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4 novembre 1990

A Roma, su "Il Messaggero", nell’articolo "L’inchiesta sulla Gladio arriva a Roma. Chiesti gli atti a Casson", Massimo Martinelli scrive che "l’unico problema potrebbe essere un conflitto tra la Procura romana e quella veneziana su chi deve indagare. Ma è un problema risolvibile codice alla mano. Se è esistita, la Gladio, è il frutto di un accordo di governo nell’ambito della Nato. E la sede del governo è a Roma. Come romana è la Procura che, a norma di legge, deve indagare". Strutture clandestine e semiclandestine

4 novembre 1990

Il quotidiano "Avanti!" riporta una dichiarazione di Bettino Craxi in merito alla Gladio: "Non posso che confermare che non mi fu data nessuna relazione o spiegazione a proposito di una struttura denominata Gladio, della natura di quella che poi è emersa. Ciò apparirà più chiaro una volta che saranno approfonditi e messi in evidenza tutti gli aspetti di questa vicenda. Per il resto, mi auguro che si faccia pienamente luce anche sugli angoli più riposti; che si accerti se, in determinati periodi, dalla struttura denominata Gladio siano scaturite iniziative illecite, illegali o addirittura criminali". P.S.I. Strutture clandestine e semiclandestine

4 novembre 1990

In un’intervista a Silvana Mazzocchi, apparsa su "La Repubblica" con il titolo "Nello Stato maggiore i vertici di Gladio", Umberto Federico D’Amato dichiara: "Nessuno me ne parlò, ma è del tutto logico che nell’ambito del Patto atlantico esistesse una struttura segreta destinata ad entrare in funzione in caso di occupazione del territorio. E non solo in Italia. Nella Nato deve esserci stato un organismo sopranazionale per coordinare le attività dello stesso tipo nei vari paesi. Se l’operazione Gladio è esistita, quella rete era di carattere rigorosamente militare e la sua testa è lo Stato maggiore della Difesa. I servizi c’entrano solo a livello di collaborazione". Strutture clandestine e semiclandestine

4 novembre 1990

Al settimanale "Panorama", il sindacalista della Cisnal Roberto Cavallaro, confidente del Sid, dichiara che fra i compiti della struttura segreta alla quale apparteneva, diretta dal generale Vito Miceli, vi era quello dell’infiltrazione nei gruppi di destra e di sinistra: "Io - dice - avevo scelto di lavorare, e dunque di infiltrarmi, in movimenti neofascisti perché ho una cultura di destra. Ma c’erano miei colleghi che lavoravano nei gruppi di sinistra, con la stessa tecnica, con gli stessi obiettivi..." Strutture clandestine e semiclandestine. Controllo politico di Stato e informative

4 novembre 1990

Il settimanale "Panorama" riporta le dichiarazioni rese dal generale Pasquale Notarnicola alla Commissione parlamentare sul terrorismo e le stragi sul conto di Giovanni Senzani, sociologo alle dipendenze del ministero di Grazia e giustizia: "Vi ricordate di Giovanni Senzani, uno dei capi delle Brigate rosse? Senzani era stato fermato a Genova nel 1978, poco dopo il sequestro Moro. A Genova avevano chiesto un’informativa al controspionaggio di Firenze, città nella quale abitava Senzani prima di darsi alla latitanza. E il controspionaggio lesinò le informazioni". Sinistra- formazioni minori. Controllo politico di Stato e informative

5 novembre 1990

Willy Brandt si reca a Baghdad dove ottiene da Saddam Hussein la liberazione di 180 ostaggi. L’iniziativa suscita aspre polemiche. Fronte arabo islamico- Iraq

5 novembre 1990

A Bruxelles, il portavoce del comando Nato in Europa, capitano Jean Marcotte, dichiara ai giornalisti: "Dell’operazione Gladio, qui abbiamo sentito parlare per la prima volta , con sorpresa, per le notizie apparse in questi giorni sulla stampa italiana. Nel quadro della struttura militare della Nato non esiste". Strutture clandestine e semiclandestine

5 novembre 1990

In un’intervista al "Corriera della sera" sotto il titolo "Così smantellammo ‘Pelle di montone’", il generale greco Nikos Kouris, ex capo di Stato maggiore della Difesa greco, ricorda che nel 1955 Grecia e Stati uniti avevano firmato 108 accordi e che uno "era stato siglato dall’allora capo di Stato maggiore, generale Costantino Dovas, e dal capo della Cia. Quel foglio ricordava una organizzazione segreta pronta ad intervenire nel caso di minaccia comunista, esterna o interna". Kouris prosegue negando che ‘Pelle di montone rosso’ sia mai stato un gruppo paramilitare "nel senso che era assolutamente ufficiale. Era figlio di un accordo tra unità speciali delle forze armate greche e la Cia, cioè il servizio segreto di un altro paese, seppur alleato. Un accordo inaccettabile ed anacronistico: infatti, non si trattava di un patto tra due capi di Stato maggiore né di un patto tra la Grecia e la Nato". Kouris spiega quindi che "nel 1984, dopo aver rinegoziato gli accordi di collaborazione con gli Stati uniti, il governo chiese di smantellare l’organizzazione e di tagliare tutti i legami con la Cia…abbiamo impiegato quasi 4 anni per scoprire tutti gli appartenenti all’organizzazione ufficiale" concludendo l’operazione nel 1988. Primo ministro era Andreas Papandreu. Strutture clandestine e semiclandestine. Piani occulti. Stati Uniti

