STRAGI E STRATEGIE AUTORITARIE

 

Luigi Cipriani, La relazione Anselmi plaude alla Dc.

Storia di una loggia nient'affatto segreta in Democrazia proletaria n.1/1986

" Gelli ha fatto pervenire una lettera nella quale dichiara che la P2 non era una loggia segreta. Niente di più vero! Mentre tutti i segretari di partito, Berlinguer compreso, con Andreotti, Forlani, Fanfani, Craxi e Spadolini dichiararono nel 1983 davanti alla Commissione di non sapere nulla della P2, esistono numerosi articoli di stampa che, a partire dal 1975, parlano diffusamente della loggia.. Possibile che non leggessero L'Espresso? "

 

La fragile democrazia argentina di Alfonsin ha avuto il coraggio di condannare all'ergastolo l'ammiraglio P2 Massera come uno dei responsabili dell'assassinio di migliaia di oppositori. Nell'Italia "paese più democratico del mondo" si sta invece andando all'ennesima chiusura, senza la individuazione dei veri responsabili, di una vicenda storica che, partita dalla strage di Portella delle ginestre al tentato golpe Sifar del 1964, alla strage di piazza Fontana a Milano, al tentato golpe Borghese, alla Rosa dei venti, al tentato golpe del P2 Fiat Edgardo Sogno, alle stragi di Brescia e dell'Italicus, fino a quelle recenti di Bologna nell'80 e del Natale 84, ha causato centinaia di vittime.

Le analisi storiche di questi avvenimenti hanno sempre individuato come protagonisti i servizi segreti atlantici e quelli nazionali, fascisti, mafiosi e massoni non solo P2, alte gerarchie militari, magistrati, giornalisti, grandi finanzieri e industriali. A tirare le fila si sono sempre trovati gli uomini della Dc che, di volta in volta, hanno provveduto a scaricare ed eliminare personaggi compromessi, impedendo contemporaneamente che si andasse a fondo nelle inchieste.

Gli autori della strage di Portella delle ginestre, Giuliano e Pisciotta, furono eliminati in accordo con carabinieri e mafia. Per il tentato golpe Sifar che vedeva implicato il Presidente della repubblica -il dc Segni- a "pagare" (in seguito prosciolto) fu il solo capo dei servizi De Lorenzo. La storia si ripeterà più tardi per le vicende di piazza Fontana, golpe Borghese, Rosa dei venti di cui voleranno gli stracci dei servizi (Miceli, Maletti, Giannettini) e dei fascisti, peraltro assolti successivamente. Contemporaneamente gli uomini di governo della Dc, Moro con gli omissis, Andreotti, Rumor, Restivo, il socialdemocratico di complemento Tanassi, il presidente atlantico Saragat e il dc Leone impedirono di conoscere le responsabilità politiche delle stragi con il segreto di stato. Gli uomini della Dc e della P2 operarono anche nel Ministero di giustizia e nella Procura di Roma dove le inchieste avocate furono insabbiate o svuotate fino a concludersi con un nulla di fatto.

Questo modo di operare della Dc, da un lato, ha teso a dare in pasto al parlamento e all'opinione pubblica la "volontà" di colpire i golpisti e le cosiddette deviazioni, garantendo dall'altro la continuità della strategia della tensione. La P2 è stato uno dei bracci operativi di un complesso di forze che rappresentano il sistema di potere democristiano nei quali si sono intersecati, negli anni, i vari alleati di governo. Possiamo ricordare le lotte per la conquista della Rizzoli, il traffico di armi e droga, il caso Eni-Petromin, il caso del petroliere Monti della Nazione e del Resto del Carlino, la grande truffa dei petroli e via dicendo.

La strategia dell'insabbiamento e dell'attacco ai magistrati che hanno osato andare a fondo nelle inchieste prosegue. Il giudice Palermo, accusatore di Craxi, è stato costretto ad abbandonare la magistratura, altri che hanno smascherato mafiosi legati alla Dc sono stati assassinati. Il giudice Nunziata che sta indagando sulla strage di Natale, mentre ancora una volta stanno emergendo responsabilità di servizi, mafiosi e fascisti viene in questi giorni sottoposto a provvedimento disciplinare e Craxi gli ha opposto il segreto di stato. Dopo undici anni, la magistratura ha deciso di chiudere la vicenda dei cinquecento esportatori di capitale che operarono con Sindona. I responsabili del Banco di Roma che restituirono loro le perdite -tra le quali un milione e mezzo di dollari dello Ior- sono stati amnistiati. Curiosamente i quotidiani, dando la notizia, hanno anche fornito alcuni nomi emersi durante l'inchiesta, dimenticando che nel 1978 emerse anche quello di Licio Gelli, assieme a quello del procuratore generale di Roma Carmelo Spagnuolo e all'amministratore della Dc Filippo Micheli.

