delle Brigate rosse, ritiene che sia necessario studiare il problema e all’uopo suggerisce di costituire un gruppo di lavoro per mettere insieme il materiale esistente e studiarlo". Affare Moro

24 marzo 1978

A Roma, la polizia carica brutalmente i militanti di Autonomia che manifestano nonostante il divieto imposto dalla Questura. Repressione armata

24 marzo 1978

A Torino, le Brigate rosse feriscono in un agguato il consigliere regionale della Dc, Franco Giovanni Picco. Violenza politica

24-25 marzo 1978

E’ stata decisa, dopo un mese e mezzo di lotta e assemblea permanente da parte dei lavoratori, la requisizione della ‘Metallotecnica’ sarda. Ma due notti dopo, una squadra di carabinieri interviene a disoccupare lo stabilimento, su mandato della Procura della repubblica di Cagliari. Movimento operaio. Repressione armata

25 marzo 1978

Il ministro degli Interni, Francesco Cossiga, invia al consigliere istruttore presso il Tribunale di Roma, Squillante, un appunto dando "affidamenti generici al proc. De Matteo circa il fatto che l’avrebbe invitato alle riunioni che quotidianamente si tenevano al ministero". Affare Moro

25 marzo 1978

A Roma, è reso pubblico il secondo comunicato delle Br, nel quale si ripercorre la carriera di Aldo Moro mettendone in rilievo il ruolo nelle varie fasi politiche attraversate dal paese, e si conclude: "Assume di nuovo la presidenza del Consiglio e nel ‘76 diventa presidente della Dc. E’ in questi anni che la borghesia imperialista supera le maggiori contraddizioni e procede speditamente alla realizzazione del suo progetto. E’ in questi anni che Moro diventa l’uomo di punta della borghesia quale più alto fautore di tutta la ristrutturazione dello Sim /Stato imperialista delle multinazionali Ndr/’. Affare Moro

25 marzo 1978

A Roma, inizia il convegno internazionale femminista sulla violenza contro le donne, deciso in un incontro a Parigi nella scorsa estate. Movimenti contestativi

26 marzo 1978

Il ministro degli Interni, Francesco Cossiga, consegna al presidente del Consiglio Giulio Andreotti il "Piano Paters", un "piano operativo antiterrorismo". Affare Moro

26 marzo 1978

A Roma, Cristina Rossi è convocata dalla Digos per confermare di aver consegnato il rullino scattato dal marito in via Fani, mancando agli atti sia il verbale di consegna che i fotogrammi. Il giudice Infelisi, dal canto suo, dichiara alla stampa che essi "sono stati riconsegnati alla proprietaria". La donna si reca allora dal giudice Gallucci per dichiarare che non è stata effettuata alcuna riconsegna e di non aver più visto quel rullino, utile per identificare gli sparatori. Affare Moro

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