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16 marzo 1978

Ad Arezzo, si svolge uno sciopero contro lo smantellamento del ‘Fabbricone’ del gruppo Bastogi (Sacfem). Movimento operaio

16 marzo 1978

A Firenze, si conclude il processo a carico di Pierluigi Concutelli ed altri ordinovisti per l’omicidio Occorsio. Concutelli è condannato all’ergastolo, Gianfranco Ferro a 24 anni di reclusione, altri 12 imputati di favoreggiamento a pene minime. Violenza politica- caduti. Repressione

16-17 marzo 1978

Secondo quando reso noto dal giornalista Sandro Acciari, perviene "alla segreteria del ministro dell’Interno…una segnalazione anonima che informa(va) dell’esistenza di un covo delle Br in via Gradoli". Affare Moro

17 marzo 1978

A Roma, si riunisce per la prima volta il Comitato interministeriale per la sicurezza presieduto da Giulio Andreotti e composto dai ministri per gli Interni, Esteri, Giustizia, Difesa, Finanze, Industria e dai capi del Sismi, Sisde, Cesis, Arma dei carabinieri, Pubblica sicurezza e Guardia di finanza. Il direttore del Sismi, generale Giuseppe Santovito, asserisce che "nel gruppo che ha operato a Roma ci sarebbero due giapponesi e un tedesco occidentale. Richiama l’attenzione su Marina di Grosseto dove è entrata stasera in porto una nave di cui si era persa traccia a Cipro". Giulio Andreotti annota nel suo diario: "Il Comitato per la sicurezza – al quale il Consiglio dei ministri ha affidato la gestione politica della situazione (quella tecnica è al Viminale con i ministri competenti e i responsabili militari e dei servizi) – analizza l’agguato di via Fani e le misure adottate. Corsini avverte di non esagerare sulla sopravvalutazione tecnica degli aggressori". Affare Moro

17 marzo 1978

Ugo La Malfa, segretario del Pri, chiede che sia proclamato lo stato di emergenza. La proposta è respinta dagli altri partiti di governo. Affare Moro

17 marzo 1978

A Roma, alle ore 05,15 la polizia rinviene in via Licinio Calvo, la Fiat 128 bianca utilizzata dai sequestratori di Aldo Moro. Affare Moro

17 marzo 1978

A Roma, Adriana Faranda è riconosciuta come la persona che aveva acquistato un berretto da aviatore simile a quello utilizzato dai sequestratori di Aldo Moro in via Fani. Affare Moro

17 marzo 1978

A Roma, è fermato dalla polizia Gianfranco Moreno, sospettato di aver preso parte all’agguato di via Fani. Sarà successivamente rilasciato e scagionato da ogni accusa. Affare Moro

17 marzo 1978

A Roma, l’Ucigos chiede informazioni sul conto di Mario Moretti alle questure di Ascoli Piceno e Milano. Affare Moro

17-18 marzo 1978

Secondo la testimonianza resa successivamente, la studentessa egiziana Lucia Mokbel, informatrice del dr. Elio Cioppa, commissario di Ps, residente nello stabile di via Gradoli n. 96 a Roma, sente verso le 2-3 della notte il ticchettio di segnali morse provenienti dall’appartamento attiguo al suo, nel quale abita Mario Moretti. Affare Moro

18 marzo 1978

A Milano, sono uccisi in agguato due giovani frequentatori del Leoncavallo, Lorenzo Jannucci e Fausto Tinelli. Il duplice omicidio è rivendicato da ‘Esercito rivoluzionario, brigate combattenti Franco Anselmi’. Violenza politica- caduti

