Dopo Madrid. Cos’è davvero Al Qaeda? (ricevuto da Matteo F., aprile 2004).

Cara Fondazione, dopo lo scempio di Madrid, con alcuni amici discutevamo cercando di orientarci tra la selva di informazioni contraddittorie ed inizialmente tendevamo a pensare un po’ tutti ad una ‘strategia della tensione’ su scala internazionale, come quella che avvenne in Italia negli anni settanta (sono d’accordo con le vostre interpretazioni che fanno risalire molto più in alto dei semplici fascisti) chiedendoci a chi potesse giovare la strage, che Al Qaeda aveva smentito (è anche molti diversa dall’azione dell’11 settembre che colpiva un simbolo del potere imperiale degli Stati Uniti, mentre questo macello colpisce solo civili inermi che si recavano al lavoro). Ma questa spiegazione poneva più problemi di quanti potesse spiegare. Soprattutto: perché la carta sarebbe stata giocata così male? Quindi ci siamo detti: no, la teoria del complotto non va, è più credibile che il governo Aznar abbia cercato di sfruttare per fini elettorali la strage, e lo abbia fatto in maniera grossolana perché colto di sorpresa. E in questo modo ha perso le elezioni. Addirittura il gruppo terrorista islamico ha favorito le prove della propria responsabilità per ‘firmare’ la strage e impedire che fosse attribuita all’Eta. A sciogliere il dubbio, almeno per me, è venuto l’ultimo di messaggio di Bin Laden (o almeno attribuito a Bin Laden; non ho trovato la versione integrale) che, senza rivendicare del tutto, accomuna l’11 settembre e l’11 marzo dicendo "è la vostra merce che vi ritorna indietro". Cosa ne pensate, è giusto scartare la spiegazione ‘dietrologica’, oppure è meglio tenere qualche sospetto? Resta il problema centrale di cosa sia davvero Al Qaeda: una rete internazionale di gruppi, oppure tanti gruppi che agiscono ognuno per conto suo (in questo caso non ci sarebbe una ‘vera Al Qaeda’) e qualcuno, come lo sceicco saudita, cerca di tenerli insieme per usarli ai fini di una strategia politica, che condizioni le scelte degli Stati? Qui forse torno ancora dietrologico ma non posso fare a meno di pensare che dietro il terrorismo islamico ci sia qualcosa di molto potente. Come mai, se no, Osama Bin Laden, il mullah Omar e gli altri più importanti ricercati riescono da anni a sfuggire alla cattura? Soprattutto mi domando che cosa si propongano davvero con queste azioni, che sembrano folli e se è vero o no che Al Qaeda è collegata alla guerriglia irachena…

Risposta. Caro Matteo, il primo dubbio che poni inizialmente era lecito ma hai già trovato la risposta: per quanto non siano onnipotenti, i servizi segreti non sono così pasticcioni e, soprattutto, sono integrati nella Nato (gli spagnoli avrebbero avuto senz’altro la ‘assistenza’ americana che, come purtroppo sappiamo, è molto efficace). La teoria complottista, che è partita subito dopo l’11 settembre, come hai intuito è da ritenersi essa stessa un depistaggio, finalizzato ad annullare la voce del nemico ed avvolgerla da cortine fumogene.

Il secondo dubbio –qualcosa di potente c’è dietro- è invece più fondato anche per me, a condizione di non farsi confondere dalle visioni iper- occidentaliste, secondo le quali la politica e la guerra sono decisioni di esclusiva competenza occidentale, in primis americana. La mia opinione è che forze non secondarie del mondo arabo– esattamente quali e quanto importanti non si riesce ancora a capire; apparati statali, o pezzi di essi, p.es. del Pakistan e della stessa Arabia- appoggino Bin Laden ed i suoi, in modo mascherato, facendo cioè doppio gioco. Ciò è comprensibile pensando alla disfatta degli Stati arabi nel 1967, quando Israele in soli 6 giorni polverizzò le difese aeree dell’Egitto nasseriano, alla guerra Iraq- Iran, dove il primo era allora armato dall’occidente contro la rivoluzione iraniana – un milione di morti!- e alla situazione unipolare che si è determinata dopo il crollo sovietico. Nessuno degli Stati arabi, nessuno Stato invero, pensa oggi a sfidare apertamente gli Stati uniti; che, come sappiamo, perseguono il disarmo unilaterale minacciando in termini espliciti chiunque non lo accetti. Il paradosso è che, sconfitto il nemico sovietico e quando essi pensavano di avere in mano le carte per dominare il mondo intero, gli Usa si sono trovati al punto di prima, o quasi, a partire proprio dall’11 settembre. Il messaggio dell’attentato alle Torri era chiaro: ‘potete avere il monopolio delle armi di distruzione di massa, ma non ci piegate. Avete lavorato per niente!’ Più gli americani minacciano e fanno in termini aggressivi, e più questa forza di contrasto è destinata a crescere. Non solo dunque crescono le resistenze nazionali, che sono importantissime – Palestina, Iraq, Afghanistan - ma cresce anche quest’altra entità, indeterminata ai nostri occhi ma molto presente ed attenta, che non c’entra per sé con i movimenti di resistenza, benché naturalmente si possa presumere sia estremamente attenta ad essi.

