Precedente 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 ..Successive

20 novembre 1990

A Mogadiscio (Somalia), rientra l’ambasciatore italiano, Mario Sica.

20 novembre 1990

Il generale Gerardo Serravalle, ex responsabile della struttura Gladio, dinanzi alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e le stragi afferma: "…Una parte consistente dei gladiatori aveva un concetto della propria funzione ben diverso da quello ufficiale: vedeva nel partito comunista italiano una quinta colonna dell’Urss in Italia e sosteneva la necessità di agire in anticipo, cioè di colpire i comunisti italiani prima che potessero organizzare o agevolare l’ipotetica invasione…Mi trovavo nella situazione in cui, con il passo successivo che era stato proposto, quel ‘perché aspettare?’, sarei divenuto capo di una banda armata, mentre ero un ufficiale in servizio della Repubblica…" Strutture clandestine e semiclandestine

20 novembre 1990

Su "La Stampa", nell’articolo "Interno di famiglia con Gladio" a cura di Angelo Conti e Antonio Giaimo, si raccontano le fasi dell’arruolamento e delle attività in Gladio di Giorgio Mathieu, della moglie Luciana e di Giuseppe Viroglio. Il primo è presentato come "direttore di area della Fininvest". Strutture clandestine e semiclandestine

20 novembre 1990

Dopo l’invito rivolto dalla Associazione familiari vittime della strage di Bologna al presidente della repubblica Francesco Cossiga, Pier Ferdinando Casini polemizza con l’associazione affermando che Cossiga "più di ogni altro uomo politico ha sollecitato le commissioni parlamentari alla ricerca della verità su episodi stragistici che appaiono ancora oscuri. Tutto può essere rimproverato a Cossiga ma non certo la volontà di dimenticare"; ed accusa la associazione di essere "preoccupata più che altro di portare avanti un’azione di fiancheggiamento di polemiche partitiche inscenate da Occhetto e il Pci". D.C. P.C.I. P.D.S. Stragi- Bologna

20 novembre 1990

Intervistato dal "Corriere della sera", Carlo Bombieri afferma a proposito del sistema finanziario italiano che "così com’è oggi, mi sembra un’armata Brancaleone che resiste soltanto grazie al suo garante, Cuccia…"

20 novembre 1990

A Roma, all’interno del carcere di Rebibbia, inizia uno sciopero della fame dei detenuti contro le restrizioni della legge Gozzini decise dal governo con il decreto varato il 13 novembre. Repressione

21 novembre 1990

A Parigi, è firmata la cosiddetta ‘Carta di Parigi’, che costituisce il superamento del rapporto conflittuale fra i paesi dell’Europa occidentale e quelli dell’Europa orientale, indicando nuovi obiettivi da raggiungere e, insieme, gli strumenti per farlo.

21 novembre 1990

A Roma, il presidente della repubblica Francesco Cossiga vieta, con una lettera, al Consiglio superiore della magistratura di discutere l’argomento proposto da Palombarini il 14 novembre, relativo a Felice Casson, perché non rientra nell’ambito delle competenze dell’organo di autogoverno della magistratura. D.C.

21 novembre 1990

Dopo aver ricevuto, tramite un ufficiale dei carabinieri, la dichiarazione scritta di Felice Casson che specifica quanto già anticipato ai giornalisti ("non aver citato né convocato come testimone il presidente della Repubblica, ma ho soltanto formalmente richiesto la sua disponibilità a testimoniare. Se risponde di no ne prendo atto"), Francesco Cossiga emette un comunicato nel quale afferma che "accertato della volontà di Casson, il presidente della Repubblica, su conforme avviso del governo, gli ha comunicato la sua indisponibilità a rendere testimonianza nel procedimento penale in corso di istruzione da parte del suddetto magistrato. Pur rimanendo fermi i rilievi di costituzionalità sulla normativa vigente, l’atto del giudice istruttore di Venezia ha infatti perduto obiettivamente efficacia e rilevanza a seguito delle dichiarazioni da lui rese". D.C.

21 novembre 1990

Il quotidiano "Il Manifesto", nell’articolo intitolato "Un po’ di nucleare nella Gladio greca", riporta le dichiarazioni dell’ex ministro degli Interni greco Sinaspimos Nikos Kostantopoulos, il quale afferma che l’operazione ‘Pelle di pecora’ (Provio) è riferita all’installazione di missili a testata nucleare in territorio greco, secondo un accordo stabilito con gli Stati uniti nel 1960, mentre quello relativo alla Gladio greca "non è stato ancora revocato. Ci sono le prove che fino al 1988 la struttura ha rinnovato i propri militanti e oggi nessuno può garantire che le sezioni di questa organizzazione non si siano rese autonome e abbiano agito per conto proprio". Strutture clandestine e semiclandestine. Piani occulti. Stati Uniti

