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Luigi Cipriani, Interventi in aula su Gladio

(sedute dell’11 gennaio 1991 e 23 maggio 1991. In Stenografici sedute parlamentari X Legislatura)

"La versione che ci è stata data dell’operazione Gladio è chiaramente una versione contraffatta, non credibile e che fa acqua da tutte le parti. La vera storia di questa vicenda nasce dalla imposizione da parte di una potenza ocupante –gli Stati Uniti- che hanno costituito ed organizzato nel nostro paese strutture armate clandestine preesistenti a quell’accordo che ora chiamiamo operazione Gladio. Questa storia comincia con lo sbarco degli americani in Sicilia…"

 

Mi chiedo come mai l'onorevole Andreotti abbia voluto negare, fino al dibattito svoltosi nell'agosto scorso sui rapporti tra la Cia e la P2, l'esistenza in Italia di un organismo clandestino, armato e composto da civili. Dell'esistenza di tale organismo - voglio sottolinearlo - si è parlato in Italia da molti anni. Ricordo che in quell'occasione avevo citato l'esistenza della base di Capo Marrangiu in Sardegna, dove si sapeva che venivano addestrati quelli che oggi chiamiamo "gladiatori". Sottolineo il fatto che tutti i responsabili dell'operazione "Gladio" che abbiamo interrogato presso la Commissione Stragi ci hanno riferito di non aver mai sentito la denominazione "Gladio" e di avere sempre operato nell'ambito dello Stay-behind. Essi ci hanno inoltre informato di aver operato sulla base di un patto sottoscritto tra la Cia e i servizi segreti italiani negli anni cinquanta.

Mi chiedo come mai Lei, nel corso della sua audizione tenuta presso la Commissione Stragi il 3 agosto, ci abbia detto che l'organizzazione "Gladio" fu sciolta nel 1972 per poi correggersi nell'ottobre successivo affermando, invece, che era tuttora operante.

Dalla lettura della documentazione che ci ha fornito emerge chiaramente (non so se per responsabilità sua, o se lei stesso sia stato male informato e documentato) che la versione che ci è stata data dell'operazione "Gladio" è chiaramente una versione contraffatta, non credibile e che fa acqua da tutte le parti. Infatti, sia dalle posizioni assunte dai magistrati Casson e Mastelloni, sia dalle audizioni tenute presso la Commissione Stragi, è emerso chiaramente che si tratta di una versione che non sta in piedi.

Vorrei ricostruire, partendo da alcune affermazioni contenute nel documento che lei ci ha inviato sull'operazione "Gladio", la vera storia di questa vicenda che non è neanche qualificabile come un patto stipulato tra la Cia e il Sifar, ma come una imposizione da parte di una potenza occupante, gli Stati Uniti, che hanno costituito ed organizzato nel nostro paese strutture armate clandestine preesistenti a quell'accordo che ora chiamiamo operazione "Gladio". Ciò viene confermato dalla sua affermazione secondo la quale, nel 1951, da una nota del generale Musco (il primo capo del Sifar) si rendeva noto che, stante la presenza nell'Italia settentrionale di un'organizzazione clandestina, autonomamente costituita dagli Stati Uniti, il Sifar aveva preso in considerazione la necessità di costituire a sua volta una struttura di questo genere e di cercare di arrivare ad un coordinamento con quella preesistente struttura americana.

Vorrei ricordare che questa storia nasce con lo sbarco degli americani in Sicilia. Da quel momento, alcuni personaggi, che facevano contemporaneamente capo a Cosa Nostra (la mafia siculo- americana), all'Oss (che era il corrispondente della Cia di quegli anni) e alla massoneria, hanno operato nel nostro paese costituendo fin da allora una struttura armata. Vorrei inoltre ricordare che il primo intervento che ha utilizzato la strage come azione politica per condizionare le vicende politiche del nostro paese e per impedire una avanzata della sinistra è rappresentato dalla strage di Portella delle Ginestre.

I personaggi dell'Oss che operavano in quegli anni - mi limito a citarne i nomi perché ricostruire tutta la storia sarebbe molto lungo - sono i seguenti: Frank Gigliotti, Max Corvo, Max Scamporino, Charles Poletti - tutti membri della massoneria e della Cia legati a Cosa Nostra - e Carmel Offie (incaricato delle operazioni speciali della Cia nel nostro paese. Quindi, la vicenda inizia da lì e comincia attraverso la costituzione di apparati armati clandestini reclutati dalla Cia.

