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25 ottobre 1990

Il presidente dell’Eni, Gabriele Cagliari, commenta con Giancarlo Galli il ruolo giocato da Enrico Cuccia nella vicenda Enimont, "da architetto e regista. In principio esponendosi personalmente. Ho sempre avuto l’impressione che Cuccia avesse più di un obiettivo", all’inizio "vi era quello di imbrigliare Raul Gardini…Prima della crisi del Golfo, Gardini era stato tentato di vendere, oltre alla quota Enimont, tutte le altre partecipazioni chimiche, ricavandone migliaia di miliardi da investire in altri settori. Assicurazioni, banche…E questo a Cuccia non andava bene. Meglio tenerlo impegnato su Enimont, allora. Sopravvenuta la crisi del Golfo, Cuccia si è progressivamente defilato per ricomparire al tavolo col cappello di ‘saggio mediatore’, ma era un arbitro che, nella sottigliezza dei ragionamenti, finiva sempre col favorire Gardini. I privati sono carne della sua carne…"

26 ottobre 1990

Gli autori dell’agguato mortale al generale Licio Giorgeri del 20 marzo 1987 ottengono gli arresti domiciliari. Violenza politica- caduti

26 ottobre 1990

Massimo Fini, sul settimanale "L’Europeo", critica pesantemente Aldo Moro: "Le lettere di Moro sono quanto di più penoso e umiliante sia mai uscito da un luogo di prigionia e avremmo voluto dimenticarlo per non sentirci a nostra volta umiliati. E invece è proprio questo terribile Moro che non si può guardare senza un senso di pena e di ripugnanza che ritorna fuori dal ritrovamento dei materiali nel covo di via Montenevoso". Affare Moro

27 ottobre 1990

A Edimburgo (Inghilterra), dove si trova per ricevere una laurea honoris causa, il presidente della repubblica Francesco Cossiga, in merito alla struttura clandestina ‘Gladio’, afferma: "E’ vero, da sottosegretario alla Difesa ho concorso in via amministrativa alla formazione degli atti, ed esattamente al richiamo in servizio temporaneo del personale militare di leva che veniva inviato all’addestramento per questa struttura Nato. Considero un grande privilegio e atto di fiducia del governo dell’epoca, e del ministro Tremelloni, il fatto di essere stato prescelto per questo delicato compito. E devo dire che sono ammirato dal fatto che il segreto è stato mantenuto per quarantacinque anni". D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

27 ottobre 1990

Il generale Vito Miceli, ex direttore del Sid, in una intervista al quotidiano "La Stampa" di Torino, afferma che "il servizio parallelo funziona ancora nell’ambito della Nato" e che quando lasciò il Sid "funzionava ed era perfettamente in salute". Strutture clandestine e semiclandestine

27 ottobre 1990

Su invito del procuratore della repubblica di Roma, Ugo Giudiceandrea, il sostituto procuratore Franco Ionta telefona al giudice veneziano Felice Casson per sapere se nell’inchiesta sull’attentato di Peteano ci siano elementi riferibili alla struttura Gladio. Casson risponde che non ce ne sono e si dice disposto a dichiarare la propria incompetenza nelle indagini su Gladio. Attentato di Peteano. Strutture clandestine e semiclandestine

27 ottobre 1990

Riferendosi alle esternazioni del presidente Cossiga sulla evoluzione del Pci, Bettino Craxi afferma: "Il Presidente si è posto ai limiti della Costituzione". D.C. P.S.I. P.C.I. P.D.S.

27 ottobre 1990

A Milano, al sostituto procuratore della Repubblica Ferdinando Pomarici, la brigatista rossa Nadia Mantovani dichiara che in merito "ai documenti dattiloscritti relativi all’onorevole Moro", "sapevo solo che erano giunti da poco tempo, credo forse pochi giorni prima del nostro arresto". Affare Moro

27 ottobre 1990

A Palermo, si svolge l’assemblea presieduta dal giudice Paolo Borsellino, che approva un documento redatto da Giovanni Falcone nel quale si afferma: "Il fenomeno mafioso si colloca ormai in un ambito principalmente politico, perché sotto le vesti della democrazia si intravedono sempre più rapporti di potere reale basati sul decadimento del costume morale e civile, su intrecci fra istituzioni deviate e organizzazioni occulte, su legami tra mafia e politica". Piani occulti