21 novembre 1990

Sul quotidiano missino, nell’articolo intitolato "Quel Gladio che nasce dalla resistenza", il direttore Giano Accame scrive che "si è trattato di una milizia strettamente democristiana, con tutt’al più qualche infiltrazione liberale, in cui veniva privilegiata una precedente appartenenza alle formazioni partigiane bianche. Ed anche i più giovani venivano scelti nel solco di questa discendenza concettuale con rigorosa esclusione degli anticomunisti che avessero un qualsiasi collegamento con la destra". Giano Accame, già collaboratore del Sid e legato all’ex ministro della Difesa, l’antifascista Randolfo Pacciardi, sarà platealmente smentito dal numero e dalla qualità di militanti del Msi – Dn che risulteranno inseriti nella struttura Gladio. Destra- M.S.I. D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

21 novembre 1990

A Lugano, sul conto ‘Gabbietta’ di Primo Greganti, viene versata la prima tranche di 621 milioni della tangente di 1 miliardo e 246 milioni versata da Raul Gardini al Pci-Pds. Greganti si è difeso affermando trattarsi di corrispettivi versati dal gruppo Ferruzzi per la sua attività promozionale degli interessi del gruppo svolta in Cina. Tangentopoli. P.C.I. P.D.S.

22 novembre 1990

A Londra, si dimette Margaret Thatcher. Le subentra John Major.

22 novembre 1990

Sul quotidiano "Il Giornale", nell’articolo intitolato "Siamo orgogliosi di Gladio", a firma di Stefano Rigolini, si riportano le dichiarazioni di Giovanni Caravita, deputato democristiano dal 1979 al 1983, che ammette di aver fatto parte della struttura Gladio. D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

22 novembre 1990

A Roma, l’esecutivo nazionale del Psi emana un comunicato nel quale ribadisce la sua solidarietà a Francesco Cossiga: "Di fronte a una campagna condotta con metodi che vanno ben al di là di una legittima richiesta di verità e che finiscono per produrre effetti devastanti per il sistema democratico, il capo dello Stato ha opportunamente reagito e l’esecutivo socialista gli riconferma la sua piena solidarietà". P.S.I. D.C.

22 novembre 1990

I deputati del Msi – Dn Parigi, Berselli, Poli Bortone e Pellegatta presentano un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio nella quale chiedono "se non ritenga sia finalmente giunto il momento di rendere di pubblico dominio l’elenco nominativo, l’armamento e la dislocazione delle formazioni militari comuniste costituite e addestrate in Italia e all’estero per azioni di appoggio ad eserciti provenienti dall’Est". Destra- M.S.I. P.C.I. Piani occulti

22 novembre 1990

Il generale Giovanni Romeo, responsabile dell’ufficio D del Sid dopo Maletti, dichiara alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e le stragi, riunita in seduta segreta, che gli arresti di Renato Curcio, nel 1974 e 1976, erano stati resi possibili "dall’attività preparatoria" del reparto D, e che "quando tutti parlavano di dover affrontare il terrorismo mediante infiltrazioni, il reparto D lo aveva già fatto". Strutture clandestine e semiclandestine. Piani occulti. Sinistra- formazioni minori

22 novembre 1990

Raul Gardini, che ha ceduto la sua quota in Enimont all’Eni per 2.805 miliardi, annuncia la sua dimissione da tutte le cariche societarie. L’Eni spenderà altri 1400 miliardi per riscattare le quote di minoranza, con un forte guadagno per gli investitori dovuto ad un rialzo del titolo intervenuto dal momento della sospensione al 23 settembre, quando viene riammesso al listino.

23 novembre 1990

Sul quotidiano "Il Manifesto" è pubblicata una lettera di Torquato Secci, presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di Bologna, che risponde a Pier Ferdinando Casini accusandolo di aver abbandonato l’associazione e negando, inoltre, che questa svolga un ruolo di fiancheggiamento del Pci come affermato dal parlamentare democristiano. D.C. P.C.I. P.D.S. Stragi- Bologna

25 novembre 1990

Ciriaco De Mita è riconfermato presidente della Dc. D.C.

25 novembre 1990

A Roma, al consiglio nazionale della Democrazia cristiana, Giulio Andreotti afferma, con riferimento alla struttura Stay behind e alle sue attività, che la "lotta al comunismo" in Italia è stata sempre "affidata alle armi del consenso e del voto. Se qualcuno, persona o gruppo, noti o ignoti, abbia avuto idee diverse, lo ha fatto non solo senza di noi, ma contro di noi…". D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

25 novembre 1990

A Torino, nel corso di un’assemblea di partito, Ugo Pecchioli e Aldo Tortorella ribadiscono la richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio Giulio Andreotti, per aver mentito su Gladio: "Sono doverose – afferma Tortorella – perché c’è qualcosa in questa Gladio che non poteva essere detta neppure ad alcuni dirigenti della Dc che hanno governato l’Italia. Altri invece che sapevano, come Andreotti, hanno raccontato al Parlamento e al Paese o mezze verità o intere bugie". P.C.I. P.D.S. D.C. Strutture clandestine e semiclandestine