A tale riguardo vorrei ricordare che alla "stazione " Cia di Roma venne rinvenuto un elenco di duemila nomi di personaggi di destra che venivano identificati come soggetti in grado di utilizzare armi ed esplosivi, e disponibili per qualunque uso ed intervento al fine di impedire che in Italia si realizzasse un'avanzata del partito comunista e, in ogni caso, delle sinistre.

È una storia che ha inizio da quelle vicende e che parte attraverso la costituzione nel nostro paese di una struttura clandestina armata che reclutava civili di orientamento anticomunista. Aggiungo anche che - del resto è qui presente il generale Viviani che può confermare questa mia affermazione - negli anni intorno al '68 vennero reclutati migliaia di ex militari, poliziotti, carabinieri e civili di orientamento anticomunista. Inoltre, in Sardegna venne organizzato un campo di addestramento.

Quindi la vicenda si è sempre presentata in questi termini. Il generale De Lorenzo ed il generale Musco, primi capi del Sifar, furono imposti dagli Stati Uniti. Il generale Musco, in particolare, era capo dell'Associazione Italiana di Liberazione che veniva definita da Frank Gigliotti "gruppo di cinquanta generali del vecchio regime" decisi a tutto per impedire un'avanzata delle sinistre nel nostro paese. Questo personaggio golpista, che faceva capo a tale associazione, viene nominato primo capo del Sifar su indicazione degli americani.

Il generale De Lorenzo e l'onorevole Pacciardi - il primo capo del Sifar, il secondo Ministro della Difesa- vengono imposti da Carmel Offie, l'americano che rappresentava in Italia le operazioni speciali della Cia, e vengono indicati a De Gasperi come il Ministro della Difesa ed il capo del Sifar che avrebbero dovuto sancire la nascita del servizio segreto italiano nell'ambito dei rapporti con gli Stati Uniti innanzitutto, e con la Nato successivamente.

Nel 1952 il generale De Lorenzo, appena nominato capo del Sifar, sottoscrive un accordo con gli americani (il famoso piano "Demagnetize", del quale si è parlato in precedenza). La documentazione statunitense, sottoscritta, dice addirittura che non si sarebbero dovuti informare i rispettivi governi francese ed italiano, i quali avrebbero avuto certamente da ridire per la presenza e la costituzione di strutture armate clandestine nei vari paesi; non era quindi necessario informare le rappresentanze politiche.

Nel 1956 e nel 1959 si procede alla codificazione ed in qualche modo si attua il tentativo di rendere accettabile una realtà precostituita in quei termini. Nasce la struttura dello Stay-behind, come viene definita a livello europeo, il cui retroterra è costituito dal piano "Demagnetize". Da tutto ciò ha origine la vicenda Sifar. Nel 1959 iniziano le schedature (i famosi 137.000 fascicoli) ancora una volta su indicazione di Carmel Offie. Inizia con De Lorenzo ed il colonnello Rocca l'operazione di schedatura: si verifica poi l'andata al potere di De Lorenzo e del suo gruppo, prima all'interno del Sifar e successivamente come comandante dell'Arma dei Carabinieri e capo di Stato Maggiore dell'esercito. Voglio per inciso ricordare che De Lorenzo poté compiere tale ascesa controllando allo stesso tempo il Sifar con i suoi uomini e l'Arma dei Carabinieri, per poi assurgere alla carica di capo di Stato Maggiore grazie all'appoggio che Lei, onorevole Andreotti, fornì a quell'epoca mediante le cosiddette "leggi di equipollenza": che consentirono a De Lorenzo, pur non avendone i titoli, di fare quella certa carriera.

Ricordo inoltre che Lei non può dire di essere all'oscuro delle vicende che si verificavano in quegli anni all'interno del Sifar perché il generale Gaspari, che fu uno di quelli che si opposero all'operazione De Lorenzo all'interno dell'Arma dei Carabinieri, le mandò una lettera, scavalcando le vie gerarchiche, nella quale denunciava che il generale De Lorenzo, con operazioni di potere, di ricatto sui colleghi e di schedature, stava assumendo il controllo dell'Arma e compiendo operazioni assolutamente non condivisibili; pertanto, rassegnava le sue dimissioni perché non poteva più sopportare una situazione di quel genere.