18 marzo 1978

A Roma, gli agenti di Ps Vincenzo Colucci, Michele Di Muccio, Ferdinando Di Spirito, Domenico Firmani, diretti dal brigadiere Domenico Merola, si recano nello stabile di via Gradoli n.96 e procedono ad ispezionare gli appartamenti. In quello ubicato all’interno n.11, dove alloggia sotto la falsa identità di ‘ing. Borghi’ Mario Moretti, dato che nessuno risponde al suono del campanello, se ne vanno senza disporre alcun piantonamento né compiere accertamenti su chi lo abita. Secondo la sua testimonianza, in questa occasione Lucia Mokbel informa il brigadiere di Ps Merola di quanto ha udito nella notte e gli consegna un biglietto in merito pregandolo di consegnarlo al commissario di Ps, Elio Cioppa. Successivamente, sia il brigadiere Merola che i suoi agenti negheranno la circostanza, mentre Cioppa affermerà di non averlo mai ricevuto. Affare Moro

18 marzo 1978

A Roma, è reso pubblico il primo comunicato delle Brigate rosse, nel quale, sul conto di Aldo Moro, si scrive: "Dopo il suo degno compare De Gasperi è stato fino ad oggi il gerarca più autorevole, il ‘teorico’ e lo ‘stratega’ indiscusso di quel regime democristiano che da 30 anni opprime il popolo italiano. Ogni tappa ha scandito la controrivoluzione imperialista di cui la Dc è stata artefice nel nostro paese, dalle politiche sanguinarie degli anni ’50 alla svolta del ‘centrosinistra’ fino ai giorni nostri con l’accordo a sei, ha avuto in Aldo Moro il padrino politico e l’esecutore più fedele delle direttive impartite dalle centrali imperialiste". Affare Moro

18 marzo 1978

Cristina Rossi, impiegata presso l’agenzia democristiana ‘Asca’ consegna il rullino scattato dal marito il 16 marzo in via Fani al giudice Infelisi. Affare Moro

18 marzo 1978

Giulio Andreotti annota nel suo diario: "Un comunicato delle Br annuncia il processo a Moro…Una terribile foto di Aldo prigioniero accredita il messaggio, che è subito affidato agli esperti per le analisi di vario tipo (al Viminale sono presenti anche tecnici di paesi amici)". Affare Moro

18 marzo 1978

Ugo Stille, sulle pagine del "Corriere della sera", riporta un editoriale del "Washington Post" che si conclude con queste parole: "A noi sembra che stia per concludersi in modo drammatico la vecchia tradizione italiana dei governi deboli, espressione di un mondo politico chiuso e senza ricambio dominato da una piccola cerchia di figure perenni, preoccupate di sopravvivere a se stesse. Questo delitto potrà ora far precipitare in Italia quel tipo di crisi dalla quale dovrà emergere uno stile di governo molto diverso". Affare Moro

18 marzo 1978

Sul quotidiano "La Repubblica" compaiono le dichiarazioni di un anonimo ufficia1e dei servizi segreti che definisce l’agguato di via Fani "un gioiello di perfezione" ed afferma che può essere stato compiuto solo da "due categorie di persone: o militari di corpi addestrati in modo ultrasofisticato oppure (il che è lo stesso) da civili che siano stati sottoposti ad un lungo e meticoloso training in basi militari specializzate in operazioni di commando". Affare Moro

18 marzo 1978

"Magistratura democratica", corrente di sinistra dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) emette un comunicato: "La eccezionale gravità dell’attuale attacco terroristico è l’ultimo drammatico sviluppo di una serie di attentati attraverso i quali si manifesta un disegno politico di disintegrazione dello Stato, che mina le basi stesse di ogni convivenza democratica. La imponente e civilissima risposta di massa che si è prontamente espressa assume il significato di una ferma volontà di difesa della democrazia e delle sue istituzioni...E’ ora dovere politico e morale di tutti, ma in primo luogo dei poteri dello Stato, affrontare con eguale fermezza e coerenza gli enormi problemi della difesa, dell’efficienza e del risanamento democratico di tutte le istituzioni…Di un tale impegno costituisce positiva premessa il richiamo delle organizzazioni sociali e delle forze politiche responsabili ad una solidarietà democratica che riesca a battere ogni forma di eversione, senza cedere alla tentazione di introdurre leggi eccezionali contrastanti con quei valori costituzionali che oggi si tratta di difendere. Ma il necessario rigore di intervento non può attuarsi ricorrendo ad ulteriori misure restrittive delle garanzie di libertà che, anche quando non apertamente contrastanti con la Costituzione, si sono sempre dimostrate inefficaci e pericolose e contraddicono quella prospettiva di trasformazione democratica che, sola, può far uscire il Paese dalla gravissima crisi attuale". Affare Moro