5 novembre 1990

Sereno Freato, segretario di Aldo Moro, rivela che nei primi anni Sessanta la Cia gli versava 60 milioni al mese per la Dc. D.C. Stati Uniti- Italia

5 novembre 1990

A Duino Aurisina (Trieste), è interrogato presso il locale commissariato di polizia Loris Burger che ricorda di aver rinvenuto "circa 20 anni fa" materiale bellico presso un bunker risalente alla seconda guerra mondiale. Ricorda di aver trovato una cassa metallica e che la sua apertura era "di tipo ermetico in quanto, apertala, udimmo un sibilo che ci fece spaventare pensando ad un ordigno esplosivo". Lui e il suo compagno, Gianni Conti, verificarono quindi il contenuto della cassa di cui il Burger fornisce un dettagliato resoconto, dal quale emerge che si trattava di materiale bellico di un ‘Nasco’ della struttura Stay behind. Interrogato anche Gianni Conti, conferma il racconto dell’amico, e afferma che il padre, maresciallo dei carabinieri, prese conoscenza di quanto lui aveva ritrovato e, in parte, portato a casa informando i suoi superiori. Strutture clandestine e semiclandestine. Piani occulti

5 novembre 1990

A Venezia, il procuratore della repubblica risponde al suo collega di Roma (vedi nota del 3 novembre 1990) che non esistono indagini su Gladio e che l’inchiesta condotta da Felice Casson si fonda sul "sospetto" che gli autori dell’attentato di Peteano avessero rapporti con appartenenti alla struttura segreta. Strutture clandestine e semiclandestine. Attentato di Peteano

5 novembre 1990

A Roma, 13 deputati comunisti presentano un’interrogazione parlamentare, primo firmatario Luciano Violante, al ministro della Giustizia Giuliano Vassalli, per invitarlo a "vigilare" affinché l’indagine su Gladio non sia tolta a Felice Casson ed inviata a Roma. P.C.I. P.D.S. P.S.I. Strutture clandestine e semiclandestine

5 novembre 1990

A Roma, è nominato responsabile della Protezione civile per i servizi antincendi del ministero degli Interni, il prefetto Giorgio Musio.

5 novembre 1990

A New York, Emma Bonino e Marco Taradash sono arrestati dalla polizia mentre distribuiscono siringhe per iniettarsi la droga dinanzi al Municipio, per un gesto- dicono- di ‘disobbedienza civile’. Saranno condannati simbolicamente a pulire per un giorno la metropolitana di New York o, a scelta, di Roma.

6 novembre 1990

A Bruxelles, la Nato emette un comunicato per sconfessare la dichiarazione resa il giorno precedente dal capitano Jean Marcotte, suo portavoce, definendola "erronea" e basata su "informazioni sbagliate", ma concludendo che "i servizi Nato non hanno l’abitudine di dare informazioni o di fare commenti su questioni inerenti al segreto militare". Strutture clandestine e semiclandestine

6 novembre 1990

A Roma, sul quotidiano "Il Tempo", nell’articolo intitolato "Magistrato apolitico ma non quando scrive", si rileva sul conto di Felice Casson che "ama la pubblicistica. Il giudice Casson ‘crociato’ di quel partito trasversale che vede ‘deviazioni’ dappertutto. E nei suoi scritti, pubblicati su giornali orientati all’estrema sinistra, non fa sforzi nel delineare piste che poi si ritrovano nella sua attività istruttoria". E, dopo aver rilevato che da tempo Casson attacca il presidente della repubblica Francesco Cossiga, l’articolista conclude: "Perché questo accanimento contro Cossiga? Un giorno forse lo sapremo". Piani occulti

6 novembre 1990

Il ministero dell’Interno segnala alla Questura di Rovigo l’esigenza di procedere ad accertamenti su tale Giuseppe Gambalunga. Costui, iscritto al Msi, risulterà appartenente alle S/B, reclutato da Luciano Casanova, anch’egli militante del Msi. Destra- M.S.I. Strutture clandestine e semiclandestine. Controllo politico di Stato e informative

7 novembre 1990

Sul quotidiano "Il Manifesto", nell’articolo intitolato "I giudici sapevano tutto fin dal 1984", si ricorda quanto scritto da Vincenzo Vinciguerra nel libro "Ergastolo per la libertà. Verso la verità sulla strategia della tensione" pubblicato nell’ottobre 1989, in merito alle strutture parallele esistenti in Italia ed ora identificate come ‘Gladio’. Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