Eppure allora non si disse nulla e si volle coprire ancora una volta l'operazione golpista di De Lorenzo. Sono d'accordo sul fatto che si sapesse molto su queste vicende; si sapeva della Brigata meccanizzata e dei personaggi che furono implicati nella stesura dei piani di intervento, delle schedature e delle liste degli enucleandi. Si tratta di personaggi che rimasero poi all'interno dell'Arma: ritroviamo il generale Mingarelli come uno degli estensori del piano "Solo", come comandante della legione di Udine, nonché dei depistaggi sulla strage di Peteano.

Arriviamo così alle vicende più vicine a noi e più concrete. Noi abbiamo ormai acquisito un dato di fatto: non si sa quanti fossero i "gladiatori". Ancora ieri il generale Cismondi, il responsabile della struttura Gladio per la regione Veneto, ci ha detto di aver avuto in un primo momento un elenco di ottocento nomi, che successivamente l'elenco fu ridotto a seicento nomi e che quest'ultima lista gli fu data da Specogna. Il generale Cismondi poté rilevare il fatto che quelle persone erano anziane e che andavano sostituite. Aver potuto operare questa forma di controllo voleva dire che egli disponeva degli elenchi di seicento nomi. Dunque, soltanto nell'area del Veneto registriamo seicento "gladiatori".

Non è vero che le armi fossero tutte depositate nei "Nasco". Sappiamo oggi che fin dagli anni cinquanta nelle caserme dei carabinieri e dell'esercito (in quarantotto caserme dell'esercito) erano depositate armi; quindi vi era una doppia disponibilità: i depositi nei "Nasco", alcuni dei quali sono spariti sin dall'inizio, e le armi a fini di pronto intervento depositate nelle caserme dei carabinieri e dell'esercito disponibili per i vari "gladiatori".

Sappiamo che il capo- zona dell'operazione "Gladio" per il Veneto, Specogna, venne sostituito perché non affidabile, perché era un chiacchierone, perché reclutava chi voleva e perché aveva costituito una struttura incontrollabile. Il generale Serravalle, uno dei responsabili dell'operazione "Gladio", ascoltato dalla Commissione d'inchiesta sul terrorismo, ha detto di aver avuto ad un certo punto l'impressione di avere a che fare con una banda armata.

Ieri abbiamo chiesto al generale Cismondi che ci spiegasse in che cosa consistevano le esercitazioni e la famosa "esfiltrazione". Ebbene, onorevole Andreotti, se lei si fosse affidato alla struttura "Gladio" per poter essere "esfiltrato" e portato in salvo, si sarebbe messo in cattivissime mani, perché è apparso chiaro che quegli uomini non erano assolutamente addestrati per compiere questo tipo di operazione. Le famose "case sicure", le casematte che avrebbero dovuto servire da appoggio per l'"esfiltrazione", risultavano essere le abitazioni di alcuni "gladiatori"; fra di esse, addirittura, vi era l'abitazione del generale Cismondi, che doveva essere il capo segretissimo di questo tipo di operazione.

Durante il terremoto un parroco del Friuli trovò dell'esplosivo (gelatina e nitroglicerina) in una cantina; non avvertì i carabinieri, ma un ufficiale degli alpini. Quest'ultimo, facendo parte di una struttura segretissima, sapeva a chi doveva rivolgersi e telefonò a Specogna, il quale dall'ufficio monografie del quinto Commiliter rappresentava l'organismo segretissimo di copertura. Una volta avvertito, anziché avvisare la magistratura e gli artificieri per evitare un'esplosione, Specogna si recò direttamente sul posto, prelevò l'esplosivo e, senza dir nulla a nessuno, lo gettò nel mare prospiciente quella zona.

Si tratta quindi chiaramente di un apparato incontrollabile, che vedeva la presenza di personaggi che, per loro cultura e mentalità, avrebbero dovuto garantire essenzialmente l'anticomunismo ed impedire che si verificasse un sovvertimento interno: è questa la vera sostanza della vicenda. Se avessimo dovuto affidarci a questo tipo di struttura, così come era stata costituita, organizzata e fatta funzionare, effettivamente non avremmo potuto realizzare alcuno dei compiti previsti; ma evidentemente non era questo l'obiettivo alla base dell'addestramento e della disponibilità di armi. Furono reclutati personaggi che non davano alcuna garanzia e che non sono quelli inclusi negli elenchi. Abbiamo anche saputo che i vari capi dei nuclei potevano a loro volta contattare persone sconosciute da coinvolgere nell'operazione. Gli elenchi contenenti i nomi di queste persone non esistono, oppure non ci sono stati consegnati. Voglio ribadire in questa sede che, mentre sui giornali vengono pubblicate liste di nomi, la Commissione parlamentare che sta indagando a tutt'oggi non ne è in possesso. A questo punto ciò ha pochissima importanza, perché abbiamo capito che la struttura è ben altro….