27 ottobre 1990

A Catania, è disinnescata un’autobomba dinanzi al comando dei carabinieri, in via Giovanni Verga. Violenza politica. Piani occulti

28 ottobre 1990

Il Consiglio europeo riafferma la linea della non trattativa con l’Iraq per il rilascio degli ostaggi europei. Fronte arabo islamico- Iraq

29 ottobre 1990

A New York, il Consiglio di sicurezza dell’Onu dichiara l’Iraq responsabile dei danni inflitti al Kuwait sul piano umano ed economico. Fronte arabo islamico- Iraq

29 ottobre 1990

L’Iri approva il progetto di fusione fra Banco di Roma, Banca di Santo spirito e Cassa di risparmio di Roma.

30 ottobre 1990

Il quotidiano "La Repubblica" riporta quanto scritto sul documento "Guidelines for Policy and Operationes", redatto durante 1’amministrazione Kennedy e rimasto segreto fino al 1978: "Nell’eventualità che i comunisti siano vicini ad ottenere o abbiano conquistato il controllo del governo nazionale, sia con mezzi legali che illegali, gli Stati uniti dovranno tenersi pronti a prendere in considerazione qualsiasi azione si dovesse ritenere necessaria, sia separatamente sia in collaborazione con altre nazioni alleate, per fornire aiuto agli italiani in un’opera di prevenzione o di abbattimento del dominio comunista". Stati Uniti- Italia. Piani occulti

30 ottobre 1990

Sul quotidiano "L’Unità", nell’articolo "D’Ambrosio esce di scena. Per il Sismi 4 candidati", Giorgio Frasca Polara scrive che il generale Giuseppe Alessandro D’Ambrosio ha rinunciato "amareggiato e indignato" a ricoprire la carica di direttore del Sismi in sostituzione dell’ammiraglio Fulvio Martini. P.C.I. P.D.S.

30 ottobre 1990

A Venezia, il giudice Felice Casson informa i giornalisti di aver ricevuto la telefonata di un "tale Ionta" che si era qualificato come magistrato romano e gli aveva chiesto "notizie riservate" sulla sua istruttoria. Strutture clandestine e semiclandestine

31 ottobre 1990

In un’intervista al quotidiano "La Stampa" a cura di Paolo Guzzanti, dal titolo "Scelba: eravamo in guerra con il Pci", alla domanda se i missini rappresentassero un "pericolo serio per la democrazia", l’ex ministro degli Interni risponde: "Nessun pericolo. Scocciavano. Rompevano l’anima con i loro raduni, i loro saluti romani e tutte le altre buffonate macabre". D.C. P.C.I. Destra- M.S.I.

31 ottobre 1990

In un’intervista a "Il Resto del Carlino", l’ex direttore del Sid ed esponente del Msi-Dn Vito Miceli afferma che Gladio faceva riferimento "a tutti i responsabili militari, dal capo di Stato maggiore al ministro della Difesa" ed anche al presidente del Consiglio in carica. Destra- M.S.I. Strutture clandestine e semiclandestine

31 ottobre 1990

Intervistato dal settimanale economico tedesco "Wirtschaftswoche", il presidente dell’Eni Gabriele Cagliari, alla domanda se "il ministro delle Partecipazioni statali ha mostrato un atteggiamento molto filo- Gardini" nella vicenda Enimont, risponde "forse Lei non sbaglia"; ma, in seguito, smentisce la risposta.

ottobre 1990

La Fiat e la francese Cge- Alcatel raggiungono un accordo nel settore delle comunicazioni (oltre che ferroviario e delle turbine a gas) che prevede fra l’altro la cessione del controllo di Telettra al gruppo francese, spiazzando così la Italtel, controllata dall’Iri, che puntava parimenti ad aggiudicarsi la società ex Fiat.

