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Sintesi del piano di rinascita democratica

in Dossier cit.

"Non occorre eccessivo acume per capire che non è farina del sacco di Gelli, basta confrontarlo con la banalità di molte risposte date nella intervista del 1980. Certamente vi hanno lavorato costituzionalisti, industriali, esperti della comunicazione e politici interni alla Dc e ai partiti che successivamente concorreranno alla formazione del pentapartito". 

Come nella migliore tradizione, il Piano di rinascita democratica di apre con un cappello di ordine politico generale, segue una seconda parte di ordine programmatico.

  • La situazione politica italiana è caratterizzata dalla ingovernabilità e dalla conflittualità sociale incontrollata.
  • La crisi economica viene aggravata dai salari troppo alti e dalla produttività del lavoro troppo bassa.
  • Alla crisi economica si affianca una crisi morale, dovuta alla 'crisi' della famiglia ed alla laicizzazione dei costumi.
  • La incapacità di direzione politica, dovuta alla crisi della Dc (mentre le confederazioni sindacali sono costrette a cavalcare la tigre dell'anarchismo sociale) può portare a conseguenze negative, già conosciute nel passato in vari Paesi, come in Russia nel 1917, in Italia nel 1922 ed in Germania nel 1933. La Francia, nel 1958, si salvò grazie a De Gaulle.
  • In Italia il Pci fa il doppio gioco, mostra la faccia democratica, mentre sappiamo che esiste un piano del Kgb per prendere il potere. Le elezioni mostrano questa escalation.
  • All'avanzata del Pci corrisponde una crisi della Dc, col pericolo di una polarizzazione di voti a destra, evento che può scatenare la guerra civile.
  • D'altro canto l'Italia è inserita nel sistema di alleanze occidentali e una presa del potere da parte del Pci potrebbe scatenare un conflitto internazionale.
  • Si tenga presente, a questo proposito, la posizione strategica dell'Italia nell'area petrolifera mediterranea.
  • La situazione è gravissima, non possiamo starcene con le mani in mano ed attendere il solito stellone. Dobbiamo favorire il formarsi di due schieramenti politici, uno social-laburista ed uno conservatore, favorendo lo scongelamento dei voti del Msi.
  • I tempi sono stretti, è necessario quindi puntare sullo schieramento dei partiti esistenti: Psi, Pri, Dc, Pli e Psdi.
  • Segue un'analisi della crisi della Dc (scritta da una mano e con un tono molto interni al partito) i cui elementi principali vengono individuati nel distacco dalla Chiesa, nel benessere che ha provocato l'allontanamento di intere categorie sociali, nelle lotte intestine tra le correnti e nella questione morale.
  • La rifondazione della Dc deve quindi passare attraverso un nuovo assetto territoriale (clubs territoriali e settoriali) per instaurare un nuovo rapporto coi ceti medi, e attraverso la formazione culturale e teorica dei quadri.
  • In conclusione del documento l'estensore, che evidentemente conosce bene l'ambiente democristiano, si preoccupa di aggiungere che saranno necessari almeno 10 miliardi (del 1976) per acquistare un numero di tessere sufficienti per controllare il partito.
  • Altri 10 miliardi saranno necessari per impedire l'unità sindacale, peggiore nemico della democrazia sostanziale, come testualmente indica il documento.

Segue la seconda parte del Piano di rinascita, più direttamente programmatica che, riassunta per argomenti, è stata integrata con le dichiarazioni di Licio Gelli, contenute nella famosa intervista al Corriere della sera del 5 ottobre 1980, fatta da Maurizio Costanzo, giornalista P2.

  • Collegamenti internazionali. E' importante stabilire un collegamento stretto con la massoneria internazionale.
  • Partiti. I partiti da interessare al progetto sono Psi, Pri, Dc, Psdi e Pli, verificando la disponibilità dei seguenti uomini: per il Psi, Craxi, Mancini, Mariani; per il Pri, Visentini e Bandiera; per il Psdi, Orlandi e Amadei; per la Dc, Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti, Bisaglia; per il Pli, Cottone e Quilleri. Occorrerà uno stanziamento di 40 miliardi per far acquisire posizioni di preponderanza agli uomini sui quali punteremo nei rispettivi partiti.
  • Magistratura. Per la conquista di posizioni di potere nel Consiglio superiore, possiamo contare sulla presenza organizzata di Magistratura indipendente, di orientamento moderato e che conta sul 40% dei magistrati.

Sancire la responsabilità del Guardasigilli nei confronti del Governo, per l'operato del pubblico ministero. Nella sua responsabilità nei confronti del Governo, il pubblico ministero deve assumere un ruolo distinto da quello del giudice.

Modificare la costituzione nel senso di portare il Consiglio superiore della magistratura a rispondere nei confronti del Governo.

Modificare le norme sulla concessione della libertà provvisoria, rendendole meno permissive.

Introdurre la responsabilità civile del magistrato.

Divieto di nominare sulla stampa i magistrati investiti da procedimenti giudiziari.

Reintrodurre la soluzione meritocratica nella carriera dei magistrati.

  • Governo e Parlamento. Qualora avessimo a primo ministro uno dei nostri candidati, evidentemente i tempi della nostra iniziativa potrebbero essere notevolmente accelerati e facilitati.

Varare urgentemente, in base all'art.95 della Costituzione, le leggi sulla Presidenza del consiglio e sulla nomina dei ministri, in modo che il Presidente del consiglio sia eletto dal Parlamento, introducendo la norma della sfiducia costruttiva (modifica costituzionale) e che i ministri vengano a perdere la qualifica di parlamentari, diventando collaboratori del Presidente del consiglio, suoi dipendenti, scelti sotto la propria responsabilità.