L’intervento è interrotto dalla presidenza della Camera (on. Nilde Jotti) perché il tempo a disposizione è scaduto. E’ concesso solo un breve spazio in sede di illustrazione delle interpellanze.

….Per quanto riguarda la questione della legalità dell’organizzazione Gladio, vorrei precisare che non è vero che l’accordo tra la Cia e i servizi italiani venne stipulato nel 1956; tale accordo venne stipulato, infatti, nel 1952. In una informativa del generale Musco si possono leggere le seguenti parole: "C’è una presenza, organizzata autonomamente dalla Cia, sul nostro territorio. E’ necessario che anche il Sifar cominci a studiare questo tipo di operazione". Nel 1952 il generale De Lorenzo sottoscrisse un patto che venne tenuto segreto –come risulta dai documenti emersi dagli archivi degli Stati Uniti- denominato "Demagnetize". Sulla base di tale piano venne elaborato poi, a livello Nato, lo Stay behind negli anni successivi. Il vero accordo, quindi, risale al 1952.

Mi chiedo come possa essere considerato legale un patto che sanziona la presenza di strutture clandestine armate da parte di un paese straniero nel nostro territorio. Perché, in definitiva, in ciò consiste quell’operazione del 1956. Possiamo considerare legale un patto che, nella sostanza, sancisce che un paese straniero avesse costituito nel nostro paese delle strutture armate clandestine? Sottolineo che questa affermazione è stata fatta non dal sottoscritto, ma dal generale Musco in quell’informativa che lei stesso, onorevole presidente, ha citato nel documento relativo all’organizzazione Gladio. Possiamo considerare legale questo fatto?

Il dibattito sull’affare Gladio continua nei mesi successivi. Nella seduta del 23 maggio 1991 Luigi Cipriani interviene nuovamente

"…Nel periodo che va dalla fine della guerra fino alla costituzione della Nato, l’Oss cercò di insediare nel nostro Paese delle strutture che si opponessero all’andata al potere del Partito comunista. Queste strutture con il loro orientamento anticomunista hanno potuto costituire una sorta di armata personale, comprendente e integrante quei gruppi a cavallo tra la destra e i servizi segreti di cui abbiamo avuto numerosissime dimostrazioni nel nostro Paese…"

Cercherò di indicare una serie di altri documenti che, secondo me, possono essere utili, in particolare quelli che potremmo ottenere compiendo un viaggio negli Stati Uniti presso il Dipartimento di Stato. Infatti, è vero che gli accordi di cui stiamo parlando hanno come protagonisti i servizi segreti dei due Stati, ma mi sembra che emerga un ruolo fondamentale da parte del Dipartimento di Stato americano, e quindi della Presidenza statunitense, visto che in più occasioni compare l'attività dell'Ambasciata americana a Roma.

Cito dei brani di documenti ufficiali che, a mio avviso, consentono di fare luce su un periodo che finora non abbiamo sufficientemente affrontato, quello che va dalla fine della guerra fino alla costituzione della Nato. In tale periodo risulta che l'Oss cercò di insediare nel nostro paese delle strutture che si opponessero all'andata al potere del Partito comunista. Questa è stata fin dall'inizio la preoccupazione che le truppe di liberazione e di occupazione statunitense hanno nutrito arrivando nel nostro paese. Si parla di un gruppo diretto da Earl Brennan, incaricato delle operazioni speciali da parte dell'Oss in Italia, il personaggio che durante la guerra tenne i contatti con il Grande Oriente d'Italia. In questa vicenda mi sembra sia stato trascurato il ruolo svolto dalla massoneria statunitense anche nel processo di unificazione della massoneria italiana. Non penso sia un caso che spesso i canali della massoneria e di strutture dei servizi segreti si sovrappongano, in particolare negli Stati Uniti, dove molto spesso sono addirittura la stessa cosa.

