Il gigante scemo e la talpa intelligente (novembre 2007)

Un rapporto del Consiglio nazionale per la sicurezza statunitense, citato dal “Washington Post” del 25 novembre, constata il mancato raggiungimento degli obiettivi della missione militare in Afghanistan, iniziata nel 2001, sia in termini militari che di sicurezza e governabilità ed esprime preoccupazione per la penetrazione talebana anche in zone dove la presenza era precedentemente scarsa: fra esse sono citate le province di Herat e Farah, attualmente sotto controllo italiano. A sua volta il Senlis Council, considerato dalle stesse forze Nato un autorevole osservatorio sul paese, in un rapporto del 21 novembre intitolato “L'Afghanistan sull'orlo del precipizio”, ha rilevato che il paese è controllato dai Talebani per oltre la metà del territorio – la percentuale fornita è il 54%- ed ha concluso che “non è in questione se i Talebani torneranno al potere a Kabul ma quando lo faranno”.

Il pensiero corre ai baldanzosi comunicati che si sono susseguiti a partire dall'inverno 2001-2002 per informare che l'ultima di turno delle varie operazioni militari americane, battezzate coi nomi demenziali ‘Caccia al beccaccino', ‘Vipera della montagna', ‘Wyconda Pincer' eccetera, era quella risolutiva, destinata a “sgombrare”, “disinfestare”, “ripulire” il territorio dall'immondo mostro che aveva osato disobbedire all'America; anzi, ad “eliminare le ultime sacche”, ovvero “quel che resta dei talebani”. Il linguaggio dell'odio verso il nemico e dello sterminio rimbalzava nel mondo, tentava di farsi leggiadro, accompagnato com'era dai sorrisi compiaciuti di una vasta schiera di camerieri in servizio permanente, politici e giornalisti. Piano piano però, il quid denominato “quel che resta dei talebani” ha ricominciato a crescere, fino ad assumere cifre ragguardevoli, tanto che da un anno e mezzo- due anni a questa parte i bollettini militari informano, in poche righe, che sono stati uccisi volta a volta 30, 50, 200 talebani. Che è successo, signori? Forse che l'Islam è stato in grado di produrre quei miracoli che da molto tempo i nostri sacerdoti non riescono più a fare, troppo imbibiti forse del materialismo denunciato da papa Ratzinger come il primo male dell'Occidente, a fare resuscitare le spoglie, anzi “quel che resta ecc.” ? Caspita, ci sarebbe da farci più di un pensiero.

Mah, una parte di vero in questo interrogativo vi è, nel senso che il coraggio – tanto più grande se si pensa alla enorme sproporzione delle forze   – accompagna preferibilmente chi è mosso da idealità, da una giusta causa quale è, e sempre sarà, la liberazione della propria terra invasa da occupanti in armi. Questi ultimi non sono di solito coraggiosi – gli americani non lo sono mai. Bombardano dal cielo, protetti dai loro bunker volanti, sganciano tonnellate di bombe sulla popolazione e si guardano con cura, quasi sempre, dallo scendere a terra a combattere davvero. In questo senso i marines sono dei tipici esemplari del materialismo di cui si parlava, ‘la pellaccia al primo posto' - la propria ovvio, quella degli altri non è un problema – la identificazione con i mezzi militari, le armi di distruzione di massa di cui rivendicano il monopolio mondiale. Il compito di combattere è delegato semmai agli ‘indigeni' collaborazionisti, coperti peraltro dagli aerei da guerra: pare che siano morti, nel corso dell'anno non ancora terminato, un migliaio fra soldati e poliziotti del governo Karzai, contro 200 circa soldati Nato, questi ultimi grazie alle imboscate e non certo perché si muovano senza cautela.

Le operazioni militari seguono un copione oramai verificato. I Talebani compiono attacchi ed imboscate, molto audaci ma seguendo perlopiù la nota tecnica guerrigliera del ‘mordi e fuggi', arrivano gli aerei da guerra Nato e sganciano i loro ordigni, di solito, sulla popolazione. Solo fra ottobre e novembre segnaliamo nel dossier a fianco una dozzina di operazioni militari che seguono il copione anzidetto. Segnaliamo anche una notizia attinta dal sito indipendente “Peacereporter” del settembre 2006, ripresa a sua volta da fonti militari coperte, che le forze Nato “spacciano per combattenti talebani le vittime civili dei bombardamenti. L'aviazione bombarda i villaggi in cui si pensa vi siano dei talebani. Vengono sganciati ordigni da 500 libbre che non distinguono certo tra combattenti e civili. Dopo il raid aereo intervengono sul posto le forze speciali per verificare il risultato dell'attacco …si portano sempre dietro una bella scorta di kalashnikov sequestrati in altre occasioni e li depongono accanto ai civili. Scattano una foto ed ecco che quei morti, nel rapporto, diventano talebani. Il sistema lo hanno ideato gli statunitensi, stanchi di vedersi messi sotto accusa per i ‘danni collaterali'; con queste messe in scena sanno di poterla fare franca. Ma hanno imparato a fare lo stesso anche i britannici e i canadesi”. Ciò soltanto varrebbe a spiegare il motivo delle ragguardevoli cifre di ‘uccisi talebani' sopra segnalate.

