Falluja! di Iraq libero. Comitato nazionale per la resistenza del popolo iracheno (novembre 2004).

Nella città simbolo della Resistenza, Falluja, in queste ore infuria la battaglia. Nel resto dell’Iraq la guerriglia continua a combattere (è di poco fa la notizia della liberazione dagli occupanti del centro della città di Ramadi) mentre il governo del fantoccio Allawi ha decretato lo stato d’emergenza ed il coprifuoco anche a Baghdad. Come sempre, più di sempre, le truppe americane procedono con bombardamenti a tappeto, attacchi agli ospedali ed a tutte le strutture civili della città, confermando ancora una volta che sono loro i veri terroristi da cacciare. Sono giornate decisive per il futuro della lotta antimperialista, sono giornate decisive per le speranze dei popoli in lotta per la libertà e l’autodeterminazione, sono giornate decisive per far sentire la risposta alla riconferma alla Casa Bianca del guerrafondaio texano che, dopo la sua rielezione, vuol passare subito all’incasso in quella che è la prima linea della sua guerra infinita con la quale punta ad arrivare al dominio planetario, quell’Iraq in cui si è impantanato grazie all’eroica lotta di un popolo stremato ma non domo…

Sulla battaglia di Falluja la disinformazione regna sovrana. I media italiani fanno a gara tra di loro per vedere chi è più servile verso i padroni americani. Eppure Falluja ci parla dei futuro, non solo di quello dell’Iraq ma dell’intera umanità. Sul piano militare questa battaglia non deciderà la guerra. Del resto la tattica guerrigliera non può certo prevedere, pena il suicidio, la difesa ad oltranza delle città liberate. Ma sul piano simbolico e della prospettiva la Resistenza di Falluja, come quella che si sta dispiegando nel resto del paese, è decisiva.

Falluja ci parla del futuro, nel bene e nel male. Nel male perché ci mostra la criminale ferocia americana, oggi applicata a questa città perché serva da monito a tutti coloro che in ogni angolo del mondo non intendono piegarsi. E’ una ferocia che ha le stesse motivazioni delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Nel bene, perché dimostra che resistere è possibile, che la Resistenza è popolare e di massa, che di fronte al mostro imperialista non c’è altra strada che quella della lotta. Falluja è una città simbolo perché è stata la prima città, già pochi giorni dopo la caduta di Bagdad, a manifestare contro l’occupazione con un corteo represso nel sangue. Falluja è la città di fronte alla quale i marines si sono dovuti fermare nell’aprile scorso. Falluja è la città che ha cementato l’unità della Resistenza nelle sue varie componenti. Per tutti questi motivi gli aggressori americani la vogliono incenerire con le bombe. Per questi stessi motivi siamo certi che vivrà come simbolo della lotta per la libertà...