9 ottobre 1990

A Milano, in via Montenevoso, nella sede già base delle Brigate rosse nella quale i carabinieri al comando del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa avevano fatto irruzione il 1° ottobre 1978, sono ritrovati ufficialmente, su segnalazione di un imbianchino impegnato nella ristrutturazione dell’appartamento, documenti relativi al caso Moro occultati dietro un pannello. Nel memoriale ritrovato in originale, Aldo Moro scriveva sulla strategia della tensione :"La c.d. strategia della tensione ebbe la finalità, anche se fortunatamente non conseguì il suo obiettivo, di rimettere l’Italia sui binari della ‘normalità’ dopo le vicende del ‘68 e il cosiddetto autunno caldo. Si può presumere che Paesi associati a vario titolo alla nostra politica e quindi interessati a un certo indirizzo vi fossero in qualche modo impegnati attraverso i loro servizi d’informazioni. Su significative presenze della Grecia e della Spagna fascista non può esservi dubbio e lo stesso servizio italiano, per avvenimenti venuti poi largamente in luce e per altri precedenti (presenza accertata in casa Sid di molteplici deputati missini, inchiesta di Padova, persecuzioni contro la consorte dell’amb. Ducci, falsamente accusata di essere spia polacca), può essere considerato uno di quegli apparati sui quali grava maggiormente il sospetto di complicità....Fautori ne erano in generale coloro che nella nostra storia si trovano periodicamente, e cioè ad ogni buona occasione che si presenti, dalla parte (di chi) respinge le novità scomode e vorrebbe tornare all’antico. Tra essi erano anche elettori e simpatizzanti della Dc che, del resto, non erano nemmeno riusciti a pagare il prezzo non eccessivo della nazionalizzazione elettrica, senza far registrare alla Dc una rilevante perdita di voti. E così ora, non soli, ma certo con altri, lamentavano l’insostenibilità economica dell’autunno caldo, la necessità di arretrare nelle vie delle riforme e magari di dare un giro di vite anche sul terreno politico...Quando cominciava la strategia della tensione Rumor (dopo Leone) era diventato presidente del Consiglio e Piccoli segretario, quest’ultimo in modo molto contrastato, con e per la mia decisa opposizione, a memoria 85 voti e cioè meno della maggioranza assoluta. Invano si era presentato a me, per patrocinare accordi, l’ex generale Aloia. Io fui intransigente e mi trovai in urto sia con il presidente del Consiglio sia con il segretario del Partito...". Sulla strage di piazza Fontana, Moro scrive :"E’ mia convinzione però, anche se non posso portare il suffragio di alcuna prova, che l’interesse e l’intervento fossero più esteri che nazionali. Il che naturalmente non vuol dire che anche italiani non possano essere implicati..." Affare Moro. Piani occulti. Stragi- Piazza Fontana

1 novembre 1990

Al quotidiano "La Repubblica", in un’intervista pubblicata sotto il titolo "Alla Gladio Pacciardi non crede. ‘Magari è stata solo un’idea’ ", a cura di Guglielmo Pepe, Randolfo Pacciardi, alla domanda se abbia mai veramente creduto al "pericolo di insurrezione comunista in Italia", risponde seccamente: "In verità no". Strutture clandestine e semiclandestine. P.C.I.

1 novembre 1990

In un articolo apparso su "Il Resto del Carlino", dal titolo "Le regole dell’esercito segreto", Ugo Bonasi scrive che le Stay-behind erano "un esercito anticomunista. ‘Soldati’ ma anche uomini di potere, dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi oltre centomila cittadini sono stati cooptati nella struttura parallela della Nato, la Gladio...Dal ‘56 al ‘90 il reclutamento di soldati da inserire nella struttura Gladio è stato affidato agli ufficiali ’I’. Si tratta di ufficiali dipendenti dal Sios (il servizio di informazione e di sicurezza delle singole Armi), inseriti in ogni compagnia delle nostre Forze armate...Sono questi ufficiali che hanno indicato nel corso di tre decenni decine di migliaia di persone che rispondevano alle caratteristiche richieste. Nei momenti di maggiore attivismo sono state reclutate per Gladio fino a cinquemila persone l’anno...La stragrande maggioranza - scrive ancora Bonasi - di queste decine di migliaia di persone non ha mai saputo di essere entrata a far parte della Gladio. Non conosceva la struttura ma era perfettamente al corrente che, in caso di necessità (aggressione interna od esterna), doveva collegarsi - con il sistema delle cellule - agli altri uomini dello stesso gruppo, e radunarsi in una località precisa a conoscenza del solo capogruppo. Da lì avrebbe dovuto operare contro il nemico...La maggior parte di questi corsi vengono tenuti nelle basi segrete della Difesa e della Nato in Sardegna, in Veneto, sull’Appennino tosco - emiliano.. Abbandonato il servizio militare, per età o per servizio di leva, gli uomini inseriti nella Gladio mantenevano un cordone ombelicale con la struttura attraverso il responsabile del gruppo della cellula. Alcuni di loro svolgevano anche compiti di intelligence, di penetrazione in ambienti ritenuti a rischio: sindacati, partiti politici, organizzazioni culturali...Gli uomini del potere economico, grandi imprenditori erano nella Gladio, non con compiti operativi ma con un ruolo di sostegno prevalentemente finanziario…" (vedi nota 5 giugno 1959). Strutture clandestine e semiclandestine