Gli Stati uniti inviano truppe in Arabia saudita predisponendo uno schieramento massiccio, idoneo all’offensiva militare contro l’Iraq. Stati Uniti. Fronte arabo islamico- Iraq

8 novembre 1990

Il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, afferma in Senato che, dopo aver ricevuto il giudice veneziano Felice Casson, aveva dato "disposizione di consultare senza limitazioni la documentazione del Sismi da lui ritenuta necessaria ai fini del procedimento, anche in adesione all’indirizzo del Comitato parlamentare". Andreotti, in risposta ad una domanda rivoltagli dal senatore Covi, afferma di Gladio che "…dalla sua costituzione avevano fatto parte della struttura 622 unità". D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

Il giudice istruttore veneziano, Felice Casson, richiede al presidente della Repubblica l’autorizzazione ad interrogarlo sulle S/B e su "altri fatti eversivi". Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

A Roma, il procuratore della repubblica Giudiceandrea scrive al presidente della repubblica Cossiga, al ministro della Giustizia Vassalli ed al Csm per negare ogni volontà di ‘insabbiamento’ da parte della Procura nell’inchiesta su Gladio e chiedere polemicamente "a che titolo l’autorità giudiziaria di Venezia svolge accertamenti su Gladio". Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

A Roma, a palazzo Montecitorio, intervenendo ad una conferenza stampa indetta dal Centro di riforma dello Stato, Pietro Ingrao chiede le dimissioni di Giulio Andreotti da capo del governo per aver sempre taciuto e mentito sulla esistenza della struttura Gladio, segnata dal "reclutamento ideologico". P.C.I. P.D.S. D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

Giovanni Spadolini smentisce la sua conoscenza di Gladio: "Mi si fa un torto che non merito, a non credermi. Debbo ripetere: non ho mai conosciuto Gladio né nessun’altra operazione con nome in codice, né come presidente del Consiglio né come ministro alla Difesa. Non ho mai ricevuto e incontrato il generale Santovito. Al suo posto nominai il generale Ninetto Lugaresi, un galantuomo con il mandato esplicito di risanamento del Sismi. E’ certo che Santovito non mi parlò mai di ‘operazione Gladio’ e di operazioni simili. Non ne parlò a Lugaresi…Come ministro della Difesa durante il governo Craxi, ho esercitato la vigilanza istituzionale sul Sismi, che però avevo già riscattato dalle implicazioni e dalle influenze piduiste nel 1981, favorendo le ulteriori tappe del suo risanamento. Risanamento che ha investito in quel periodo anche la sfera dei Servizi collegati con gli Alleati. Tanto è vero che dopo la bonifica dei Servizi, nessuno ha denunciato deviazioni o abusi…" Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

E’ reso noto che il direttore del Tg1, Bruno Vespa, ha vietato al giornalista Ennio Remondino, autore dell’inchiesta sul caso Brenneke- Cia- P2 di partecipare alla trasmissione "Samarcanda" che tratterà della vicenda Gladio. Strutture clandestine e semiclandestine. Repressione

8 novembre 1990

Il quotidiano "Il Giornale" pubblica integralmente, sotto il titolo "I legionari di casa nostra", una lettera di Amos Spiazzi sul cosiddetto ‘Piano di sopravvivenza’. Strutture clandestine e semiclandestine. Piani occulti

8 novembre 1990

Il Gran maestro della serenissima Gran loggia d’Italia, Giorgio Paternò, operante nell’ambito della massoneria di Piazza del Gesù, dichiara di riconoscere la regolarità e la carica di maestro venerabile di Licio Gelli, in una lettera inviata allo stesso Gelli e, per conoscenza, al Gran maestro del Grande Oriente d’Italia Giuliano Di Bernardo. Strutture clandestine e semiclandestine

8 novembre 1990

A Mazara del Vallo Trapani), i carabinieri inviano un rapporto sul conto di Giuseppe Gianmarinaro, presidente della locale Usl, esprimendo parere contrario al rinnovo del porto d’armi, in quanto "l’interessato è sospettato di aver intrattenuto e di coltivare tuttora illeciti rapporti, non di semplice frequentazione, con persone inquisite in processi di mafia". Controllo politico di Stato e informative

8 novembre 1990

Il commercialista Pompeo Locatelli e l’avvocato Ledda chiedono il sequestro temporaneo delle azioni Eni e Montedison.

9 novembre 1990

A Roma, il ministro della Giustizia Giuliano Vassalli esprime le sue perplessità sull’iniziativa del giudice veneziano Felice Casson di citare il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, perché non chiarisce in quale veste lo voglia ascoltare , se come capo dello Stato o come testimone su fatti di cui sia a conoscenza, e perché il riferimento, oltre all’attentato di Peteano, ad "altri fatti eversivi dell’ordine costituzionale" è di "una genericità totale, inammissibile". P.S.I. D.C. Piani occulti

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