Il copione, naturalmente, ha natura politica oltre che militare. Si basa sul convincimento che il terrore indiscriminato, lo sterminio di massa, sia l'arma più efficace per ‘convincere' la popolazione da che parte occorra schierarsi. L'eccidio, la strage come arma educativa di massa, ecco il convincimento del democratico Occidente. Gli israeliani, fedeli sodali di Washington, lo hanno teorizzato e propagandato, per esempio, nella ultima invasione del Libano, gettando volantini che incitavano il popolo ad abbandonare Hezbollah, “responsabile” delle distruzioni fatte dagli israeliani stessi. Gli statunitensi hanno sperimentato il copione nel corso del conflitto mondiale in due tappe che ha insanguinato la prima metà del Novecento. In quel caso gli è andata bene assai, non c'è dubbio. Già, ma con chi? Con gli europei, imbevuti della stessa cultura materialistica della ‘pellaccia da salvare a tutti i costi', della forza delle armi di distruzione che, per quanto micidiali siano, restano delle cose, degli oggetti. Con gli islamici, invece, non attacca. Non ha attaccato in Iraq né in Afghanistan. Anzi, ogni sterminio sembra germinare un numero sempre maggiore di guerriglieri, di oppositori. Possibile che, in tutti questi anni, gli aggressori non lo abbiano capito? Sì, evidentemente è possibile, non ci arrivano. Davanti ad una cultura così diversa, così superiore alla propria, sembrano davvero il pugile suonato che continua a rifare lo stesso destro andato buco.

Papa Ratzinger, autorevole braccio spirituale dell'Occidente che si citava all'inizio di questo pensiero, invece è intelligente e ha capito bene la qualità dello scontro, tanto che molti dei suoi discorsi sono finalizzati a creare armi immateriali, per così dire, culturali accanto a quelle distruttive. Perché naturalmente di scontro di civiltà si tratta, o almeno anche di questo, anche se ciò è continuamente negato. La Chiesa, inoltre, ha capito da sempre che la forza non basta senza il controllo capillare del territorio, dei cervelli e delle coscienze. Ma, come braccio dell'Occidente, alleato senza scampo, per storia e vocazione, del gigante scemo, della cultura dei dollari e delle armi, la Chiesa probabilmente fallirà nel suo intento. Il gioco delle parti –estabilishment e   braccio spirituale- funziona bene da noi, patria del pensiero unico, materialista e liberista, ma là, può funzionare? C'è da dubitarne. Di più, il gigante non è abituato ad ascoltare le prediche, soprattutto quando sono raffinate e sottili. Fa male, dal suo punto di vista, ma, poverino, ancora una volta non è in grado di capirle. La talpa talebana, poi, ancor più è intelligente ed ha capito al volo a che servono le Ong, i missionari, i vangeli mandati a cassonate, le scuole all'occidentale, tanto che, appena può, caccia evangelizzatori ed aspiranti istruttori delle masse senza troppi complimenti. Si muove come un pesce nell'acqua, la sua acqua , ed il controllo del territorio lo possiede di già, senza occorrenza di acquisirlo.

Come farà allora il pugile suonato a vincere la guerra, soltanto con le sue bombe, i suoi drone, il suo esercito di uccisori? Non sono bastati, non basteranno. Sterminerà tutta la popolazione in una gigantesca soluzione finale? Di questo passo, massacro dopo massacro, non è da escludere, anche perché quel popolo è stato già decimato dalle guerre coloniali, a partire dall'Ottocento. Britannici, sovietici, americani, sono andati a gara nell'orribile macello. Gli Usa non si pongono certo problemi morali: genocidio più, genocidio meno, che volete che sia per loro. Ma, anche in questo caso spaventoso – che Iddio non lo voglia naturalmente- se sopravvivessero proprio i Talebani?