1 novembre 1990

A Firenze, il giudice Propato, accogliendo le richieste del pm Pier Luigi Vigna, dispone il proscioglimento per non aver commesso il fatto di Augusto Cauchi, Clemente Graziani, Elio Massagrande, Giuseppe Pugliese, Paolo Signorelli e Mario Tuti in relazione agli attentati alle ferrovie commessi in Toscana nel periodo 1 aprile 1974- agosto 1983. Destra- formazioni minori. Violenza politica. Piani occulti

2 novembre 1990

In un articolo su "Il Manifesto", Luigi Pintor chiede le dimissioni da presidente della repubblica di Francesco Cossiga, con riferimento alle dichiarazioni da lui fatte ad Edimburgo (vedi nota del 27 ottobre 1990). D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

3 novembre 1990

A Roma, i parlamentari della Sinistra indipendente, in relazione al ruolo ricoperto da Francesco Cossiga nell’organizzazione della struttura segreta Gladio, ne chiedono la messa sotto accusa per alto tradimento. D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

3 novembre 1990

Il procuratore della repubblica di Roma, Ugo Giudiceandrea, scrive al procuratore della repubblica di Venezia per chiedere ulteriori chiarimenti sull’indagine condotta dal giudice Felice Casson con riferimento alla struttura Gladio. Strutture clandestine e semiclandestine

3 novembre 1990

Sul quotidiano socialista "Avanti!" compare la dichiarazione dell’ex ministro alla Difesa Lelio Lagorio sulla struttura Stay- behind: "Mai sentito parlare di Gladio". P.S.I. Strutture clandestine e semiclandestine

3 novembre 1990

A Baghdad, il governo iracheno dichiara la propria disponibilità al rilascio degli ostaggi occidentali in cambio della garanzia di non subire un’aggressione militare. Fronte arabo islamico- Iraq

4 novembre 1990

Nell’articolo "Un’indagine unica su 007 segreti e il caso Moro", pubblicato dal "Corriere della sera", è scritto: "Ieri fonti qualificate dei servizi di sicurezza hanno precisato che il Gianfranco Bertoli che ha fatto parte del Gladio è solo omonimo dell’uomo che il 17 maggio 1973 compì la strage di Milano e che il giudice Casson è al corrente della circostanza". Sullo stesso quotidiano, nell’articolo "Demagnetize, l’antenato del Sid parallelo", Franco Ferraresi ricorda come, nell’ambito dello scontro di potere fra i generali Aloja e De Lorenzo nella metà degli anni Sessanta, il primo commissionò a Guido Giannettini e Pino Rauti la stesura del libello dal titolo ‘Le mani rosse sulle forze armate’. Ferraresi commenta che il primo "sarebbe stato coinvolto nella prima grande vicenda stragista, quella di piazza Fontana. L’altro era il fondatore e leader di un gruppo (Ordine nuovo) che era uscito dal Msi perché lo considerava troppo poco fascista e stavano nel brain trust del capo di Stato maggiore della Repubblica fondata sulla resistenza". Strutture clandestine e semiclandestine. Piani occulti. Stragi- Piazza Fontana. Destra- M.S.I. Destra- formazioni minori

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