25 novembre 1990

Il quotidiano "La Repubblica" riporta la dichiarazione rilasciata al giudice istruttore veneziano Carlo Mastelloni dal generale Podda, ex vicedirettore del Sid, secondo il quale a proposito della struttura Stay behind "…il capo del servizio (all’epoca ammiraglio Eugenio Henke) mi disse che la struttura avrebbe dovuto funzionare anche rispetto a moti di piazza rilevanti e che aveva una funzione anti Pci…". Strutture clandestine e semiclandestine

25 novembre 1990

Sul settimanale "L’Espresso" compare, sotto il titolo "Ci hanno usato", un’intervista a Pino Rauti il quale afferma che lo scioglimento di Ordine nuovo e la sua confluenza nel Msi – Dn avvenne quando "comincio ad accorgermi che molti elementi di destra venivano utilizzati in nome del pericolo comunista…Giravano nelle nostre file personaggi che avevano grandi capacità di convinzione, che cercavano sempre di spingere i militanti ai punti estremi, di far passare le idee più oltranziste". Invitato a fare i nomi, Rauti risponde: "E’ difficile farlo, perché alcuni di loro sono morti o se ne sono perse le tracce. Uno di questi fu Eggardo Beltrametti, legato al Sid. Un altro fu Lando Dell’Amico". Destra- M.S.I. Destra- formazioni minori. Piani occulti

25 novembre 1990

Su "Il Giornale", nell’articolo intitolato "Peteano, il rebus dell’esplosivo", si rileva la plateale contraddizione fra la pretesa di Felice Casson ed altri che "sospettano" l’utilizzo, nell’attentato del 31 maggio 1972, dell’esplosivo ‘C4’ proveniente dal Nasco di Aurisina, e le risultanze della perizia balistica, ordinata dallo stesso Casson, che rilevano "la presenza di tracce di comune esplosivo di cava", confermando quanto sempre dichiarato da Vincenzo Vinciguerra che quell’esplosivo aveva preso, nell’estate del 1970, in una cava all’aperto nei pressi di Aviano (Pordenone). Si chiede l’articolista: "…se era di tipo civile, come faceva l’esplosivo ad essere il C4 ‘militare’ interrato nei ‘Nasco’ di Gladio?". Attentato di Peteano

26 novembre 1990

Sul settimanale "Panorama", nell’articolo intitolato "Bomba nostra", Antonio Carlucci scrive che l’esplosivo utilizzato a Peteano, il 31 maggio 1972, era del tipo ‘C4’ e che a rivelarlo al giudice veneziano Carlo Mastelloni, il 13 novembre 1990, è stato il generale Gerardo Serravalle, ex responsabile della struttura Gladio. Attentato di Peteano. Strutture clandestine e semiclandestine

26 novembre 1990

I legali di parte civile al processo per la strage di piazza Fontana, contro Stefano Delle Chiaie e Massimiliano Fachini, Vincenzo Azzariti Bova e Nino Gimigliano, chiedono la "fissazione urgente" del dibattimento d’appello e la "rinnovazione totale dell’istruttoria per accertare l’esistenza di collegamenti tra la strage di piazza Fontana e l’organizzazione Gladio". Stragi- Piazza Fontana. Strutture clandestine e semiclandestine

26 novembre 1990

A Roma, la Corte giudicante sulla controversia Imi- Rovelli, estensore il giudice Metta, condanna l’Imi a risarcire il gruppo Rovelli per 980 miliardi di lire.

27 novembre 1990

A Roma, il governo delibera lo scioglimento delle Stay behind. D.C. P.S.I. Strutture clandestine e semiclandestine

27 novembre 1990

A Roma, nel corso di un convegno su "Autonomia, centro sinistra e alternativa", indetto dalla fondazione Nenni e dall’istituto Lombardi, il ministro delle Finanze Rino Formica, riferendosi alla struttura Gladio, afferma: "Lo Stato può avere piani segreti, ma non un esercito segreto perché ciò porta inevitabilmente alla deviazione e all’uso scorretto, anche se all’origine le intenzioni erano buone. Ed è inammissibile che ad una formazione libera da ogni controllo democratico sia affidato il compito di correggere l’evoluzione democratica del paese…Nel momento in cui la Dc si rivolgeva al Pci non solo chiedendo voti per l’elezione dei presidenti della Repubblica, ma anche portando avanti una determinata strategia dell’attenzione, una parte della Democrazia cristiana era consapevole del fatto che questo evento (che il Pci potesse fare il suo ingresso al governo) non doveva realizzarsi, per un impedimento esterno al sistema democratico e non per volontà degli elettori". Formica afferma che è necessario giungere alla verità senza però ricorrere ad una commissione parlamentare d’inchiesta "ad hoc", perché questi organismi "hanno alle spalle una lunga tradizione di insabbiamenti". P.S.I. D.C. P.C.I. Strutture clandestine e semiclandestine

Precedente 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 ..Successive