18 marzo 1978

A Roma, nel corso della riunione al Viminale il generale Giuseppe Santovito, direttore del Sismi, segnala che "al fronte jugoslavo c’è intensa attività di pattuglia". Affare Moro

18 marzo 1978

Si svolge a Roma, nei locali dell’hotel Hilton, la Gran Loggia del Goi.

18 marzo 1978

A Roma, inizia il processo a 24 dei 32 studenti arrestati il 25 febbraio, durante una manifestazione caricata dalla Ps. Repressione

19 marzo 1978

Giulio Andreotti annota nel suo diario: "Donat Cattin, che me ne aveva accennato dopo la mia replica alla richiesta di La Malfa, mi invia una lettera sostenendo che l’unica minaccia valida ‘per i terroristi carcerati o che lo saranno’ è l’introduzione della pena di morte; fuori di questa non si vede una strada valida per salvare Moro…" Affare Moro

19 marzo 1978

Il quotidiano comunista "L’Unità", in un articolo a firma di Criscuoli, riporta la notizia che delle foto scattate in via Fani, qualche minuto dopo l’agguato, sono state fatte riproduzioni con un ingrandimento delle dimensioni di una parete e che molti volti sono stati cerchiati con il pennarello. Affare Moro

19 marzo 1978

A Roma, alle ore 21,00, la polizia rinviene nei pressi di via Licinio Calvo la Fiat 128 blu utilizzata dai sequestratori di Moro. Affare Moro

19 marzo 1978

A Roma, alcuni militanti di ‘Stella Rossa’ picchiano Eros Sabellini, segretario della sezione del Pci di via Cavour. Violenza politica

19 marzo 1978

A Milano, i circoli giovanili si sono dati appuntamento al Castello sforzesco per la ‘Festa di primavera’ con dibattiti e musica. Movimenti contestativi

20 marzo 1978

Franco Di Bella, direttore de "Il Corriere della sera", scrive a Licio Gelli: "I frutti del rinnovamento si stanno vedendo e quasi tutto si deve a Lei…" Strutture clandestine e semiclandestine

20 marzo 1978

A Milano, una folla di giovani sfila da piazza Duomo al luogo dove sono caduti ‘Fausto e Iaio’, urlando "per Moro sciopero generale, per i compagni uccisi si resta a lavorare". Nonostante infatti una mozione favorevole allo sciopero presentata da Tiboni e Cremascoli per la Fim e da Mazzantini per la Uilm, vi sono state resistenze in specie da parte della Cgil che hanno impedito una mobilitazione unitaria; diversi cdf partecipano però alla manifestazione ed ai funerali. Per i ragazzi uccisi, si tengono oggi assemblee e comizi a Bologna, Napoli, Caserta, Molfetta, Monza, mentre a Roma è stato vietato un corteo. Violenza politica- caduti. Movimenti contestativi. Movimento operaio- sindacati

20 marzo 1978

A Rimini, la polizia disperde i militanti di Autonomia che sfilano in corteo recando un fantoccio di Aldo Moro. Repressione armata

20 marzo 1978

A Trieste, sono lanciate bottiglie molotov contro la sede del quotidiano "Il Piccolo": l’azione è rivendicata dai ‘Nuclei proletari organizzati’. Violenza politica

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