Una riprova vi è nella stessa teoria americana degli ‘stati canaglia’ che, pur essendo in gran parte pretestuosa e ripugnante per come viene gestita, depurata da quel 'quid pluris’ che serve agli Stati uniti come pretesto per scatenare offensive, qualcosa di vero a mio avviso lo contiene. Nessuno Stato può confrontarsi militarmente con gli Usa, ed allora questa o queste entità cercano strade più tortuose ed a loro modo molto, molto efficaci. Le forze armate regolari non servono, sono nate quelle irregolari. Certamente i gruppi combattenti sono tanti e diversi fra loro, e qualcuno – lo stesso Bin Laden, senz’altro non da solo- tenta di coordinarne l’azione. Per capire di più cosa si propone questa entità, conviene leggere attentamente e se possibile integralmente i messaggi, non accontentandosi delle estrapolazioni e dei frammenti diffusi dai giornali. L’ultimo messaggio di Bin Laden è stato passato dalle tv arabe e pubblicato anche su Internet./../ Il linguaggio è molto chiaro e non occorre avere strumenti speciali per comprenderlo. L’entità, fin dal primo messaggio, si propone la rinascita e l’indipendenza del mondo arabo ed islamico e la difesa dall’imperialismo – o impero o colonialismo come più ci piace chiamarlo- dell’occidente.

Quest’ultimo messaggio poi esplicita una strategia di attenzione particolare verso l’Europa, che distingue dall’America, ed alla quale tende la mano (anche ai governi) a condizione che si stacchi da essa. La seconda parte, dando quasi per scontato la inefficacia della prima- si rivolge ai popoli. Dice testualmente (nella traduzione): "Noi e voi siamo oggetto di ingiustizie da parte dei vostri politici. A dispetto della vostra opposizione / afferma di essere a conoscenza dei sondaggi di opinione, che rivelano la contrarietà dell’opinione pubblica europea alla guerra all’Iraq, la simpatia per la causa palestinese/ essi mandano i vostri figli ad uccidere ed essere uccisi. E’ nell’interesse delle due parti – noi e voi- far perdere l’occasione a quelli che spargono il sangue dei loro popoli per realizzare interessi limitati e la dipendenza dalla Casa Bianca". Cita la Halliburton e riprende "Sono i commercianti di guerra che succhiano il sangue dei popoli e dirigono la politica del mondo dietro le quinte". Si rivolge quindi "agli onesti per rendere coscienti i popoli europei delle nostre cause giuste, prima delle quali la Palestina", nella quale Sharon, appoggiato dal "bugiardo della Casa bianca" sta attuando una politica di annientamento e capitolazione, che si vuole spacciare per pace. Questo messaggio deve avere spaventato parecchio le istituzioni, che si sono affrettate a fare blocco per respingerlo, ed è stato difficile persino leggerlo. Nei giorni successivi è stata tutta una gara a fare dichiarazioni roboanti, nelle quali era evidente la preoccupazione; così i discorsi degli esponenti della maggioranza sulle "oggettive collusioni col terrorismo" dei pacifisti e dello stesso Zapatero, pressioni sul centrosinistra, trasmissioni che denunciavano le intrusioni di Al Qaeda nelle campagne elettorali, quasi che il reato addebitato fosse più quest’ultimo che non l’eccidio di Madrid…