Leggerò alcuni brani per ribadire che non ci rifacciamo a conclusioni personali, ma a documentazione acquisibile che dimostra l'esistenza di questa struttura.

Qui c'è un rapporto di tale Walter Dowling del 1947. Walter Dowling, della Divisione Affari europei del Dipartimento esteri degli Stati Uniti, faceva riferimento a questo Brennan e diceva: "In questi termini temo che Gigliotti, anch'esso membro dell'Oss, stia cercando di attivare la vecchia banda dell'Oss in Italia come mezzo per combattere il comunismo". Com'è noto, l'attività di quel gruppo è messa in piedi per la maggior parte da italo- americani quali Scamporino, Max Corvo e altri. Sono personaggi che poi noi ritroviamo dietro la vicenda di Portella della Ginestra, cioè sono quei personaggi che poi procurarono le armi alla banda Giuliano, quelle armi che vengono recuperate dalla divisione Anders, divisione formata da polacchi, sbarcata in Italia. Le armi di quella divisione sono elementi provati e riconosciuti furono poi date alla banda Giuliano. Qui si vede la presenza dei servizi statunitensi e la presenza statunitense che si preoccupano da subito di costituirsi delle basi armate in gruppi anticomunisti da poter utilizzare in caso di necessità.

Frank Gigliotti si fa patrocinatore - utilizzando i rapporti con il principe Alliata di Monreale, che successivamente troveremo nella P2 - dell'unificazione della massoneria italiana. E come prezzo deve pagare il fatto che vengano riconosciute le logge massoniche nelle basi Nato e nelle basi americane nel nostro paese. Immediatamente c'è questo tipo di insediamento e i personaggi sono questi. Ciò che si desume è che in occasione delle elezioni del 1948, in Italia, era stata costituita una struttura armata clandestina che, in caso di presa del potere da parte del Partito comunista - quindi in termini legali, a seguito di elezioni - sarebbe dovuta intervenire appunto per impedire che i comunisti prendessero il potere anche per le vie legali. Questo si rifà anche alle dichiarazioni che Edgardo Sogno con il suo movimento "Pace e Libertà" più volte ha ribadito: "Noi eravamo pronti ad intervenire con le armi nel caso che il Partito Comunista avesse conquistato il potere anche per le vie legali".

Qui è il caso di approfondire il periodo in cui De Gasperi era Presidente del Consiglio e i fatti successi in quel periodo. De Gasperi negò sempre il fatto che vi fosse stata, prima delle elezioni del 1948, una fornitura di armi da parte degli Stati Uniti, una fornitura clandestina, cioè non ufficiale. Invece è documentato che questa fornitura ci fu e potrei anche dare l'elenco dei tipi di armi. Poi, sempre presso il solito Dipartimento di Stato, c'è un appunto del 25 marzo 1948, dell'ambasciatore Dunn che scrive al Segretario di Stato: "In conformità all'accordo raggiunto in questi giorni con il comandante della difesa, generale Trezzani, si dichiara che l'offerta di cui al documento 72 viene accettata in termini di pagamento di 10 milioni di dollari. Tale somma dovrà essere pagata in dollari Usa prima del 1 luglio 1948, ulteriore accordo con il generale Trezzani e il ministro della difesa Facchinetti". C'è quindi una fornitura di armi segreta da parte degli Stati Uniti ed è documentata da queste persone.

Poi, c'è un appunto che ancora una volta pone l'accento sull'interesse degli Stati Uniti, non nel caso in cui l'Italia venisse invasa dai sovietici, ma che cambiasse alleanze con l'ingresso dei comunisti nel Governo. C'è un documento del colonnello John Williams, addetto militare che si occupava della situazione italiana, che recita: "Premessa l'importanza strategica e politica dell’Italia e il fatto che la sua sicurezza interna è elemento essenziale nella lotta contro il Comintern - poiché è la parte che si apre verso il centro e l'est europeo, perché può consentire il controllo militare dei Balcani, dell'Adriatico, dello Jonio e della Grecia"- la nota prosegue sostenendo che a questo punto è necessario sostenere finanziariamente tutte quelle forze che, anche se facevano parte del vecchio regime, comunque erano in grado di opporsi anche militarmente a che il Partito Comunista prendesse il potere nel nostro paese. E c'è un riferimento ai vari gruppi che si andavano organizzando in Italia in quel periodo. Si trattava di gruppi che avevano partecipato anche alla Resistenza, ma che nel momento in cui si prospetta il pericolo dell'avanzata comunista passano alla lotta armata contro un'eventualità di questo genere.