Inopinatamente, in pieno clima natalizio, si torna a parlare della P2: Licio Gelli si appresta a tornare in Italia per costituirsi. Dall'Uruguay fanno sapere che l'archivio Gelli è scomparso e Andreotti, che di quell'archivio è il "proprietario" (incaricato di distruggere i 175.000 fascicoli Sifar e dell'ex Ovra di Mussolini non lo fece, affidandone una buona parte a Gelli) è preoccupato.

I magistrati di Bologna accusano della strage del 2 agosto Gelli, Musumeci e Belmonte del Sismi, piduisti provenienti dalla Pastrengo -il cui comandante Picchiotti P2 divenne vicecomandante dell'Arma e Palumbo P2 comandante del gruppo di Milano. Vengono incriminati anche Delle Chiaie e Fachini. Il rischio è ora che, nonostante il passo avanti, l'inchiesta si fermi a Gelli, ad alcuni generali felloni e alla manovalanza fascista. Va ricordato che il 1980 fu l'anno dei licenziamenti alla Fiat, della marcia dei quarantamila, dell'intervista di Gelli al Corriere. Il 1980 chiudeva la fase dell'unità nazionale ed apriva quella della restaurazione Fiat-Dc-Psi.

Ora il governo, improvvisamente, nel pieno della discussione finanziaria, per mettere il coperchio sulla P2 decide di portare in Parlamento, dopo due mesi di sonno, la discussione sulla relazione Anselmi. I tempi della discussione vengono ristretti ma, quel che è peggio, ancora una volta -e con l'approvazione del Pci e della Sinistra indipendente- si avvalla una relazione che esclude le responsabilità politiche della Dc nella vicenda P2. Anzi, la Dc viene indicata come vittima dei tentativi di golpe della P2 e Andreotti diviene addirittura il salvatore della democrazia, perché nel 1974 denunciò -per bruciarlo- Giannettini quale agente del Sid di Miceli.

Tutto ciò è gravissimo anche perché gli uomini della P2 sono tuttora ai loro posti ed il loro progetto politico sta procedendo, vedendo come protagonisti la Fiat e il pentapartito. La relazione Anselmi, oltre a scagionare la Dc, non nomina neanche il ruolo svolto dal Vaticano e dallo Ior nel Banco ambrosiano e come finanziatore dei golpisti per mano di Sindona e della Continental Illinois bank, dove operava Marcinkus.

Durante il dibattito parlamentare, Gelli ha fatto pervenire un dossier ed una lettera nella quale dichiara che la P2 non era una loggia segreta. Niente di più vero! Mentre tutti i segretari di partito, Berlinguer compreso, con Andreotti, Forlani, Fanfani, Craxi e Spadolini dichiararono nel 1983 davanti alla Commissione di non sapere nulla della P2, esistono numerosi articoli di stampa che, a partire dal 1975, parlano diffusamente della loggia.

A titolo di esempio riportiamo stralci di un articolo apparso su L'Espresso il 23 gennaio 1977 a firma di un massone, Roberto Fabiani, riguardante la questione delicatissima della nomina dei capi di stato maggiore della difesa e delle tre armi. Scriveva Fabiani: "La regia delle operazioni per la sostituzione è stata assunta da un personaggio che non è ministro né generale né funzionario dello stato: un cittadino qualunque. Si chiama Licio Gelli. Di lui negli ultimi due anni è stato scritto molto: che è massone e guida una loggia segreta, la crema della finanza, dell'esercito, della magistratura e della burocrazia"; che a questa loggia appartengono quasi tutti coloro che sono stati in odore di aver pensato colpi di stato; che è amico di Sindona e che, per difenderlo, ha fatto scendere in campo altri amici influenti. Rincarando, scrive ancora Fabiani: "Non è stato scritto che uno dei suoi hobby preferiti è quello di spostare generali, promettere posti, tracciare organigrammi. Né che è interlocutore abituale e ascoltato del presidente del Consiglio, Giulio Andreotti".

Che ne dice Andreotti? Sorprende che il ministro degli interni Pci Pecchioli, così attento alle nomine dei militari, non si fosse accorto di nulla (tanto più che Gelli era conosciuto nel Pci di Pistoia, quando lo salvarono dalla fucilazione nel 1946). Possibile che non leggesse L'Espresso? E intanto il nostro ministro degli esteri Giulio Andreotti, prima di Natale, è partito per l'Argentina e sulla via del ritorno si fermerà in Uruguay. Che va a fare Andreotti in Uruguay?

Molto probabilmente, ad accertarsi che il famoso archivio Andreotti-Gelli, custodito nella villa bunker che costui possiede a Montevideo, sia tutt'ora ben custodito dai generali fascisti uruguaiani recentemente estromessi dal potere. A Montevideo Andreotti potrebbe incontrare anche l'alterego di Gelli, l'avvocato Ortolani che egli conosce molto bene perché entrambi fanno parte dei Cavalieri di Malta, di stretta osservanza vaticana.

A gennaio riprende il dibattito P2. Dobbiamo smascherare la versione Anselmi.

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