Riforma della Costituzione agli articoli 28, 97, 98, fondati sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sancendo la responsabilità personale, non politica, degli amministratori pubblici.

Istituire sessioni di dibattito parlamentare con corsie privilegiate da parte del governo, sancendo contemporaneamente la inemendabilità dei decreti legge.

Modifica della legge elettorale, istituendo collegi uninominali anche per la Camera, in modo da ridurre i deputati a 450 e i senatori a 250.

Modificare la funzione delle due Camere, assegnando ai deputati funzioni politiche ed ai senatori funzioni economiche e di controllo.

Modificare la legge di bilancio dello Stato, passando da quello di competenza a quello di cassa.

Modificare la contabilità degli enti locali, permettendo il consolidamento del loro debito, ma stabilendo vincoli rigidi sull'accensione di nuovi prestiti e sull'insieme della spesa.

Nell'intervista al Corriere della sera, Gelli preciserà le posizioni, affermando che al Governo avrebbe dovuto andare un socialista ed alla Presidenza della repubblica un democristiano. Successivamente si riuscirà a ricostruire che i candidati erano rispettivamente Craxi e Andreotti.

  • Costituzione e Presidenza della repubblica. Sancire la non rieleggibilità del Presidente, riducendone contemporaneamente il mandato a soli cinque anni ed eliminando anche il semestre bianco.

Nel 1980, però, Gelli esprimerà una posizione molto più nettamente presidenzialista ed anticostituzionale. In materia presidenziale, con riferimento indiretto, alla domanda di Costanzo: "Sbaglio o in più occasioni lei si è espresso a favore di una repubblica presidenziale?" rispondeva: "Sì, anche in una relazione che inviai al presidente Leone". La relazione terminava portando come esempio De Gaulle. Più avanti, in materia costituzionale, Gelli affermava: "Ma quando fossi eletto, il mio primo atto sarebbe una completa revisione della Costituzione".

  • Stampa e informazione. Dissolvere la Rai in nome della libertà di antenna, art.21 Costituzione, abolendone il monopolio.

Conquistare le televisioni via cavo, costituendo agenzie locali per il controllo delle emittenti.

Acquisire il controllo di alcuni settimanali, Europeo ecc., da gestire con la formula del Settimanale.

Legare al nostro progetto giornalisti delle seguenti testate: Corriere, Giorno, Giornale, La stampa, Resto del carlino, Messaggero, Il tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del mezzogiorno, Giornale di Sicilia, Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia cristiana e, naturalmente, la Rai-tv. A questi giornalisti bisognerà dare l'indicazione di 'simpatizzare' coi nostri candidati nei partiti.

Per quanto riguarda la stampa, nell'intervista del 1980 Gelli, in risposta ad una domanda fatta apposta da Costanzo, porterà un durissimo attacco a L'Espresso e Panorama che, su informazioni passate dai massoni di sinistra, nel 1976 condussero parecchie inchieste sulla massoneria e sul ruolo golpista svolto dalla P2.

  • Sindacati. Soltanto attraverso una scissione delle tre Confederazioni (definite, nell'oroginale del testo, Trimurti) sarà possibile costruire un vero sindacato, libera associazione di lavoratori, disposto alla collaborazione per realizzare gli obiettivi della produzione. Per favorire la rottura, possiamo puntare sulla intera Uil e sulla minoranza della Cisl (Marini).

Inoltre è urgente passare all'attuazione degli articoli 39 e 40 della Costituzione, concernenti la regolamentazione giuridica del sindacato e del diritto di sciopero.

In materia di contrattazione si dovranno richiedere l'eliminazione delle festività infrasettimanali e la riduzione del costo del lavoro.

Successivamente dovremo valutare la possibilità di attuare la cogestione nelle aziende sul modello Germania.

Nella già citata intervista del 1980, Gelli rincarerà la dose nei confronti del sindacato, affermando: "La normativa e l'applicazione del cosiddetto Statuto dei lavoratori non ha bisogno di commenti. Mi sembra che l'Italia sia l'unica nazione in tutto il mondo ad avere una legge di questo tipo, ma i risultati dal 1970 ad oggi sono, purtroppo, più che evidenti. Certe conquiste ci ricordano che anche Pirro vantò la sua vittoria".

  • Ordine pubblico. Bisogna ripristinare la possibilità, da parte delle forze dell'ordine, di interrogare direttamente i fermati (fermo di polizia).
  • Scuola. La disoccupazione intellettuale giovanile è pericolosa perché fomenta rivolte, è necessario quindi togliere valore legale al titolo di studio. L'egualitarismo nella scuola è un elemento di disgregazione, è necessario reintrodurre il merito come valutazione. Soltanto i più meritevoli devono poter accedere ai livelli superiori di istruzione. Per quanto riguarda la scuola, dobbiamo aggiornare il messaggio del presidente Leone.
  • Fisco. Abolire la nominatività dei titoli di ogni genere. Concedere forti sgravi fiscali ai capitali esteri per favorire gli investimenti nel nostro Paese. Prevedere forti sgravi fiscali per gli utili accantonati dalle aziende e reinvestiti come autofinanziamento. Ridurre le aliquote per i lavoratori dipendenti.
  • Pensioni. Vietare il pagamento della pensione prima dei 60 anni. Eliminare il cumulo di più pensioni. Controllo rigido delle pensioni di invalidità.

Si conclude qui il Piano di rinascita democratica. Non occorre eccessivo acume per capire che non è farina del sacco di Gelli, basta confrontarlo con la banalità di molte risposte date nella intervista del 1980. Certamente vi hanno lavorato costituzionalisti, industriali, esperti della comunicazione e politici interni alla Dc e ai partiti che successivamente concorreranno alla formazione del pentapartito.