C'è poi un appunto - sempre di Frank Gigliotti - che fa riferimento ad un gruppo organizzato dal colonnello Ettore Musco, che poi diventerà il capo del Sifar. Ettore Musco fondò allora la Ali, Armata Italiana della Libertà, di cui parla Frank Gigliotti in una sua nota al Dipartimento di Stato; nel luglio del 1947 segnala al responsabile per gli affari europei del Dipartimento di Stato, Walter Dowling, quale sia lo scopo della Ali: "Ci sono in Italia cinquanta generali che si stanno organizzando per un colpo di Stato; sono tutti anticomunisti e sono pronti a tutto". Questi sono alcuni scampoli, alcuni elementi che fanno risalire ad una età antecedente alla formazione di Gladio. Che poi si chiamasse così o in altro modo non è il nome che importa, in questo momento; ma importa che c'era l'interesse, da parte degli Stati Uniti, di insediarsi anche con gruppi armati, di orientamento anticomunista, affinché ci fosse una reazione anche di quel genere per impedire che l'Italia cambiasse le proprie alleanze e che i comunisti andassero al potere.

Che poi si sia chiamata Gladio o come altro vogliamo, si ha comunque la dimostrazione dell'origine di questa struttura, avente di fatto il compito di impedire che un partito che aveva partecipato alla Resistenza e alla Costituente andasse al potere, anche per via legale, anche con la lotta armata. Quindi, se non è illegale una struttura di questo genere, non so come definire questi fatti.

A conferma di ciò, ho una serie di documenti che fornirò alla Commissione che dimostrano quanto andavo dicendo. C'è il collegarsi tra l'interesse degli Stati Uniti e quello di forze nazionali ad impedire appunto che il Partito Comunista andasse al potere: quindi, non soltanto quella parte più visceralmente anticomunista e di destra che comunque poi ha avuto atteggiamenti chiaramente golpisti. Qui ci sono dei documenti che sono stati sequestrati in una perquisizione operata a casa di Pietro Cattaneo (poi inquisito per la strage di Brescia e per la partecipazione al gruppo Borghese- "Rosa dei Venti") che dimostrano l'esistenza - sono documenti agli atti del tribunale civile e penale di Brescia - di gruppi armati composti da migliaia di persone sul territorio nazionale che facevano capo alle parrocchie (cioè alla Chiesa) e avevano i depositi di armi nelle parrocchie. Pietro Cattaneo è il comandante delle formazioni armate della Democrazia Cristiana.

Poi c'è una lettera - agli atti - del segretario provinciale Sangalli, della Democrazia Cristiana di Milano che, il 17 aprile del 1948, nell'imminenza delle elezioni scrive: "Da oggi, 17 aprile 1948, a partire dalle ore 14, il Partito non riconosce alcuna formazione militare o paramilitare o comunque organizzativa agli effetti di cui sopra se non gli effettivi presentati dal comandante Pietro Cattaneo". Pietro Cattaneo era il comandante dei gruppi armati che, ufficialmente, la Democrazia Cristiana riconosceva come propri aderenti.

Vi sono gli elenchi di queste persone che facevano parte dei gruppi armati, si tratta di elenchi di organizzazioni assimilabili all'organizzazione "O".

Vi è poi un'altra storia in Lombardia, relativa a gruppi che nascono e si aggregano intorno all'Opera Cardinal Ferrari e che si costituiscono a partire dalla Lombardia, raccogliendo poi migliaia di persone sul territorio nazionale e stabiliscono rapporti con il corpo Volontari della Libertà e con la divisione "Osoppo". Vi sono i vari gruppi armati di cui abbiamo l'elenco di nomi, armi e compiti. Tra questi compiti vi era quello di schedare gli avversari, cioè i comunisti. Questi gruppi lavoravano in contatto con i centri di controspionaggio, con i carabinieri e con la questura e avevano il compito di fornire gli elenchi degli iscritti, dei militanti, dei dirigenti del partito comunista, precisando che si trattava di dipendenti pubblici collocati in posizione strategica nell'apparato statale. Emerge da tutto ciò un'attività militare clandestina organizzata in gruppi, con dotazione di armi, di esplosivi, addirittura di manuali per imparare a usare gli esplosivi anche in condizioni di emergenza, per imparare a far saltare rotaie, ponti, strade e così via, una sorta di manuale del guastatore. Accanto a queste vi erano attività di schedature, di informazione. Credo che questo sia un altro pezzo della storia di cui ci occupiamo. Questi documenti partono dal 1947 per arrivare fino al 1975. Quali personaggi implicano? Adamo Degli Occhi, che diventa uno dei capi di questa organizzazione- e sappiamo di che personaggio si tratta: è capo della destra golpista, implicato ed inquisito per il golpe Borghese; Bonocore, una sorta di suo vice e il principe Alliata di Monreale, il "principe nero" anello di congiunzione tra mafia, massoneria e servizi americani che troveremo poi nelle vicende successive e nella P2.

Vi sono dunque tutti gli elementi per comprendere che si sconfina, fino a poter ricondurre la vicenda anche a Specogna.

Abbiamo saputo che oltre alla struttura ufficiale vi era l'area dei simpatizzanti, reclutabili all'osteria, e il lavoro che possiamo fare sugli elenchi è un lavoro relativo. Questi elementi secondo me rappresentano la cerniera che porta a pensare che questi gruppi, con il loro orientamento anticomunista, abbiano potuto costituire una sorta di armata personale, comprendente e integrante quei gruppi a cavallo tra la destra e i servizi segreti di cui abbiamo avuto numerosissimi cenni nel nostro paese. Il Nardi è un personaggio probabilmente "suicidato" e l'incidente avvenuto in Spagna è tutto da ricostruire.

Questo apparato di Servizi e gruppi armati clandestini, come l'organizzazione "O", confluisce poi all'interno di questa struttura. Abbiamo gli elenchi dei nomi, gli indirizzi dei gruppi di Milano; è evidente la caratterizzazione anticomunista al punto da giustificare l'uso delle armi. Ho qui un documento - che credo sia l'atto costitutivo del gruppo Sogno- secondo il quale i traditori dovranno essere passati per le armi, nel quale si afferma proprio che contro i traditori saranno prese gravi sanzioni fino alla pena di morte. Inevitabilmente queste strutture hanno precostituito la possibilità di una successiva aggregazione con aree golpiste di gruppi utilizzati anche dai servizi segreti. Tutto ciò fa comprendere la possibilità di uno sconfinamento verso l'area stragista e "bombarola". Ricordo che Vinciguerra descrive in termini precisi nel 1984 la struttura Gladio senza sapere come si chiama, dandone però una descrizione perfetta. Fa anche un elenco di nomi, compreso Nardi, e denuncia i militanti della destra che hanno tradito e che sono diventati le pedine dei Servizi utilizzati per le operazioni stragiste.

Credo dunque che vi siano tutti gli elementi per affermare che la struttura è illegale, che nasce con scopi di questo genere, che poi ha una evoluzione ma che, comunque, non ha nulla a che fare con la difesa della patria e con i rapporti con la Nato.

Rimane infine nella nostra vicenda un altro buco nero, quello del ruolo dei militari, di quel gruppo di 150 persone - come si afferma nella relazione Gualtieri - che facevano parte dei Servizi. Si tratta di cifre imprecise. Che ruolo hanno avuto queste persone? Che compiti svolgevano? Sono sul libro paga dei Servizi, svolgono quindi attività di informazione e di controspionaggio: che senso ha addestrarli all'uso delle bombe o a compiere attentati? Che senso ha addestrarli a costruire bombe con materiale reperibile in modo facile in qualunque situazione? Che senso ha l'esistenza di un gruppo del genere collegato con Gladio? Che possibilità hanno avuto queste persone? Come hanno lavorato? Perché non conosciamo i nomi? Cosa ha voluto rappresentare per i nostri Servizi l'esistenza di un gruppo "bombarolo" di cui non si riesce a sapere nulla? Dobbiamo approfondire anche questi aspetti e compiere un viaggio negli Stati Uniti per reperire in altri ambiti tutti i documenti di cui ho fatto cenno, citandone alcuni brani, e che possono consentirci di capire meglio questa struttura. Struttura, ribadisco, assolutamente illegale, trattandosi di un gruppo armato clandestino utilizzato da forze che a livello internazionale e interno volevano impedire che un partito entrasse in qualche modo nell'area di Governo. Sfido chiunque a dire che si sia trattato di una struttura legale.